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Autore: behindamask    14/06/2017    0 recensioni
Ebook. Esami. Emicrania.
Perché la vita è un grande palcoscenico e noi sia attori di una trama in divenire.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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E​lastico per capelli
 
Sì. So cosa state pensando, lo so. Non c'è bisogno di ripeterlo in coro; so di essere un essere non vivente -o meglio, di non essere proprio del tutto-; so di non poter pensare; so che anche se ho raggiunto la maggiore età il giorno in cui sono stato messo sugli scaffali del supermarket, non ho diritto di voto e che tantomeno nessuno voterebbe per me alle elezioni. Lo so. Mi sono reso conto della mia coscienza proprio alla prima ora di questo Lunedì e sfido chiunque -o qualunque cosa!- a non realizzarlo, se fosse stato nei miei panni. Mi serviva provare dolore per capire che anche io, in qualche assurda maniera, sono.
C'ho male ergo sum, oserei dire, perché per avere sensazioni del genere devi pure essere capace di provarle.
Dal momento che conosco queste cose sulla mia esistenza -e sono già più di quelle a cui gli umani possono aspirare in tutta la loro vita- non vedo perché debba essere censurata la mia parola anche qui.
Passavo la mia felice non esistenza in una tasca senza che nessuno si accorgesse di me né io di me stesso, quando, ad un certo punto, due dita grassocce si sono fatte largo nello spazio ristretto del mio antro per agganciarmi e in men che non si dica mi sono ritrovato, ironia della sorte, proprio su un banco di scuola.
La ragazza che mi ha portato così alla luce aveva un'espressione contrita, un sorriso nervoso e un barlume di rabbia degli occhi. Aveva seguito con lo sguardo il tragitto dalla porta dell'aula fino alla cattedra di un uomo sciancato con i capelli che sarebbero potuti essere neri, se non fosse stato per la nebbia che a quanto pare era rimasta impigliata lassù e che ne intorbidiva la tonalità.
"Dove eravamo rimasti, la volta scorsa?" gracchia il professore.
"Alla legge sulle unioni civili" sibila la voce a cui appartengono le mani che, di riflesso, iniziano a tirarmi e stritolami. "E al fatto che lui ha trentadue milioni di cromosomi" sghignazza poi, rivolta alla sua compagna di banco.
"Ah giusto. Voi cosa ne pensate delle adozioni?"
Persino io mi sono fatto una mia idea della cosa. Deve essere un argomento molto in voga, ultimamente! Le persone ne parlano. Ne parlano sempre. E se non sanno cosa dire, riprendono l'argomento. Adozioni, uguaglianza, diritti, natura. Gli adulti sono fatti così: pensano a poche cose alla volta. Sono monotematici.
Se la domanda fosse stata "di che gusto preferisce un cono gelato, signore?" il loro animo verrebbe sconvolto da forze sovrannaturali, la loro realtà radicalmente mutata, si vedrebbero le fronti aggrottarsi alla ricerca della risposta politicamete corretta e più consona; ma alla domanda "Lei che ne pensa delle adozioni omosessuali?" ognuno ha la sua risposta pronta, somma di tutti i pareri degli altri adulti che ha avuto occasione di imparare a memoria.
Silenzio.
Nessuno proferisce verbo perché tutti sanno che la loro opinione per forza di cose si scontrerà con quella dello Spettabile Professore e lo Spettabile a sua volta sa che sarà un martirio, ma nonostante questo passa in rassegna ogni viso cercando il più debole di spirito e lo trova. Eccolo. È lui. Il prescelto.
Il ragazzo nell'angolino buio di destra inizia a sudare freddo.
Pensa rapidamente.
Sa che deve salvarsi, ma non vede via di fuga. Non può contraddire i suoi ideali. Non può piegarsi al potente. Non può tradire i suoi compagni!
Solleva il mento, trema. La sua bocca si schiude lentamente e la lingua articola suoni incomprensibili, ma, prima che il docente teologo possa diagnosticare una possessione da Satana, questi gorgoglii si sintonizzato sul giusto canale: "Io sono credente e penso che l'amore sia universale e che due omosessuali possono dare tutto l'amore del mondo ad un bambino"
Ma, nonostante le buone premesse, la sua versione non lo convince ed eccolo di nuovo scorrere i visi scarni e stanchi del lunedì mattina.
"
L'omosessualità non è contro natura"
Una terza voce anche questa volta maschile, ma più fiera, determinata. Una fronte che non ha intenzione di chinarsi.
"Ma allora non sai cosa c'è scritto nella Bibbia!"
"C'è scritto di amare il prossimo"
"Due omosessuali devono accettare i limiti imposti dalla natura: questa è la natura e non possono procreare e di conseguenza neanche sposarsi! Gli omosessuali porteranno alla rovina della società, alla disfatta dei suoi costumi, sono un male che va estirpato, non voglio i miei nipoti in un mondo dove gli omosessuali rovinano famiglie!"
"Questo è troppo." La voce di Calandra suona totalmente diversa, freme di rabbia, il suo sguardo lancia dardi d'odio, le mani che mi stritolano si fanno ancora più violente. La classe ammutolisce, incredula.
"Come dici?"
"Dico," sibila "che prima di tutto l'omosessualità non è mai stata contro natura: è praticata dagli animali e come dagli uomini e non c'è proprio nulla di alieno; in secondo luogo, la Bibbia dice anche che dobbiamo riprodurci, e allora qualcuno mi spieghi perché gli ecclesiastici non possono sposarsi e avere una famiglia; per concludere, né la morale né la scienza dimostrano che sia qualcosa di sconveniente: l'amore, come hanno detto prima, è il più elevato e puro sentimento che si possa provare, e i dati dimostrano che i figli di genitori omosessuali non sono per nulla differenti da quelli nati dal matrimonio."
"Gli animali potranno essere anche omosessuali, ma non hanno coscienza!"
Molti sono scoppiati a ridere, Calandra per poco non cadeva dalla sedia, alcuni avevano le lacrime agli occhi
"Prof, ma lo sa che anche noi siamo animali?" chiedono ("O crede ancora nel mito della creazione?")
"Siamo esseri sociali, come disse il famoso filosofo greco!"
La ragazza diviene nuovamente rossa di rabbia. Mai sbagliare una citazione davanti a lei, M A I.
"Si da il caso che Aristotele abbia proprio scritto animale sociale e poi naturalmente sì: gli animali hanno coscienza! Si riconoscono allo specchio, riconoscono i loro simili, hanno sentimenti, come possono non avere coscienza!?"
"ED È PER QUESTO CHE IL SAPERE È UN MALE! LA SCIENZA NON PUÒ GOVERNARE IL MONDO, DEVE FERMARSI! LA FILOSOFIA E LA TEOLOGIA SONO LA VERITÀ! LA SCIENZA HA PORTATO ALLA BOMBA ATOMICA!" tuona.
Alcuni ridono, altri semplicemente lo degnano di un'occhiata stranita per poi distogliere lo sguardo con la stessa noncuranza con cui lo si farebbe nei confronti di un volantino accartocciato e abbandonato a terra da qualcuno troppo pigro per cercare un cestino. Ecco la dignità che alcuni, forse i più saggi, hanno dato alle sue parole.
"Fuori" si sente sussurrare.
"Fuori! Fuori! Fuori!"
"Fuori dai luoghi di istruzione pubblica! Fuori!"
"Anche solo un'ora di IRC è troppo!"
"Disinformazione!"
La sua posizione frontale, che di norma credo avrebbe dovuto incutere in certo timore formale, adesso sembra più simile a quella di un condannato a morte spalle al muro, che perisce sotto la raffica di proiettili intellettuali di una decina di giovani menti elastiche con la voglia incontrastabile di cambiare il mondo.
"Ma nel Padre Nostro con liberaci dal male, si intende anche dall'ignoranza inculcata fieramente dalla Chiesa per secoli nelle menti delle persone?"
"E tu non pensi di esserti turbata troppo per essere epicurea?"
"Hai ragione. Cosa c'è, ora?"
"Scienze Umane"
"Io oggi non ce la faccio"
  
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