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Autore: Sospiri_amore    16/06/2017    1 recensioni
All'età di sedici anni Elena si trasferisce a New Heaven, USA, con il padre.
Qui vivono gli Husher, una famiglia con la quale sono grandi amici da sempre.
Elena frequenterà il Trinity Institute, una scuola esclusivissima, che la catapulterà in un realtà fatta di bugie, ambizione, menzogne e rivalità che la porterà a scontrarsi con parecchi studenti.
Un amico appena conosciuto le ruberà il cuore o qualcun altro riuscirà a farla innamorare?
Chi ha lasciato quello strano biglietto sul suo armadietto?
Chi ha scattato la foto scandalosa che gira per la scuola?
Elena riuscirà a non rivelare un grande segreto alla persona che ama?
© Tutti i diritti sono riservati
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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IERI:
A silent devotion
 

James ed io siamo sdraiati su un letto.

Ci stiamo baciando. Io sono sopra di lui e gli accarezzo i capelli.

James mi stringe e mi avvolge con le braccia.

Ho voglia di stare sola con lui, il mio corpo è in fibrillazione.

Un colpo di tosse.

Vivian, mio padre, Rebecca e Nik ci stanno guardando.

Senza dire nulla James si alza, abbraccia Rebecca ed esce dalla stanza.

Vivian li segue, ha un sorriso diabolico.

Mio padre fa cenno di no con la testa mentre esce dalla porta 

dove sono passati gli altri.

Nik, con in mano una valigia, mi guarda triste.

Anche lui se ne va.

Resto sola.

Urlo.

 

Driiiiiiin.

La sveglia suona.

Era solo un incubo, un orrendo e schifoso incubo.

 

Oggi non mi muovo, non voglio. Non ho il coraggio di uscire dal piumone.

L'altra sera sono scappata dalla festa, mi sento uno schifo, possibile che non riesca a sopportare l'idea che Rebecca ronzi intorno a James? Eppure lo so che a lui non piace lei, ma nella mia testa tutto sembra complicarsi.

 

Stupida Elena.

Stupida Elena.

 

Mi odio quando faccio così. Mi sento una donnicciola, una di quelle lacrimevoli ragazzine che mettono i cuoricini ovunque. Non faccio altro che a pensare a James, a parlare di James e sognare James.

 

Ahhhhhh, impazzisco.

 

Un té fumante mi aspetta sul tavolo della cucina insieme ad un barattolo gigante di Nutella. Mi siedo ed inizio a prepararmi un toast pieno di crema al cioccolato.

Credo che papà ormai si sia abituato ai miei sbalzi d'amore. Non che non li abbia mai avuti, ma negli ultimi mesi si sono moltiplicati.

 

"Come è andata la festa degli ex studenti? Ti sei divertita?".

Non rispondo, affondo i denti nel toast riempiendomi la bocca di cioccolata.

Papà sorseggia il caffè mentre legge l'inserto domenicale del quotidiano: "Ho sentito Roger ed Hanna stamattina, mi hanno detto che l'organizzazione era perfetta, gli ospiti eleganti e il cibo squisito".

Lo ignoro continuo a masticare l'impasto colloso.

"Mi hanno anche detto che ad un certo punto sei sparita, ma James è rimasto alla festa. Ti ha cercata a lungo, lo sai. È andato anche da Roger e Hanna per sapere dove ti fossi cacciata. Perché, me lo chiedo anch'io, dove sei stata Elena?", papà chiude con calma il quotidiano e mi lancia una delle sue occhiate, una di quelle capaci di analizzare ogni mia espressione facciale ai raggi X.

"Avevo voglia ti fare due passi per la città e...".

Vengo interrotta: "Due passi per strada con i tacchi ed un vestito da sera?", papà non ci crede minimamente, "Che diavolo sta succedendo?".

 

Senza il minimo ritegno abbasso la testa sul piano del tavolo, per me non è facile parlare con lui, è sempre mio padre. In quella posizione mi sembra di vergognarmi meno.

 

"James ha ballato con Rebecca. Lui mi ha chiesto se mi dava fastidio, io gli ho detto di no. Mi ha preso male, molto male, vederlo con un'altra", dire ad alta voce quello che è successo mi sembra estremamente ridicolo.

"E perché gli hai detto che non ti dava fastidio se invece ti dava fastidio?", sento i suoi occhi grigi scrutarmi.

"Perché volevo... Cioè, pensavo che così avrebbe capito che lo accettavo, che mi andava bene come è fatto, comprese le sue amicizie", dico lagnosa.

"Quindi mentendogli avrebbe dovuto capire che tieni a lui?".

Alzo la testa e sbircio papà da dietro i capelli: "No?! Sì?! Io non so", la testa mi ripiomba verso il basso colpendo il tavolo producendo un rumore sordo.

"Credo che questa sia gelosia bella e buona. Dovresti chiarire con James, scappare non risolve nulla", Papà mi da una piccola sberla sulla testa, "Ora fatti una bella doccia, vedrai che tutto ti sembrerà più chiaro".

 

Mi prenderei a pugni da sola. Possibile che non riesca ad esprimere quello che provo, amplificando ogni singola sensazione? Se fossi restata avrei passato un paio d'ore in compagnia di James. Se fossi restata avrei potuto divertirmi con Jo e Kate. Se fossi restata... Già, ma io non sono restata.

 

Stupida Elena.

 

Papà sta sistemando negli scaffali i piatti puliti che stazionano nella lavastoviglie. Il silenzio della stanza è rotto dallo sbattere delle stoviglie e delle posate. Con calma riprendo a mangiare, cullata da quei rumori, sperando di trovare il coraggio di accendere il mio telefonino.

 

"Tua madre diceva che è meglio dire in faccia quello che si prova. Lei lo faceva sempre, non riusciva a trattenere un'emozione per molto tempo. Ci ha provato diverse volte, ma era più forte di lei...", papà si appoggia al bancone della cucina, sta asciugando una ciotola, "... Una volta mi ha fatto una scenata perché credeva avessi una storia con una nostra collega, amica in comune. Non sapeva che in verità stavamo organizzandole la festa di compleanno. Mi ricordo la sua faccia quando ha capito l'errore. A volte basta chiarirsi, parlare. Almeno ti togli il dubbio, no?".

"Già", dico, "Credo che mamma avesse ragione, meglio parlare... Solo che io ho fatto un casino".

"Allora che aspetti? Chiarisci con James. No?", papà mi schiaccia l'occhio complice.

"Ma non lo detestavi?", gli chiedo sorpresa della sua reazione.

"Certo. Lo detesto profondamente, ma che ci posso fare? Tu cresci a vista d'occhio, prima o poi doveva capitare. Meglio un ragazzo come James che ha paura di me, che uno svitato qualsiasi. Mi diverte vederlo tremare".

 

Corro tra le braccia di papà. Quando si mette d'impegno riesce ad essere saggio.

 

Carica di nuove energie mi butto sotto la doccia, l'acqua calda lava via tutte le mie insicurezze. Sono così sciocca, come diavolo ho potuto andarmene dalla festa? 

Mi spazzolo i capelli fino a farli diventare lisci, un filo di trucco, jeans e maglione, un paio di scarpe da ginnastica e sono pronta.

Corro per le scale del palazzo con il cellulare in mano. Lo accendo, una miriade di messaggi vocali e di testo riempiono lo schermo. Quasi tutti sono di James.

 

Stupida Elena.

Stupida Elena.

 

Il bus che porta in centro passa ogni venti minuti circa. Armata di santa pazienza provo a chiamare James per avvisarlo che sto per raggiungerlo.

Chiamo.

Aspetto.

James non risponde.

 

Merda.

 

Riprovo a chiamare.

Il telefono squilla a vuoto.

Richiamo decine di volte.

James non risponde mai.

 

Il panico inizia a prendere posto nel mondo cuore.

Se non volesse più parlare con me?

Se fosse così arrabbiato da odiarmi?

Cammino avanti e indietro, le persone in attesa del bus mi guardano come fossi pazza. Parlotto da sola, sbircio il telefonino, provo a chiamare.

Vado avanti così per dieci minuti buoni.

Sto impazzendo.

Quando intravedo arrivare il bus mi metto davanti a tutti, come se questo mi potesse portare più velocemente da James. Sono tesa e nervosa, maledico la mia impulsività e la mia incapacità di mantenere il controllo.

Seduta sul bus osservo New Heaven dal finestrino. La primavera è arrivata, la giornata è soleggiata e luminosa. La gente per strada si attarda nei locali per il brunch domenicale, chiacchiera con i conoscenti, legge il giornale o sbircia le vetrine dei negozi. Tutti sembrano tranquilli, tutti sembrano felici.

Tutti tranne me.

 

Appena il bus arriva alla fermata spingo per scendere, mi becco pure degli insulti. Me li merito tutti. Sembro in preda ad una frenesia, come se la mia vita dipendesse da quel momento.

Corro per il marciapiede, rischio di investire una coppia con un cagnolino, percorro Olive Street, per poi curvare nella strada principale. Il palazzo dove abita James è proprio davanti a me. Attraverso la strada fuori dalle strisce, fortunatamente senza farmi investire, entro nell'androne del palazzo con il fiatone e mi butto sul vetro della portineria.

Il rimbombo si sente per tutta la stanza.

 

"Miss Voli. Giusto? Co-cosa posso fare per lei?", l'uomo in portineria è sconcertato dal mio arrivo acrobatico.

Cercando di darmi un contegno fingo di avere un appuntamento dai McArthur: "Mrs Demetra mi...".

"Mrs McArthur è uscita con il marito, sono andati fuori città", mi dice.

"Ecco... Infatti... Appunto. Dicevo che... Mrs Demetra voleva che prendessi il suo copione per lo spettacolo perché... Perché devo impararlo a memoria. Sì, ha bisogno del mio aiuto. Sì. Ecco", non ho mai detto una bugia così male.

"Quindi deve solo prendere una cosa. Mi dispiace ma non credo di poterla accontentare", mi dice l'uomo divertito dal mio imbarazzo.

"Potrei chiedere al figlio. Per caso James McArthur è in casa?", chiedo con finta indifferenza.

L'uomo mi guarda e sorride: "Poteva dirlo subito chi voleva vedere. Ascensore 2, la porterà direttamente all'attico".

Rossa come un pomodoro mi dirigo verso l'ascensore, sperando che i pochi secondi del viaggio scorrano più veloci del previsto.

 

 

Appena metto piede nell'appartamento il maggiordomo mi riceve. Non ha espressione, non fa commenti, si limita a prendere la mia giacca e appenderla.

Poi si dilegua.

Resto sola nell'attico. La casa sembra vuota, le luci sono spente e non si vede nessuno nella sala. Nell'aria si sente della musica.

Seguo quei suoni tristi, note di pianoforte, musica struggente, voci dolci che cantano.

Musica d'amore, malinconica. Musica che quando l'ascolti ti mette nel cuore il ricordo di un amore o il desiderio di viverne uno.

Salgo le scale che portano alle camere, la musica esce da una porta socchiusa.

Sbircio.

James è sdraiato sul letto, intorno a lui ci sono decine di foto staccate da un album fotografico.

Busso.

Busso un po' più forte.

 

"Che c'è?", James non si alza dal letto, se ne sta con le braccia sugli occhi.

Entro con calma, con rispetto. 

Mi accomodo sul letto, James scatta, non si aspettava una cosa del genere.

Mi guarda come fossi un miraggio, mi sfiora un bacio come volesse capire se sono reale o meno.

 

"Ciao", gli dico.

James non mi risponde. Si siede sul letto stropicciandosi gli occhi. Raccoglie le foto sparse sul letto e le mette in ordine sul comodino. Una musica dolce risuona nella stanza.

Con le gambe incrociate James mi fissa, non smette di staccarmi gli occhi di dosso. Non parla, non servono parole per capire la rabbia che sta provando.

Vorrei spiegargli che sono una stupida, che ho reagito d'impulso, che l'idea di perderlo mi fa impazzire, che... Un milione di che incapaci di prendere forma nella mia bocca.

 

"Scusa", è l'unica parola che mi viene in mente, "Non riesco ad accettare che Rebecca...".

"Rebecca non ha fatto nulla. Tu hai scelto. Potevi dirmi di non andare a ballare. Perché fai così?".

"Non volevo pensassi che non ti accetto per come sei. Lei fa parte di te e...", sprofonderei sotto terra se potessi.

"Devi accettarmi per come sono, questo è vero, ma non devi forzare i tuoi sentimenti. Bastava dirlo", James è a un palmo dal mio viso, "Sei una stupida. Ieri stavo impazzendo. Ti diverti a farmi morire di paura? Se ti fosse successo qualcosa? Se ti avessero fatto del male?".

"Ho preso un taxi", provo a dire.

James mi da un piccola sberla sul capo: "Testona di una testona. Non riesci a smettere di fare così?".

Faccio cenno di no. Ho gli occhi pieni di lacrime.

James mi accarezza il volto.

 

Angels dei The XX, inizia a suonare dallo stereo.

 

"Adoro questo pezzo", è una delle mie canzoni preferite.

"Pure a me piace molto", la fronte di James è appoggiata alla mia, sta cantando la prima strofa.

 

Light reflects from your shadow                 La luce si riflette dalla tua ombra

It is more than I thought could exist          È più di quanto pensavo potesse esistere

You move through the room                        Ti muovi attraverso la stanza

Like breathing was easy                                Come se respirare fosse facile

If someone believed me                                Se qualcuno mi credesse

 

They would be                                                Sarebbero

As in love with you as I am.                        Tanto innamorati di te come lo sono io

They would be                                               Sarebbero

As in love with you as I am                         Tanto innamorati di te come lo sono io

They would be                                               Sarebbero

In love, love, love                                          Innamorati, Innamorati, Innamorati

 

Adesso svengo, ha una voce così dolce che pare un angelo: "Sei bravo a cantare, potevi entrare nel Club di canto", le mie labbra baciano il suo volto.

"Merito di mia mamma, mi ha insegnato lei a cantare. Non mi piace farlo davanti ad un pubblico", James prende il mio volto e intreccia le dita nei miei capelli. Muove le mani come se cercasse di entrare nella mia testa, come se volesse leggere i miei pensieri. Con piccoli morsi, baci e respiri affannati, segue il collo da un orecchio all'altro.

Io, con la testa reclinata indietro, mi lascio andare. Il mio cuore batte più forte di un tamburo.

"Ho scelto la foto che vorrei che tu dipingessi. Sono con i miei genitori, eravamo ad una festa in campagna. Avrò avuto dieci anni. Può andare?", James si stacca dalle mie labbra e mi allunga una foto.

 

Demetra tiene in braccio James, George abbraccia la moglie e sorride.

È una foto di una dolcezza disarmante.

 

"È l'unica foto in cui ride. È sempre serio. Non ho mai capito il perché", James mi abbraccia, affonda il volto sul mio petto. Sta piangendo.

Gli occhi mi pizzicano, non riesco a trattenere le lacrime.

James è capace di dare tanto amore che neanche si accorge di quanto è unico e speciale, di quanto la sua anima sia perfetta.

 

And everyday                                                E ogni giorno

I am learning about you                             Imparo di te

The things that no one else sees               Le cose che nessun altro vede

And the end comes too soon                     E la fine arriva troppo presto

Like dreaming of angels                             Come quando sogni di angeli

And leaving without them                         E te ne vai senza di loro

And leaving without them                         E te ne vai senza di loro

 

Being                                                              Essere

As in love with you as I am                       Tanto innamorata di te come lo sono io

Being                                                              Essere

As in love with you as I am                       Tanto innamorata di te come lo sono io

Being                                                              Essere

As in love, love, love                                    Innamorata, Innamorata, Innamorata

 

Lo stringo forte, lascio che sfoghi la tristezza che ha dentro, la tristezza che anche io gli ho procurato. Mi sento così sciocca, così inutile. Come ho potuto dubitare di James?

 

"James, io ti... Io ti...", non riesco a dire quelle due parole. La gola si stringe, non esce nessun suono. È come avere un vulcano d'amore dentro che non riesce a esplodere.

"Anche io ti...", blocco le sue labbra con la mano. Non voglio che lo dica. Non voglio. Devo riuscire a dirlo insieme a lui. Non merita un mio silenzio a parole tanto belle.

 

Le mie dita descrivono il profilo delle sue labbra. Solo Dio può aver creato una linea così morbida e perfetta, capace di farmi dimenticare il passato, il presente e annullando la mia paura del futuro. Lo bacio. Lo bacio con una passione vera, istintiva, pura. Lo bacio perché voglio sentire il suo sapore.

Con decisione lo spingo sul letto e mi metto a cavalcioni sopra di lui. Le sue mani mi accarezzano la schiena, sento la voglia che ha di me. Senza pensarci mi tolgo il maglione e lo butto per terra.

"E-Elena ma...", James ha gli occhi spalancati dalla sorpresa, ha il respiro corto.

"Stai zitto", gli dico. Poi, sempre sopra di lui, gli slaccio la felpa e gli sollevo la maglietta. 

Il suo petto nudo è arte, bellezza, poesia. 

Non ho paura di mostrarmi, lui desidera le mie imperfezioni, il mio essere unica. Non vuole altro che me. Io non voglio altro che lui.

 

Con uno scatto James si siede, mi prende per i fianchi e mi gira. La mia schiena è sul letto. Senza smettere di baciarci, di cercarci, di accarezzarci, sfiliamo i vestiti dai nostri corpi.

 

Siamo energia.

Siamo scoperta.

Siamo calore.

Siamo un nuovo sguardo alla vita.

James ed Elena.

Elena e James.

Astri nati per orbitare uno a fianco all'altra.

Siamo materia e spirito.

Siamo un atto di puro amore.

 

Non ci sono parole, frasi che possano descrivere quello che ho provato facendo l'amore con James. Eravamo come energia in movimento, spiriti affini che si fondono. Incastro perfetto tra due anime imperfette, desiderose di amare.

Non esiste parola sul vocabolario, in italiano o americano, capace di riassumere l'infinito che ho dentro.

 

I nostri corpi intrecciati sono così belli da sembrare una cosa sola.

Avere James addormentato tra le mie braccia è la cosa più bella che mi potesse capitare. Lo sento respirare tranquillo, sereno. Gioco con i suoi capelli, lo osservo, scruto ogni millimetro del suo volto, voglio imparare a memoria la forma di ogni piega, ruga e poro della pelle. Conoscere il colore di ogni ciglia e imparare le curve del suo volto.

Lo accarezzo dolcemente come avessi tra le mani l'oggetto più prezioso del mondo.

 

"James ti amo", sussurro. 

Ma lui, con gli occhi chiusi, non sta sentendo.

Una lacrima cade sul cuscino. Poi un'altra. 

Non sono triste, sono felice. Immensamente felice.

 

And with words unspoken                         E con parole non dette

A silent devotion                                          Una devozione silenziosa

I know you know what I mean                 So che sai cosa voglio dire

And the end is unknown                            E la fine non si conosce

But I think I'm ready                                  Ma penso di essere pronta

As long as you're with me                         A patto che tu stia con me

 

Being                                                              Essere

As in love with you as I am                       Tanto innamorata di te come lo sono io

Being                                                              Essere

As in love with you as I am                       Tanto innamorata di te come lo sono io

Being                                                              Essere

As in love, love, love                                    Innamorata, Innamorata, Innamorata

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