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Autore: Rebecca_Daniels    14/06/2017    1 recensioni
*DISCLAIMER: i nomi sono cambiati, ma i personaggi sono chiaramente appartenenti ai One Direction"
E' il 20 Agosto 2013 quando Lexi Golder, ventiduenne londinese per adozione, quasi dottoressa in Storia e fan sfegatata dei The Rush, vede la sua vita cambiare radicalmente. Che cosa potrebbe accadere se una pazza decidesse di sparare al suo grande amore risalente alle scuole medie, nonché cantante della band di cui è innamorata, durante il red carpet per il loro docu-film? Che cosa potrebbe riservarle il destino se per una volta decidesse di fare davvero qualcosa della sua vita? - Un viaggio ironico e introspettivo nella vita di una ragazza più o meno normale che forse capirà come non basta respirare per vivere. Buona lettura & Grazie xx
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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23rd March 2014



-Lo sai vero che devi raccontarmi tutto?!?!
Lexi non fece nemmeno la fatica di alzare la testa dal cuscino su cui era sprofondata per capire di chi fosse quella richiesta con nessuna via di scampo.
-Vieni dentro, dai...
Mia si stupì dell'arrendevolezza con cui Lexi si stesse per prestare a quell'interrogatorio, ma ancora di più non riuscì a decifrare il sorriso ebete che le stava storpiando la faccia: dov'era finita la sua migliore amica che il più delle volte assomigliava ad una Lucia Mondella infilzata??
Solo quando un corpo di cinquanta chili scarsi si scaraventò sul suo letto, facendo cigolare la testiera, Lexi si diede la pena di mettersi a sedere, le gambe incrociate e un cuscino sprimacciato sulla pancia: la dottoressa Lang sarebbe stata orgogliosa di lei.
-Allora: cosa vuoi sapere?
-Prima una domanda.
Mia la stava guardando dal basso, la testa appoggiata sulle mani e i gomiti che sprofondavano sulla coperta verde, assieme al resto del suo corpo: era dannatamente seria e circospetta, tanto da far preoccupare leggermente Lexi per quale potesse mai essere la domanda.
-Che ne hai fatto della Lexi che conoscevo? Quella che prima di raccontare qualcosa doveva ricevere una richiesta in carta bollata e che, in quel caso, mi concedeva solo un testo bucato?
-Te l'ho mai detto che sei cretina?! Comunque quella Lexi è andata a farsi una vacanza ed ha lasciato qui una nuova Lexi che ha un sacco di cose per la testa e un estremo bisogno di un consiglio da parte della sua migliore amica...
Essere così sincera circa i suoi sentimenti non la faceva sentire per nulla a proprio agio, tanto che dovette abbassare lo sguardo allontanandolo da quelle iridi troppo simili a quelle di Nate, altrimenti le sarebbe davvero stato impossibile raccontare tutto quello che era successo.
-Secondo te, è possibile fidarsi di qualcuno senza conoscerlo?
-Intendi tanto da raccontargli tutto di te?
-Tanto da affidargli la mia stessa vita...
“Va bene, forse detta così suona un po' male... Sembra una di quelle battute che mettono nei film giusto prima della pubblicità... Forse è per questo che Mia mi sta guardando così tanto male.”
-Lexi che stai dicendo? Scusa, ma non credo di capire...
-Ho incontrato Nate ieri... A dire il vero mi ha quasi investita con la macchina, ma poi mi ha offerto un passaggio perché diluviava ed eravamo entrambi fradici... Poi, dato che era quasi ora di pranzo, ci siamo fermati a mangiare nel ristorante di un suo amico d'infanzia ed eravamo solo noi due in una saletta appartata e abbiamo parlato e riso un sacco, poi lui mi ha sporcato il naso con la crema chantilly ed io ho fatto lo stesso con la sua guancia ed eravamo così dannatamente vicini, soprattutto quando mi ha pulito con un tovagliolo perché il suo amico ci aveva appena detto che fuori si era radunato un gruppo di fan e fotografi e dovevamo andare via... E lui mi ha chiesto se ero pronta ad uscire con lui e quando gli ho detto di sì, mi ha preso per mano e poi io non ho più capito nulla, sapevo solo che mi fidavo completamente di lui.
Lo sguardo allibito e la bocca spalancata in una O perfetta fecero capire a Lexi di esserci andata giù un po' troppo pesante con la quantità di informazioni rivelate in una volta sola così attese pazientemente un qualche segno di vita da parte della ragazza distesa vicino a lei. La vide mettersi seduta, coprendo le gambe magre con il vestito gitano che indossava, cercando di assumere una posa comoda per guardarla dritta negli occhi e, sperava Lexi, dire finalmente qualcosa.
Invece Mia trasse un profondo respiro, cercando di contenere la felicità che stava provando nell'aver sentito come Nate fosse tornato sui suoi passi e stesse finalmente facendo la cosa giusta.
-Ma cos'è successo dopo che siete usciti dal ristorante?
Quella domanda lasciò Lexi leggermente interdetta, poiché si sarebbe aspettata tutt'altra reazione, ma soprattutto perché nemmeno lei sapeva bene come rispondere.
-Siamo usciti mano nella mano e lui sembrava non avere alcuna intenzione di lasciarmi andare, i flash delle macchine ci hanno letteralmente investiti e le fan hanno cominciato a gridare il suo nome e poi anche il mio. D'istinto mi era venuto spontaneo togliere la mano, ma lui l'ha stretta ancora di più, borbottando qualcosa su come avrebbe dovuto portarsi dietro Alberto anche a pranzo... Dopo di che ha semplicemente sorriso alla fan, chiedendogli se potevano mettersi in ordine così poteva fare una foto con tutte e solo allora mi ha lasciato, mentre i paparazzi continuavano a scattare, ma ogni tanto si voltava per sorridermi e controllare che non fossi scappata, almeno poi mi ha detto così... Io mi sono rintanata vicino al muro del ristorante, cercando di rendermi invisibile come il mio solito, ma quella gente sembrava davvero interessata a me, tanto che pure qualche fan mi ha salutata ed io credo di aver risposto con una delle mie migliori facce da pesce lesso, tanto ero frastornata... Finché, ad un certo punto, quando Nate aveva quasi finito di farsi selfie con ognuna, una di loro ha proposto di farsi una foto assieme a me ed io che potevo fare?! Sono stata praticamente circondata nell'arco di due secondi da ragazze di ogni età che sorridevano e mi ringraziavano per quello che avevo fatto... Così ho sorriso anche io e poi...
-C'è anche un poi?! Ma quando pensavi di dirmi tutta sta roba?!?! Un giorno o l'altro, quando tornerò a casa da lavoro, scoprirò che sei diventata imperatrice dell'universo senza che me ne rendessi neanche conto!
-Posso continuare?
-Sì, sì, per l'amor del cielo, non vorrei mai ritardare il momento in cui hai ucciso un drago a tre teste con la sola forza del pensiero!
-Sei proprio stupida. Comunque, fatta la foto siamo saliti in macchina...
-Tutto qui??
-Ma stai zitta?! Poi mi chiedi perché non ti racconto mai nulla!
-Scusa, scusa! Ora mi cucio la bocca.
-Insomma: siamo saliti in macchina ed è calato un silenzio tombale, fino a che ci siamo guardati e boom!
-E' esplosa la macchina?!?!?!
-Ma sei deficiente?! Certo che no! Cos'ho fatto di male io per meritarmi te? Siamo scoppiati a ridere come due pazzi, stavamo piangendo entrambi dalle risate e nessuno dei sue sapeva per quale dannata motivazione stessimo ridendo!
Al sol pensiero un sorriso le si stampò in faccia e una strana sensazione la pervase da capo a piedi: era quasi sicura fosse felicità.
-Dopo di che mi ha riaccompagnata a casa e mi ha salutata con un bacio sulla fronte... Tempo due secondi mi aveva già mandato un messaggio per dirmi che sperava di ricontrarmi presto, senza dovermi per forza prendere sotto con la macchina. Ecco tutto.
Mia la osservò per un paio di secondi, sfogliando anni e anni di pagine di ricordi condivisi con Lexi per cercare un altro momento in cui l'aveva già vista così, ma non ne trovò neanche uno. La sua amica intimorita dalla sua stessa ombra, goffa e qualche volta decisamente troppo persa nel suo mondo si era trasformata in una ragazza dagli occhi brillanti per un'emozione che sembrava scuoterla da dentro, capace finalmente di esprimere ciò che le riempiva la testa e pronta a vivere davvero. Ne fu così felice, che rischiò di mettersi a piangere lei stessa, non fosse stato per Lexi che la stava implorando con i suoi occhi di cioccolato fuso di dire qualcosa.
-Wow.  Dico davvero. Lui ti piace...
“Perché deve sempre andare dritta al punto???”.
-E questo tuo silenzio mi fa capire che ti piace pure tanto!! Ma è meraviglioso Lexi-Lex!
-No, non lo è per nulla...
Tutta la gioia di un attimo prima scivolò via dal volto di Mia mentre osservava la sua amica stringersi di più al petto il cuscino, nonostante lo stesse già stritolando.
-Che intendi?
-Intendo che ho già perso undici anni dietro ad un tipo che non sapeva nemmeno che io esistessi e non era nemmeno famoso all'epoca... Ora, siamo obbiettivi per un secondo: io non potrei mai piacere ad uno come Nate ed una vita con lui sarebbe praticamente impossibile per una ragazza come me, che l'unica sicurezza che ha è quella di essere un cataclisma ambulante.
Non poteva credere a quello che sentiva. Non poteva permettere che Lexi rinunciasse per l'ennesima volta ad essere felice a causa delle sue stupide paure irrazionali e per il suo passato di relazioni fallimentari, per non dire, inesistenti.
-Lexi basta! Ora stammi bene a sentire: tu ti meriti di essere felice e di stare con lui, okay? Smettila di dire che non sei fatta per questa o quella vita: come fai a dirlo se non l'hai neanche mai provata?! Dagli una cazzo di possibilità, rischia per una volta! E poi, andiamo: ti ha scritto che non vedeva l'ora di rivederti dopo due secondi che eri scesa dalla sua macchina!! Gli piaci Lexi, fidati!
-E allora perché non mi ha baciata?
Già, perché diamine Nate non l'aveva baciata? Mia cercava di trovare una risposta e l'unica che le venne in mente fu:
-Con tutto quello che hai passato, magari non gli sembrava opportuno baciarti al vostro primo appuntamento. Che, tra parentesi, non era nemmeno del tutto ufficiale... Sai, Nate mi sembra uno di quelli che ci tiene a fare le cose per bene.
-Forse hai ragione... Ma se ti sbagliassi? Se fosse interessato a me solo per quello che ho fatto? Insomma, magari è solo gentile e sono io che vedo coniglietti rosa dove non ne esistono...
-Ma?
Lo sguardo che la sapeva lunga di Mia la mise con le spalle al muro: era la sua migliore amica da sempre, quindi non aveva senso nasconderle qualcosa.
-Ma mi viene da fidarmi di lui a pelle! Ed è una cosa che capita davvero raramente...
-Su questo posso confermare, dato quanto c'hai messo per fidarti di Matt!
-Ed ho fatto pure male... A proposito: tu sai dove sia finito?
-Diciamo che l'ultima volta che ho avuto sue notizie tu eri ancora nel magico mondo di Lexilandia e mi ha solo detto che andava in Scozia da alcuni suoi amici, perché il tuo incidente l'aveva “sconvolto nel profondo”, cito testuali parole...
-Hai dato un nome al mio tunnel?
-Senti, dovevo trovare un modo per affrontare la cosa: speravo che almeno tu ti stessi divertendo! A proposito, so che non te l'ho mai chiesto, ma visto che siamo in vena di confidenze, credo che correrò questo rischio: ti sei più ricordata qualcosa? Di quei mesi intendo?
La domanda lasciò Lexi leggermente interdetta, perché sembrava unicamente rafforzare la sua idea che tutti loro sapessero qualcosa di cui lei non era a conoscenza e che si ricollegava a quei cinque mesi in cui lei era rimasta in coma. Ma Mia sembrava realmente interessata e, magari, anche lei avrebbe potuto scoprire qualcosa in più circa quei flash che ormai diventavano sempre più insistenti e nitidi. La dottoressa Lang sarebbe stata doppiamente orgogliosa di lei, quando glielo avrebbe detto.
-No...
La delusione che si dipinse sul volto della sua amica, anche se per una sola manciata di secondi, le fece capire che davvero c'era qualcosa che lei non sapeva e che voleva scoprire il prima possibile, fosse anche stata costretta ad andare dalla psicoterapeuta tutti i giorni.
-Non del tutto, almeno... Ma ho dei flash, dei momenti in cui magari un rumore, un odore, una sensazione mi fanno tornare alla mente delle scene che so di non aver mai vissuto e che quindi devono appartenere a quei cinque mesi... E' per questo che vado dalla dottoressa Lang. Detta così sembra che faccia parte di una puntata di Medium, ma giuro che non è nulla di straordinario!
Mia stava per ribattere che invece era una delle più belle notizie che avesse ricevuto nell'ultimo periodo, dopo quella del suo risveglio e dell'amore di David per lei, quando il telefono di Lexi si mise a squillare come impazzito sulle note a dir poco festanti di Happily: non sapeva perché, ma quella canzone la faceva sentire stranamente felice. -Pronto? Oh! Ehm, ciao Nate...
Senza un minimo di ritegno, le sue guance si tinsero di rosso e l'istinto di nascondere la faccia dentro il cuscino divenne quasi insopportabile, ma le urla di gioia di Mia la fecero tornare con la testa attaccata al collo e la voglia di usare quel cuscino per soffocarci il viso dell'amica.
-Sì, c'è anche Mia, qui... Ma non so per quanto ancora resterà... Oh, no, perché potrei farla fuori io.
Le lanciò un'occhiata truce per cercare di farla stare calma, ma Mia non si diede per vinta.
-Ciao Nate!! Come stai?
Lexi fu costretta a mettere la chiamata in vivavoce, così che la risata cristallina che Nate le stava regalando andò a riempire la sua stanza, rendendola quasi più luminosa. -Bene, grazie... Te Mia? Tutto apposto?
-Non mi posso lamentare, specialmente oggi che la mia migliore amica ha deciso di aprire il suo piccolo e dolce cuoricino con la sottoscritta per raccontarmi...
-Zitta!
Improvvisamente Mia si trovò sovrastata dal corpo non certo leggerissimo di Lexi, che stava sostanzialmente tentando di soffocarla senza neanche tante difficoltà. Nate continuava a ridere come se quello fosse lo show più divertente che avesse mai visto, o meglio, sentito dato che udiva solo le urla soffocate di Mia e gli insulti di Lexi.
-Nate aiuto!!
-Non vedo perché dovrei aiutarti: te la sei cercata Mia Winston!
-Basta! Pietà, pietà!! Se mi lasci libera me ne vado!
-Fatta!
Lexi si alzò dal copro ormai spiaccicato di Mia e le permise di andarsene dalla camera, sistemandosi il vestito stropicciato e regalandole una linguaccia degna di una bambina dell'asilo. Lexi scosse la testa e si concentrò sulla voce allegra che proveniva dal ricevitore che aveva riportato all'orecchio e che sembrava essere diventata improvvisamente più seria e un poco più insicura.
-Sai, mi stavo chiedendo se per caso ti andasse di...
-Sì!
“Ma che diamine ho in testa?!?! Dov'è finita la cara e vecchia regola del fare le misteriose per accrescere l'interesse?? Ma chi voglio prendere in giro, che non sono neanche capace di mentire a mia mamma quando mi chiede se ho mangiato verdure almeno due volte a settimana?! Sono un caso disperato, c'è poco da fare...”.
-Cioè: sì, dimmi pure.
-Stavo per chiederti se ti andasse di passare per casa mia e guardare un film, una cosa tranquilla... E ci tengo a precisare che ti avrei proposto di andare a fare un giro, ma dato il trambusto di ieri ho pensato che magari ti andasse di evitare altre raffiche di flash.
La risatina nervosa che le riservò subito dopo rese palese a Lexi come Nate ci tenesse davvero a fare bella impressione su di lei e la costrinse a pensare che non ci fosse nulla di più dolce di quel suono.
“Decisamente smielata come cosa, ma dannatamente vera...”.

Venti minuti dopo, un cambio di vestiti veloce e una mini litigata con Mia sulla vitale questione se si dovesse mettere il rossetto o meno, Lexi stava aprendo il portoncino blu del suo condominio in Lexintong Street, coperta da un vestitino nero a fiorellini che le arrivava a metà coscia, un paio di sandali che non l'avrebbero protetta dalla pioggia che minacciava di riversarsi su di lei nel giro di qualche secondo, il fidato giubbino di jeans che Lewis le aveva confessato di invidiarle, la tracolla di pelle a penderle in precario equilibrio dalla spalla e un sorriso inebetito, e senza rossetto, a decorarle il viso.
Nate non poté trattenersi dal pensare che sembrasse una di quelle ragazze che le fashion blogger fermavano per strada per catturarne lo stile e pubblicarne la foto su Instagram, ricevendo milioni di like, perché con il vento a farle scivolare i lunghi capelli castani davanti il viso, dando anche vita al leggero vestito che indossava, era straordinariamente bella. Rallentò istintivamente, mentre raggiungeva in macchina il portone da cui lei era appena uscita, per poterla osservare meglio, mentre ancora non si era accorta del suo arrivo ed era semplicemente Lexi: una delle ragazze più normali che avesse mai conosciuto eppure una delle donne più sorprendenti che gli si fossero mai avvicinate. Tutto in lei era speciale, dal modo in cui si scostava con noncuranza i capelli dalla spalla, all'impazienza che trapelava dal piede che teneva un ritmo immaginario sull'asfalto della strada, dalla scintilla di emozione che si poté leggere nei suoi occhi appena lo videro arrivare, al sorriso timido ma dannatamente attraente che gli riservò quando lui scese dalla macchina per aprirle la portiera del lato del passeggero.
-Buongiorno Lexi.
-Buongiorno Nate.
E gli sorrise ancora, incapace di dissimulare quella felicità che si impadroniva di lei ogni qualvolta Nate fosse nei paraggi, sentendosi però meno sola quando anche sul volto del ragazzo si aprì un sorriso spontaneo e incredibilmente brillante. Il rumore dello sportello di Nate che si chiudeva la riportò con i piedi per terra, ma quello che disse poco dopo la catapultò letteralmente in quel tunnel di flash che stava diventando sempre più fitto quando si trovava in sua compagnia.
-Allora piccola, hai preferenze sul film da vedere?
Forse non avrebbe dovuto dirlo. Forse quello era stato un tremendo passo falso che l'avrebbe fatta scappare immediatamente dalla macchina, senza dargli nemmeno il tempo di rimangiarsi quello stupido nomignolo con cui l'aveva chiamata. Forse doveva ricordarsi che Lexi non era la sua “piccola”, almeno non più da quando si era svegliata e che non era nemmeno detto che lei ricambiasse i suoi sentimenti, perché lui invece ne era più che sicuro: si stava innamorando di lei ancora ed ancora e nulla l'avrebbe fatto tornare sui suoi passi.
Ma la mente di Lexi era persa ad inseguire una voce così tanto simile a quella di Nate, che la chiamava in quella stessa maniera e che sembrava provenire da un computer, suscitandole una scarica di brividi che ancora poteva sentire su di sé. Così sorrise a quel pezzo di memoria che si stava aggiungendo all'enorme puzzle che aveva in testa, a cui mancava solo la chiave per decifrarlo del tutto: chi era quel ragazzo che per tutti quei mesi le era stato accanto? Ma quello non era il momento per pensarci, ora doveva vivere il suo presente, quello che Nate le stava regalando proprio in quel momento. Così gli rispose con fare serio:
-Assolutamente no, eccetto horror, thriller, film con trame basate su gente che si picchia e basta, quelli che prevedono una tipa semi nuda che combatte in maniera a dir poco irrealistica contro qualche triade asiatica e i film di Wes Anderson.
Nate la guardò stravolto, incerto se prenderla sul serio o se sperare che stesse scherzando.
-Non dicevo sul serio, Nate! Eccetto che per i film di Wes Anderson: quelli non li sopporto davvero, scusa...
Nate scoppiò a ridere, scosse la testa e mise in moto, certo che quello sarebbe stato un pomeriggio a dir poco interessante.

Lexi avrebbe potuto dire che quella fosse la casa di Nate anche senza sapere che lui ne fosse il proprietario: c'erano chitarre appese su tutta la parete lunga del soggiorno, mentre l'altra era fatta da ampie porte-finestre che davano su un giardino ormai in fiore data la bella stagione che si stava avvicinando. Un televisore decisamente sproporzionato per qualsiasi persona normale svettava su una delle pareti corte, sovrastando un'intera mensola carica di premi e targhe. I dischi di platino erano appesi lungo la parete delle scale, che portavano al secondo piano. Due enormi divani in pelle nera occupavano la maggior parte della stanza ma un morbido tappeto di lana bianca istigava chiunque vi entrasse a togliersi le scarpe e camminarvi a piedi scalzi, spostando anche il piccolo tavolino di vetro che vi stava al centro. Ma più di tutto, ad attirare la sua attenzione, fu la chitarra che Lexi sapeva essere la sua preferita, quella rossa e bianca, elettrica, dal suono “energico” come l'aveva definito lui stesso durante un'intervista, che svettava orgogliosa sul suo sostegno, pronta per essere collegata all'amplificatore poco distante per creare nuove melodie ed esprimere quello che albergava dentro Nate. Lexi si rese conto che avrebbe pagato oro per poter assistere ad uno di quei momenti, quando magari era sera e Nate imbracciava la sua inseparabile compagna per creare qualcosa di nuovo e dare magari un senso a qualcosa di vecchio.
-Allora, considerando che quando sono in pausa dal tour passo metà del mio tempo a guardare partite di calcio e l'altra metà a fare barbecue, la scelta di film non è delle più ampie ma magari possiamo vedere che cosa fanno per tv... Che ne dici?
Nate alzò la testa dal mobiletto sotto i premi su cui aveva accatastato tutti i suoi dvd e la ritrovò a fissare quasi incantata la sua piccola, o meglio quella che per lui era sempre stata la sua piccola fino a quando Lexi non era entrata nella sua vita, rivoluzionando le sue priorità.
-Lexi?
-Scusa, è solo che... Componi mai quando sei a casa?
Quella domanda lo lasciò spiazzato per un attimo, ma si riprese subito per evitare che lei pensasse di essere stata indiscreta chiedendogli quella cosa, perché a dire il vero non avrebbe potuto fargli domanda più bella: adorava parlare di musica, specialmente della sua musica.
-Sì, quasi sempre a dire il vero... Soprattutto di sera o se sono annoiato o arrabbiato...
-E qualche canzone che hai scritto qui è mai finita in un album?
-Beh, a dire il vero la maggior parte delle canzoni le scriviamo mentre siamo in tour, ma ce ne sono alcune di cui magari l'idea è nata qui e che poi sono finite su un cd... Hai presente quella che ho scritto con i McFly?
-I Would! Adoro quella canzone, mi istiga a ballare in modo imbarazzante.
Nate la guardò come se fosse un fantasma e le chiese:
-Tu balli?!
-A parte il fatto che potrei offendermi per il tono sconcertato con cui l'hai detto, no, io non ballo o almeno non nel vero senso del parola... Diciamo che mi dimeno, ecco... -Sono sicuro che tu sia fantastica anche quando balli in modo imbarazzante...
Si guardò istintivamente attorno, per assicurarsi di essere l'unica persona oltre a Nate nella stanza, perché quello era un complimento in piena regola e non le sembrava possibile fosse rivolto proprio a lei.
-Sì Lexi, sto parlando con te. Dovresti seriamente cominciare a ficcarti in testa che sei una ragazza davvero speciale e che le persone farebbero a gara per averti nella loro vita.
Lexi lo fissò, sentì la mandibola abbassarsi e gli occhi aprirsi a palla: non era mai stata capace di gestire le attenzioni della gente, figurarsi quelle di un ragazzo come Nate, tanto che per poco non si strozzò con la sua stessa saliva quando lo vide avvicinarsi pericolosamente a lei, gli occhi cristallini incastrati nei suoi cioccolato.
Voleva baciarla per farle capire quanto la desiderasse, quanto fosse pronto a prendersi cura della sua insicurezza cronica, sommergendola di complimenti giorno e notte se fosse stato necessario.
Erano uno di fronte all'altra, i respiri a mischiarsi nel silenzio della casa, come una melodia che si stava formando solo per loro, per raccontare quella comunione di anime che è raro trovare sulla terra perché appartiene di più al cielo.
-Posso chiederti una cosa?
-Certo...
Istintivamente Nate le prese una mano e cominciò a carezzarne il dorso con il pollice, facendo sentire i brividi a Lexi fin nelle ossa: le sarebbe preso un infarto a breve se non avesse trovato un modo per uscire da quella situazione.
-Balleresti con me?
Quella rientrava decisamente nelle richieste più assurde che avesse mai fatto nella sua vita, ma contrariamente a quanto sarebbe stato ragionevole fare, non voleva allontanarsi da quel corpo magro ma solido che sembrava essere stato messo al suo fianco per sorreggerla. Voleva sentire il calore di Nate sulla sua pelle, perdersi nel suo profumo che aveva un ché di bosco alle prime luci dell'alba, fresco, inebriante e dannatamente seducente. Voleva avere il suo primo ballo con un vero principe azzurro, perché Nate si stava rivelando esattamente quello: il ragazzo che compare in tutte le favole più famose, quello che si accorge della ragazza snobbata da tutti nelle commedie americane per adolescenti, quello che nei libri sembra sempre essere troppo perfetto ed inarrivabile e che poi si scopre essere alla ricerca della più banale normalità in una ragazza.
-Con molto piacere.
Il suo accento irlandese diventava più evidente quando era felice, Lexi se ne era accorta ancora la prima volta che avevano parlato assieme e la cosa la fece abbassare lo sguardo sui suoi piedi, chiedendosi quando fosse stata così tanto attenta a quei piccoli dettagli di Nate. Sciolse a malincuore il loro intreccio di dita, ma solo per raggiungere lo stereo già collegato all'Ipod e far ripartire la canzone che stava ascoltando poco prima di andarla a prendere in macchina: era talmente agitato, che l'album di Ed Sheeran gli era parso l'unica soluzione per calmare i nervi. Le prime note di Even My Dad Does Sometimes cominciarono a riempire la stanza, facendo immediatamente venire un nodo allo stomaco di Lexi: quella canzone significava più di quanto potesse mai spiegare a parole, perché parlava per lei e di lei sotto così tanti punti di vista che le lacrime rischiarono di farsi largo sulle sue guance. Ma la mano che Nate le stava porgendo le apparve come un'ancora di salvezza da quelle lacrime e, forse, anche da sé stessa e da quel suo passato in cui non si riconosceva più e che le sembrava un macigno pronto a trascinarla affondo. L'afferrò e ricambiò il sorriso che il bel ragazzo le stava rivolgendo, come se fosse stata la pietra più preziosa dell'universo e lui avesse il privilegio di tenerla tra le mani.
Nate portò quella mano sul suo petto, tra i loro due corpi, all'altezza di quel cuore che era letteralmente impazzito. Non poteva credere davvero che stesse succedendo, che potesse poggiare la sua mano bollente alla base della schiena di Lexi e sentirla rilassarsi improvvisamente, appoggiare la testa sulla sua spalla, respirando sul suo collo e risvegliando in lui emozioni che non credeva nemmeno fosse legittimo provare: avvolgenti, totalizzanti e piene. Nulla nella sua vita sarebbe stato paragonabile a quello. Nessun concerto, nessun premio vinto, nessuna ragazza avrebbero potuto eguagliare la possibilità di stringere quel corpo delicato e al tempo stesso segnato da mille cicatrici, perché lo faceva sentire semplicemente e totalmente felice.
Il battere incessante e accelerato del cuore di Nate divenne la più bella melodia che Lexi avesse mai sentito, meglio di ogni canzone, di ogni parola, di ogni storia che le fosse mai stata raccontata, perché quella era la sua favola. Per così tanto tempo era stata impaurita di guardare l'orizzonte, perdendo ogni speranza che la sua vita potesse essere qualcosa di davvero speciale, fino a quando non era arrivato lui. Nate con i suoi sorrisi straordinari, le sue risate rumorose, i suoi occhi infiniti e le sue braccia rassicuranti. E che senso poteva avere essere terrorizzati da una linea lontana tra terra e cielo se lui l'avesse tenuta per mano mentre vi si avvicinavano? C'era un verso specifico di quella canzone che l'aveva sempre fatta sentire profondamente capita e alle volte, un po' meno sola: so don't wipe your eyes, tears remind you you're alive . Perché c'erano davvero stati momenti in cui, negli ultimi undici anni, aveva pensato di essere ancora viva solo per le lacrime che le rigavano il volto quando di notte fissava la luna fuori dalla finestra e si chiedeva se quella solitudine che si impossessava di lei ogni volta sarebbe mai finita, se quella malinconia che l'abbracciava quando si metteva sotto le coperte fosse normale. Poi certo, c'era sempre stata Mia con la sua instancabile parlantina e la sua patologica necessità di far ridere chiunque, ma quando era da sola per Lexi diventava davvero difficile trovare una motivazione per respirare ed allora ringraziava il cielo che fosse un meccanismo spontaneo del proprio corpo.
Forse fu solo una semplice coincidenza o magari Nate aveva sentito il respiro di Lexi cominciare a farsi irregolare, le spalle scuotersi impercettibilmente e la prima lacrima bagnargli la maglietta fina, ma gli occhi ormai velati di familiari lacrime di Lexi si ritrovarono a perdersi in un oceano di comprensione e affetto che la sommersero completamente. Nate cercò di catturare tutti quei frammenti dell'anima di Lexi con i pollici di entrambe le mani, sorreggendole il volto verso di lui e definendone la forma delicata per curare quelle ferite che, lo sapeva, erano molto più in profondità. Fu solo allora che si lasciò avvolgere dall'intensità di quegli occhi color cioccolato capendo che tra loro due non era solo Lexi quella che aveva bisogno di essere salvata, ma anche lui. Quelle iridi ancora lucide per il pianto, gli mostrarono come lei lo stesse salvando dalla parte peggiore di sé: quella che stava dimenticando che cosa fosse davvero importante, che cosa significasse sacrificarsi per qualcuno a cui si teneva davvero, che cosa volesse dire dare la vita per amare sul serio. Lexi gli stava permettendo di amare qualcuno incondizionatamente e la cosa lo faceva sentire bene, come mai prima di allora. Nessuno gli aveva mai concesso di mostrarsi così forte e debole allo stesso tempo davanti a lui, di scoprire ogni ferita che solcava la sua anima e lasciare che lui vi ponesse delle bende, di sentire che un suo sorriso poteva lenire un affronto della vita. Forse era quello che le loro fan intendevano con quelle loro lunghissime lettere di ringraziamento, i regali, i tweet accorati per fargli sapere che senza di loro non ce l'avrebbero fatta a sopravvivere: Nate si era dovuto innamorare per capirlo. Perché, sì, quello che provava per la ragazza tra le sue braccia, con le labbra a pochi soffi dalle sue, era decisamente amore e non aveva più senso negarlo. Lei era la normalità nel suo straordinario, l'amore in una vita di emozioni innominabili, ciò che aveva cercato per un'intera esistenza.
Voleva baciarlo come mai aveva desiderato fare con nessun altro ragazzo. Voleva scoprire che cosa significasse ricevere il primo bacio del principe azzurro, che sapore avesse rispetto a quello di un qualsiasi altro ragazzo, come ci si sentisse a confondere le proprie labbra con quelle della persona che si ama. Ecco, l'aveva pensato, quindi era ufficiale: si era innamorata di Nate. Solo che in quel momento non le venne neanche in mente che fosse Nate “dei The Rush”, che fosse uno degli under venticinque più ricchi e influenti del pianeta, che potesse avere stuoli infiniti di ragazze ai suoi piedi con un solo schiocco di dita, perché lei non si era innamorata di lui ma di Nate. Solo Nate. E non le venne nemmeno in mente che si conoscevano da troppo poco tempo per poter perdere così tanto la testa per lui, che il suo cuore si sarebbe disintegrato definitivamente se solo le cose non fossero andate tutte per il verso giusto, che quello era un rischio che non poteva concedersi. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era che voleva baciarlo come mai prima d'ora e che nulla gliel'avrebbe impedito. Il respiro caldo di Nate sulle sua labbra la fece rabbrividire di piacere e avvicinare la bocca di qualche millimetro a quella di lui, che ormai non riusciva a pensare ad altro che a quanto desiderasse risentire il sapore di quel bacio dentro di lui.
Una scampanellata.
Breve ed incisiva.
Due secondi di silenzio in cui Nate e Lexi si guardarono vagamente spaesati, indecisi se riprendere da dove erano stati interrotti o far svanire in un battibaleno tutta la magia del momento.
Un'altra scampanellata.
Più lunga ed insistente.
Continuarono a guardarsi, immobili, la rassegnazione negli occhi di Lexi e la frustrazione in quelli di Nate.
Solo quando il suo Iphone si mise a suonare impazzito American Idiot sul divano, Nate lasciò il viso dubbioso di Lexi per rispondere senza guardare il mittente della chiamata: quella suoneria era decisamente personalizzata.
-Spero tu abbia una buona motivazione per chiamarmi, Tompson.
Lo sguardo non proprio fintamente scocciato di Nate fece ridere Lexi, dato che solo Lewis Tompson poteva avere un tempismo così terrificante.
-Mi vuoi aprire?!?! Siamo qui fuori da dieci minuti!!
-Cinque Lewis, sono solo cinque...
La voce di Ellie riuscì ad arrivare anche a Lexi, che si lasciò cadere pesantemente sul divano, scoppiando definitivamente a ridere: che cosa avevano fatto di male per meritarsi quello?
-Adesso ti apro, rompiballe!
Nate chiuse la chiamata, pigiò il bottone di apertura del portoncino e si voltò verso Lexi.
-Ti giuro che mi dispiace...
La sua espressione da cucciolo bastonato fece quasi intenerire Lexi, che gli sorrise e cercò di rincuorarlo come meglio poteva.
-Tranquillo Nate: se c'è una cosa che ho capito in questi mesi è che cercare di arginare Lewis è solo tempo perso.
-Almeno tu l'hai capito subito... Noi ci abbiamo messo tre anni ed ancora vorremmo mandarlo a quel paese ogni volta che....
-Guarda che ti sento!!
La voce squillante del diretto interessato perforò la porta blindata, eliminando ogni traccia di atmosfera romantica che era rimasta ad aleggiare per aria. Lexi si alzò senza pensarci ed andò ad aprire la porta, lasciando finalmente senza parole quel logorroico di Lewis. Ma durò poco, troppo poco.
-E tu che ci fai qui?!
-E' un piacere anche per me rivederti, Lewis.
-Ciao Lexi! Come stai?!
Le braccia di Ellie si allacciarono immediatamente al collo di Lexi, senza lasciarle neanche il tempo di rispondere, ma tutto quell'affetto la faceva sentire apprezzata e non ne era per nulla abituata.
-Sto bene, grazie... Te? Hai ancora la pazienza necessaria per sopportarlo?
-Guarda, lasciamo stare che oggi sta rischiando davvero tanto. Gli avevo appena detto: magari è il caso di chiamarlo Nate prima di piombargli in casa di punto in bianco, ma pensi che mi abbia dato ascolto? Manco morto! Mi dispiace di avervi disturbato.
Lexi si voltò verso Nate, arrivato alle sue spalle e che ora stava sorridendo accondiscendente ad Ellie, come per farle capire che sapeva perfettamente che cosa significasse avere a che fare con Lewis, così lei si sentì legittimata a parlare anche per lui, benché quella non fosse casa sua.
“Ma magari potrebbe diventarlo... Che cazzo sto pensando?!”.
-Non c'è nessun problema Ellie, davvero... Stavamo tentando di scegliere che film guardare a dire il vero.
-Seh, come no?! Guardate che vi abbiamo visto dalla finestra che stavate facendo i cattivi bambini!
Il rumore di un schiaffo lasciato sul braccio di Lewis rimbombò per tutta la stanza e le conseguenti minacce di Ellie di uccidere il suo ragazzo seguirono senza troppa timidezza. -Che ne dite di preparare qualcosa da mangiare e guardare sto benedetto film?
Nate riportò la conversazione su qualcosa di meno compromettente e sorrise complice a Lexi, che prese i primi tre dvd che trovò nel mobiletto sotto il televisore, ringraziando il cielo che nessuno di essi fosse un horror.
-Lexi, vieni a darmi una mano in cucina per favore?
Seguì Nate nella stanza affianco, ma questo non le impedì di sentire comunque il commetto tra l'euforico e lo sconcertato di Lewis che diceva:
-Sa persino dove sono i dvd, capisci?! Questi ci nascondono qualcosa!
Entrò nella modernissima cucina in acciaio e legno bianco di casa Hanson, mentre ancora scuoteva il capo con un mezzo sorriso sulle labbra per quanto aveva appena sentito, quando due braccia l'afferrarono per i fianchi, facendola scontrare con il petto ben disegnato di Nate. Il calore che il suo corpo diffondeva si fece largo lungo la schiena di Lexi sotto forma di una scia infinita di brividi che le mozzarono il fiato, specialmente quando il suo soffio gentile e fresco si infranse in quel punto sensibile appena sotto l'orecchio, costringendola a pensare che l'inferno esistesse e non fosse proprio così male.
-Anche se è durato poco, è stato fantastico ballare con te...
La sua voce solitamente cristallina si era arrochita di qualche tono, assumendo delle tonalità più rudimentali, come l'acqua che scorre tra i sottoboschi inesplorati da forma umana, costringendo le mani di Lexi a stringersi attorno alle braccia forti ma delicate di Nate per restare in piedi nonostante le emozioni travolgenti. Non lo sentiva solo vicino a lei, ma lo sentiva dentro di lei, sotto la sua pelle, dove nessuno era mai arrivato: qualcosa che non le era mai capitato e che, forse, non le sarebbe mai successo di nuovo. Percepì le sue labbra bollenti sul collo, scintilla di quello che di lì a poco si sarebbe trasformato in un incendio dove nulla sarebbe sopravvissuto, dove ogni barriera sarebbe caduta e le loro anime si sarebbero rigenerate in una comunione più alta che non aveva bisogno di parole per esprimersi, perché si era creata molti mesi prima, quando Lexi poteva solo sentire ciò che accadeva al di fuori del suo corpo immobilizzato e Nate aveva deciso di prendersi cura di una ragazza di cui non sapeva nulla, ma che l'aveva cambiato dentro.
Sarebbe potuto accadere se la voce troppo alta ed ormai insopportabile di Lewis non li avesse raggiunti dal soggiorno per reclamare del cibo, costringendoli a staccarsi con un sorriso divertito stampato sui volti incandescenti. Trascorsero la serata guardando un film che Lewis aveva definito come “assolutamente incredibile” e che, invece, Nate si chiedeva come avesse fatto a pensare seriamente di comprarlo tanto era brutto, ma quello passò in secondo piano rispetto alle risate, ai commenti sarcastici, alle frecciatine poco velate e al continuo stuzzicarsi che si era scambiato con Lexi. Era come se fossero attratti l'uno verso l'altra da una calamita, tanto che sembrò spontaneo ad entrambi ritrovarsi accoccolati sul divano, mezzi addormentati, mentre i titoli di coda brillavano sullo schermo del televisore al plasma. Lexi aveva la testa appoggiata sul petto di Nate, le gambe rannicchiate sotto il sedere, una mano stretta sulla maglietta di lui all'altezza del cuore, come per non farlo scappare, anche se non ce ne sarebbe stato motivo, perché carezzarle il braccio sembrava esser diventata quasi una necessita per lui. Le lasciava dolci baci tra i capelli, cullandola come faceva Morgan quando era piccola e si svegliava nel bel mezzo della notte perché aveva fatto qualche incubo. Nate, dal canto suo, non riusciva a capacitarsi di come solo quel suo respirare lento e regolare sul suo petto potesse mandarlo così tanto fuori di testa. Gli sembrava di adempiere ad un compito più alto che gli era stato affidato da un'entità superiore, forse il protettore delle anime ferite come quella di Lexi, e questo lo faceva stare bene: le aveva promesso che ci sarebbe sempre stato, che l'avrebbe accompagnata fuori delle tenebre e benché fosse stato difficile e avesse anche pensato di gettare la spugna, non l'aveva fatto ed ora quello era il premio. Il calore ormai familiare del corpo di Lexi era ciò di cui  aveva davvero bisogno, non solo in quel momento, ma in ogni istante della sua vita.
Lewis e Ellie se ne erano andati qualche minuto prima, accampando una scusa che non era nemmeno lontanamente plausibile, ma a Nate non interessava altro che quell'involucro fragile e al tempo stesso indistruttibile che teneva tra le braccia. Lexi era un concentrato di ossimori, una contraddizione continua e spesso sfiancante, ma lui l'amava proprio per quello: era una ragazza come tante altre, eppure nulla con lei sembrava ordinario.
Spense il televisore, allungò le gambe sul tavolino e si perse a contemplare il volto di Lexi alla tenue luce della luna. Gli tornò alla mente quello stesso viso, qualche mese prima, illuminato da un pallido e freddo neon bianco e come gli fosse sembrato ugualmente meraviglioso, ma ora che era sereno, che la sua fronte si corrucciava leggermente quando Nate le baciava i capelli, che le sue labbra si schiudevano per far passare quel filo d'aria che per troppo tempo le era stato fornito da una macchina, ora era innegabilmente perfetta. Perfetta mentre dormiva sul suo petto.
-Buona notte piccola... Ti amo...
Non sapeva se lei lo avesse sentito, ma non gli importava perché gli bastava poterla tenere tra le sue braccia e sperare che non decidesse mai di portare via il suo sorriso dalla sua vita.  
    




Hi sweethearts!
Eh niente: oggi va così. Va che non ho ottenuto il codice per la presale e quindi non so se mai vedrò H in concerto (spero che voii siate riuscite a prendere i biglietti); va che sono stremata dal lavoro; va che è un periodo un po' così... E va che sono stranamente contenta di aver scritto questo capitolo. Credo sia uno dei più profondi e personali sui Nexi, sostanzialmente perché quando sono assieme è come se cadessero tutte le barriere che normalmente le persone indossano per sopravvivere al mondo e si lasciassero invece vedere esattamente per come sonno. Credo sia questo uno dei motivi per cui sono così legata a Nexi: quando sono assieme, non mostrano alcuna paura ad essere incondizionatamente loro stessi.
Grazie mille per essere arrivate a leggere fino a qui e spero sul serio di poter sapere che cosa ne pensiate voi di Lexi e Nate **
P.S. Avverto che non manca molto alla fine ma ci sono ancora molti imprevisti all'orizzonte ^^
A presto
Lots Of Love xx
  
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