Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Calowphie    22/06/2017    4 recensioni
Raccolta di storie a tema "BTS x reader".
Ogni componente avrà una storia a se, con vari problemi e aspettative che renderanno il tutto un po' più romantico.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il blu scuro della sera era illuminato solo dalle piccole luci delle stelle che dominavano il cielo limpido: la luna di tre quarti dava il meglio di se nel mostrare tutta la sua luce riflessa che, a poco a poco, veniva coperta da una nuvola solitaria che per caso aveva deciso di passare di li.
Più in basso nel grande condominio beige circondato da un grosso giardino, solo le luci di alcuni appartamenti erano ancora accese mentre le altre erano già andate a riposare come i propri proprietari; tra questi vi era l’appartamento di Seokjin in cui l’unica luce accesa era quella della cucina in cui il ragazzo, aveva deciso di farsi una ciotola di pop-corn prima di iniziare a godersi il film che trasmettevano alla televisione.
Non appena il campanello di avviso del microonde squillò, il ragazzo appoggiò il telefono che aveva in mano sul tavolo della cucina e si diresse a prendere la busta di mais scoppiato che tanto bramava: “ah, scotta” urlò aprendo in fretta la busta e versando il contenuto in una grossa ciotola trasparente; si soffiò delicatamente le punte delle dita arrossate non appena buttò l’involucro vuoto, riprendendo poi con una mano il cellulare e con l’altra il contenitore.
Si accomodò con un sonoro tonfo sul divano appoggiando la ciotola accanto a lui iniziando a mangiucchiare qualche pop-corn malgrado la pubblicità non dava la possibilità al film di iniziare; osservava ogni cinque minuti il telefono che aveva accantonato non poco distante da lui come se aspettasse un messaggio o una telefonata importante sapendo bene che nessuna di queste cose sarebbe avvenuta dalla persona a cui lui tanto sperava: finalmente il film stava iniziando così Jin, notando la luce della cucina ancora accesa, corse a spegnerla e per poco non inciampava sul suo stesso piede in modo che, nel condominio, ormai quasi tutto spento, solo la luce offuscata dalle tende della sala dei sui vicini di casa potesse renderlo ancora vivo.
 
 


Era giunto ormai il momento di massima tensione della proiezione e, i pop-corn di poco prima, erano ormai tutti finiti malgrado il ragazzo cercasse disperatamente con la mano, di prenderne altri scavando sul fondo: un urlo della protagonista e il campanello di casa fecero spaventare e saltare dal divano il povero ragazzo che era stato così preso dal film da non accorgersi delle numerose chiamate perse non sentite a causa della mancanza della rumorosa suoneria del suo telefono.

Ancora un po’ stordito dalla situazione, abbassò il volume del televisore allungandosi poi verso il telefono osservano che ore fossero: 23:00: “ chi può essere a quest’ora?” si domanda ad alta voce  inforcandosi meglio gli occhiali tondi che gli hanno permesso di guardare comodamente il film senza strizzare gli occhi; camminò verso la porta di casa dato l’incessante tintinnare del campanello che tanto lo stava infastidendo, osservò dallo spioncino chi fosse e una donna bassa e dall’aria preoccupata scrutava il buio della notte e insistentemente chiedeva aiuto al ragazzo.

Prontamente Jin aprì la porta salutando cordialmente la donna, non che sua vicina di casa, con un benevolo inchino: “ Seokjin,T/N non è ancora tornata a casa, per caso è venuta da te e si è addormentata sul divano come faceva da piccola?” domandò la donna sfregandosi le mani rugose una con l’altra e, di tanto in tanto, cercava di mettersi apposto i capelli raccolti in una coda folta: “ no signora non è qua” rispose il ragazzo il quale invitò la donna ad entrare in moda da poterla calmare con una tazza di thè caldo: una bevanda calda in una giornata d’estate non sarebbe stata l’ideale per nessuno, ma era l’unico modo che Jin conosceva per far tranquillizzare anche l’animo più irrequieto.

Una volta fatta accomodare la signora su una sedia della cucina, quella iniziò a sventolarsi con la mano cercando di allontanare il caldo e la preoccupazione che la contraddistingueva in quel momento: immediatamente il ragazzo si avvicinò al fornello scaldando, in un pentolino, dell’acqua che poco dopo versò in una tazza in modo che, il filtro del thè, potesse rilasciare il suo infuso. Allungò la scodella verso la donna assicurandosi di informala sul calore del contenuto: “ beva e si calmi. A che ora doveva essere a casa T/N?”  chiese lui accomodandosi dalla parte opposta del tavolo in modo da porsi davanti alla donna: “ doveva essere a casa due ore fa, ho provato a chiamarla più volte ma non ho avuto mai risposta” ammise dopo avere bevuto un grande sorso dalla tazza osservando, dritto negli occhi, il moro cercando un suo aiuto.

Seokjin non sapeva come comportarsi: la sua vicina di casa sin, da quando erano bambini, era sparita chissà dove e non avevano modo per poterla rintracciare: “ Jin potresti andarla a cercare” lo incitò la sua coscienza mentre accarezzava in modo rassicurante la schiena della donna che aveva iniziato a singhiozzare: “ inizierò a cercarla per il quartiere, signora. Lei vada a casa e ci aspetti lì: tornerò a casa con sua figlia in un batter d’occhio” ammise sorridendole candidamente sottolineando le sue guance leggermente paffute facendo sbucare, ai lati della bocca, due piccole fossette che rendevano il suo sorriso più dolce.

Il ragazzo riaccompagnò la donna a casa assicurandole nuovamente di stare tranquilla e di riposarsi sul divano, che la figlia sarebbe stata riportata a casa da lui molto presto. Il moro tornò velocemente nel suo appartamento, spalancando la porta d’entrata non avendo l’accortezza di chiuderla, prendendo in mano il telefono e iniziando a chiamare la migliore amica di T/N sperando che almeno lei sapesse qualcosa: “ mi dispiace Jin non so nulla. Mi ha scritto oggi pomeriggio dicendomi che si annoiava al lavoro e nulla più” affermò ricevendo un semplice e flebile grazie da parte del ragazzo che riagganciò digrignando leggermente i denti: “ dove diavolo sei finita” borbottò tirando un lungo respiro di disperazione.

Prese in fretta le chiavi di casa poste accanto all’entrata su un piccolo mobiletto color legno,ed uscì di lì veloce come un fulmine, chiudendosi alle spalle la grande porta che racchiudeva mille e più ricordi della sua infanzia passata con lei
 



“Jin non correre per casa che ti farai male” urlava la madre del ragazzo che, divertita e felice, lo osservava giocare contento con la sua migliore amica: “ tanto non mi prendi” urlava lei girando per l’ennesima volta attorno al divano color panna che dominava la stanza: un sorrisetto beffardo apparve sul volto del bambino, che iniziò a correre dalla parte opposta a quella della bambina in modo da prenderla alla sprovvista. Un urlo improvviso di lei fece divertire Jin che allargò le braccia e le si scaraventò contro abbracciandola senza farla scappare più: “ ti ho preso” affermò alzando la testa verso l’alto vittorioso: “ non se io scappo facendoti i solletichi” affermò lei, iniziando  a muovere le piccole mani lungo i fianchi dell’amico che in poco tempo cedette lasciandola libera: “ T/N è ora di andare a casa” affermò la madre di lei che ricevette in tutta risposa un faccia triste e sconsolata: “ma mamma, ancora cinque minuti” cantilenò la bambina congiungendo le mani pregando la donna: “ papà sta tornando a casa e ho bisogno del tuo aiuto per preparare la cena, è ora di andare” rispose bonariamente la donna: “ se vuoi Jin può venire a giocare da noi domani” concluse sorridendo ai due bambini che si guardarono inizialmente straniti per poi lanciarsi dei grossi sorrisi.
 



“Muoviti e rispondimi maledizione” imprecava per le strade il ragazzo che correva da tutte le parti alla ricerca della sua amica, la quale non faceva altro che aggravare la sua ansia se continuava a non dare segni della sua vita; Seokjin iniziò a perlustrare ogni luogo frequentato spesso dalla ragazza: partendo dal bar sotto casa fino ad arrivare nel parco giochi del quartiere dove spesso le piaceva andare per ritrovare la pace con se stessa; solo il ragazzo era a conoscenza dell’importanza di quel posto, nemmeno i suoi genitori sapevano come mai le piacesse tanto.

 Non aveva nulla di speciale: due altalene arrugginite erano poste alla destra dell’entrata e proprio accanto uno scivolo di plastica colorata le faceva compagnia, una bassa staccionata circondava il luogo e una sabbionaia quadrata in legno con dentro dei giocattoli, si trovava nell’angolo opposto alle altalene: un unico lampione lo illuminava rendendolo più suggestivo. Con il fiatone, Jin arrivò di corsa anche lì, appoggiandosi al lampione per riprendere fiato e togliere qualche gocciolina di sudore dalla fronte: per l’ennesima volta prese il cellulare in mano, sbloccandolo il più velocemente possibile evitando di soffermarsi sullo sfondo in cui, una foto di loro due sorridenti, lo contraddistingueva; in fretta fece partire la chiamata e dopo vari squilli riattaccò ancora più adirato non ricevendo l’ennesima risposta. Si sedette sfinito sull’altalena più vicina, lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, iniziando a dondolarsi leggermente con le punte dei piedi chiudendo poi gli occhi, cercando di calmarsi prima di incominciare nuovamente la sua ricerca


 

“ KIM SEOKJIN MUOVITI O FACCIAMO TARDI A SCUOLA” urlò la ragazza che correva sul posto davanti all’entrata del parco giochi continuando ad osservare l’orologio da polso: “ arrivo , arrivo: non è colpa mia se devo ripulire i tuoi disastri” affermò lui pulendosi i pantaloni blu della divisa dalla sabbia: “ quello non era un disastro era un bellissimo castello di sabbia” affermò lei ponendo le mani lungo i fianchi: “ andiamo alle medie e ancora ti diverti a giocare con la sabbia” commentò lui rassegnato scavalcando con un balzo la bassa staccionata: “ non c’è un vincolo di età nel giocare con la sabbia” dichiarò seguendo l’amico che, con grandi falcate, era già più avanti di lei: “ aspettami” urlò correndo: “ tu mi hai detto di muovermi perché facciamo tardi se però rimani indietro” la rimbeccò lui osservandola di sbieco con le mani nelle tasche lanciandole un sorrisetto che non fece altro che far battere più forte il cuore di lei: “ facciamo a gara?” domandò allontanando da lei quella sensazione. Senza rispondere il ragazzo iniziò a correre seguito dalla ragazza
 



Al solo ricordo di quella scena un enorme sorriso spuntò spontaneamente sul volto di Jin e un tepore inondò il suo torace facendogli aprire gli occhi ed alzare dalla sua postazione iniziando di nuovo, la sua ricerca disperata: sapeva di amare quella ragazza e non aveva avuto ancora l’occasione di farle sapere ciò che provava e, di certo, non aveva intenzione di perderla; la sua preoccupazione era ormai alle stelle dato che non riusciva a trovarla da nessuna parte: “ e se le fosse capitato qualche incidente? E se ora fosse in ospedale? No.. sicuramente starà bene” questi i mille e più pensieri che passavano per la testa del ragazzo i quali non facevano altro che far aumentare la sua corsa verso il luogo successivo sperando di rivedere il suo sorriso davanti al suo volto, non appena avesse girato l’angolo del successivo incrocio.


 

hei” sussurrò il ragazzo all’amica entrando lentamente nella sua camera bussando piano alla porta ormai già aperta: “ hei” si girò verso di lui lei, facendogli notare il sorriso triste che voleva simulare il suo solito sorriso smagliante e radioso: “ che hai? Oggi ti aspettavo al parco” continuò il moro indicando la direzione del luogo fuori dalla porta: “già, scusa ma non mi sentivo in vena di venire” concluse lei, sorridendo appena, ruotandosi con la sedia girevole verso la sua scrivania, dando le spalle all’amico. Jin aveva capito benissimo cosa era successo e sapeva che doveva fare qualcosa: vederla così triste per colpa di quel ragazzo dai capelli biondi lo rendeva triste anche lui e, senza pensarci troppo, si avvicinò a lei cingendole le spalle con le sue grosse braccia lasciando che lei si beasse della sua tenerezza: “ehi, sai che ora sono di nuovo single” affermò la ragazza rompendo il silenzio, girandosi verso l’amico ricambiando l’abbraccio, facendo sì che potesse sentirsi protetta tra le grosse spalle di lui. Entrambi si sorpresero quando le prime lacrime salate iniziarono a rigarle il viso, tanto che si strinsero nell’abbraccio sentendo come le farfalle nei loro stomaci svolazzassero libere come mai prima d’ora.
 



Il fiatone per la corsa forsennata iniziava a farsi sentire quando Seokjin decise di correre di nuovo a casa per vedere se, magari, fosse tornata mentre lui era in giro: si fermò proprio davanti al cancello del condominio, posizionando le mani sulle ginocchia leggermente piegate abbassando poi la testa, respirando rumorosamente non pensando alle gocce di sudore che rigavano la sua fronte e i lati del viso: “ Jin? Che ci fai lì fuori?” una voce femminile a lui molto famigliare, gli fece esplodere il cuore di gioia tanto che alzò la testa di scatto osservando la figura di lei posta a pochi passi da lui con uno sguardo esterrefatto.

Senza pensare troppo si avvicinò a passo svelto a lei prendendole le spalle con le mani facendo in modo che i loro sguardi si incrociassero: “ ti rendi conti della paura che mi hai messo? Eh?!” iniziò la usa ramanzina parlando velocemente e alzando sempre di più la testa, scuotendo il viso rosso di rabbia a destra e a sinistra non appena giunse alla conclusione: “ non lo fare mai più! E poi perché non hai risposto né a me né a tua madre? Eravamo in pensiero” finì ancora rosso in viso scuotendola leggermente. Lei era scioccata, guardava il ragazzo senza dire nulla e senza battere ciglio: sapeva bene che quando Jin era arrabbiato, bisognava che sbollisse tutta la sua rabbia  prima di poter ragionare con lui: “ Jin so che è tardi ma il mio capo mi ha trattenuto a  lavoro più del dovuto e mentre tornavo a casa c’è stato un incidente quindi il traffico era interminabile. Vi avrei chiamato volentieri se la batteria del mio telefono non si fosse scaricata” spiegò la ragazza calma, sentendo la stretta sulle sue spalle diminuire.

Un grosso respiro di sollievo venne liberato dal ragazzo che abbassò lo sguardo per qualche istate in modo da evitare gli occhi di lei e far calmare il suo cuore: “ sapessi quanto ero preoccupato” affermò poco dopo lanciandole uno sguardo sollevato che non fece altro che aumentarle il battito cardiaco, già irregolare dato l’improvviso abbraccio che Jin aveva deciso di regalarle: “ pensavo ti fosse successo qualcosa, meno male stai bene” ripeté lui continuando a stringerla dolcemente, facendo aumentare gradualmente il rossore sulle sue guance: “ ora andiamo a casa che tua mamma vorrà sapere che sua figlia sta bene” sottolineò il ragazzo staccandosi dall’abbraccio e sorridendole candidamente mostrandole le piccole fossette ai lati delle labbra di cui tanto era innamorata.

Jin l’accompagnò davanti alla porta di casa e le si avvicinò al viso notando come fosse ancora rosso: “ sei imbarazzata per l’abbraccio di prima?” domandò lui pericolosamente vicino alle sue labbra, sottolineando la domanda stuzzicante con uno sguardo furbo e un ghigno sul volto: “ non è per quello è per il caldo” balbettò di rimando lei, allontanando la faccia dell’amico con una mano, pregando al suo cuore di non esplodere: “ e tu come mia mi hai dato quell’abbraccio poco fa?” prese parola la ragazza ponendo ora lui, con le spalle al muro: “ perché sono tuo amico ed ero preoccupato per te” rispose alzando il mento fingendosi arrabbiato, ma il rossore sulla punte delle sue orecchie non potè sfuggire allo sguardo attento di lei: “ grazie” disse solamente, avvicinandosi all’amico e baciandogli la morbida guancia: “ ci sentiamo domani Jin” ammise salutandolo con la mano mentre si dileguava dietro la porta di casa, lasciando che Seokjin sentisse l’urlo felice della madre di lei per poi lasciarsi beare dal calore che la sua guancia emanava, dato dal lieve tocco delle labbra della ragazza. 



























Angolo autrice: 
Eh sono finalmente giunta alla conclusione di questa mia primissima storia su questo fandom! vi chiedo scusa se, spesso,tra un capitolo e l'altro, passava molto tempo ma la scuola e la maturità mi stanno portando mi portano via ogni libertà; però ho cercato, con tutte le mie forze, di pubblicare il più velocemente possibile ( anche perchè mi sono divertita molto a scrivereli). 
Dato che questo è l'ultimo capitolo, io ringrazio tutti coloro che hanno letto questa storia, l'hanno messo tra le preferite/ricordate/sceguite ma soprattutto devo ringraziare coloro che hanno lasciato un piccolo commento sotto questi "shot", e parlo di: Vavi_14, _MartyK_,bridgetvonblanche, _UriNameJungkook_, caterina_211198 e sissiarmywhat  le quali, fedeli a questa sotoria, mi hanno lasciato delle bellissime recensioni ( che sinceramente non mi aspettavo) spronandomi a continuare a scrivere e completare questa raccolta: grazie di cuore per il vostro enorme sostegno. 
Io vi lascio con un tenero buffetto affettuoso a tutti e spero di rivedervi presto, un bacio 
Tati_chan 
  
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