Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: not_clivford    13/06/2017    0 recensioni
STORIA INTERROTTA
Scende la pioggia su Miami, bagnando tutto ciò su cui si posa.
Scende la pioggia su Miami, creando pozzanghere nelle quali ci saltano i bambini e facendo diventare il terreno fangoso.
Scende la pioggia su Miami, bagnando le persone prese alla sprovvista che, senza ombrello, corrono alla ricerca di un rifugio.
Scende la pioggia su Miami, bagnando una giovane coppia che ha appena litigato, portando via, insieme al vento, le parole urlate e le lacrime versate.
Scende la pioggia su Miami e un'altra storia d'amore ha inizio, nata dal nulla, nata da un gesto casuale che ne farà parte fino alla fine di essa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«E quindi l'hai baciato?»
Alexis arrossì drasticamente distogliendo lo sguardo e puntandolo fuori dalla finestra.
«N-n-non l'ho baciato io...» rispose la ragazza «...è stato lui...»
La risata di Jack si sparse per la stanza come una gentile brezza di mezz'estate.
«Se tu hai ricambiato non è propriamente così  ma non ha senso stare qui a discutere» disse lo psicologo con un dolce sorriso ad incorniciargli il viso «Comunque non mi sembri molto felice di questo... fidanzamento? Posso chiamarlo così?»
Alexis scosse le spalle senza ben sapere cosa dire.
«Io, ecco, non lo so. Insomma, ho il terrore che lui mi scarti o mi usi, ma quando lo guardo negli occhi... non ho mai visto uno sguardo del genere da quando è cambiato, anni fa. Vedi, io sono la persona che gli è stata più vicina e l'ho visto cambiare, l'ho visto crescere. Lui... lui è cambiato drasticamente da quando è finita la terza media e... e, non so, è come se la parte dolce di lui fosse scomparsa»
«Scusa se ti interrompo» disse Jack con un filo di irritazione nella voce «Ma non dobbiamo parlare di lui adesso, okay? Concentriamoci su di te: di cosa hai veramente paura?»
«Che mi getti via.»
La risposta di Alexis arrivò senza la minima esitazione, senza ripensamenti, secca e dura. Non aveva paura di dirlo, almeno, non a Jack. A lui poteva dire tutto e lei lo sapeva. Lui avrebbe ascoltato e sarebbe rimasto, anche se era solo il suo lavoro.
Lo psicologo non disse niente, non perché non sapeva come replicare, ma perché sapeva che Alexis, in quel momento, doveva solo sfogarsi.
«Lui fa così. Se ne frega, semplicemente. Prima però non si comportava in questo modo. Era l'amico che tutti vorrebbero. Quello con cui parli fino a notte tarda, perché anche se siete entrambi stanchi non avete proprio voglia di ignorarvi a vicenda. Quello che ti abbraccia come il fratello maggiore che non hai mai avuto. Quello con cui esci solo per starci un po' insieme ignorando quei cellulari che ti fanno diventare un rincoglionito del cazzo che si esalta per niente. Quello che ti crea un solido posto in cui stare. Poi però abbiamo smesso di parlare tutta la notte. Poi lui ha smesso di abbracciarmi perché i suoi amici lo avrebbero giudicato uno sfigato. Poi ha smesso di uscire con me perché era stanco. E infine ha preso quel solido pavimento su cui mi aveva fatto stare e, piano piano, ha iniziato a rovinarlo, a sgretolarlo. E ora è come se stesse cercando di ricostruirlo, ma non so se ci voglia provare per sempre o arrendersi appena si renderà conto che è un lavoro troppo faticoso. E non so nemmeno se io posso aspettare le sue decisioni mentre barcollo sempre più verso il baratro.»
Brevi attimi di silenzio seguitarono allo sfogo di Alexis, interrotti a un certo punto da un leggero ed insicuro bussare.
Per qualche motivo, non sapeva bene il perché, la ragazza ricollegò quell'azione a Thomas. Sapeva che andava da Jack, ma non gli aveva chiesto niente a riguardo. C'era una porta fra di loro, ma lei era sicura che dietro di essa c'era Thomas. Era come un sesto senso.
«Un attimo solo» disse ad alta voce lo psicologo prima di tornare dalla sua "paziente" «Stai tranquilla Alex. Andrà tutto bene. Però, ecco, se vuoi un consiglio, trova qualcuno con cui parlarne. Che non sia io, ovviamente.»
Thomas, con il capo chino e le mani sudate che tentava inutilmente di asciugare sui suoi jeans, era preparato a tutto, tranne che a trovarsi davanti Alexis, appena la porta della studio di Jack si aprì. L'aveva incontrata mentre usciva dal palazzo, e sì, sapeva che lei faceva delle visite dal suo stesso psicologo, nonostante la ragazza non glielo avesse mai detto, ma, ecco, tovarsela così, faccia a faccia in un luogo del genere lo aveva completamente colto di sorpresa. Nessuno dei due parlò - anche se a Thomas parve di vedere Alexis esitare come per dire qualcosa - e dopo attimi di silenzio i due continuarono per le loro strade, uno entrando nello studio dello psicologo, l'altra uscendoci.
Alexis rimase ferma nel corridoio a pensare alle ultime parole di Jack. Trovare quel "qualcuno a cui parlarne" non era facile come poteva sembrare. Eppure allo stesso tempo la risposta ce l'aveva lì, davanti agli occhi, come un'illusione troppo realistica per sembrare un'idiozia. Aveva bisogno di pensare, in quel momento, pensare bene alla sua prossima mossa, così, una volta fuori dall'edificio, si avviò verso un parco che aveva da poco scoperto, a cinque minuti da lì.
 
•••
 
«Thomas!» esclamò raggiante Jack «È da un po' che non ci vediamo.»
«Veramente è passata solo una settimana...»
Lo psicologo sbuffò in modo ironico, accompagnando il gesto con le braccia che, una volta alzate, ricaddero lungo i suoi fianchi, per dare maggior enfasi.
Thomas, un sorriso non del tutto convinto sul volto, si avvicinò al divano e vi si fece cadere pesantemente, come se avesse appena corso la maratona di New York.
«Ho trovato con chi farlo» iniziò a bruciapelo «Ma non so se quella persona acconsentirà. E inoltre ho paura che questo gesto possa allontanarla da me, e anche se non siamo ancora amici stretti ho paura che mi allontani.»
«L'amore è una mancanza» fu la risposta di Jack «Ci sono vari tipi di amore, Eros e Agape ne sono due esempi, ma la cosa più importante è questa necessità di avere qualcuno al proprio fianco che ancora non c'è, è un desiderio di colmare un vuoto lasciato in passato. So che è esagerato parlare di amore in questo caso, ma tu Thomas, più di chiunque altro, hai bisogno veramente tanto di colmare questo vuoto. Non ne uscirai a pezzi, magari solo... Scheggiato? Però finché non ci provi non lo saprai mai. È il mio motto: buttati, ché intanto riuscirai a rialzarti e a combattere più forte di prima. In fondo si sa, no? Sbagliando si impara.»
Brevi attimi di silenzio seguitarono a quella riflessione dello psicologo. 
«Sicuro di non avere una laurea in filosofia?»
Jack rise di gusto, con una di quelle risate che dovrebbero vendere come antidepressivi, come una brezza di aria fresca in un torrido pomeriggio estivo.
Thomas gli doveva tutto; lo psicologo lo aveva aiutato ad uscire da una forte crisi interiore che lo tormentava quotidianamente e lo aveva aiutato ad alzare di nuovo la testa, nonostante qualche volta si svegliasse dal lato sbagliato del letto e di ragioni non ne voleva sentire.
«Ti ringrazio Jack, davvero»
«E smettila di dirlo ogni giorno che mi vergogno!» replicò l'uomo «Piuttosto, prova a parlare con quella tua amica di cui mi racconti ogni tanto!»
Thomas rispose sorridendo che l'avrebbe fatto - anche se non ne aveva realmente intenzione - poi uscì dallo studio rilassato e decisamente più calmo di quando vi era entrato. Tirò fuori il cellulare dalla tasca posteriore dei suoi jeans per controllare se qualcuno lo aveva cercato quando lui non poteva rispondere e trovò solo un messaggio da parte di Alexis.
 
Se puoi, vieni al parco quando hai finito.
 
E in allegato la sua posizione.
Esitò, Thomas, di fronte a quel messaggio, senza sapere bene cosa fare. Aveva incrociato quegli occhi viola quando la ragazza era uscita dallo studio e non vi aveva trovato altro che tristezza e un pizzico di delusione. Forse il giovane aveva solo paura di incontrarla, forse temeva di vederla distrutta in tanti piccoli pezzi senza poter fare niente, ma non poteva tirarsi indietro. No, non poteva dirle di no dopo averla vista nel suo peggior momento. Così aprì le mappe e, in meno di cinque minuti, raggiunse il parco. Ci mise altrettanto tempo a trovare la ragazza, ma quando la vide tentennò. Esitò perché non sapeva bene come approcciarsi a lei, ma alla fine fu proprio Alexis a richiamare la sua attenzione. Mentre si avvicinava, Thomas pensò che dovesse essere tornata a casa sua dato che aveva con sé la sua chitarra, e l'idea che lo avesse aspettato lì, da sola, un po' lo rincuorava.
«Ci hai messo meno tempo del previsto» disse lei dopo averlo salutato.
«Non avevamo molto di cui parlare in realtà» rispose il ragazzo sedendosi, un poco imbarazzato, di fianco all'amica. Passarono diversi minuti di silenzio prima che Alexis iniziasse a parlare.
«Posso chiederti cosa... cosa sono per te?».
Notando lo sguardo confuso di Thomas cercò di spiegare meglio quello che voleva sapere.
«Nel senso... ti fidi di me? Mi aiuteresti a... risolvere una questione personale di cui non riesco a parlarne con nessuno?»
«Ci siamo visti entrambi nei nostri massimi momenti di fragilità quindi penso di sì »
Alexis non era ancora sicura di volergli spiegare tutto il casino che aveva in testa così fece un'altra domanda; l'ultima.
«Se io lo fossi con te, potresti diventare per me come...un po' come Alexandra e il rapporto che c'è tra noi due? N-non così tanto stretto ma-»
«Non c'è nessun problema» la interruppe Thomas sorridendo «A meno che tu non voglia uccidere qualcuno, mi fido di te.»
Alexis sorrise sincera e, dopo essersi distesa sul manto erboso, iniziò a spiegare il suo problema con Michael. Teneva lo sguardo fisso tra le nuvole, le braccia incrociate dietro la testa, una gamba distesa e l'altra piegata, in una posa di totale tranquillità. 
Thomas aveva seguito il suo esempio, solo che era sdraiato a pancia in giù, un braccio gli reggeva il capo dritto e i suoi occhi, anziché fissare il cielo azzurro, guardavano la ragazza interessati.
Alexis un po' si sfogò e un po' si perse a raccontare ciò che di bello poteva esserci in quella situazione. Si scambiarono idee, consigli e attimi di tristezza, come se si conoscessero da una vita, e lei si sentì il cuore un po' più leggero. Quelle erano cose che non riusciva proprio a raccontare alla migliore amica, ma per qualche assurdo motivo raccontarle a Thomas lo trovava estremamente rassicurante. Anche lui parlò un po' di sé, del suo passato, senza staccare gli occhi dalla figura della ragazza.
Stava iniziando a fare buio su Miami, le nuvole si stavano facendo più scure e minacciose e il vento si era alzato scompigliando i capelli di Alexis, preannunciando un altro di quei temporali che quell'autunno non sembravano smettere mai.
Si salutarono e ognuno andò per la propria strada, un po' con la testa fra le nuvole e un po' con i piedi ancorati a terra, mentre piccole gocce d'acqua scendevano dal cielo leggere, bagnando i due ragazzi.
Alexis si voltò ancora una volta, scostandosi dal viso i capelli mossi dal vento, sperando forse d'incontrare nuovamente quegli occhi blu che quel pomeriggio l'avevano guardata con interesse, che l'avevano fatta sentire un poco più rilevante del solito e un po' meno invisibile, perché, anche se non lo avrebbe mai ammesso, quel pomeriggio era stata bene come non le accadeva da un bel po' di tempo, e il fatto che la causa della sua serenità fosse stato proprio Thomas era la sensazione più bella del mondo.
 
~~~

HEY EVERYBODY!

Sono una persona orribile perchè non pubblico il capitolo da mesi.
Come va? E' da tanto che non ci si sente.
Jack è un genio e francamente è il mio personaggio preferito, ma tralasciamo ciò.
Alexis e Thomas stanno diventando i best friends forevaaah ma non sta ppiù succedendo niente di che, quindi nel prossimo capitolo aspettatevi qualcosa di un po' "esaltante".

Non so quanto stia piacendo questa storia, ma intanto ringrazio coloro che la seguono capitolo per capitolo e che non mi hanno ancora uccisa per la mia puntualità.
See ya!

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: not_clivford