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Autore: ugotnojaaams    22/06/2017    0 recensioni
Intelligenza, egoismo, passione, curiosità, narcisismo, fedeltà.
sono caratteristiche che se mescolate insieme possono creare una persona destinata a grandi cose, grandi quanto terribili.
Tutti vorrebbero essere come lei ma nessuno la vede per quello che è. Può allora questa essere chiamata ammirazione? Vengeance pensa di no, questa è paura.
P.S. la storia procede a ritroso, il primo capitolo tratta di quella che potrebbe essere definita una conclusione, e scoprirete man mano le cause delle azioni di cui leggerete.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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30 minuti prima~

 

Vengeance finì di legare il ragazzo all’albero, e proprio in quel momento egli aprì gli occhi.

Ci mise qualche secondo a capire di essere in pericolo e altri ancora per riconoscere la ragazza che gli stava accovacciata davanti.

-Veng…-

Mormorò il ragazzo con la gola secca

-sssh-

Vengeance si portò un dito alle labbra per intimargli  di fare silenzio.

Non aveva bisogno di coprirgli la bocca, non avrebbe urlato, non ancora, stava ancora cercando di comprendere la situazione e nella sua testa lei era ancora un’amica.

L’albina si infilò i guanti rossi scarlatto, rimanendo a fissarli per un momento; il colore rosso l’aveva sempre affascinata, tutti lo associavano alla rabbia o alla passione, ma la verità era che ogni sfumatura trasmetteva un’emozione diversa, una sensazione differente, e a lei piacevano tutte; lo scarlatto però era il più interessante, quello che più la intrigava, seduceva i suoi occhi come solo poche cose sapevano fare.

Si avvicinò al giovane e si accorse che la luce nei suoi occhi era cambiata, da curiosa a spaventata.

-hai paura?-

Vengy accarezzò con il dito indice lo zigomo  sinistro

-Fai bene ad averne…mi piace leggere il terrore nel tuo sguardo-

il sedicenne aprì la bocca per parlare, ma dalla sua gola non uscì altro che un rantolo.

La ragazza estrasse un pugnale, rise rise quando lo vide agitarsi cercando di liberarsi.

-Non ti ucciderò…non con questo-

Il riso si trasformò in un ghigno, Vengy posò la lama fredda sulla pelle dell’adolescente e la fece scivolare verso il gomito, sul lato dell’avambraccio la pelle dorata si squarciò, creando un taglio superficiale dal quale il sangue usciva copioso, rosso vivido, caldo; Vengeance si riscosse e si concentrò sui gemiti di dolore del giovane, gli sorrise accondiscendente, come una mamma che osserva improprio bambino fare i capricci per qualcosa che non potrà mai avere, nel caso dello sfortunato la libertà.

Gli procurò la stessa identica ferita sull’altro braccio, questa volta la vittima cacciò un urlo piuttosto forte, e la ragazza lo mise immediatamente a tacere, fu il come lo mise a tacere a sorprendere il sedicenne tanto quanto fu sorpreso di svegliarsi in quel luogo: lei lo baciò.

Fu un  bacio dolce, leggero e triste, ma deciso, abbastanza da non permettergli di ritrarsi, ma lui non pensò nemmeno di provarci; mentre le loro bocche si cercavano a vicenda, Vengeance alzò il coltello e creò un altro minuscolo taglio dal quale solo qualche rivolo di sangue fuoriuscì.

Il bacio lasciò una strana sensazione ad entrambi, Vengy osservò il sedicenne con sguardo vacuo prima di avvicinare a se il borsone e scuotere la testa, gli occhi tornarono freddi come poco prima, pronti a trafiggere qualunque cosa e chiunque; dal borsone estrasse un biberon colmo di una sostanza trasparente, la quale il ragazzo avrebbe affermato essere acqua se solo pensarlo non fosse stato da ingenuo.

gli sorrise perversamente e avvicinò il contenitore alle sua bocca

-forza, bevi, da bravo bimbo-

Fissò lo sguardo nel suo e vi lesse l’orrore che provava misto a qualcosa che non sapeva identificare; dopo aver vuotato l’intero contenuto del biberon si sedette a gambe incrociate senza spezzare il loro contatto visivo. Amava leggere le persone, per lei erano come libri aperti, riusciva capire i loro pensieri grazie ad un solo sguardo.

in quel momento il ragazzo si era arreso alla più completa disperazione, la paura era diventata rassegnazione.

-perché?- 

Chiese lui con la bocca impastata

-perché cosa?-

-perché lo fai?-

Vengy alzò le spalle

-deve esserci un motivo?-

aggiunse poco dopo

-certo…tu non puoi essere impazzita così all’improvviso-

-sai di star per morire, a cosa ti serve il resto?-

Silenzio

-e tanto per la precisione non sono pazza, sono sociopatica-

Ancora silenzio

-perché lo fai?-

ripeté il ragazzo con voce più risoluta

-vedo che persisti…-

La giovane abbassò lo sguardo sulle proprie mani, per poi rialzarlo subito dopo

-me lo devi, mi hai tradito…pensavo fossimo amici-

L’albina non rispose

-perché?-

Di nuovo.

Passarono 3 minuti prima che la voce di Vengenance tornasse a farsi sentire

-Perché ti amo-

Un sorriso dolce si insinuò sulle sue labbra e gli occhi si fecero freddi e pericolosi, creando così uno sguardo psicopatico da far accapponare la pelle.

Quello sguardo fu l’ultima cosa che il poverino vide prima di accasciarsi a terra, per quel che la corda permetteva al suo corpo inerme.

   
 
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