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Autore: sheslola92    21/06/2017    0 recensioni
Lola e Luke sono sorella e fratello e sono stati abbandonati dal padre quando avevano solo 13 e 18 anni. Luke ha fatto da padre a Lola, cercando sempre di proteggerla da ogni altro tipo di sofferenza, soprattutto in amore. Ma dieci anni dopo quando Lola incontra Robert, un amico di Luke, la relazione tra Lola e Luke verrà messa a dura prova. Cosa sceglierà Lola? Amore o famiglia? E riuscirà Luke a mettere da parte il ruolo di padre di cui si è fatto carico e lasciare che Lola sia felice?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La sveglia cominciò a suonare insistente scandendo il ritmo di una nuova giornata. Lola la cercò a tastoni sul comodino a fianco del letto e la spense. Si alzò e si diresse in bagno. Dopo essersi fatta una doccia rinfrescante per cercare di svegliarsi meglio e togliere il sudore della notte, si vestì con i suoi shorts di jeans preferiti, una canotta blu oceano, raccolse i capelli in una coda di cavallo e scese in cucina. La mamma era seduta al tavolo mentre si gustava il suo caffè mattutino accompagnato da una fetta biscottata, Luke si stava mangiando una brioche mentre chiacchierava con Robbie che stava sorseggiando una spremuta d'arancia. «Buongiorno a tutti.» salutò Lola entrando nella stanza. Dopo un coro di buongiorno si mise a preparare il suo caffè-latte e si unì al resto della ciurma al tavolo. «Bene qual'è il vostro programma oggi?» chiese la mamma ai due ragazzi intenti in un discorso fitto tra di loro. «Io ho intenzione di tornare subito al lavoro. MI hanno tenuto il posto mentre ero via e non vorrei approfittarne standomene ancora a casa.» spiegò Luke alla madre. «Io Mary comincerò a consegnare in giro un po' di curriculum, vediamo come andrà.» annunciò Robbie. «Benissimo, due ragazzi con la testa sulle spalle. Così mi piacete.» sorrise la mamma. «Io vado a lavorare e torno stasera verso le 19. Lola tu vai in università giusto?» continuò rivolgendosi alla figlia. «Si, credo che andrò a studiare in università. Poi forse torno nel pomeriggio a casa.» mentì Lola sentendo una fitta al cuore come tutte le altre volte che lo aveva fatto. Era da mesi che andava avanti questa situazione, Lola faceva finta di andare in università mentendo alla madre e la madre ignara di tutto era solo orgogliosa della figlia. A Lola si spezzava il cuore. Se c'era una cosa che odiava più di ogni altra cosa al mondo era mentire ed era costretta a farlo proprio con la persona che più amava al mondo. Ma purtroppo ammettere la verità era ancora più doloroso. Ammettere ad alta voce che da mesi si era buttata sul lavoro per non affrontare il fatto che non riusciva più a dare un esame, era una cosa fuori discussione. Sapeva quanto la madre ci tenesse al dare esami ed ottenere ottimi voti ed era sicura che svelare il suo segreto avrebbe allontanato la madre, aveva paura di essere una totale delusione. Così aveva imparato ad indossare il suo migliore sorriso e nascondere l'uragano che aveva dentro. Ormai era fin troppo brava a farlo che a volte anche lei stessa credeva che tutto stava andando perfettamente, che lei stava bene. Era così immersa nei suoi pensieri che non si era accorta della madre che si alzò dal tavolo salutando i tre ragazzi e andare via dando appuntamento per quella sera a cena. «Bene sorellina, ci vediamo stasera. Io accompagno Robbie in centro e poi vado al lavoro. Vuoi un passaggio in università?» si informò Luke. «No grazie, prendo il motorino.» rispose automaticamente Lola.«Ok, a stasera allora.» Luke le scoccò un bacio sulla fronte ed uscì dalla cucina. «Buona fortuna per la tua ricerca.» si rivolse Lola a Robbie. «Credo proprio di averne molto bisogno.» commentò il ragazzo. «Nha non credo, sei sicuramente bravo in ogni cosa. troverai subito qualcosa.» rispose sicura Lola. «Bhe grazie per la fiducia.» - «Figurati.» Lola lo fissò in attesa che dicesse altro ma Robbie rimase lì a fissarla con un sorriso sghembo da lasciarla senza fiato e due pietre preziose al posto degli occhi. Era davvero il più bel ragazzo che avesse mai visto in vita sua. Dopo quelli che sembrarono minuti Luke urlò dal piano di sopra «Rob sei pronto? Sto andando io.» Robbie sembrò rendersi conto all'improvviso che era rimasto fermo fino a quel momento. «Si arrivo.» rispose rivolto a Luke, poi guardando Lola «A stasera.» - «A stasera.»

 

Il motorino sfrecciava veloce tra le vie della piccola città che si stava ancora svegliando. Le strade erano piene di macchine come ogni mattino della settimana ma Lola riusciva ad evitarsi il traffico grazie al suo non troppo nuovo motorino. Quando arrivò in negozio, lasciò il motorino nel parcheggio ed entrò. «Buongiorno Lola, come va stamattina?» la salutò con un sorriso la proprietaria Lilian. «Benissimo Lilian, come sempre. Cosa c'è da fare oggi?» - «E' arrivato il nuovo libro di Stephen King, ti spiace sistemarlo negli scaffali in fondo a destra?» - «Ma certamente Lilian, ci penso io.» Lola prese i due scatoloni e si posizionò in fondo al negozio a sistemare i libri. Lavorare in libreria era davvero fantastico, soprattutto per una come lei che amava leggere più di ogni altra cosa. Aveva l'opportunità di dare un'occhiata a libri appena usciti e a volte anche in anteprima e quando c'era poca gente aveva il permesso di leggere qualsiasi libro volesse. A volte i libri che più amava poteva portarseli a casa. Lilian era davvero una proprietaria magnifica ed una persona gentile e disponibile. «Lola se non ti spiace io avrei delle cose da fare in ufficio, fornitori da chiamare. Ci pensi tu al negozio?» - «Si certo, non ti preoccupare.» la tranquillizzò Lola. Sentì una porta chiudersi e seppe che Lilian era appena entrata in ufficio. Continuò a sistemare i libri e quando ebbe finito prese "Orgoglio e Pregiudizio", uno dei suoi libri preferiti, e si sedette sullo sgabello dietro alla cassa in attesa di qualche cliente. Mentre era immersa nella sua lettura, completamente presa dalle vicende di Elizabeth e il signor Darcy, entrarono un paio di clienti. «Se avete bisogno di aiuto non esitate a chiedere.» sorrise gentile Lola alzando la testa dal suo libro e mettendolo da parte. I clienti sorrisero e le promisero che in caso l'avrebbero chiamata e cominciarono a frugare tra i vari scaffali di libri. Poco dopo sentì la porta aprirsi nuovamente e fece per ripetere la stessa frase ma le parole si bloccarono in gola. Un ragazzo dai riccioli castani era appena entrato in negozio e si stava dirigendo proprio verso di lei. Lola pensò di nascondersi ma ovviamente non poteva ed in ogni caso non c'era via di scampo, senza contare che scappando avrebbe perso il lavoro e lei nei aveva bisogno. Così guardò Robbie avvicinarsi pronta ad affrontare il suo destino. «Hey Lola, non sapevo lavorassi qui.»sorrise Robbie sorpreso. «Si è da un anno e mezzo che ci lavoro.» rispose tesa Lola. «Non ti dispiace se lascio il curriculum?» chiese Robbie. «Ma no figurati, lasciamelo pure che lo consegno alla proprietaria.» Robbie le porse il suo curriculum. «Grazie mille.» Lola lo prese e si affrettò ad aggiungere «Ascolta non dovrei essere qui. Nessuno lo sa. Potresti...» non fece tempo a finire la frase che Robbie le prese la mano «Non devi spiegarmi nulla. Ognuno ha i suoi segreti e non sarò certo io dire qualcosa.» sorrise incoraggiante il ragazzo. «Grazie, davvero significa molto per me.» - «Non ti preoccupare, lo faresti anche tu al mio posto.» ammiccò con fare amichevole. «A più tardi.» - «A dopo Robbie.»

 

Al termine del suo turno volò di filata a casa. Dopo essersi rinfrescata velocemente scese in cucina e si mise a preparare un piatto di pasta. La casa era deserta, sua madre e suo fratello non sarebbero tornati fino a sera e quindi collegò il suo ipod alle casse e fece partire la sua playlist. Mentre cucinava prese a danzare a ritmo di musica spostandosi dal piano di appoggio ed i fornelli e viceversa. «Beccata» annunciò una voce all'improvviso. Lola saltò per lo spaventò. «Cavolo Robbie mi hai spaventata.» - «Scusa ma era davvero impagabile la scena. Hai del talento però.» rise il ragazzo. «Ma smettila. Se lo dici a qualcuno di ammazzo.» - «E a chi lo dovrei dire?» chiese curioso. «Ecco bravo, nessuno. Piuttosto hai fame? Sto preparando della pasta.» chiese Lola al ragazzo che ancora rideva sotto i baffi. «Si un po' ma non ti preoccupare, posso fare io. Ti aiuto.» «Solo se vai anche tu a tempo di musica.» lo invitò Lola. Robbie rise e cominciò a dirigersi verso i fornelli a passi di moonwalk suscitando grandi risate in Lola. «Ok assunto.» - «Grande. Magari abbiamo un futuro insieme. Potremmo aprire un ristodance.» - «Cioè?» - «Un ristorante dove tutti ballano. Camerieri, chef, clienti. » - «Voglio i diritti per l'idea originale però.» -«Ma certamente capo.» rise Robbie strizzando l'occhio.

 

Quando la pasta fu pronta si sedettero fianco a fianco sul divano mentre la televisione era accesa su uno di quei programmi di cucina che fanno tutti i giorni. «Se vuoi puoi parlarmene.» disse Robbie all'improvviso. «Di cosa scusa?» chiese Lola confusa. «DI oggi, di quello che non devo dire a nessuno.» «Oh. A dire la verità non c'è molto da dire.» Robbie era in silenzio, la fissava intensamente forse aspettando un continuo. «Credo di aver perso la via. Sai quando ho iniziato l'università avevo tutti i miei giusti motivi per farlo. Non vedevo l'ora. Ero decisa e motivata e piena di forze. Ora non riesco a fare nulla, più studio più le cose non le so. Più ci metto anima e corpo più le cose mi vanno male. Sono arrivata al punto di chiedermi se era meglio abbandonare ma non potrei mai farlo. Deluderei mia mamma, le spezzerei il cuore. Senza contare che ha speso dei soldi per me, per la mia educazione ed il minimo che posso fare è mettere a frutto tutto questo. Ma ho continue crisi di panico, ho un rifiuto verso tutto quello che riguarda l'università e più in generale verso lo studio e l'istruzione. Appena qualcuno ne parla vado in crisi. Mi aumenta il battito cardiaco, mi manca il fiato e entro nel panico. Non so forse sono io che non ho spina dorsale. Forse sono solo patetica. Forse...» - «No non ci pensare nemmeno. Non puoi credere davvero che tu non sia in grado o che tu vali meno di qualsiasi altra persona. Devi solo trovare la forze di fare qualsiasi cosa tu debba fare. Che sia abbandonare o continuare e mettercela tutta per finire. Qualsiasi decisione tu prenda poi ti sentirai sollevata ma devi imparare a credere in te stessa. So cosa vuol dire perdere la fiducia in se stessi e credere che qualsiasi cosa succeda è colpa tua perché non sei abbastanza intelligente, bello, forte, gentile. Devi avere la forza di rialzarti in piedi e finire quello che hai iniziato. E' normale a volte perdere la via. L'importante è saperla ritrovare.» Robbie la stava guardando con intensità, ci credeva davvero nelle parole che aveva detto. Non erano solo parte di quelle cose che la gente dice per farti stare meglio quando in realtà nemmeno ci crede. Erano parole sentite nel profondo e Lola non poté fare a meno di chiedersi cosa mai nel mondo lo avesse mai fatto dubitare di se stesso. Sembrava uno di quei ragazzi che ha sempre tutto sotto controllo, con fiducia da vendere ma qualcosa era arrivato a farlo dubitare. Si sentì improvvisamente meno sola. Si sentì compresa per la prima volta in vita sua. «Ci credi davvero in quello che hai detto.» Non era una domanda, era una semplice constatazione. «Certo. Perché?» - «No niente è che a volte è difficile trovare qualcuno che ti ascolti davvero e che capisca appieno quello che stai dicendo. E' che mi sono sentita così sola. Sono il tipo di ragazza che non si apre con nessuno. Credo che nemmeno i miei amici sappiano cosa sto passando. Forse non ci crederai dato che ne sto parlando con te che ti conosco da due giorni ma è così.» - «Sono felice di essere degno della tua fiducia e che tu sia in grado di aprirti con me. Non fa bene tenersi tutto dentro.» - «No per niente.» concluse Lola. Il volto di Lola cominciò a rigarsi di piccole lacrime salate, forse per il senso di libertà dovuto all'avere pronunciato quelle parole ad alta voce, o forse perché era troppo stanca di indossare una maschera o forse per mille altri motivi. Robbie se ne accorse e senza pensarci due volte le mise un braccio intorno alle spalle e Lola si appoggiò sul suo petto continuando a piangere. Robbie continuava a stringerla e ad accarezzarle la schiena. Era una sensazione stupenda. Liberatoria. A volte un abbraccio vale più di mille parole. E' un modo per dire: io ci sono, su di me puoi contare, non devi affrontare tutto da sola. E Lola ci credette a quelle parole non dette. Qualcosa in Robbie la portava ad aprirsi come mai aveva fatto in vita sua. Qualcosa la portava a fidarsi. Lola alzò la testa dal petto di Robbie e fissò il ragazzo. «Grazie e scusami se sono crollata così all'improvviso.» - «Non ti devi mai scusare con me.» rispose asciugandole con un dito una lacrima che scendeva insistente sul suo volto. I loro volti erano vicinissimi ed il cuore di Lola cominciò a rendersi conto dell'intimità raggiunta e iniziò a battere così forte che Lola si chiese se per caso stesse per uscirle dal petto. Robbie prese ad accarezzarle i capelli ed ad ogni suo tocco il corpo di Lola fu percorso da piacevoli brividi. «Ti senti meglio?» domandò serio Robbie - «Si grazie, davvero molto meglio.» Ed era vero. Molte volte quando la gente ti chiede come stai non vuole sapere davvero la risposta ma con Robbie era tutto diverso. Gli interessava sapere davvero come stava e Lola per la prima volta rispose sinceramente. All'improvviso squillò un cellulare. «E' il mio.» rispose controvoglia Lola. «Pronto Charlotte? Ehi si tutto bene. Tu?» dall'altro capo del telefono la voce della sua amica arrivava forte e chiara «Oh sisi certo. Senti stasera usci? Siamo io, te, Stephanie, Mathias, Matt e Ricky. Andiamo a ballare al Share, ti va?» Charlotte era sempre piena di energia, anche quando parlava lasciava poco spazio agli altri ma non poteva farci niente, era fatta così. «Si certo, mi ci vuole una serata fuori. A che ora?» - «Ti passo a prendere per le 23 va bene?» - «Benissimo, a stasera allora.» - «A stasera.» chiuse la chiamata e appoggiò il telefono al tavolino di fronte al divano. «Serata fuori?» chiese Robbie che era rimasto ad ascoltare al suo fianco. «Si, ne ho davvero bisogno.» sorrise Lola.

 

Mentre Lola stava cercando di seguire il consiglio di Robbie studiando o almeno provandoci la porta di casa si aprì. «Bene so che vi sono mancato, ma ora sono tornato.» - «Luke a dire la verità io stavo meglio prima.» scherzò Robbie mentre cambiava canale. «Mia sorella è a casa?» - «Si la trovi in cucina.» - «Ciao fratellone.» salutò dall'altra stanza Lola. «Hey. Tutto bene? Da quanto sei a casa?» - «Si tutto bene. Sono tornata poco fa. Sono tornata a mangiare e poi sono andata nuovamente in università. Perché?» mentì Lola alzando la voce così che Robbie sentisse perché già sapeva dove voleva arrivare il fratello. «Mmmm no niente per chiedere.» Le diede un bacio in fronte e tornò dall'amico in salotto. Luke abbassò la voce mentre chiedeva all'amico se avesse passato con Lola tutto il pomeriggio. Ed eccolo lì, l'animo protettivo di Luke nei confronti di Lola. Grazie al cielo Robbie aveva sentito quello che aveva detto Lola perché rispose «Sono tornato a casa a mangiare ma lei stava già uscendo. Poi è arrivata a casa poco fa. Perché?» - «Perché voglio controllare.» rispose Luke serio e stranamente sincero. Lola alzò gli occhi al cielo e tornò su suoi libri mentre nel salotto i due amici stavano decidendo cosa fare quella sera. «Ascolta ho chiamato un paio di miei amici e pensavamo di andare a bere qualcosa qui in zona ti va?» stava dicendo Luke. «Volentieri.» - «Benissimo, così ti faccio conoscere le bellezze della zona.» continuò Luke ridendo con fare di chi la sa lunga; ed a quelle parole Lola provò un moto di gelosia.

   
 
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