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Autore: Asia Dreamcatcher    24/06/2017    3 recensioni
Johann Schmidt è tornato e con esso le ceneri dell'oscura Hydra, pronta a risorgere.
Ma Teschio Rosso non è solo e Steve Rogers e gli Avengers dovranno vedersela con nuovi nemici. James Barnes sarà costretto, ancora una volta, a lottare contro i propri fantasmi, sperando di non soccombere.
Mentre gli echi di una nuovo guerra risuonano, Captain America e Vedova Nera si ritroveranno ad affrontare una sfida inaspettata, che potrebbe cambiare tutto per sempre.
Terza parte di "Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti"
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti'
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Capitolo Quattordici: A new day has come

What defines us is how well we rise after falling”

~ “Maid in Manhattan”



«Signorina Romanoff, signor Rogers buongiorno!».

La dottoressa Meredith Montgomery li accolse nel suo studio, all'interno di uno dei migliori ospedali specializzati in ostetricia e neonatologia dell'intera East coast. Era una donna alta ed atletica, con i capelli biondo scuro sempre legati in una veloce coda bassa e gli occhi grigio-azzurri seri ma sinceri. Era stata caldamente consigliata da Helen Cho, Meredith Montgomery faceva il suo lavoro con rapidità ed efficienza, raramente si perdeva in convenevoli e prima di tutto si considerava un medico, forse ancora prima di essere donna.

«Lei è Sharon Carter, è una persona fidata» esordì la spia russa presentando l'agente biondo al suo fianco, la dottoressa annuì compita e lasciò che si accomodassero.

Ora che anche i loro nemici sapevano, la gravidanza era diventata peggio di un affare di Stato. Interi file su Natasha Romanoff erano stati nuovamente secretati e persino alcuni su Steve Rogers, ogni singola notizia sul suo stato di salute veniva immediatamente classificata e criptata, l'ospedale era monitorato dallo S.H.I.E.L.D., la dottoressa Montgomery seguita da una scorta e ogni suo apparecchio elettronico era stato controllato e protetto da Skye in persona. Quando Vedova Nera era venuta a conoscenza di tutte quelle misure aveva ridacchiato divertita, trovandole inutili; ormai l'HYDRA sapeva e lei, dopo l'iniziale angoscia che le aveva ostruito la gola, non aveva più avuto paura, aveva compreso che gli unici che potevano davvero proteggere il bambino erano lei e Steve.

Natasha lasciò vagare il suo sguardo, perdendosi per qualche attimo nella contemplazione del timido sole che cercava di farsi spazio fra i grattacieli e le nubi bigie di fine gennaio. Ora aveva paura. Nel profondo di sé aveva il terrore di quel momento, ritardarlo sapeva però, non poteva essere una soluzione definitiva. Riportò i suoi occhi di giada, limpidi e sicuri, sulla donna che aveva davanti, che la fissava di rimando quasi fosse rimasta pacatamente in attesa che lei si sentisse pronta. Avvertì la mano di Steve farsi strada nella sua, gliela strinse piano.

«Ho i risultati della villocentesi, come d'accordo abbiamo evitato l'amniocentesi in quanto per lei, Natasha, la possibilità di aborto aumenta...»

«Quali sono i risultati?» chiese Steve impaziente;

«Sono... ottimi. Il bambino non presenta malformazioni e nemmeno malattie genetiche...È in salute, mi creda Capitano Rogers. Sinceramente sono sorpresa anch'io, ha assimilato il DNA modificato di entrambi senza problemi.» concluse seria la dottoressa guardandoli.

Se Sharon si abbandonò ad un sorriso soddisfatto e Steve chiuse gli occhi sollevato, Natasha annuì piano ma non si lasciò andare alla gioia.

Il suo bambino stava bene, lei e Steve non gli avevano nuociuto, era sano. Ma il suo cuore restava ancora preda dell'inquietudine.

«Qualcosa non va, Natasha?» domandò subito la Montgomery notando l'espressione neutra della propria paziente.

«Perché non lo sento ancora muoversi?» celiò atona. Obbligando la propria voce a restare ferma ed incolore mentre dentro di sé tremava come una foglia.

La dottoressa fece un cenno col capo e poi indicò il lettino;

«Prenda pure posto, oggi facciamo la flussimetria come avevamo deciso, vedremo subito se c'è qualcosa che non va.» il suo tono era rimasto volutamente composto ma cercò di ammorbidire l'espressione del volto.

«Che cos'è?» chiese piano Sharon avvicinandosi a Steve che aveva preso posto accanto alla compagna.

«E' come un'ecografia che però permette di misurare la quantità e la velocità del sangue che circola in un determinato vaso sanguigno, non è una metodica che si usa normalmente, ma essendo la gravidanza della mia paziente straordinaria e potenzialmente a rischio è meglio eseguirla, anche se un po' in anticipo rispetto a quanto avevo preventivato.» spiegò la dottoressa, poi si rivolse direttamente a Natasha «E' pronta? Ci vorrà un po'»;

Vedova si scambiò uno sguardo con Steve che annuì.

«Proceda».

Natasha provò un certo fastidio, ma si fidava della dottoressa, era esattamente il tipo di persona che faceva al caso suo: competente, precisa e dedita al suo lavoro, inoltre oltre ad essere stata consigliata da Cho, ancora degente, lei aveva fatto le sue ricerche.

Controllò le arterie ombelicali ed infine il dotto venoso del feto. Tutto sembrava regolare.

«Natasha non è inusuale non sentire ancora i movimenti del feto, lo sente il suo cuore? Batte regolarmente. In questa fase il bambino inizia a percepire gli stimoli materni, come stati di ansia o forte preoccupazione che potrebbero farlo diciamo “desistere” dal compiere qualsiasi movimento per il momento. Lei potrebbe essere in uno stato non ottimale?» domandò con una certa cautela alla fine.

Sharon si irrigidì immediatamente, Steve raddrizzò la schiena e la sua espressione si fece cupa mentre Natasha si lasciò andare ad un sospiro; la dottoressa Montgomery ebbe la sua risposta e non osò indagare oltre, d'altronde tutta la sicurezza e la segretezza che l'avevano circondata da quando aveva accettato di seguire la coppia parlava da sola.

«Allora non si preoccupi, il bambino al momento sta bene e ho la situazione sotto controllo. Per avvertire i movimenti ci sarà tutto il tempo. Ora sta per entrare nel quinto mese quindi continui a prendersi cura di lei, beva molto e può continuare gli esercizi fisici che abbiamo concordato. La nausea dovrebbe sparire in questi giorni ma è molto probabile che avrà delle contrazioni, sono normali ma purtroppo per lei saranno più dolorose rispetto ad una gravidanza ordinaria, se non avrà perdite abbondanti o altre complicazioni ci possiamo tranquillamente rivedere la settimana prossima».

Natasha e Steve la ringraziarono e fecero per seguire Sharon, quando la voce della dottoressa li fece voltare sorpresi.

«Ah dimenticavo, perdonatemi. Con l'esame della villocentesi si viene subito a conoscenza del sesso del bambino. Quindi... Volete sapere se è maschio o femmina?».


*


JJ Holden, agente di livello 7 dello S.H.I.E.L.D. non poteva fare a meno di guardarsi attorno spaesato e al tempo stesso meravigliato; si trovava nel soggiorno lussuoso e confortevole dell'Avengers Towers, mentre gli incredibili abitanti di quell'edificio sbucavano all'improvviso intenti ad iniziare un'altra giornata di ricerche, ragionamenti e pianificazioni. Era strano trovarsi lì, osservare da vicino Tony Stark sbadigliare vistosamente mentre si versava inconsciamente del caffé e strofinarsi il viso stropicciato dall'ennesima notte insonne passata nel proprio laboratorio, o Occhio di Falco preparare la colazione ai propri figli o Maria Hill non indossare la divisa ma una maglietta chiaramente maschile sopra un paio di pantaloni della tuta. Per un momento si era persino dimenticato del motivo che l'aveva spinto a rivolgersi direttamente a loro.

«Tutto bene?» gli domandò Sam con un sorriso comprensivo «Lo so. Ma dopo un po' ci si abitua» continuò con un gesto ampio della mano, precedendo il suo pensiero.

«Bene non ne sono così sicuro... Per quanto riguarda questo ho qualche dubbio. Ma Romanoff da quanto-?» chiese un po' intimidito dalla situazione, lui che non si era mai fatto problemi a lusingarla non appena conosciuta.

«Quasi cinque mesi» rispose Falcon smorzando un po' il suo sorriso «Speriamo che vada tutto per il meglio»;

«Oh» disse semplicemente, intuì che forse la faccenda era un più complessa di quanto apparisse.

«Mi dispiace essere piombato qui all'improvviso, so che le cose si sono fatte difficili... l'agente Hill mi ha messo al corrente di ciò che è successo... - deglutì appena – mi ha raccontato di Barnes» disse guardandolo di sottecchi.

L'espressione di Sam si era fatta dolorosa, non riuscendo a celare il suo smarrimento. JJ comprese che in quei tre anni dovevano essere diventati davvero affiatati e lui stesso, ora, sapeva cosa volesse dire perdere una persona a cui si tiene. Notò che Maria Hill li stava fissando, in particolar modo Sam, non si avvicinò ma il suo sguardo turchese restò comunque inchiodato sulle loro figure.

«Io... Mi spiace non so che dire» sospirò mortificato.

Sam levò i suoi occhi scuri sull'agente rimanendo leggermente perplesso dal suo atteggiamento pacato, era molto diverso dalla persona espansiva e pungente conosciuta a Londra anni prima, ma d'altro canto lui stesso in quel momento si sentiva molto differente dalla persona che era di solito.

«Tranquillo. Noi stiamo cercando di capire come andare avanti... Ma se posso darti un consiglio non nominare B... Bucky così alla leggera – sospirò come se fosse esausto – è successo qualcosa vero? Sei diverso...».

Holden annuì appena;

«Sì. E non sarei venuto qui a chiedere il vostro aiuto se la cosa non vi riguardasse, almeno secondo la mia teoria»;

«Attendiamo che tornino Steve, Natasha e Sharon poi parleremo».


Steve e Natasha rientrarono un'ora dopo senza Sharon, dissero a tutti di non preoccuparsi e che sarebbe tornata presto, anche se dai loro lineamenti lievemente tesi si intuì che qualcosa era stato omesso.

Tutti poi vollero sapere le condizioni del bambino; Holden notò come gli occhi degli abitanti della Tower si fossero rischiarati nel sapere che il figlio di Vedova e del Capitano cresceva bene ed in salute, probabilmente quella era l'unica notizia positiva nella desolazione lasciata dall'HYDRA, anche se nessuno festeggiava o manifestava apertamente la propria gioia e sollievo, questo gli fece intuire che un'ombra gravava su quella gravidanza straordinaria.

«Per chi non lo conoscesse lui è l'agente JJ Holden» esordì dopo i convenevoli Steve Rogers, attirando l'attenzione generale «fa parte della sezione inglese dello S.H.I.E.L.D. è molto capace e ci è stato di grande aiuto un paio di anni fa» spiegò mentre il ragazzo si apriva ad un sorriso a metà fra l'imbarazzato e il soddisfatto per quelle parole d'elogio, espresse da niente meno che Captain America.

«E possiamo sapere perché è seduto sul divano di casa mia?» domandò con la sua solita faccia da schiaffi Tony.

«Non farci caso Holden, Tony è la prima donna di casa, sarà più docile non appena la caffeina entrerà in circolo» soffiò Natasha con un sorriso bello e velenoso. Stark le fece l'occhiolino.

«No, il signor Stark ha ragione. Mi dispiace essere piombato qui in un momento così delicato-»

«Delicato è un eufemismo bello e buono!»

«E comunque il Capitano Rogers si sbaglia su una cosa, facevo parte dello S.H.I.E.L.D, non sono più un agente» spiegò tranquillamente, sorridendo alle facce perplesse di Steve, Natasha, Sam e Maria.

«Che è successo Holden?» chiese l'agente Hill «E' per-?»

«Sì esatto. Hanno smesso di cercarla, la Dalton ha detto di non aver abbastanza risorse e di non poter sprecare altri uomini, mi sono dimesso! Non potevo più restare lì...» la sua voce concitata si affievolì e il suo sguardo si fece assente.

«JJ di chi stai parlando?» domandò Sam lanciando un'occhiata a Maria.

«Annabeth Munroe è scomparsa!» sbottò frizionando le mani fra loro, in un gesto di muta rabbia «Non c'erano segni di scasso o di lotta nel suo appartamento, niente che indicasse che fosse stata rapita, ma non è così! Lei è stata rapita!»;

«Perché ne sei così sicuro?» chiese Natasha, non per criticarlo era sinceramente interessata alla sua versione; JJ si volse verso di lei con gli occhi scuri che supplicavano aiuto, supplicavano di credergli.

«Perché si sentiva pedinata! Me lo disse qualche settimana prima di sparire. Si sentiva osservata, era convinta che fossero anche riusciti ad entrare nel suo appartamento... Per- per un po' è stata da me ma poi nel momento in cui aveva ricominciato a sentirsi sicura lei è-»

«Scomparsa» terminò per lui la russa.

JJ annuì tristemente.

«Secondo te è stata rapita dall'HYDRA?» gli chiese con garbo Steve;

«Sì! Lei è un hacker straordinaria! L'avete vista con i file di Zola!? Non c'è nulla che non possa fare...»

«Ripetimi il suo nome» frecciò Stark con cipiglio strano;

«Annabeth Munroe...» articolò piano guardando il miliardario di sottecchi.

«Ha frequentato il MIT?»; Holden annuì.

«La conosci?» chiese Maria;

«Non di persona, ma me ne parlarono alcuni professori anni addietro e al MIT la consideravano un prodigio, se non ricordo male mi chiesero di farle fare un tirocinio, ma non sono io che mi occupo di queste cose. Perché Pepper non c'è mai quando serve?» si lagnò Tony ma il suo sguardo rimaneva vacuo, segno che la sua mente stava lavorando freneticamente.

«Forse perché dirige il tuo impero?» frecciò Natasha, poi anche lei si fece seria «Pensi che possa essere stata in grado di hackerare J.A.R.V.I.S.?» chiese intuendo i suoi pensieri, Tony infatti la guardò e schioccò le dita;

«E' quello che temo».

«Se l'ha fatto è stata costretta!» si inalberò JJ «Non l'ha fatto di sua volontà ne sono certo! Lei non lo farebbe mai! Io la conosco! Io...» la mano del capitano sulla sua spalla lo fermò; la sua presa era ferrea ma delicata.

«JJ nessuno sta dicendo questo» disse Steve con voce calma e profonda «Io, Natasha, Sam e anche Maria l'abbiamo conosciuta... Sono d'accordo con te. E se è davvero nelle mani dell'HYDRA allora è nostro dovere salvarla, inoltre quest'informazione è preziosa e se tu vuoi darci una mano-»

«Lo voglio!». Steve annuì grave;

«Sei dei nostri. - poi il suo sguardo si posò su Tony – potresti informarti su Annabeth? È possibile trovare qualcosa che possa esserci utile?»

«Oh sì puoi scommetterci» asserì il magnate con gli occhi che vagavano per la stanza, tutti capirono che sapeva già come muoversi. Beh, era confortante che almeno qualcuno di loro sapesse dove sbattere la testa, pensò Steve.

«Ora, JJ perché non ti riposi? Avvertirò Coulson che sei qui... Ti vorrà fare certamente delle domande» il capitano lasciò che Maria si occupasse del nuovo arrivato.

Sam si sporse verso di lui;

«Novità su di lui?» chiese cauto, Steve fu costretto a negare col capo. L'ex pararescue gli batté una pacca comprensiva sulla spalla.


Natasha rientrò nella sua stanza a riunione finita, improvvisamente si piegò in avanti stringendosi il ventre con la mano mentre l'altra si tenne al muro. Un gemito di dolore le sfuggì dalle labbra.

«Natasha!» urlò il capitano entrato poco dopo, subito accorse da lei. La russa si aggrappò con forza alla sua maglia, stringendo i denti e aspettando che la contrazione passasse.

Steve la strinse a sé ascoltando in silenzio il suo respiro regolarizzarsi e la sua presa farsi meno violenta.

«E' passato» sospirò appoggiandosi a lui.

Steve prese un respiro profondo, ogni volta la paura attanagliava il suo cuore... Semplicemente terrorizzato di poterla perdere; amava già il loro bambino ma faticava a sopportare il pensiero che entrambi dovessero rischiare così tanto. Stavano giocando ad una dannata roulette russa.

«Pensi che sia stata una buona idea lasciare che Sharon ci provasse?» chiese a Natasha per distrarre entrambi.

«Non credo avessimo molta scelta. Steve lei sente il bisogno di fare qualcosa e se non può partire a cercarlo, stai pur certo che cercherà le risposte in un altro modo».


*


«Hai qualche consiglio?»

«Sinceramente? No. Se riesci a fargli emettere un suono è già un successo» rispose leggermente ironico Phil Coulson.

Sharon annuì, poi si volse a guardarlo;

«Come sta Melinda?»

«Sì è rimessa in piedi ma non deve esagerare, puoi immaginare il suo umore. È idilliaco. è stata fortunata non le ha preso il polmone» anche senza sforzarsi si poteva notare distintamente il tono sollevato del direttore. La biondina sorrise lievemente;

«Già posso immaginare» poi spostò nuovamente i suoi occhi sulla vetrata davanti a lei.

«Sharon se solo avessimo saputo-» ma la ragazza negò col capo per far capire che non li stava incolpando.

«Credo che nemmeno lui potesse prevederlo...» tirò appena su con il naso «Se non ti spiace ora proverò a farlo parlare».

Sharon Carter si chiuse la porta alle spalle con un sonoro tonfo. Lasciò che l'eco si esaurisse fino al ritorno del silenzio perfetto. Si mosse con calma, ostentando una sicurezza che, in quel preciso momento, non possedeva per nulla. Afferrò una sedia e la pose esattamente davanti alla figura ammanettata.

L'agente dell'HYDRA alzò lo sguardo e i suoi occhi chiari colpirono immediatamente Sharon, le rammentavano tremendamente un altro paio di occhi altrettanto di ghiaccio, il cui ricordo fu una stilettata in pieno petto.

«Mi chiamo Sharon. Sharon Carter. Ed ora tu ed io faremo due chiacchiere che tu lo voglia o no».



________________________________________________________________________________________ASIA'S CORNER

Buon pomeriggio a tutti voi miei gentili lettori! Eccoci qui con il nuovo capitolo! In questo capitolo, come nel precendente, non ci sono grandi scontri o azione ma diciamo che vengono date alcune informazioni e considero questo capitolo come una sorta di preludio per ciò che deve venire.
Spero che la parte in cui viene trattata la gravidanza non vi risulti noiosa, io la considero parte integrante della storia, fa parte di Natasha e di Steve ed ha un effetto diretto su questi personaggi e parlarne per me è quindi fondamentale. Il nome della nuova dottoressa di Natasha, ovvero Meredith Montgomery è un omaggio alla serie Grey's Anatomy e ha il nome ed il cognome di due personaggi che io adoro!
Scopriamo inoltre il motivo per cui Holden ha interpellato direttamente gli Avengers, secondo voi i suoi timori sono fondati? Lo scoprirete...
Riguardo all'ultima parte, per il colloquio fra Sharon e N dovrete aspettare il prossimo capitolo purtroppo... Avevo bisogno di dargli il giusto spazio.
So che il capitolo è breve e magari meno ricco di quanto vi aspettavate ma prometto che arriveranno capitolo più intensi ed ogni tanto una pausa distensiva fa bene ;)

Un'ultima cosa: allora io attualmente ho iniziato a lavorare, part-time ma pur sempre di lavoro si tratta inoltre in questo periodo ho dei progetti in ballo che purtroppo mi prendono del tempo, non voglio allarmarvi, non ho intenzione di sospendere la storia o che so io, solo vi chiedo un po' di pazienza e comprensione in quanto magari i prossimi capitoli potrebbero uscire con UNO MASSIMO DUE giorni di ritardo rispetto alla data prevista, non di più! Anche per le recensioni purtroppo accadrà la stessa cosa (le risposte dovrebbero arrivare entro lunedì mattina! Promesso) Mi scuso con tutti voi, ma ci tengo ad essere onesta e purtroppo il tempo è quello che è e ho pur sempre una vita da mandare avanti ^^ ma io farò del mio meglio per rispettare le scadenze! 

Detto questo, io vi ringrazio come sempre per essere giunti fino a qui e spero che la storia continui a piacervi! Ci vediamo fra due settimane, VENERDI' 07 LUGLIO!

   
 
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