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Autore: smile_tears    19/06/2017    0 recensioni
Micaela è una ragazza timida e introversa che odia gli oratori; per questo quando quell'estate la obbligano a fare l'animatrice si arrabbia e ci va mal volentieri. Ma non sa che la sua presenza migliorerà la vita di molti bambini e che anche la sua vita e quella delle due persone che più ama subirà molti cambiamenti.
Dal testo:
«Micaela si può sapere che ti è preso?»
Scesi le scale ridendo, poi mi avvicinai a lui sorridendo strafottente. «Chi la fa l’aspetti, caro mio. Io ho ancora i capelli azzurri per colpa tua!»
Fabio sbuffò, consapevole di non poter ribattere, ma non riuscì a non sorridere. «Ok, ok. Scusa»
Sorrisi anch’io, perché per la prima volta aveva messo da parte l’orgoglio, poi gli porsi la mano. «Tregua?»
Lui annuì continuando a sorridere. «Tregua»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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From water and paint  to  love declarations.
Da acqua e vernice a dichiarazioni d’amore.


Il risveglio di quella mattina fu forse il più bello dei suoi diciassette anni. La luce del sole filtrava debolmente dalle finestre della piccola stanza in cui si erano riuniti la sera prima, rilasciando un piacevole calore sulla pelle. Il silenzio regnava sovrano, solo ogni tanto si sentiva il respiro pesante dei ragazzi che ancora dormivano.
Micaela si passò pigramente una mano sugli occhi, cercando di svegliarsi del tutto e abituarsi alla luce. Provò quindi ad alzarsi, ma qualcosa glielo impedì. Gettò uno sguardo verso il basso e vide un braccio circondarle la vita. Voltò la testa per quanto poteva e ciò che le si presentò davanti le fece perdere uno o due battiti. Un ragazzo dai capelli castani dormiva abbracciato a lei. Era ancora più bello del solito, con il volto insolitamente rilassato e un timido sorriso dipinto sulle labbra; le ciglia lunghe gli solleticavano quasi le guance, rendendolo più tenero di quanto già non fosse. Avrebbe voluto accarezzargli una guancia, o meglio ancora baciarlo, ma aveva paura di svegliarlo e rompere la magia che si era creata intorno a loro. Quindi si limitò a sorridere e a stringergli la mano che era ancorata al suo fianco, cercando di riportare alla mente i ricordi della sera prima.
 
Erano arrivati lì più o meno verso le sette, dopo due ore di viaggio. Lei era crollata dieci minuti dopo la partenza, seguita a ruota da Tony. Era stato poi Fabio a svegliare il fratello che successivamente aveva svegliato lei.
Dato che non era ancora ora di cena e che c’era ancora il sole, decisero di andare a fare un giro nei dintorni. Passarono più di un’ora e mezza a girovagare tra i campi di grano, facendo foto a destra e manca. Dopodiché tornarono alla casa dove avrebbero soggiornato quella sera, preparandosi per la cena.
L’abitazione era in legno ed anche abbastanza grande, ma in ogni caso loro si sarebbero trovati bene, perché a causa del poco preavviso più di metà gruppo animatori non aveva potuto prendere parte all’iniziativa. Il che era un bene, Micaela non sopportava stare troppo tempo in mezzo alla gente, specialmente se quella gente sembrava detestarla. Per questo era stata più che felice di dover condividere la stanza solo con Sofia, ormai si fidava di lei ed era sicura che si sarebbero divertite.
Arrivate nella loro camera decisero di fare una doccia, per cercare di rimuovere la stanchezza del viaggio. Per prima andò Sofia, mentre Micaela si mise a leggere, poi fecero a cambio. Una volta uscita dal bagno, Micaela si diresse verso la borsa dove aveva messo un cambio di vestiti ed estrasse un semplice paio di jeans ed una t-shirt verde. Alla vista di quegli abiti l’altra ragazza, avvolta in un paio di pantaloncini di jeans e un top bianco, sollevò lo sguardo dal libro di Baricco fissandola con espressione contrariata. «Hai seriamente intenzione di indossare quella roba?»
Micaela, con addosso solo le mutande e il reggiseno e una gamba già all’interno dei jeans, si voltò con espressione quasi ferita. «Si, perché? Cos’hanno che non va?»
«I vestiti in sé nulla- rispose- Ma non vanno bene per quest’occasione. Lascia fare a me, ci penso io!»
Detto questo si diresse verso il suo bagaglio ed iniziò a rovistare al suo interno, finché non estrasse quello che sembrava un mini dress nero a pois bianchi. Era davvero splendido, ma le sembrava troppo esagerato per una semplicissima cena in una casa sperduta tra le montagne. «Non ho intenzione di indossarlo. È troppo corto e questa non è l’occasione adatta»
«Oh, Micaela cara- la riprese l’altra, un sorrisino beffardo ad incresparle le labbra- questa non è una richiesta ma un ordine»
Micaela sospirò, sfilandosi i pantaloni che aveva indossato fino a metà cosce, per poi mettere il vestito dell’amica, consapevole di non avere altra scelta. 
Quando l’ebbe indossato Sofia le si parò davanti, sorridendo e battendo le mani, entusiasta come una bambina in un negozio di caramelle. «Sei bellissima, questo vestito sta meglio a te che a me! Ora manca un’ultima cosa e sarai perfetta!»
L’altra assunse un’espressione quasi terrorizzata, non sapendo cosa aspettarsi da quel vulcano di idee. «Cosa manca?»
«Un rossetto rosso fuoco!»
Sbarrò gli occhi e la fissò come se fosse pazza. «Spero tu stia scherzando! Non metterò mai, e dico mai, un rossetto rosso!»
Sofia la guardò sorridendo beffardamente, avvicinandosi a lei con passi lenti e decisi, come un leone che si prepara ad azzannare la sua preda. «Oh, sì che lo metterai»
 
Dopo un quarto d’ora le due ragazze entrarono in sala da pranzo, una spavalda come sempre, l’altra, imbarazzata come non mai, cercava di tirare il vestito più in basso possibile e di camminare a capo chino, per non mostrare il rossetto rosso che spiccava sulle sue labbra sottili. Ma fu una mossa inutile, perché tutti nella stanza la notarono. Alzò appena lo sguardo, timorosa di essere derisa dai presenti, e vide i gemelli che le stavano andando incontro con espressione meravigliata. Il primo a parlare fu Tony, che dopo essersi avvicinato continuò a squadrarla da capo a piedi. «Cosa ti è successo? Non ti ho mai vista vestita così»
La ragazza arrossì violentemente, raggiungendo  la stessa tonalità delle sue labbra, e mise su quello che doveva essere un broncio, ma che sembrava più una smorfia sofferente. «Non è colpa mia! È stata Sofia a conciarmi così!»
Il ragazzo alternò lo sguardo tra le due amiche, poi sorrise timidamente. «Beh, ha fatto un ottimo lavoro. Sei davvero bella»
A quel punto Micaela aveva raggiunto un colorito del tutto innaturale . Se avessero continuato cosi sarebbe svenuta dall’emozione, se lo sentiva.
Anche gli altri due ragazzi si erano accorti del suo imbarazzo, infatti scoppiarono a ridere, peggiorando la situazione. «Non prendetemi in giro! Non sono abituata ad avere tutti gli occhi addosso e mi dà fastidio. Preferisco di gran lunga essere invisibile come mio solito»
«Ma tu non sei mai stata invisibile». Quel commento veniva da Fabio, che si era espresso per la prima volta da quando le due ragazze erano entrate, poi continuò. «Tu attiri sempre l’attenzione quando entri in una stanza, solo che sei troppo concentrata a farti mille paranoie e pensare che gli altri ti stiano prendendo in giro per accorgertene. Non hai bisogno di vestirti così, sei sempre bella, anche quando indossi un insignificante paio di jeans e una maglietta»
Le guance del ragazzo erano imporporate quanto quelle di lei, il suo imbarazzo si leggeva nei grandi occhi color cioccolato che la stavano fissando profondamente, sembravano quasi bruciare sulla sua pelle. Sembrava che nella stanza ci fossero solo loro due, intenti a scavare ognuno nell’anima dell’altro. Lei non riusciva a spiegarsi perché la guardasse così, come se fosse la più bella ragazza che avesse mai visto, come se per lui fosse stata davvero importante. In quel momento avrebbe solo voluto allacciargli le braccia al collo, baciarlo e dirgli che era innamorata di lui di anni. Ma non poteva, solo lei sapeva che la relazione con Sofia era una bufala, non poteva far saltare la copertura che si erano creati con tanta cura. E poi Fabio era comunque innamorato di un’altra.
Tossicchiò imbarazzata per spezzare l’atmosfera venutasi a creare e afferrando l’amica per un braccio si avviò a tavola. «Non credete sia ora di andare a mangiare? Sbrigatevi»
I due fratelli si guardarono con aria stupita, non capendo cosa fosse preso alla ragazza, per poi limitarsi a seguirle. Ah le donne, beato chi le capisce.
 
Terminata la cena Micaela aveva intenzione di leggere un po’ per poi andarsene a letto. Peccato che qualcuno- Sofia-  avesse pensato di organizzare un festino nella loro stanza. Così alle dieci e mezza di sera si era ritrovata seduta sul pavimento insieme ai gemelli e ad alcune amiche di Sofia, il libro abbandonato sul letto disfatto e pieno di vestiti.
Non si sa chi tra i presenti aveva avuto la brillante idea di fare il gioco della bottiglia e, davvero, Micaela odiava quel gioco. Ogni volta che ci giocava qualcosa andava storto. Aveva provato a ribellarsi, a chiedere di cambiare gioco, ma niente. Ad un certo punto era talmente disperata da fingere un improvviso mal di stomaco e mettersi a letto, dicendo agli altri di continuare a divertirsi senza di lei. Ma Tony era fin troppo intelligente, capendo subito che era una bugia bella e buona. Quindi si era alzato ed era andato a ripescarla tra le coperte sotto cui si era nascosta, per poi riportarla dagli altri facendola sedere accanto a lui, in modo da tenerla d’occhio.
Avevano continuato a giocare tranquillamente per almeno un’ora. Gli obblighi non erano stati poi così terribili come aveva immaginato, anzi la maggior parte avevano suscitato l’ilarità generale, al punto che erano stati richiamati per il troppo chiasso. Questo fino a quando una Sofia fin troppo euforica non strappò letteralmente di mano la bottiglia ad una delle sue amiche, interrompendo momentaneamente il gioco. «Oggi ci siamo andati troppo leggeri con gli obblighi! Propongo un bacio tra i due che usciranno adesso, indipendentemente da chi sono!»
Le altre ragazze presenti nella stanza iniziarono subito ad annuire eccitate, mentre Micaela lanciò un’occhiata omicida all’amica, che le rispose con sorrisetto furbo accompagnato da un occhiolino.
La bottiglia prese a ruotare sul pavimento, la velocità che diminuiva poco a poco, fino a fermare la sua corsa su Fabio. Le amiche di Sofia iniziarono a bisbigliare tra loro, mentre quest’ultima dopo aver guardato il suo presunto ragazzo fece girare nuovamente la bottiglia. Micaela aveva un bruttissimo presentimento, tanto che vedendo la bottiglia rallentare lei iniziò a sudare freddo a causa dell’ansia, il cuore che stava aumentando esponenzialmente i battiti. Presentimenti che si rivelarono più che fondati quando la bottiglia si fermò proprio su di lei. Le reazioni furono varie. La malcapitata non riusciva a credere ai suoi occhi, limitandosi a fissare il vuoto; Tony aveva gli occhi leggermente sgranati, mentre alternava lo sguardo tra Sofia e suo fratello, che invece sembravano quasi felici di quella situazione.
Quindi la situazione sarebbe stata abbastanza tranquilla, se non fosse stato per le amiche di Sofia che si alzarono una alla volta, avvicinandosi all’altra ragazza con aria minacciosa. «Non ti azzardare ad avvicinarti a Fabio! È fidanzato con la nostra migliore amica, è off limits!»
La ragazza aveva quasi paura di quelle tre pazze, al punto da avvicinarsi sempre più a Tony, che intanto cercava di farle calmare. Rivolse lo sguardo all’amica e la vide arrabbiata come non mai, lo sguardo dure e le mani strette a pugno, talmente forte da far sbiancare le nocche. «Smettetela!»
L’improvviso urlo di Sofia fece tornare il silenzio nella stanza, tutti gli occhi puntati su di lei. «Lasciate in pace Micaela, non ha fatto niente. E poi, se proprio volete saperlo, io e Fabio non stiamo davvero insieme, era tutta finzione!»
Micaela chiuse gli occhi, sospirando rassegnata. “Accidenti- pensò- non avresti dovuto dirlo.”
Inutile dire che la reazione delle altre ragazze fu spropositata, al punto di urlare contro quella che doveva essere la loro migliore amica, definendola falsa, bugiarda e ipocrita, e che avrebbe fatto meglio a non farsi rivedere. Dopodiché uscirono fuori dalla stanza.
Sofia aveva uno sguardo triste, anche se le labbra erano contratte in un lieve sorriso. Micaela voleva avvicinarsi, consolarla, ma non fece in tempo perché la ragazza si alzò e corse via, seguita a ruota da Tony. Ormai in quelle quattro mura dove la tensione era palpabile erano rimasti solo lei e Fabio e non sapeva come comportarsi. Cosa avrebbe dovuto fare? Cosa avrebbe dovuto dire?
Quel silenzio quasi imbarazzante fu interrotto dal ragazzo, che si sedette sul letto, lo sguardo basso. «Perché non mi sembri così sorpresa?»
La ragazza arrossì e strinse tra le mani il vestito per cercare di calmare l’ansia. «Sofia me lo ha detto qualche giorno fa»
A quelle parole l’altro sollevò la testa, guardandola con evidente sorpresa. «Tu sapevi  tutto e non hai detto niente? Non una protesta, non una lamentela, niente?»
«E perché mai avrei dovuto?- obiettò- La motivazione mi era parsa più che valida. Entrambi volevate far ingelosire la persona di cui eravate innamorati, perché mi sarei dovuta mettere in mezzo se era una cosa che non mi riguardava?»
Fabio sorrise sornione e si alzò dal letto, per poi sedersi a terra di fronte a lei. «E dì un po’, secondo te perché lo avrebbe detto proprio a te e non alle sue amiche di una vita?»
«Non lo so, forse perché le ispiravo fiducia?»
Il ragazzo rise appena, irritando non poco l’amica. «Sei tanto intelligente, ma nelle cose più stupide ed evidenti ti perdi»
L’altra non fece in tempo a rispondergli che la interruppe. «Lo ha detto a te non solo perché si fidava, ma perché sperava capissi che la ragazza di cui sono innamorato sei tu»
Il tempo parve bloccarsi improvvisamente. Non riusciva a credere a ciò che aveva appena sentito. Il cuore aveva aumentato improvvisamente i suoi battiti, il suo stomaco era in subbuglio e riusciva a malapena a respirare. «Non- non è possibile»
Fabio rise, per poi avvicinarsi ulteriormente a lei. «Perché ti sembra così assurdo?»
«Perché non c’era alcun bisogno di farmi ingelosire! Lo sa mezzo mondo che sono innamorata di te dalle scuole medie!»
A quel punto il ragazzo assunse un’aria sorpresa, come se non se l’aspettasse. Pensava fosse uno scherzo, ma lo sguardo deciso e al contempo imbarazzato della ragazza gli fece capire che no, era seria. Si avvicinò ancora a lei, per poi accarezzarle dolcemente una guancia. «Mi dispiace averti fatto soffrire così tanto»
Il tocco delicato del ragazzo le provocò una scia di brividi lungo tutta la colonna vertebrale, facendola sorridere. «Non importa, innamorarmi di te è stata comunque una delle cose migliori che potessero capitarmi»
Fabio ricambiò il sorriso, mentre le guance gli si tinsero leggermente di rosso. «Che ne dici di recuperare il tempo perduto?»
Non le diede il tempo di ribattere che poggiò le labbra sulle sue, facendola sussultare dalla sorpresa. Ma si riprese subito, sorridendo durante il bacio e avvolgendo le braccia intorno al suo collo. Finalmente le cose stavano andando per il verso giusto.
 
Nel frattempo Sofia aveva corso fino a raggiungere il balconcino sul retro dell’albergo, poggiandosi pigramente alla ringhiera. Tony l’aveva persa di vista praticamente subito, cercandola quindi per tutta la struttura, per questo quando la vide tirò un sospiro di sollievo. Non le disse nulla, semplicemente le si avvicinò, poggiandosi alla ringhiera nella sua stessa posizione. Si voltò a guardarla, era bella come sempre, con quei suoi occhi da cerbiatta e il sorriso appena accennato. «Non credevo fossi il tipo da fare cose del genere.» Le disse dopo un po’.
La ragazza gli sorrise leggermente. «Infatti non lo sono. Ho fatto questa pagliacciata solo per tuo fratello. Gli ho detto mille volte di dichiararsi a Micaela perché non gli avrebbe mai detto di no, ma non ha voluto sentire ragioni»
Sul volto del ragazzo si dipinse un leggero sorriso. «Il solito testardo»
Passarono un paio di minuti in cui restarono in silenzio, poi lui riprese a parlare. «E tu? Non avresti guadagnato niente da questa situazione?»
L’espressione di Sofia si fece leggermente più triste, preoccupando l’altro ragazzo. «No. Il ragazzo che avrei dovuto far ingelosire mi odia, sarebbe stato tutto inutile»
«Chi sarebbe così idiota da odiarti?»
La ragazza scoppiò a ridere istericamente. «Andiamo Tony, lo sanno tutti che non mi sopporti. A stento mi rivolgi la parola e mi eviti. Non mi sembra proprio di starti simpatica»
«Ci sono due motivi se le persone si evitano: o si odiano o sono imbarazzate. Ed io di certo non ti odio»
Sofia era confusa, non riusciva a capire dove il ragazzo volesse andare a parare con quel discorso. «Cosa stai cercando di dirmi?»
Tony sospirò frustrato. Sentiva le mani sudate per il nervosismo e il suo cuore non ne voleva sapere di diminuire i battiti. «Sto cercando di dirti che sono innamorato di te! Ti evitavo perché eri la ragazza di mio fratello, dannazione mi sentivo un verme ogni volta che vedendoti pensavo quanto fossi bella e quanto volessi baciar-»
Non riuscì a concludere la frase perché la ragazza lo prese per la maglietta e posò le labbra sulle sue. Sgranò gli occhi dalla sorpresa, il cuore che sembrava volergli uscire dal petto e lo stomaco sottosopra. Poi semplicemente sorrise e posò le mani sui suoi fianchi, avvicinandola di più a sé. Finalmente le cose stavano andando per il verso giusto.






Hola! 
Salve a tutti. Come sempre è notte fonda e come sempre mi scuso per l'immenso ritardo con cui sto pubblicando. Vi avevo promesso di farvi avere l'ultimo capitolo il prima possibile e invece sono passati mesi... 
Passando alle cose serie, la storia è giunta al termine. Dopo secoli che ho incominciato a pubblicare sono finalmente riuscita a mettere la parola "fine" a questa long. Se ne sono pienamente soddisfatta? Più o meno. 
Se la trovo originale? No, per niente, ma mi va bene così. 
Che dire spero che tutti voi abbiate apprezzato questa piccola e semplice storia. Ci ho messo l'anima e il cuore per scriverla e spero che si veda. 
Ringrazio tutti coloro che l'hanno letta, recensita e inserita tra preferite, seguite e ricordate, vi adoro tutti ♥ 
E un grazie particolare a Jasmine, Marta e Oriana, che mi hanno aiutata nei momenti difficili, spronandomi a non mollare. Grazie, grazie, grazie. 
Che altro dire, spero di rivedervi anche in altre mie storie. 
A presto, e fatemi sapere cosa ne avete pensato di questo ultimo capitolo e se ha soddisfatto le vostre aspettative. 
Miky.
  
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