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Autore: Aysa R Snow    25/06/2017    0 recensioni
Non tutti abbiamo la fortuna, di trovare la persona giusta, e non perderla.
Tutti abbiamo perso, c'è chi perde qualcosa, chi perde qualcuno.
Lei, ha perso la sfida più importante della sua vita: non perdere la sua persona giusta.
Ma se invece, la sfida più importante della sua vita, fosse riuscire a vincere il dolore che ormai è diventato un peso troppo ingombrante?
Questa è la storia di Arianna, o come lei ama farsi chiamare, Aria.
Perché lei è così.
Leggera e pura come l'aria che respiri in alta montagna.
Questa, non è una classica e semplice storia d'amore.
Questa, è una battaglia.
Da una parte c'è l'amore, dall'altra la vita.
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In three words I can sum up everything I've learned about life: it goes on

-Dr. Seuss

Passarono settimane tremendamente piatte, prive di grandi emozioni ma la mia mente, le ricorda perfettamente.
Verifiche, interrogazioni, solite cose.

Davide non lo vidi molto in giro a scuola.
Raramente ci incontrammo nei corridoi ma all'interno di quella scuola era dannatamente freddo e distaccato.

Andammo un paio di volte al cinema e a un paio di partite.
Notai che quando eravamo fuori da scuola era una persona completamente diversa.
Sorrideva più spesso, scherzava e qualche volta lo beccavo con lo sguardo perso e la testa tra le nuvole.

Mi disse che aveva smesso di giocare per problemi di salute.
Nulla di grave, a detta sua.

" Aria! Ti vogliono al telefono. " mi alzai e corsi in soggiorno per rispondere.

" Aria, ti va una giro al bosco? " chiese Davide allegramente.

" Mh, porto qualcosa da mangiare? " domandai mentre riordinavo la libreria.

" Ottima idea! Ti passo a prendere tra mezz'ora. " cantilenò prima di terminare la chiamata. 
Andai in camera mia. Ero entusiasta, felice. Lo ero sempre quando mi ritrovavo a passare del tempo con Davide.
Mentre decidevo cosa indossare mi arrivò un messaggio da parte di Giulia: 《 Vado in centro a fare compere, vieni con me? 》

《 Non posso, mi dispiace. Vado al bosco con un amico. 》risposi prima di lanciare il telefono sul letto.

《 Con Davide? Non starai con quello? 》chiese in un secondo messaggio.

《 Lo conosci? Beh... no, non stiamo insieme. Che ha che non va? 》rilessi la nostra conversazione prima di inviare la mia risposta.

《 Lo conosco, cioè non benissimo ma da quando a fatto a botte in palestra diciamo che lo conoscono tutti. Ha rotto il naso a quello sbruffone di Lombardi, ora capisci perché tutti lo conoscono? Dammi retta, sta lontana da quello, è anche strano... salta spesso le lezioni. 》rimasi tremendamente confusa da quel messaggio. 
Doveva essere successo qualcosa di serio se era arrivato al punto di mettersi contro Lombardi.

Solo uno squilibrato sarebbe così stupido da farsi odiare da Lombardi. Lui se ti prende di mira non ti molla finché non crolli.

《 Avrà avuto i suoi motivi. 》sbuffai e mi lasciai cadere sul letto.

《 Resta il fatto che è stato stupido. È malato non ha forza neanche per sollevare il suo zaino. 》mi scivolò il telefono dalle mani.

《 Stai scherzando vero? Cos'è  che ha? 》mancavano meno di dieci minuti quindi iniziai a prepararmi.

《 Non lo so, so solo che non è una cosa da niente. 》perché omettere dettagli del genere?

Lasciai perdere i milioni di punti interrogativi che scorrevano veloci nella mia mente e corsi verso la porta. Davide avrebbe dovuto darmi delle risposte.

" Aria, stai uscendo? Dove vai? Oggi devi stare con tuo padre. " mi colpii la fronte con il palmo della mano.

" Rimandiamo a domani. " provai a dire mentre tiravo su la zip della felpa.

" No. Domani tuo padre ha degli impegni di lavoro. " si piazzò davanti alla porta principale con le braccia conserte.

" Problemi suoi, no? " mormorai tenendo lo sguardo fisso sulla parete alla mia destra.

Io e mio padre non abbiamo mai avuto un bel rapporto.
Il ruolo di genitore non gli appartiene, non fa per lui.

" Aria, smettila. " sibilò mia madre con voce stanca.

" No mamma! Lui non ha mai disdetto nulla per me.
Ricordi la mia prima gara di nuoto? " mi guardò confusa.

" Sì, me la ricordo. Hai stravinto. " faci un sorriso amaro.

" Perché tu c'eri. Lui non mi ha mai vista gareggiare. 
E tu mamma... tu sei troppo buona.
Come puoi perdonare ogni suo errore? Anche quando era presente lo era solo fisicamente. " ispirò profondamente dal naso serrando gli occhi.

" Vai. Ci penso io a tuo padre. " l'abbracciai sorridendo.

" Grazie mamma. " uscii di casa velocemente.
Mentre scendevo le scale imprecavo contro la zip del cappotto.

" Aria! " alzai lo sguardo e vidi il padre di Alessia, una ragazza che viveva nell'appartamento affianco al mio.
Suo padre si occupava dell'amministrazione del palazzo e spesso la figlia ventenne gli faceva fare brutte figure con gli altri condomini.

" La figlia dell'amministratore non rispetta le regole e il padre glielo permette! "

In effetti Alessia organizzava spesso feste che finivano verso le tre del mattino.

" Salve, posso aiutarla? " chiesi guardandolo stranita. 
Di solito lo si vede in giro solo quando c'è da ritirare l'affitto.

" Beh... tua madre è sempre stata molto precisa... ma ha due mesi di affitto arretrati. " strabuzzai gli occhi. 
Mia madre che non paga l'affitto da due mesi? Non era mai successo prima.

" Ehm... glielo ricorderò stasera. Grazie e buona giornata. " corsi via.

" Hey, Aria! " Davide scese dalla sella della sua moto sfilandosi il casco.
Salii senza dire nulla e afferrai il casco che aveva in mano.

" Che ti prende? " domandò con le braccia conserte.

" C'è qualcosa che devi dirmi? O meglio, c'è qualcosa che avresti dovuto dirmi? " assunse per un paio di secondi un'espressione preoccupata.

" No... " si guardò intorno nervoso.

" Ne sei sicuro? " serrai la mascella mentre dondolavo nervosamente la gamba.

" Forse c'è qualcosa... ma tranquilla, niente di che. " saltò in sella.

" Se è niente di che perché non dirlo? " mise in moto e partì senza rispondere. 
Il breve tragitto sembrò durare decenni, se non secoli.

" Davide o mi dici la verità o giuro che questa è l'ultima volta che ci vediamo. Non voglio assolutamente vivere tra le menzogne. " Davide si passò  nervoso le mani sul volto.

" Non posso. Non è giusto capisci? Non sarei dovuto arrivare neanche a questo punto. " urlò allargando le braccia. Il suo viso diventò rosso.

" Che significa? " sussurrai completamente persa, non sapevo più a quali delle tante domande prestare attenzione.

" È difficile okay Aria? Ti prometto che te ne parlerò, ma non ora. " pestai un piede a terra come una bambina capricciosa.

" No, adesso. " replicai convinta.

" Forse è meglio se per un po' evitiamo di passare del tempo insieme. " mormorò tenendo lo sguardo basso.

" Cosa? Dio Davide! Cosa cavolo dici? " tutto sembrava così insensato, falso. Non avevo mai visto i suoi occhi così tremendamente vuoti e freddi.
Ma infondo cosa sarebbe dovuto importare a me? 
Credevo di non aver motivo di starci male, ma mi sbagliavo.

   
 
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