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Autore: Aysa R Snow    09/08/2017    0 recensioni
Non tutti abbiamo la fortuna, di trovare la persona giusta, e non perderla.
Tutti abbiamo perso, c'è chi perde qualcosa, chi perde qualcuno.
Lei, ha perso la sfida più importante della sua vita: non perdere la sua persona giusta.
Ma se invece, la sfida più importante della sua vita, fosse riuscire a vincere il dolore che ormai è diventato un peso troppo ingombrante?
Questa è la storia di Arianna, o come lei ama farsi chiamare, Aria.
Perché lei è così.
Leggera e pura come l'aria che respiri in alta montagna.
Questa, non è una classica e semplice storia d'amore.
Questa, è una battaglia.
Da una parte c'è l'amore, dall'altra la vita.
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" È bene imparare a lasciare andare ciò che ci sta lasciando un attimo prima che possa davvero lasciarci. Non mi piace vedere l'inesorabile declino degli eventi. Così si può sempre scegliere un finale piuttosto che lasciarlo scegliere agli altri. "

-Massimo Bisotti

" No! Perché dovremmo allontanarci? " urlavo procedendo a grandi falcate verso il fiume.

" È meglio così.
Ricordi quando sei venuta in palestra? " mi fermai a riflettere per qualche istante.

" Sì, ma cosa c'entra? " si fermò davanti a me.

" Era Lombardi il tipo con cui ho fatto a pugni. "

" Gli ha rotto il naso, lo sai questo? " annuì stropicciandosi il viso con una mano.

" So perfettamente come agisce, lo conosco da molto tempo. 
Pensa che quando era alle medie con me ripeteva la terza per la seconda volta.
È sempre stato così, anzi col tempo è peggiorato.
Farà affondare anche te per colpire me. "

" Perché mai dovrebbe prendersela con me? " chiesi incrociando le braccia al petto.

" Vorrà farmela pagare. 
Lui quando decide di vendicarsi lo fa nei peggiori dei modi, o ti umilia o ferisce chi ti sta intorno.
In pratica fa di tutto per farti restare da solo.
Così, basterà un niente per farti crollare.
Ha dei metodi subdoli, è un vero bastardo. 
Poi tu sei ancora "piccola" potrebbe mettere Dio solo sa quali voci in giro.
Voci che ti accompagneranno fino al quinto anno. " strinsi le labbra in una linea sottile.

" Così facendo però fai il suo gioco.
Resti comunque solo. " gli feci notare.

" Beh, almeno non ho la reputazione di nessuno sulla coscienza. " disse sarcastico. Provai a ridere, ma niente.
Nessuno doveva decidere il mio avvenire.

" Non è giusto. " sbuffai sedendomi in riva al fiume.

" Sto solo provando a limitare i danni. " si mise accanto a me, seduto a gambe incrociate.

" Lo so, ma... " sospirai pesantemente.

" Nulla. " scossi la testa.
Portai le ginocchia al petto e vi nascosi il viso.

" Avanti, parla. " rimasi in silenzio per un po'.

" Perché salti spesso le lezioni? " sospirò stendendosi.

" Perché vuoi saperlo? "

" Curiosità. " mentii. Volevo fosse lui a dirmi la verità.

" Sono spesso a fare controlli. " disse unendo le mani dietro la sua testa.

" Che tipo di controlli? " si alzò con uno slancio delle gambe.
Lo guardai mentre si ripuliva i pantaloni con una mano.
Teneva un braccio piegato dietro la schiena.

" Cosa nascondi? " mi alzai anch'io.

" Chiudi gli occhi. " sporsi le labbra in avanti incarnando un sopracciglio.

" Dai! " sbuffò senza però mandar via la felicità dal suo viso.
Chiusi gli occhi incrociando le braccia al petto.

" Aprili. " quando aprii gli occhi vidi una piccola margherita a pochi centimetri dal mio naso.

" Ho pensato fossa perfetta per te. " disse con un'alzata di spalle.

" Perché? Di solito si regalano rose alle ragazze. " chiesi sorridendo.

" Beh, mettila così: sono un ragazzo originale e non faccio i soliti regali.
E poi, una rosa non va bene per te.
Una margherita invece è perfetta. " lo scrutai confusa.

" Vedi, le margherite sono essenziali, semplici. 
Sono simbolo di purezza, e innocenza. "

" Ed io cosa c'entro? " presi il piccolo fiore dalle sue mani.

Tu sei una margherita. " affermò infilando le mani in tasca.

" E tu? Cosa sei? " sembrò pensarci su per qualche istante.
Sorrise e fece schioccare la lingua contro il palato.

" Credo un Giacinto rosso o una stella alpina. Forse entrambi. "

" Perché? " si grattò il mento pensieroso.

" Il Giacinto rosso è simbolo di dolore, la rosa alpina simboleggia il coraggio invece. "

" Come sai tutte queste cose riguardo i fiori? " domandai ridendo.

" In prima avevamo una prof di scienze fissata con i fiori. Ci obbligava a imparare a memoria tutti i nomi e i rispettivi significati. " si piegò per raccogliere un sassolino.

" Stai evitando la mia domanda? " incrociai le braccia al petto.

" Certo che no! Ti va un gelato? " domandò andando verso un chiosco di gelati.

" Ma se ci sono cinque gradi! " esclamai sgranando gli occhi.

" Meglio, non si scioglierà. " lanciò il sassolino che aveva preso nel fiume.

" Davide... "

" Due coni, uno cioccolato e cocco e l'altro... Aria, come lo prendi il gelato? " alzai gli occhi al cielo

" Mirtilli e fragola. " sorrise e ordinò i nostri gelati.

" Penseranno che siamo matti a mangiare gelato con questo freddo! " osservai prendendo un po' di panna con il cucchiaino.

" La gente avrà sempre da ridire Aria. Non sarai mai perfetta ai loro occhi. "

" Beh... lo so... " inclinò la testa come quando un cane si mette in ascolto.

" No, non mi dire che... sei a dieta? " incrociai le braccia al petto facendo attenzione a non sporcarmi.

" Può essere. " spostai lo sguardo altrove e lui scoppiò a ridere.

" No dopo questa... " non lo feci finire che lo spinsi via.

" Non mi farà male perdere qualche chilo di troppo. " mi giustificai.

" Ma non hai nessun chilo di troppo. "

" Non mi offendo sai? " risi prendo il mio gelato.

" Ma smettila. Dimmi, come vai a scuola? "

" Me la cavo, ma matematica proprio non la capisco. " si grattò distrattamente il mento.

" Posso aiutarti in matematica se vuoi. Me la cavo abbastanza bene. " sorrisi pulendomi la bocca con un tovagliolino.

" Ti piacciono le imprese impossibili? " scosse leggermente il capo sorridendo.

" Vedrai, chiuderai l'anno con un bel sette! " esclamò agitando le mani in aria mentre, il gelato sul suo cono, sfidava le leggi della gravità per non cadere.

" Mi fido? " lo presi a braccetto.

" Fidati. " affermò facendo scontrare i nostri gelati come bicchieri colmi di champagne.

   
 
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