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Autore: Geh__    25/06/2017    1 recensioni
E si sa, se sei uno Stark non puoi avere una vita tranquilla, figuriamoci se tuo fratello è Iron Man.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, T’Challa/Black Panter
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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16 dicembre 1991
Quella sera Emma guardava incantata la luna piena, teneva fissi i suoi occhi al cielo, immaginando pianeti lontani abitati da astronauti e esseri con le orecchie a punta.
I suoi pensieri però, vennero distolti dalla voce della madre.
«Emma, tra mezz'ora saremo arrivati da tua zia Rose»
La bambina non potè fare a meno di sbuffare, scocciata dall'idea di dover restare con la zia Rose, il marito e i suoi odiosissimi figli.
Avrebbe preferito senza alcuna ombra di dubbio stare con il fratello e il maggiordomo Jarvis, le uniche persone con cui Emma si sentiva davvero felice. La madre si girò verso di lei e le fece una carezza.
«Dai tesoro, non fare così, io e tuo padre torneremo presto. Vero, Howard?»
«Sicuro caccoletta»
Emma sorrise per il modo con cui la chiamò il padre, appellativo che le fu dato anni prima, quando era grande quanto un nano di Biancaneve e si sporcava sempre il naso di muco.
«Passerò il Natale senza di voi e senza Tony»
«Credo proprio che Tony verrà dalla zia per Natale...»
Gli occhi della bambina si illuminarono all'idea di stare con il fratello il giorno di Natale. Sentì il petto riempirsi di gioia, ma in un momento la sua gioia si trasformò in confusione, in paura, in un orribile mal di testa, in... sangue.
Erano finiti contro un albero, no... non c'erano finiti... erano stati buttati, da un uomo su una motocicletta.
La portiera della macchina si aprì, e Emma vide l'uomo gettare il padre ferito bruscamente a terra.
«Ti prego, risparmiale...»
La bimba era terrorizzata, e abbracciando il suo pupazzo chiamava il padre.
«Papà! Papà!»
Ma era troppo tardi, il padre era morto... ucciso da quel mostro.
Era paralizzata, sapeva che avrebbe ucciso anche lei. Si rese conto che sarebbe morta a soli 7 anni.
E non sapeva nemmeno bene cosa fosse la morte, sapeva che quando era morto il suo pesciolino rosso Frankie, non si era mosso più, nemmeno dopo 1 ora, 2 ore, nemmeno il giorno dopo e quello dopo ancora. Per le persone era uguale?
Forse il padre si sarebbe svegliato tra poco...
Il mostro si avvicinò alla madre.
«Non uccidere Emma...»
Gli mise la mano alla gola, e la soffocò. Una mano... di ferro. Quell'uomo aveva tutto il braccio di ferro... non poteva essere vero...
Ora toccava a lei. 
Aprì la portiera di dietro, e la guardò intensamente, pensando a cosa dovesse fare.
Emma poteva giurare di aver visto per un attimo una luce diversa nei suoi occhi, una luce buona.
Lo vide allontanarsi verso la moto, per un momento pensò che l'avrebbe risparmiata, ma non era così, perché tornò con un sacco tra le mani.
Glielo mise sulla testa, bruscamente la prese dalla macchina e la portò sulla sella della moto. Piangeva, cercava di divincolarsi dalla stretta dell'uomo, ma lui gli diede un colpo sulla testa e la bambina svenne.
Si risvegliò in una grande stanza illuminata da luci bianche, circondata da quelli che potevano sembrare dottori e... soldati, e l'assassino.
Un uomo era arrabbiato, molto arrabbiato, e iniziò ad urlare.
«Cosa ci fa lei qui?!»
«Non rientrava negli ordini»
«E allora?! Ora cosa ci facciamo della figlia di Stark?!»
«Non lo so...»
L'uomo col braccio di ferro si girò verso di lei. Non aveva più lo sguardo risoluto e freddo che aveva prima, era... confuso.
«Uccidetela. E riportate quest'idiota nella capsula»
Emma a quelle parole iniziò a piangere, e provava liberarsi.
«Muovetevi!»
«NO!»
L'urlo venne da una dottoressa in fondo alla sala.
«Come, prego?»
«Non uccidiamola...»
Ad Emma la donna sembrò la sua maestra di scuola, avevano gli stessi capelli rossi e la stessa statura...
«E cosa dovremmo fare, dottoressa Collins, secondo lei? Ci illumini! Non provi a dire di lasciarla andare o la faccio congelare come Barnes!»
«Potremmo... potremmo usare l'elettroshock, come con il Soldato... e farle dimenticare... e dopo la potremmo lasciare in qualche posto... qualcuno la troverà...»
«Non reggerà, è soltanto una bambina»
«Vale la pena tentare»
Elettroshock? Cosa significava? Cosa volevano farle?
L'uomo ci pensò per un momento, ma annuì.
«Procedete»
Tutti i dottori si mossero come delle formiche e portarono una strana attrezzatura accanto a lei. Non aveva idea di cosa le avrebbero fatto ed era sicura che avrebbe sofferto. Si chiedeva cosa avesse fatto per meritare una cosa del genere, aveva solo 7 anni... era sempre stata buona con gli altri, a scuola era tranquilla... non lo meritava.
La dottoressa dai capelli rossi si avvicinò a lei e, prima di metterle uno strano oggetto attorno alla testa, le disse «Mi dispiace».
Dopo, soltanto dolore e urla.
Oggi
Emma si svegliò urlando. Era stato soltanto un incubo, lo stesso incubo che faceva da tre giorni, da quando aveva visto il Soldato nella capsula. 
Vedere quell'uomo aveva risvegliato in lei emozioni che non provava da diverso tempo e faceva lo stesso incubo tutte le notti. Iniziava a pensare che quelle cose non fossero frutto della sua immaginazione ma che fossero accadute davvero, che quelle cose fossero ricordi. 
Per lei non era mai stata chiara la notte dell'incidente, ricorda solo il momento in cui erano finiti contro l'albero, dopo niente. Si era svegliata in una camera d'ospedale, dopo 2 settimane di coma, a detta di Tony. . 
Pensò che potesse essere uno degli effetti collaterali del coma... o dell'elettroshock... aveva parlato al fratello dell'incubo, ma come risposta ricevette soltanto una risata e un «Tu sei pazza».
Voleva davvero credere che quelle cose non fossero accadute, ma più ci provava, più le sembrava impossibile.








  
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