Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Valexu15    20/06/2017    3 recensioni
Due amiche si ritrovano a dover cambiare radicalmente lo stile delle loro vite. L'incontro con sette famosi Idol coreani non renderà le cose semplici.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Cap. 6


Nella camera di Jimin regnava il silenzio, fino a quando Roberta iniziò a girarsi e a rigirarsi nel sonno, cercando una posizione più comoda.
Si attaccò alla prima fonte di calore che trovò al suo fianco, abbracciandola, credendo fosse la sua amica e che stesse dormendo nella sua stanza. Il ragazzo, che si era svegliato a causa sua, ricambiò la stretta accarezzandole dolcemente i capelli.
La giovane si alzò di scatto dal letto, notando che la persona che stava stringendo non era Valentina, ma non ebbe il tempo di dire nulla perché corse in bagno e vomitò tutto l’alcool che aveva ingerito.
-Tutto bene? Come ti senti?- le chiese Jimin alzandosi dal letto e avvicinandosi alla ragazza, cercando di aiutarla in qualche modo.
-Che ci fai nella mia camera?- disse solo, guardandolo dal basso mentre era appoggiata al water.
-In realtà se tu che sei nella mia camera.-
-Ah, bene.- concluse sarcastica e allungando il braccio spinse la porta del bagno, facendola chiudere e causando un rumore molto forte, lasciando Jimin fuori e senza parole.
Cercò di ricomporsi sciacquandosi la bocca, ma un altro conato di vomito si fece largo nella sua gola, facendole sporcare sé stessa ed il pavimento. La ragazza imprecò pesantemente maledicendosi per aver bevuto troppo.
-Ti serve una mano?- domandò ancora Jimin fuori dalla porta preoccupato.
La ragazza non rispose, uscì direttamente con l’aria imbronciata, fissando il ragazzo, poi sé stessa.
-Mi sono sporcata i vestiti!- si lamentò indicando la chiazza scura e sporca sull’indumento.
-Se vuoi posso prestarti una mia maglietta.- la informò l’altro ridendo della situazione comica.
-Sì, sono d’accordo.-
Il giovane le porse l’indumento che la ragazza indossò chiudendosi nuovamente in bagno.
-Ecco fatto.- annunciò una volta uscita.
-Bene, torniamo a dormire.- suggerì Jimin dirigendosi verso il letto.
-No no, io torno nella mia stanza. Ora sono perfettamente cosciente.- rifiutò lei dirigendosi alla porta.
-Aspetta!- il ragazzo la bloccò prendendole il polso e cercò di farle cambiare idea. -Adesso è tardi, la tua amica sta dormendo, hai capito che ore sono? Tra qualche ora sorgerà il sole. È meglio se rimani qui.-
-No, Jimin, devo tornare nella mia camera. Non posso rimanere qui.- continuò Roberta staccandosi dalla sua presa e dirigendosi nuovamente verso la porta.
-Mi sembra di parlare con Namjoon hyung.-
-Cosa?-
-Niente.- concluse il ragazzo amareggiato, tornando a distendersi sul letto e provando a dormire ancora un po’.


◇◆◇◆◇◆


La ragazza uscì dalla camera per dirigesi in quella accanto; iniziò a bussare lentamente, poi più forte, non ottenendo risposta. Continuò a bussare sempre più forte fino a ferirsi le mani.
-Vale aprimi! Dannazione! Svegliati!- urlò continuando a bussare rumorosamente. -Vale! Svegliati! Apri questa po-
Qualcuno le arrivò alle spalle e le tappò la bocca con una mano per zittirla.
-Shhh! Ma sei impazzita?! Sveglierai tutti!- le bisbigliò all’orecchio Namjoon, causandole brividi lungo la schiena e liberandola da quella presa.
-C-cosa fai! Non azzardarti più a fare una co-
Il ragazzo le tappò la bocca di nuovo e la trascinò nella sua camera per evitare che svegliasse tutto il piano, ignorando le sue proteste. Una volta entrati chiuse la porta alle sue spalle e la lasciò andare.
-Ma sei impazzito?!-
-Tu sei impazzita! Sai che ore sono? Non puoi fare come ti pare svegliando tutti.- spiegò il ragazzo intimandole di abbassare la voce.
-Ma io devo tornare nella mia stanza.- continuò lei, incrociando le braccia al petto.
-Ho capito, ma non puoi adesso, la tua amica sta dormendo e…aspetta un attimo…ma questa non è di Jimin?!- chiese, poi, indicando la maglietta che stava indossando la giovane e che le calzava come un vestito.
-Sì, e allora?- rispose seccata.
-Perché la hai tu?-
-Perché me l’ha data lui, semplice. C’è qualche problema?-
-C’è che tu e Jimin state esagerando.-
-Ma che significa? Non puoi dirmi cosa fare.-
-Posso dire cosa può fare il mio dongseng, quindi smettila di interagirci troppo.-
-Qual è il tuo problema?-
-Tu hai un problema!-
-Ma per caso sei geloso?-
-Cosa?! Certo che no!-
-Io credo proprio che tu ti stia innamorando di me!-
-Non potrei mai innamorarmi di una camionista come te! E poi sei bassa.-
-E con questo? L’altezza non conta. E tu sei un maleducato!-
-Ha parlato quella educata!-
-Adesso devo tornare nella mia stanza.- disse infine la ragazza irritata, aprendo la porta alle sue spalle e cercando di uscire, ma Namjoon la bloccò chiudendola con il braccio sinistro e costringendo la ragazza a girarsi verso di lui, che a quel punto era troppo vicino, facendola deglutire rumorosamente.
-Ti ho detto che non puoi.- disse lui cambiando il tono di voce ed avvicinandosi ancora di più a lei.
Roberta non poteva muoversi, aveva gli occhi di Namjoon puntati addosso ed era bloccata con le spalle contro la porta; da un lato aveva il braccio di lui, dall’altra la parete della stanza. Non le piacevano quel genere di situazioni, se alzava lo sguardo si ritrovava i suoi occhi che la fissavano. Il suo battito divenne sempre più veloce ed il suo respiro sempre più affannoso. Non sapeva che fare: era in trappola. Si sentiva avvampare, il corpo di lui la spingeva sempre di più conto la porta fredda.
Namjoon avvicinò il suo viso a quello della giovane che lo guardava preoccupata; cosa avrebbe dovuto fare? Stava per baciarla? Ma lei non aveva mai avuto un fidanzato in vita sua e quella situazione non le piaceva affatto.
Mise le mani sul petto del ragazzo e lo spinse via con tutta la forza che aveva, facendolo cadere all’indietro. Approfittò dell’opportunità che si era creata per scappare via; aprì la porta ed uscì.


◇◆◇◆◇◆


Non potendo rifugiarsi nella sua stanza, andò a bussare a quella di Jimin, che sperò non si fosse addormentato, ma il ragazzo aprì quasi subito.
-Salva!- esclamò una volta entrata, cercando di prendere fiato e di realizzare cosa fosse successo un attimo prima.
-Che succede?!- le chiese il giovane allarmato, vedendola sudare freddo e respirare con affanno.
-Niente, niente! Ci ho ripensato, resto qua. Ti dispiace?- cambiò discorso, gesticolando in maniera frenetica.
-No…non mi dispiace…- continuò confuso Jimin grattandosi la nuca e tornando nel suo letto ancora una volta.
La giovane si fiondò di nuovo in bagno per sciacquarsi la faccia e riprendersi dall’accaduto.
Come se fosse stata vittima di un’aggressione. Forse aveva un po’ esagerato nel reagire in quel modo, ma che poteva farci se quel tipo di situazioni la mettevano in un’ansia tale da farle solo pensare di scappare il più in fretta possibile? Ammetteva di essere una persona strana.
-Che fai, resti lì?- le domandò ancora lui, vedendola uscire dal bagno e guardarsi intorno smarrita, facendole segno con la mano di stendersi al suo fianco.
-N-no, non ho sonno! Rimarrò seduta qui. Continua pure a dormire.- informò la ragazza sedendosi sulla poltrona della camera, sempre più agitata. Era scappata da una situazione scomoda, ma questa come doveva definirsi? Due ragazzi soli in una stanza, nel bel mezzo della notte; lui che la invitava a stendersi sul letto e lei che aveva indosso solamente una sua t-shirt che le arrivava appena sotto il sedere. Se ci pensava, era una situazione ancora più scomoda.
Si chiedeva se sarebbe sopravvissuta fino all’alba.
Jimin si alzò nuovamente dal letto e si avvicinò alla ragazza che iniziò ad allarmarsi; si abbassò, per essere allo stesso livello della giovane che si irrigidì di colpo; le poggiò delicatamente una mano sul ginocchio nudo, facendola sussultare lievemente. La guardava con sguardo interrogativo, non capendo il perché del suo comportamento.
-Mi dici che succede? Sei pallida. Mi fai preoccupare, così.- disse finalmente il ragazzo, accarezzandole con il pollice la parte del corpo su cui aveva appoggiato la mano.
-Ma non è successo nulla! È solo che…non voglio essere licenziata!- annunciò alzandosi dalla sua postazione, cercando una scusa convincente. Si allontanò immediatamente dal ragazzo e si mise a guardare fuori dalla finestra, per non incrociare il suo sguardo. Diventava sempre più agitata ed iniziò a tormentarsi le mani dal nervosismo.
-Non succederà nulla, ma se proprio ti fa stare così, non ti costringo di certo a metterti sul letto. Fai quello che credi, io intanto cerco di dormire, anche se ormai…- concluse il giovane tornando per l’ennesima volta a coricarsi.
L’altra non rispose, si limitò ad aspettare l’alba guardando il panorama, seduta su una sedia posta lì vicino.


◇◆◇◆◇◆


Quando finalmente i raggi del sole si fecero largo nel cielo annunciando l’inizio di una nuova giornata, i ragazzi si svegliarono quasi tutti nello stesso momento.
Roberta sgattaiolò fuori dalla camera di Jimin e bussò di nuovo alla porta della sua stanza, sperando in una risposta, che fortunatamente arrivò poco dopo. Le due ragazze si fissarono, una più assonnata dell’altra.
-Scusami!- riuscì a dire la più piccola lanciandosi al collo dell’altra che non poté far altro che perdonarla.
-Sì sì, scuse accettate, adesso andiamo a fare colazione.- disse, ricambiando la stretta. -Allora, com’è a letto Jimin?- continuò ironica, prendendo in giro l’amica.
-Eh…un animale! Ma che cavolo vai a pensare?! Però qualcosa è successo…- rivelò amareggiata la bionda, che le raccontò tutta la vicenda avvenuta con Namjoon e Jimin mentre scendevano al piano inferiore dirigendosi nella sala ristoro per fare colazione; trovarono già alcuni ragazzi, tra cui qualche membro dello staff, Taehyung, Jungkook e Namjoon che salutarono le ragazze con un gesto della mano appena si accorsero della loro presenza.
La più giovane delle due appena vide il ragazzo le venne voglia di tornare immediatamente indietro, ma l’amica la bloccò prendendola per un braccio e sussurrandole di non reagire in quel modo. Decisero di sedersi ad un altro tavolo, così Roberta non si sarebbe sentita a disagio.
-Perché non vi sedete con noi?!- domandò allarmato Taehyung alle due.
Se lo sarebbero aspettate, ma volevano provarci lo stesso, anche se adesso non potevano rifiutare.
-Oh sì, scusateci…- disse la mora che si accomodò accanto al più giovane dei ragazzi, seguita dall’amica che si mise al suo fianco a testa bassa, cercando di non aver alcun contatto visivo con il leader.
Namjoon la fissava, come per voler ricevere sue attenzioni; lei cercava in tutti i modi di non guardarlo nemmeno per un secondo, si sentiva troppo in imbarazzo, si chiedeva cosa stesse pensando lui in quel momento.
Iniziarono a mangiare anche le ragazze e nel frattempo arrivarono gli altri membri: Hoseok per primo, che riuscì a tranquillizzare la bionda in un attimo con la sua allegria e spensieratezza, distraendola per qualche minuto; dopodiché arrivò anche Seokjin, ancora visibilmente stanco (probabilmente per aver passato la notte in bianco a pensare a “chissà cosa”). La mora, appena lo vide, cambiò totalmente espressione in viso, abbassando lo sguardo e arrossendo, desiderando di sparire. Dall’altro canto, il giovane, cercò di fingere che non fosse successo nulla, ma il suo comportamento forzato insospettì Namjoon; successivamente si aggiunse anche Jimin, con delle occhiaie da far paura, non aveva dormito per nulla, chissà a causa di chi; infine, dopo un bel po’, arrivò anche Yoongi, al solito, serio e taciturno, ma anch’egli visibilmente spossato.
La colazione proseguì serenamente; Taehyung, Jungkook e Hoseok chiesero al resto dei ragazzi come mai avessero quelle facce così stanche da sembrare degli zombie. Gli altri, un po’ in imbarazzo, cercarono di inventare ognuno una scusa diversa e plausibile che spiegasse il perché avessero quell’aspetto così malconcio. I tre annuirono solamente, anche se si accorsero che i compagni stavano mentendo, ma non vollero metterli in difficoltà e magari gli avrebbero chiesto il vero motivo in un altro momento.
Pochi istanti dopo che tutti ebbero finito di consumare la propria colazione, arrivò il manager annunciando l’imminente shooting fotografico che si sarebbe tenuto nel bosco e di cui si parlò alla cena avvenuta la sera precedente.
Le ragazze andarono a preparare sé stesse e l’attrezzatura, seguite dal resto del gruppo.


◇◆◇◆◇◆


Una volta arrivati a destinazione, organizzarono tutto l’occorrente per la preparazione dei sette bellissimi idol: hairstylists, make-up artists, stylist, il team si mise all’opera.
Nel frattempo le due amiche preparavano il set e si confrontavano decidendo chi avrebbe fotografato chi.
Valentina insistette per non fotografare Seokjin e questo parve non poco strano all’amica, che però non le chiese nulla, perché anche lei preferì non doversela vedere di nuovo con il leader. Alla fine decisero che la mora avrebbe lavorato con Namjoon, Yoongi e Taehyng, mentre l’altra avrebbe “preso” il resto.
Il servizio iniziò, partendo da Jungkook che fu il primo ad essere pronto, seguito da Hoseok, Namjoon, Yoongi, Taehyung, Seokjin ed infine, il più problematico con il trucco, Jimin.
Finite le prime fotografie vennero chiamati dal resto dello staff per la pausa pranzo con cibo già confezionato; le due ragazze non sapevano se avrebbero dovuto mangiare anche loro oppure avrebbero dovuto aspettare.
-Che fate lì? Venite a sedervi con noi, c’è n’è anche per voi!- le chiamò Hoseok indicandole delle sedie libere attorno al tavolo bianco montato dal resto dello staff che era anch’esso impegnato a consumare il pranzo.
-Oh…okay.- rispose un po’ a disagio la maggiore, che si posizionò a fianco a Namjoon, seguita dall’altra che si mise accanto a lei, avendo Hoseok alla sua sinistra, con cui iniziò ad interagire subito; i due fecero tutto anziché mangiare. Ad un tratto Jimin allungò il braccio e le afferrò la mascella premendole le guance e scuotendola leggermente, per prenderla in giro.
-Sei proprio una sbadata, non vedi che ti sei sporcata? Però hai le guance sorprendentemente morbide.- disse, poi, ridendo e prendendosi gioco di lei che fece un’espressione imbronciata; infine le passò una salvietta sulle labbra per rimuovere i residui di cibo.
La giovane gli sorrise di rimando, tornando a scherzare con l’amico alla sua sinistra, ma qualcuno non apprezzò tanto il gesto gentile di Jimin nei confronti della ragazza.
C’era un certo disagio tra Valentina e Seokjin che insospettì tutto il gruppo. Era troppo strano che quei due, che prima non smettevano un attimo di scherzare, ora non si guardavano nemmeno per un istante, fingendo che l’uno non esistesse agli occhi dell’altro.
-Ma che succede tra voi due?- chiese finalmente Roberta a bassa voce all’orecchio della compagna, cercando di far chiarezza sul suo strano comportamento.
-Be’…va be’ te lo dico. Stanotte, mentre tu dormivi beatamente nella camera di Jimin, Jin è venuto nella nostra per cercare di confortarmi e poi…insomma…ci siamo baciati, ecco…- rispose infine incerta, assicurandosi che nessuno a quel “tavolo” riuscisse a sentirla. L’amica sgranò gli occhi, incredula; si alzò di scatto dalla sedia e puntandole un dito contro esclamò: -Che avete fatto?!-
Subito dopo guardò Seokjin, per poi riposare lo sguardo sulla mora che ormai si era nascosta dalla vergogna, coprendosi il volto con entrambe le mani. Il ragazzo in questione arrossì all’inverosimile quando gli altri sei posarono i loro occhi confusi su di lui.
-Cosa hanno fatto?- domandò innocentemente Taehyung alla ragazza che guardandosi attorno si pentì amaramente della reazione esagerata che aveva avuto.
Senza pensarci due volte, prese l’amica per il braccio e la trascinò con sé lontano da occhi e orecchie indiscreti per chiederle ulteriori dettagli.
-Tu adesso mi spieghi tutto e subito.- le ordinò, poi, una volta che fu certa di non essere vista da nessuno.
-Ma aspetta un attimo, ti sembra normale la reazione che hai avuto?! Adesso anche gli altri vorranno saperlo! Sei proprio deficiente!- urlò furiosa Valentina.


◇◆◇◆◇◆


Nel frattempo, i ragazzi puntarono la loro completa attenzione sul più grande, facendogli domande su domande.
-Ragazzi, davvero, niente. Credo abbiate frainteso.- si giustificò, risultando poco credibile.
-Hyung ma dai! È da stamattina che sei strano, ti conosciamo da una vita. È successo qualcosa, questo è sicuro, adesso vorremmo sapere perché non vuoi dircelo.- insistette Jungkook cercando di farlo parlare apertamente.
-Ragazzi, basta. Se vi dico che non è nulla, non è nulla.- continuò serio il più grande, stufo di quella situazione.
C’era qualcuno, però, che lo fissava dubbioso, Yoongi più di tutti voleva sapere che fosse accaduto, ma già aveva un sospetto e sperava che rimanesse tale.
-Vado a vedere perché ci mettono tanto.- esordì Namjoon alzandosi e dirigendosi verso il luogo dove si erano allontanate le ragazze.
Le trovò che discutevano tra di loro animatamente, Valentina pareva molto in collera con l’amica; si avvicinò, prese la più piccola per un braccio e la trascinò con sé senza dire nulla, lasciando a bocca aperta l’altra.
-Ma cosa diamine ti prende all’improvviso? Lasciami!- gli urlò Roberta strattonandogli il braccio mentre il ragazzo la portava verso una meta indefinita, facendola andare di nuovo in panico. Cosa voleva questa volta?
-Almeno rispondimi! Mi fai male, cavolo!-
-Dobbiamo parlare.- proclamò serio il giovane, fermandosi una volta che furono soli e lasciandole finalmente il braccio.


◇◆◇◆◇◆


-Vado a vedere perché ci mettono tanto.-
I ragazzi videro il leader allontanarsi, ma non ci fecero tanto caso, eccetto qualcuno, che pochi istanti dopo si alzò e lo seguì.
Lo vide avvicinarsi alle ragazze e portarne una con sé bruscamente; non capì la motivazione del suo gesto, ma poco importava, adesso l’altra era rimasta sola e poteva farsi avanti.
Si avvicinò rapido, piombandole davanti infuriato.
-Cosa avete fatto tu e Kim Seokjin?- domandò Yoongi, sorprendendo la giovane che lo guardava con aria perplessa, non capendo cosa volesse in quel momento. -Te lo ripeto, cosa avete fatto?- continuò, alzando sempre di più il tono della sua voce e afferrandola per un braccio in maniera rude; si avvicinò ancora di più con aria minacciosa, come se volesse farle qualcosa di male.
-Sei forse impazzito?! Come ti permetti di parlarmi così! E lasciami immediatamente il braccio. Ciò che faccio o non faccio non sono affari tuoi, quindi ti pregherei di andartene adesso.- dichiarò Valentina arrabbiata più che mai, staccandosi dalla sua presa; il ragazzo la ignorò completamente e nel momento stesso in cui lei si voltò e fece per andarsene, le prese nuovamente il braccio, facendola girare nella sua direzione ancora una volta e spingendola in malo modo contro un grosso albero che si trovava lì vicino. La ragazza si lamentò per il dolore e spaventata lo guardò dritto negli occhi.
-Ti ho chiesto cosa avete fatto, gradirei mi rispondessi. Ora.- spiegò lui con un tono di voce così calmo da farle gelare il sangue nelle vene. I suoi occhi scuri fissavano quelli di lei, tenendola per le spalle contro la superficie ruvida dell’albero.
-Ci..ci siamo baciati.- rivelò sottovoce, per paura di una sua reazione.
-Cosa le stai facendo?!- Seokjin piombò lì e si precipitò su Yoongi, spingendolo via in malo modo. -Stai bene?- si rivolse, poi, alla giovane, preoccupato, che si massaggiava le spalle annuendo alla domanda del ragazzo. -Yoongi ma che accidenti fai? Eh? Sei forse impazzito?- gli urlò contro ancora una volta. Il ragazzo non lo degnò nemmeno di uno sguardo.
-È arrivato il paladino della giustizia. Divertitevi.- disse soltanto, irritato; i suoi sospetti si rivelarono giusti, pensò, allontanandosi con aria da cane bastonato, non prima di aver lanciato una veloce occhiata alla ragazza che lo guardò dispiaciuta, non sapendo neanche perché si sarebbe dovuta dispiacere.
-Ti ha fatto qualcosa?-
-No, mi ha fatto nulla.- spiegò la mora un po’ a disagio.
Rimasero in silenzio per qualche attimo.
-Dovremmo parlare di stanotte.- esordì all’improvviso Seokjin rompendo quel momento di imbarazzo.
-Sì!- rispose lei, come se stesse aspettando proprio quello. -Ci ho pensato tutta la notte in realtà, ti sei per caso pentito di ciò che è successo?- chiese infine, ansiosa di conoscere la risposta.
-Cosa? No! È solo che…cioè noi…non è che…no-non lo so neppure io. Forse è stata la paura che se mi fossi lasciato trascinare oltre, non sarei riuscito a fermarmi.- chiarì il giovane, guardandola serio; la ragazza abbassò lo sguardo imbarazzata, non sapendo cosa dire, anche se si sentiva sollevata dal sapere che non era stata rifiutata.
-Te la senti di tornare dagli altri?- suggerì, poi, lui cercando di cambiare discorso, tendendole il braccio, come ad indicarle di tornare insieme mano nella mano. La mora accettò e si avviarono verso dagli altri che stavano -come al solito- facendo una gran confusione.
Valentina, appena individuò Yoongi, lasciò bruscamente la mano di Seokjin, che non si soffermò troppo sul gesto, pensando fosse per l’imbarazzo di farsi vedere dagli altri, ma in realtà non era per quello. Non voleva che Yoongi li vedesse? Perché all’improvviso le venivano certi pensieri?
-Dov’è Roberta?- domandò turbata, non vedendo l’amica insieme agli altri; ma notò che all’appello mancava anche Namjoon.


◇◆◇◆◇◆


-Parlare? E di che? Mi fa male il polso adesso, grazie tante!- lo rimproverò Roberta, massaggiandosi la parte del corpo dolorante.
-Tu mi stai facendo stancare. Stai esagerando. Ricordati che sei in Corea e non in Italia!- precisò lui sgridandola come si fa con i bambini che non ascoltano i “grandi”.
-Cosa? Esagerando? In cosa starei esagerando? Tu sei malato.- chiese confusa la ragazza, non capendo a cosa si riferisse lui.
-Tu e Jimin! Ti ho già detto che non devi parlarci. Anche con Hope. Devi smetterla, resta al tuo posto! Ricordati, che alla fine del tour, smetterete di essere le nostre fotografe.-
-Ma sentilo! E io ti ho già detto che non puoi dirmi cosa fare. Perché non dovrei parlare con i ragazzi? Qual è il tuo problema, sul serio! E poi è stato Jimin prima che mi ha parlato.-
-Tu ignoralo. Renditi odiosa come sei odiosa con me!-
-Allora lo vedi che sei geloso!-
-Ti ho già detto di no!- ringhiò furioso, avvicinandosi alla giovane che indietreggiò preoccupata; aveva come una sensazione di déjà vu.
-Senti, la devi smettere con queste minacce! Sono stufa! Ma cosa vuoi! Farti i cazzi tuoi no? Se non ti considero, mi rompi le palle, se ti parlo, mi rompi le palle. Dimmi che devo fare! Sei una cazzo di palla al piede! Sono una camionista, sono bassa, sono una maleducata, sono una merda, cos’altro? Hai anche frugato nel mio cellulare, ti ricordo! Quella che dovrebbe essere incazzata nera sono io! Ma visto che sono una persona intelligente, a differenza tua, non ti do peso più di tanto. Quindi per favore, e te lo dico l’ultima volta, basta rompere i co-
Namjoon stava lì a fissarla mentre lo rimproverava, in silenzio. Roberta sparava parole a raffica senza nemmeno prendere fiato. A circa “sono stufa” la sua mente escluse totalmente tutti i suoni intorno a lui, lasciandogli solo un’immagine davanti agli occhi. La guardava, pensando che fosse davvero bella. A quel punto il suo battito accelerò sempre di più ed il suo stomaco iniziò a contorcersi, sopraffatto da troppe emozioni contemporaneamente. In quel momento capì e ammise a sé stesso la verità dei fatti: lei gli piaceva. Ecco perché impazziva ogni volta che non lo considerava o quando dava troppe attenzioni agli altri; ecco perché in quel momento aveva solo il desiderio di zittirla con un bacio. La voleva tutta per sé, come mai prima di quel momento, però aveva imparato che se avesse cercato di avvicinarsi, lei sarebbe scappata via come un gattino impaurito. Faceva tanto la dura, ma in realtà era tutt’altro. Sapeva che doveva agire diversamente e con un gesto rapido la prese per la vita e la avvicinò a sé, prendendole il viso con l’altra mano e lasciandole un dolce bacio sulle labbra, interrompendole il discorso -che nemmeno aveva ascoltato- e lasciandola di stucco.
-Ti avevo detto che parli troppo per essere solo una fotografa.- disse sorridendo beffardo e soddisfatto di sé; si allontanò e tornò dagli altri senza dire altro, lasciandola lì imbambolata.
Li trovò impegnati a ridere e scherzare tra loro; appena lo notarono, gli chiesero dove fosse stato, lui sorrise e rispose semplicemente “in giro”, guardando Valentina con un sorriso malizioso.
-E Roberta dov’è?- gli chiese, poi, la mora.
-Non saprei, credo che adesso sia troppo impegnata a contemplare il vuoto.- rispose vago, sedendosi accanto a Taehyung e Jimin
-Che significa?-
-Non lo so, interpretalo da sola.-
La bionda li raggiunse qualche attimo dopo, con una strana espressione in viso: imbarazzo misto a confusione e rabbia; appena individuò Namjoon andò dritta da lui e senza proferire parola, sotto lo sguardo incredulo di tutti, gli sferrò un pesante schiaffo sulla guancia destra e si diresse alla sua attrezzatura con la mano che le pulsava a causa del colpo sferrato (dovevano continuare il servizio fotografico a breve).
Nel giro di qualche istante tutto lo staff -che aveva assistito- accerchiò il giovane per assicurarsi che non gli fosse successo nulla di grave.
-Ma che cazzo fai?! Lo colpisci davanti a tutti?- bisbigliò Valentina, avvicinandosi furtiva all’amica.
-Se  l’è meritato.-
-Sei forse uscita di senno? Cosa credevi di fare? Dovrei licenziarti all’istante per questo.- intervenne furibondo Bang Si Hyuk, il manager dei ragazzi, rivolgendosi alla ragazza che lo guardò preoccupata, non sapendo come giustificarsi.
-Mi dispiace moltissimo.- riuscì solamente a dire, facendo un grosso inchino.
-Certo che ti dispiace. Questo è inammissibile. Ci saranno gravi conseguenze, mi dispiace solo per la tua amica che dovrà pagare con te a causa della tua stupidità.- continuò severo l’uomo, facendole capire che nulla l’avrebbe salvata.
-PD-nim, non importa. Non è così grave, mi ha fatto nulla. È colpa mia in realtà, ho esagerato, avrei reagito anche io come lei. Sono sicuro che non ricapiterà.- intervenne il ragazzo in questione per cercare di salvare la situazione ormai disperata in cui si era cacciata la giovane.
-Non ammetto comportamenti simili, Namjoon.-
-Le ripeto che non ricapiterà, non è quel tipo di ragazza, sono stato io a provocarla e chiedo scusa.-
-Che non ricapiti mai più una cosa del genere, neanche lontanamente. Ricordalo bene.- concluse Bang Si Hyuk rivolgendosi per l’ultima volta a Roberta che annuì; infine, ordinò alle make-up artists di coprire il rossore che si era formato sulla guancia del ragazzo per il resto delle fotografie che dovevano terminare di scattare.
L’atmosfera cambiò radicalmente; Valentina non rivolse la parola all’amica, se non per chiederle cose strettamente necessarie. Non sapeva la natura della sua azione, ma di certo poteva sbrigarsela in maniera diversa, invece doveva sempre agire in maniera impulsiva, pensò.
In realtà nessuno le rivolse la parola fino al termine dello shooting, erano tutti troppo sorpresi. Era stato così scioccante?
Roberta si sentiva come il mostro che aveva attaccato il povero cittadino indifeso, ma non si pentiva minimamente di ciò che aveva fatto. Come osava prenderla in giro in quel modo? Non lo sopportava. Però doveva ringraziarlo per averla “salvata” da un licenziamento certo, ma lo avrebbe fatto a modo suo, di certo non davanti a tutti dopo averlo malmenato.


◇◆◇◆◇◆


Arrivarono all’albergo quando ormai il sole era tramontato, erano tutti sfiniti; si rifugiarono senza esitazione ognuno nella propria camera.
Le due amiche, una volta entrate all’interno della loro stanza si guardarono, la minore sapeva che stava per ricevere una sfuriata da parte dell’amica. Glielo si leggeva in faccia che era arrabbiata.
-Adesso tu mi dici per quale assurdo motivo ti è venuto in mente di dare uno schiaffo ad un idol di fronte a tutto il suo staff ed i suoi membri. E sappi che se la motivazione non è valida, ti faccio davvero male.- annunciò con finta calma, pronunciando le ultime parole a denti stretti, come a voler trattenere tutta la rabbia.
-Mi ha trascinato con sé così a caso ed ha iniziato ad accusarmi di parlare troppo con Jimin e Hobi e ha iniziato ad offendermi e poi mentre io gliene stavo dicendo di tutti i colori mi ha baciato senza chiedere niente a nessuno e mi ha pure presa in giro lasciandomi là come una cretina!- spiegò tutto d’un fiato e con voce strozzata dalle lacrime, scoppiando a piangere appena terminato, non sopportando più quella situazione. Si era trattenuta per tutto il resto della giornata mostrandosi forte e fingendo che non le importasse, ma dentro si sentiva malissimo. Era diventato il soggetto dei pettegolezzi dei membri dello staff, i ragazzi ora la disprezzavano e come se non bastasse, la sua migliore amica l’aveva ignorata.
Valentina non disse altro, si limitò ad abbracciarla. Rimasero avvinghiate per qualche minuto, Roberta si asciugò gli occhi e una alla volta andarono a farsi una doccia per poi prepararsi per andare a dormire.
Dopo che entrambe furono a letto, nessuna delle due riuscì a prendere sonno; si girarono e rigirarono tra le lenzuola, ma niente da fare.
Ad un tratto la maggiore annunciò di voler scendere al piano inferiore per vedere nell’area ristoro se si potesse prendere qualcosa.
Una volta scesa, con sua sorpresa, trovò qualcuno seduto su una sedia con una tazza tra le mani che fissava il vuoto; questa persona non si accorse minimamente della presenza della giovane che gli si avvicinò curiosa.
-Nemmeno tu riesci a dormire?- chiese, facendolo sussultare dalla sorpresa.
-Non ti avevo sentito. Comunque no, non riesco a dormire. Neanche tu, a quanto vedo.- rispose Namjoon guardando la ragazza che si accomodò di fronte a lui.
-Troppi pensieri per la testa? A proposito, volevo ringraziarti per aver salvato il culo ad entrambe.- disse la mora, guardandolo seria.
-Mh. Non mi sarei mai aspettato di essere schiaffeggiato da una ragazza. E che schiaffo! È piccoletta, ma ha le mani pesanti!-
-Già! Soprattutto se le fanno girare le palle.- rivelò, rivolgendogli un sorriso di sfida che celava un secondo significato che l’altro colse al volo, cambiando espressione, da divertita divenne seria. -Va be’, io torno in camera eh, ti lascio solo a contemplare il vuoto. Buona notte!- continuò alzandosi e dirigendosi verso le scale.
-Buona notte.-
-Ah, un’ultima cosa. Mi è venuto in mente ora, avrei dovuto chiedertelo prima…ma come hai fatto a sapere che quella sera non eravamo in camera? E come hai avuto il mio numero?- domandò perplessa all’improvviso, riferendosi all’accaduto della discoteca.
-Ah, quello. Ero venuto a cercarvi per una cosa di lavoro. Quando ho visto che non rispondevate ho semplicemente preso il tuo numero dai documenti che avete firmato quando avete accettato il lavoro. Semplice.- spiegò Namjoon scocciato.
L’altra annuì solamente, tornando sui suoi passi.
Una volta salita di nuovo nella sua stanza, si accorse che l’amica era ancora sveglia.
-Guarda che ora è di sotto da solo, dice di non riuscire a dormire.- la informò, tornando a letto e cercando di svuotare la mente per riuscire a prendere sonno.
Roberta, dopo aver udito le sue parole, si precipitò di sotto. Era la sua occasione per ringraziarlo, pensò. Si diede una veloce occhiata allo specchio prima di dirigersi definitivamente al piano inferiore, dove trovò Namjoon con una tazza tra le mani e la testa poggiata sul tavolo, rivolta dal lato opposto al suo.
-Che fai, dormi qui?- chiese ironica, cercando di attirare la sua attenzione. Il ragazzo alzò subito la testa non appena quella voce riecheggiò nelle sue orecchie.
-Tu che ci fai qui?-
-Non riesco a dormire, problemi?-
-Non iniziare.- disse stufo, guardandola con occhi imploranti, non voleva cominciare un’altra discussione.
-Ma non voglio iniziare nulla. Posso sedermi?- domandò, indicando la sedia accanto al ragazzo.
-Prego.-
-Be’, ad essere sincera sono venuta per ringraziarti di averci aiutate. Però sappi che non mi pento di aver fatto quello che ho fatto. Te lo sei meritato.- dichiarò seria, guardandolo negli occhi.
-Nemmeno io mi pento di quello che ho fatto.- rivelò lui con un tono di voce più basso e deciso, fissandola di rimando; questo bastò a farle andare il cervello in tilt. La ragazza abbassò lo sguardo, non riuscendo a sostenere oltre  quello dell’altro. Il suo cuore iniziò ad accelerare pericolosamente, sentì le guance andarle a fuoco.
-N-non azzardarti mai più!- lo avvertì, risultando poco credibile a causa della sua voce che tremava dal nervosismo. Namjoon se ne accorse e portò la cosa a suo vantaggio.
-Altrimenti? Mi becco un altro schiaffo?- chiese, prendendola in giro ed avvicinandosi al suo viso ancora una volta, fissandole le labbra e sorridendo malizioso. La giovane sgranò gli occhi e scattò in piedi come una molla. Ormai il suono della voce di quel ragazzo era diventato così piacevole all’udito che la faceva impazzire. Che le stava capitando?
-Esatto!- esclamò imbarazzata e scappò via, tornando nella sua camera, sotto lo sguardo divertito di Namjoon.
   
 
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