Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Sebbyno    22/06/2017    0 recensioni
Non ho modo di scriverti, né di spedirti niente che non sia il mio pensiero. Spero che possa arrivarti, non so come, non so proprio come, ma spero arrivi, perché ho bisogno che tu sappia che sono vivo, e che se lo sono, è perché ci sei tu che esisti in quella scuola coi miei studenti.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Erwin Smith, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Oggi sono entrato nella tua classe; ho immaginato il tuo viso voltarsi e chiamarmi per nome con quella tua pronuncia così diversa.
Che buffo. Passo ancora a trovarti, e so che niente di te e dei tuoi effetti è stato lasciato, eppure continuo a farlo: tutti i giorni, da quando te ne sei andato. 
Ciò che è rimasto è un vuoto insensato che non so colmare.
Che mondo stupido è un mondo in cui non posso parlarti. Odio essere tedesco: è la cosa che più odio di tutto questo.
Non credere che sia facile, Levi. Non pensare che sia semplice vivere in questo posto, insegnare ad innalzare la mano in nome del Führer e tenere la destra sul petto in onore di una Germania che non riconosco.
Ogni cosa mi è diventata insopportabile e orrenda alla vista, ad iniziare dai nostri colleghi, che reputavo amici, e invece non sono altro che codardi. Ieri Winston ha venduto una famiglia di zingari per quattro reichsmark, oggi Rausch ha parlato di un certo ebreo nel suo casato. La paura li sta spogliando in vili figure senza spina.
Detesto che abbia condiviso con loro le mie giornate, i pasti, il mio tempo.
Avrei dovuto odiarli quanto tu disgustavi noi altri, e oggi sono certo di ripugnarli altrettanto, se non di più, perché mi erano amici.
Ho smesso di condividere i miei pensieri e le mie parole, tutto ciò che va all'esterno sono le mie lezioni agli studenti... ma non mi soddisfa neppure più quello. Racconto una marea di bugie e molte cose sono forzate per non insegnare il falso.
Ho come la sensazione di essere osservato in ogni dove. Quei maledetti nazisti hanno mani e orecchie e ovunque, talvolta non riesco neppure a pensare, a pensarti, e questa cosa mi fa impazzire, perché non posso non rivolgerti la parola almeno una volta al giorno, almeno nella mia mente, voglio che tu resti.
Da quella nessuno può rubarti; ti hanno portato lontano, e non so dove. Probabilmente non ti rivedrò mai più, e inorridisco al solo pensiero, ma da qui dentro, dove posso ancora immaginarti appoggiato a quella scrivania, nessuno può trascinarti via.
L'immaginazione è tutto ciò che ci resta, ma anche l'amore... anche l'amore.
  
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