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Autore: Toujours Pur    15/06/2017    2 recensioni
Ci sono amori destinati a durare per sempre, nonostante gli errori.
Tratto dal primo capitolo
"Se solo fosse stata meno orgogliosa lo avrebbe rincorso."
"Ma c’era l’orgoglio di Benji, lui non l’avrebbe mai perdonata."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le prime settimane trascorsero tranquille, permettendo ai due di riappropriarsi della loro quotidianità, fatta di piccoli riti e nuove abitudini. Ma quando si trattava di Benji e Charlotte, quella poteva essere solo la quiete prima della tempesta.

Il campionato e la Champions erano nella fase dei gironi di ritorno, e il portiere passava molto del suo tempo ad allenarsi per poter affrontare al meglio i suoi impegni sportivi. Charlotte dal canto suo era sommersa da riunioni e viaggi di lavoro, che la portavano spesso fuori Monaco. Nonostante tutto, i ragazzi cercavano di ritagliarsi sempre dei momenti da passare insieme. Finalmente dopo una settimana di lontananza, Charlotte e Benji si ritrovarono a passare una tranquilla serata insieme a casa di lei. Durante la cena si aggiornarono su tutto quello che era successo loro in quella settimana e sui successivi impegni.

“Questo mercoledì ci sarai per la partita di Champions” chiese Benji.

Charlotte fece una strana espressione, che insospettì il campione. Poi scosse la testa e rispose: “No, mi dispiace. Ho una cena di lavoro.” Al tentativo da parte di Benji di saperne di più, la ragazza fu molto evasiva e ciò lo irritò fortemente.

La tensione che si era creata la sera della cena, si trascinò anche nei giorni successivi. Il portiere vedeva la sua fidanzata tesa e non riusciva a comprenderne il motivo. Questa situazione si riversò anche sul suo umore, facendolo diventare ancora più irascibile. Il punto di rottura si raggiunse durante una pausa dagli allenamenti di defaticamento post partita. La squadra, riunita in campo, si scambiava battute, si divertiva e parlava raccontando anche di cose che riguardavano la dirigenza. Fu quello che disse Kaltz a far arrabbiare il portiere nipponico ancora di più.

“Ho saputo dalla Bauer che ieri sera la signorina Grant non è venuta alla partita perché era a cena con un misterioso giovanotto, a detta sua, molto affascinante.”

“Sempre sulla notizia” osservò Karl con ironia, per poi voltarsi verso l’amico per capire se ne sapesse qualcosa. Ma Benji voltò le spalle alla squadra e andò a cambiarsi negli spogliatoi. Schneider, preoccupato, lo seguì. Aveva compreso che fosse all’oscuro di cosa stesse combinando l’amministratore delegato, e voleva accertarsi che l’amico stesse bene. Attese che uscisse dalla doccia per parlare con lui, farlo riflettere per non fargli fare il diavolo a quattro senza che ci fosse un reale motivo.

“Cosa vuoi Karl?” chiese con finta calma.

Il capitano fissò negli occhi il suo amico, poi dopo un sospiro riprese: “Magari non è come sembra. La conosci la Bauer, cerca sempre uno scoop per avanzare di carriera. E cosa c’è di meglio che una ricca ereditiera dell’alta finanza che va a cena con un uomo mai visto prima?”

Benji a quelle parole non riuscì a non fremere di rabbia, e avvicinandosi al compagno di squadra disse: “Se fosse stata tua moglie ad aver fatto una cosa del genere, neanche tu te ne staresti tranquillo” poi raccogliendo il borsone andò via.

Salì in macchina con la volontà di andare a casa, e cercare di sbollire la rabbia, ma a metà tragitto fece inversione e si diresse all’ufficio della fidanzata. Entrato nell’edificio si avviò all’ascensore e quando arrivò al piano dell’ufficio, senza salutare nessuno dei presenti e sordo ai richiami della segretaria, aprì la porta ed entrò. Ciò che vide lo portò ad un livello di rabbia, da cui era difficile tornare indietro. Seduta sul divano, con le mani strette a quelle di un altro, c’era Charlotte che appena lo vide spalancò gli occhi sorpresa.

“Benji” sussurò. Al che l’altro si voltò e il portiere lo riconobbe subito. Era lo stesso ragazzo ritratto in foto con lei a capodanno, si voltò e andò via. Non riusciva neanche a guardarla.
La ragazza subito gli corse dietro e riuscì ad entrare con lui in ascensore. Allungò una mano per toccargli il braccio, ma lui brusco si scansò.

“Non è come sembra. Te lo giuro!” esclamò.

Benji la fissò con i suoi occhi neri, da cui traspariva tutta la rabbia, poi alterato rispose: “E dimmi Charlotte cosa starei travisando? Hai detto che non potevi esserci alla partita per lavoro, ma poi vieni beccata a cenare con un altro. Lo stesso che era con te a capodanno e che ho trovato nel tuo ufficio. Eravate così intimi che mi sono sentito io quello di troppo!” e all’apertura delle porte, la lasciò nell’atrio.

La ragazza non poté far altro che tornare su e rientrare nel suo ufficio con le lacrime agli occhi.

“Non ha voluto ascoltarti, giusto?” chiese l’altro. Lei scosse la testa e si mise alla scrivania, lasciando le lacrime libere di scorrere.

“Devi parlare con lui e raccontargli quello che ti è successo in questi maledetti quattro anni.”

Charlotte lo fissò e risoluta replicò: “No. Quello che è accaduto quando ero a New York è affar mio.”

“Non essere cocciuta!” assentì. “Sono anche affari suoi. Non puoi far finta che tutto vada bene, e soprattutto non puoi mentirgli ogni volta che io verrò qui o tu dovrai venire da me” concluse per poi lasciarla sola a riflettere.

Nel frattempo l’uomo, stanco della testardaggine della donna, andò a casa di Benji. Questi, quando riconobbe la persona alla sua porta, pensò di non aprire la porta ma spinto dalla voglia di sapere cosa avesse da dirgli, aprì.

“Grazie per avermi fatto entrare. Sono Derek Bolton, un amico di Charlotte” si presentò allungano la mano, che Benji strinse controvoglia.

“Perdonami se sono brusco, ma cosa vuoi?” domandò.

“Chiederti di parlare con lei” disse tranquillamente, senza farsi intimorire dallo sguardo di fuoco dell’altro. “Ci sono cose che non sai e che lei non vuole raccontarti. In realtà lei si ostina a far finta che non siano accadute, ma che hanno ripercussioni sulla sua vita ancora oggi. So che non dovrei intromettermi, ma voglio molto bene a Charlotte e voglio solo che sia felice”, concluse per poi andare via senza neanche salutarlo.



Angolo Autrice
Salve a tutti! Chiedo scusa per non aver pubblicato prima, ma lo stage al corriere mi impegna più del previsto. Ringrazio chi legge e le ragazze che recensiscono.
Un saluto, Anny

  
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