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Autore: Miss Simple    15/06/2017    2 recensioni
Avrebbe perso le ali.
Avrebbe vissuto una vita da umano.
Avrebbe lottato per ciò che gli era più caro.
Avrebbe ricordato in un modo o nell'altro?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lay, Lay, Suho, Suho
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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NB: Buonsalve eccovi il secondo capitolo.
Non ho nulla da dire, semplicemente che: andate oltre le classiche coppie.
Di solito si leggono le classiche e le più frequenti come Chanbaek e Kaisoo ma date spazio anche ad altre.
E poi la Sulay è fantastica su.
Buona lettura...aspetto un vostro riscontro.

 
Fallen for love 2.

“Andrà tutto bene Suho!”
Il calore non estraneo a lui si era fatto presente dopo un lungo tempo, erano ormai due anni che non sentiva quel calore confortevole, quel calore che lo teneva al sicuro, quel calore che lo rendeva forte.
Gli era mancato.
Ma proprio in quell’istante si era fatto presente procurandogli un’agitazione interna che gli pervadeva il corpo, i suoi occhi istintivamente si riempirono di calde lacrime.
“Mi dispiace Suho. Mi dispiace…” sospirò “Non ti lascerò più.”
Una calda e delicata guancia si adagiò sulla spalla dello scrittore godendosi quel momento, inebriandosi del dolce profumo che emanava.
“Sono così perso.”
Continuò, volendo che quell’ istante non terminasse, che nessuno lo avrebbe visto interrompendo quello che gli era mancato così tanto. Stava rischiando, lo sapeva, stava disobbedendo agli ordini che gli erano stati dettati. Ma due anni di distanza furono troppi, guardarlo e non poterlo toccare per fargli sentire che lui era lì e facendolo sentire come se lo avesse abbandonato era troppo.
Questo era crudele. Fin troppo.
Issò il volto dalla spalla dell’uomo e avvicinò le labbra all’orecchio con la speranza che avesse sentito il suo respiro e ciò che le sue labbra si sarebbero lasciate sfuggire.
“Io-“
Un forte tuono in un cielo sereno si propagò facendolo saltare sul posto.
Lo sapeva, non aveva scampo ma voleva a tutti costi terminare quello che aveva intenzione di dire. Voleva sentirsi libero da quel sentimento anche se lo avesse detto e Joonmyeon non lo avrebbe sentito.
“Io -” riprovò per la seconda volta, ma il frastuono si fece più forte e più arrabbiato e lì capì che era davvero nei guai.
In sconfitta si allontanò dall’uomo e sospirò guardando il cielo con la tristezza nel cuore.
“Ok, va bene. Ho capito.” Disse esasperato agitando le braccia inveendo contro il cielo.
Guardò per l’ultima volta lo scrittore e subito dopo piccole scintille di luce bianca lo avvolsero ascendendolo verso i cieli.
Il luogo era caratterizzato da enormi giardini adornati di fiori colorati con distese d’acqua dove i contrasti di luce celestiale si rispecchiavano creando un’atmosfera surreale che incastonava pace nell’anima. Piccole e candite nuvole fluttuavano donando un luogo dove i puti amavano divertirsi e rilassarsi mentre cantavano e suonavano le loro piccole arpe.
Il Paradiso era sempre stato il luogo dove la pace e la felicità regnavano. Una felicità che tutte le anime terrestri cercavano sulla terra, quella felicità che Suho cercava ma che ancora non trovava. Dove tutto sprigionava la gioia e la serenità che i suoi fratelli creavano. Tutti lì erano felici, tranne lui.
Lui ormai da anni non trovava la felicità nella sua casa, il suo umore era sempre macchiato dalla tristezza e da un forte desiderio incolmabile. Sia chiaro, amava la sua casa, i suoi fratelli, suo padre ma qualcosa di più forte lo attraeva verso la terra.
“Lo hai fatto di nuovo, vero?” sentì la dolce voce, ma allo stesso tempo aspra, di Baekhyun alle sue spalle.
Non disse nulla, abbassò gli occhi a terra e aspettò che suo fratello lo rimproverasse. Baekhyun anche se era il più piccolo aveva quell’aurea di responsabilità che mancava in lui, si comportava come fosse il più grande dei due. Baekhyun amava suo fratello ed era per questo che cercava di essere duro nei toni, voleva salvarlo, voleva fargli capire che tutto quello che stava provando non era concesso ed era pericoloso.
Una delicata mano si posò sul suo viso accarezzandolo e facendolo issare per incontrare il viso celestiale del più piccolo.
“Cosa devo fare con te, fratello? Non voglio perderti ma questo non dipende da me”
“M-mi dispiace”
“Lo so. Ma non cambia la situazione” disse mentre portò la mano sul viso del più grande regalandogli un piccolo sorriso “Prendi la giusta decisone.”
“Che…?”
“Vuole vederti.”
Lo sapeva già ancor prima che suo fratello glielo annunciasse, l’aveva ben capito dal rombo dei tuoni. Non era mai successo che fosse stato richiamato dal suo Padre in quel modo, questo significava solo che il Padre era davvero arrabbiato questa volta.
Aveva paura, aveva disobbedito per l’ennesima volta, non sapeva che sorte gli sarebbe stata assegnata. Pensò che, mentre si incamminava nel grande tempio, conosceva l’ira del Padre anche se non in prima persona. Ma aveva sentito parlare i suoi fratelli più grandi, Michele, Raffaele, Gabriele e Uriel, quando il Padre era davvero arrabbiato prendeva decisioni davvero drastiche.
Come quando fece cadere Lucifero dal paradiso agli inferi. Il Padre amava suo figlio Lucifero, era la creatura più sublime che ci fosse nei cieli. Ma la sua bellezza, il suo narcisismo e la sua superbia nel voler prendere un posto al disopra al trono del Padre lo portò ad essere punito. Fu esiliato agli inferi.
Si domandò se avesse subito la stessa sorte, cadendo negli inferi e passando la vita da condannato o lo attendeva una sorte peggiore. La severità del Santo Padre era conosciuta persino agli uomini, le leggi dovevano essere rispettate, i peccati venivano puniti con l’Ira di Dio.
Sapeva che il peccato più grande lo aveva fatto lui.
“Padre…” chiamò mentre entrò nel silenzioso tempio “Sono qui ad adempiere alle mi colpe” sussurrò.
“Yixing!” una possente e severa voce si propagò “Mi hai deluso.”
“Lo so Padre.” disse l’angelo abbassando il capo in segno di colpa.
“Mi aspettavo molto da te. Hai disobbedito ai miei ordini, hai lasciato che i tuoi desideri si impadronissero di te. Come hai potuto?”
“Mi dispiace…”
“Ti avevo avvertito che questa storia avrebbe avuto le sue conseguenze. Sei un angelo Yixing, una mia creatura e si suppone che non avresti avuto istinti sconsiderati. Sei peggio di Lucifero”.
“P-Padre…” sussurrò mortificato
“Gli angeli non si innamorano degli esseri umani Yixing, non provano sentimenti impuri verso i loro protetti. E per di più ti sei innamorato di un altro uomo.”
“Padre io non…”
“Fai silenzio. Sai che punisco questi abomini, sai cosa successe a Sodoma e della fine che fece. Un uomo Yixing, ti sei innamorato di un essere del tuo stesso sesso.”
“H-ho provato, padre. Ho provato a non provare nulla per lui. Ho fatto come mi è stato detto, sono stato lontano da lui, l’ho protetto da lontano ma…”
“Nessun ma, Yixing. Questo è un atroce peccato. Dovrei punirti, e lo farò.”
Yixing aprì la bocca come se volesse dire qualcosa, voleva obbiettare. Voleva difendersi da quelle accuse, Yixing non sentiva di aver peccato, stava semplicemente amando qualcuno in silenzio. Non stava facendo nulla di male.
Gli occhi istintivamente si riempirono di calde lacrime pronte a solcargli il viso. Gli era stato detto che era peggio di Lucifero, peggio di colui che aveva provato e che prova a estirpare il trono al Santo Padre. La redenzione al suo peccato quale sarebbe stata? Gli avrebbe tolto la vita dicendogli che era l’unico modo per salvarlo dal peccato? Questo era per il suo bene.
“So che tutti voi pensate che sia severo. E lo sono Yixing, lo sono. Tutto quello che faccio è per voi. Ma non voglio perdere un altro figlio mandandolo agli inferi. Non te, Yixing. Sei l’angelo più buono e allo stesso tempo più debole che abbia mai creato. Hai fatto del bene hai tuoi fratelli e soprattutto al tuo protetto. Ti do una possibilità di scelta.”
A quelle parole gli occhi dell’angelo si allargarono in stupore, non poteva credere a ciò che stava udendo. Una scelta? Non sarebbe finito all’inferno? Non sarebbe morto?
“Puoi scegliere. Continuerai ad amare il tuo umano da qui ma non sarai più il suo angelo custode. Sarà affidato a qualcun altro, non potrai più vederlo, o cadrai, non sarai più un angelo. Oppure avrai l’opportunità di vivere sulla terra e di provare a rincorrere questo abominio.”
“E dove sarebbe la punizione in questo?”
“Cadendo sulla terra come essere umano perderai i ricordi su Joonmyeon. Non saprai chi sia e lui non saprà chi tu sia. Sarete due semplici sconosciuti che non sanno dell’esistenza dell’altro. Ti do tre mesi di tempo per cercarvi e amarvi, se tanto volete. Ma se allo scadere di quei tre mesi non siete riusciti a trovarvi e amarvi, ti ridarò i tuoi ricordi su di lui al prezzo della sua vita. Vivrai l’inferno sulla terra per aver perso la ragione per cui hai deciso di non essere più un angelo.”
Yixing ascoltò le opzioni che gli aveva dato. Non riuscì a dargli una risposta subito, aveva bisogno di pensarci. Si ritrovò su un monte fatto di nuvole da dove osservò la distesa d’acqua sotto di sé. Ricordava come se fosse oggi la sua nascita, fu proprio da queste acque che un giorno un bellissimo fior di loto bianco aprì i suoi petali dandolo alla luce. Non era mai stato bambino, le sue fattezze erano sempre state quelle di un adulto, ma la bellezza, la delicatezza e il bianco candito della sua pelle erano come quelle di un nascituro. Ricordava i giorni felici passati tra i giardini, le corse e le risate con i suoi fratelli. Ma quello che non potrà mai dimenticare fu quando gli venne affidato Joonmyeon, quella piccola creatura nata da un uomo e una donna che non si amavano. Cresciuto in quel contesto famigliare dove non esisteva nessuna forma di sentimento. Yixing non poteva non prendersi cura del suo protetto dandogli amore. Quel stesso amore che era cresciuto negli anni con Joonmyeon, quello stesso amore che lo aveva messo nei guai.
Doveva prendere una decisione prima che il giorno fosse finito.
“Dannazione!” gridò esasperato.
“Stai diventando proprio un ribelle, eh Yixing? Imprecare in paradiso” schernì Baekhyun che prese posto vicino al fratello.
“Non so più che fare Baekhyun. Mi sento così perso, qualunque scelta farò rischio di soffrire”
Baekhyun allungò il braccio afferrando il fratello e facendolo adagiare sulla sua spalla e cominciò ad accarezzargli i capelli.
“Lo ami davvero?” domandò dopo qualche istante.
Yixing morse il labbro inferiore e gli rispose con un accenno della testa.
“Capisco. Sai non mi sono innamorato di Chanyeol, il mio protetto, ma se succedesse rischierei il tutto per tutto.”
“V-vuoi dire che devo cadere?”
“La scelta sta a te fratello. Ti ho solo detto quello che farei io.” Disse guardandolo e regalandogli un sorriso angelico.
Yixing sapeva cosa doveva fare. Se doveva soffrire lo avrebbe fatto senza rimpianti, avrebbe lottato per Joonmyeon, per l’amore, per loro. Avrebbe perso le ali, avrebbe vissuto una vita da umano, questa fu la sua decisione.
Avrebbe lottato per ciò che gli era più caro. Non lo spaventava il perdere la memoria, era sicuro che neanche la mano divina avrebbe potuto fargli dimenticare di Joonmyeon e tutto quello che provava.
Avrebbe ricordato in un modo o nell’altro.
Con grande falcate decise varcò le colonne del tempio. Era pronto.
“Padre. Sono pronto a cadere!”
“Ne sei sicuro Yixing? Vuoi perdere il tutto per un uomo?”
“Lo amo.”
“Bene, questa è la tua decisione. Buona fortuna figliolo.”
Guardò per l’ultima volta suo Padre e una forte luce gli abbagliò la vista, accecandolo.
Tutto adesso era buio, non sapeva dove si trovava. Continuava a guardarsi intorno toccando le pareti scure che si stringevano man mano che i secondi scorrevano. Sembrava un incubo, voleva svegliarsi, voleva che questa sensazione di ansia scomparisse.
“Dottore lo stiamo perdendo. Il battito è debole.”
“Ancora una volta. Libera!”
I medici cercarono di salvare l’uomo sul tavolo operatorio, ma l’uomo non dava segni. Il battito cardiaco era sempre più debole finché la spia acustica non li avvertì che non c’era più battito nel corpo dell’uomo.
“Ora del decesso?”
“21:04”
“Abbiamo fatto il poss...”
Tutti si voltarono verso il macchinario quando riiniziò a dare segni. Il cuore cominciò a battere quasi regolare e degli occhi color pece si aprirono al mondo.

 
  
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