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Autore: Ordinaryswan    26/06/2017    1 recensioni
Aria è una ragazza dolce ma chiusa. Aria ha paura del mondo esterno da quando suo padre l'ha abbandonata, anzi ha abbandonato lei e sua madre. Entrambe si fanno forza a vicenda ma l'unico pensiero della vita di Aria è quello di studiare e rendere orgogliosa sua madre. Forse non l'unico pensiero da quando una compagnia di ballerini americani piomberà in città e lei ci finirà dentro con tutte le scarpe (a punta).
Dal primo capitolo:
“Vuole forse ammalarsi il primo giorno di lavoro?” Girandomi notai solo quegli occhi di ghiaccio che mi stavano nuovamente fissando quasi arrabbiati. 
“Non mi ammalerò, mi lasci andare .. me la so cavare”
“Non mi sembra visto che non sa mettere nella borsa neanche un ombrello per ripararsi, sa com'è l'inverno.. lo conosce?” Faceva davvero ironia con me?
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Piatti a confronto

Installai l’attrezzatura mentre ero persa a domandarmi come fosse possibile che Jaime e Maria fossero due ragazzi così belli. Dovevo stringere la mano al padre e alla madre, decisamente. Io in confronto a loro ero una banana dai capelli neri con i connotati facciali troppo grandi, un peluche, ecco cos’ero. Mi trovavo carina, nonostante questo ma non da togliere il fiato come quelle due statue greche che avevo appena incontrato.

Tornai a svolgere le altre mansioni fino a quando il coreografo non richiamò tutti, operatori compresi per l'ora di cena.
Dimenticavo che era la sera del primo spettacolo di prova della compagnia e quindi avremmo mangiato tutti insieme. 

Guardai l'orologio ed erano solo le 18.30. Forse il coreografo aveva abitudini londinesi per aver bisogno di mangiare a quest'ora.
Mi diressi alla mensa, agitata come non mai.
Non avevo assolutamente pensato al fatto che sarei entrata in una sala piena di ballerini, probabilmente snob, che neanche volevano avermi intorno e piena di operatori professionisti e avanti con l'età con cui avrei potuto scambiare al massimo due parole. 

Entrai tra gli ultimi e mi sentii molto osservata, o forse era solo la mia timidezza ossessiva compulsiva che mi faceva sentire al centro dell'attenzione.
Andai al bancone e presi un hamburger e delle patatine senza fare davvero molto caso alla mia scelta, perché i miei occhi erano alla ricerca di un posto vuoto e possibilmente isolato dove potermene stare, ma c'erano solo due enormi tavoli. 

Stavo dirigendomi verso un posto nel tavolo in cui si trovava il regista quando mi sentii chiamare. 

Era Maria. 

Grazie. 

Feci un sospiro di sollievo che subito fu interrotto quando vidi il posto che mi stava indicando la ragazza. 

Aveva tenuto un posto per me, accanto a lei...ma davanti a Jaime. 

Non so per quale motivo mi metteva pressione trovarmelo davanti e  immaginare i suoi modi poco educati. Erano davvero fratelli?

Feci un timido sorriso e mi sedetti accanto a Maria e in quel momento tutti i ballerini e le ballerine si girarono verso di me quasi all'unisono. Non sapevano che era maleducazione fissare la gente?

“Ciao” mormorai verso di loro, Jaime era l'unico disinteressato se non per il fatto che stava fissando il mio vassoio. 

“Lei è Aria, Aria ti presento i miei compagni” Maria mi fece le presentazioni di tutti. Mi ricordai solo alcuni nomi, Andrea, Richard, Julia e Mark. Sembravano tutti molti simpatici, forse il mio era un pregiudizio poco fondato. 

“Lui è mio fratello, Jaime” allungai la mano come feci con tutti gli altri ma lui si limitò a un cenno con la testa. 

“Abbiamo già fatto la nostra conoscenza” lo ignorai totalmente tornando a guardare gli altri.

Avevano tutti un portamento educato, e anche nel quotidiano erano eleganti. 

Stavano tutti mangiando del pesce bollito e patate arrosto, quasi mi vergognai guardando il mio piatto. A quel punto ridacchiai capendo perché Jaime stava fissando il mio piatto e nel mio ridacchiare attirai la sua attenzione, o meglio mi degnò di una rapida occhiata annoiata. 

“Mangiate sempre così presto?” Domandai a Maria che era alle prese con un pezzo di pesce. 

“Quando abbiamo lo spettacolo sì, in modo che per le nove siamo in gran forma”
Accavallai la gamba in modo naturale ma nel farlo mi scontrai col ginocchio del ragazzo che mi era difronte. Immediatamente mi feci un po' indietro con la sedia e lui capì che non l'avevo urtato apposta e fece una specie di ghigno divertito ma tornò a mangiare e scambiare due chiacchiere col ragazzo vicino a lui, Andrea. 

“Sei fidanzata?” quello che mi pareva fosse Richard puntò lo sguardo su di me. Quasi mi cadde la patatina dalla bocca.

“Non gli rispondere, ha la brutta abitudine di provarci con tutte le belle ragazze” aggiunse Julia ridacchiando e tirando a Richard un pugnetto. 

Notai che tutti si erano girati verso di me in attesa di una risposta, anche Jaime mi stava osservando in quel suo modo curioso di osservare le persone quasi a farmi una radiografia. 

“Ehm..” Mi veniva solo in mente ehi non ho mai avuto una relazione che durasse più di 10 giorni e poi, ho smesso del tutto di relazionarmi “Al momento sono single” conclusi diplomatica. 

“Impossible” dichiarò Richard e mi venne da ridere per il tono serio con cui l'aveva detto. “Quei momenti sono finiti, se vuoi, bellezza” Arrossii ma scossi la testa in segno di disappunto e tutti i ragazzi poi risero con me. 

Pochi secondi dopo tutti i ballerini furono richiamati e pure io fui chiamata a lavoro. 

 

Finito lo spettacolo, raccolsi tutte le mie cose e uscii dal teatro. 

La mia bici era ancora là fuori ma completamente bagnata. Stava diluviando.
Bello quando le previsioni del tempo dicevano una cosa al posto dell'altra.
Non avevo l'ombrello. Non avevo il mio amato k-way. Avevo solo il cappello di lana che si sarebbe inzuppato. La fortuna era sempre e costantemente dalla mia parte, e speravo che leggesse l’ironia.

Mi diedi 10 secondi prima di precipitarmi sotto la pioggia. Ormai se ne stavano andando tutti senza badare a me, poi ero anche uscita dalla porta sul retro.
Nel momento esatto in cui stavo per fare il primo passo in avanti fui strattonata per il polso. 

“Vuole forse ammalarsi il primo giorno di lavoro?” Girandomi notai solo quegli occhi di ghiaccio che mi stavano nuovamente fissando quasi arrabbiati.
“Non mi ammalerò, mi lasci andare … me la so cavare”

“Non mi sembra visto che non sa mettere nella borsa neanche un ombrello per ripararsi, sa com'è l’inverno... lo conosce?” Faceva davvero ironia con me? Alzai gli occhi al cielo e andai verso la mia bicicletta inzuppandomi d'acqua. Non sopportavo neanche quel falso Lei che continuavamo a darci. 

Quali pretese voleva avere? Forse voleva aver ragione a tutti i costi.

E per un momento non sentii più l'acqua bagnarmi perché si era precipitato anche lui dove ero io, tenendo un ombrello grande abbastanza per coprirci entrambi. 

“Lascia che le offra un passaggio” stavo per girare la chiave per togliere il lucchetto ma ci ripensai. Mi sarei risparmiata davvero un raffreddore se avessi accettato. Avrei dovuto poi fare troppo rumore una volta a casa se avessi dovuto farmi un bagno caldo e asciugarmi i capelli, non potevo. 

Annuii e mi lasciai condurre alla sua macchina. 

Dovevo immaginare dai suoi modi che non era uno da utilitaria di seconda mano, anzi, aveva una BMW nera e sportiva.
Mi aprì lo sportello ed entrai accennando un grazie. 

“Sua sorella, Maria?” provai a chiedere quando si posizionò dal lato del guidatore. 

“Preferiamo essere indipendenti l'uno dall'altro, lei ha la sua macchina”

“Potrei scommettere su di chi è questa idea” commentai quasi più tra me e me, ma Jamie sentì bene visto che ridacchiò mettendo in moto. 

“Mi dica dove andare a meno che non voglia che perda la pazienza e mi fermi a casa mia” non sapeva proprio aspettare il ragazzo, o forse non era stato abituato. Non era ancora uscito dal parcheggio che già voleva scaricarmi a casa. 

“Sono 5 minuti in macchina, riesce a sopportarli?” gli indicai la strada, soddisfatta per essere riuscita a rispondergli senza insultarlo. 

“Fanno entrare davvero chiunque ultimamente nella compagnia” rallentò al semaforo. 

“So fare il mio lavoro, si preoccupi di ballare come deve” poteva urtarmi così tanto la sua arroganza. Solo perché si allenava 6-7 ore al giorno pensava di essere superiore ad ogni altra persona della sua stessa età. Non volevo partire coi classici pregiudizi, ma non mi lasciava molto altro da pensare. 

D'altra parte, mi incuriosivano i suoi modi di fare. Era particolare, e in qualche modo gentile e cortese. Anche se lo dimostrava una volta su cento durante la giornata. 

“Può accostare qua” la mia voce uscì fuori stanca. Effettivamente era stata una lunga giornata. 

Jaime scrutò a lungo la mia casa e poi me. 

“Domani come ha intenzione di raggiungere il teatro?”

“Oh.. la bici, giusto, camminando suppongo”

“Puntuale, alle 9.00... Se mi fa aspettare anche solo un secondo la lascio a piedi”

“Non le ho chiesto niente, non mi deve niente. Grazie per il passaggio.” Fui coincisa e uscii dalla macchina per rintanarmi in casa, lontano da quegli occhi di ghiaccio. 

 

Salii in camera mia, mia madre e mia nonna dormivano già ma le avevo avvertite. 

Amavo questa casa perché il piano superiore era unicamente mio, c'era lo studio (che prima era del nonno), un bagno e la mia camera. Insomma era perfetto per me che amavo stare tranquilla.
Mi misi nel letto e tutto quello che riuscii a ricordare della giornata fu il ragazzo moro dagli occhi di ghiaccio.
Non dovevo lasciarmi condizionare così tanto. Ero là per imparare e lavorare. 

Dovevo tenerlo ben presente. Spensi la luce della camera e quasi sentii un motore accendersi e ripartire. Ero curiosa di scattare alla finestra e vedere se il presentimento fosse vero, ma ero troppo stanca. Che avesse davvero aspettato che arrivassi in camera mia?

Scossi la testa e risi di me stessa per tutta la considerazione che mi stavo dando, sicuramente era la stanchezza a confondermi.




Salve!! Sono di poche parole di solito ma ci tengo particolarmente alla storia perché mi ha portato a scrivere di nuovo queste piccole cose senza pretese a differenza delle continue relazioni che devo consegnare all'università quindi vorrei proseguire e vorrei farlo con voi. Fatemi sapere se vi piace o meno. 

Grazie, Cri <3

 

  
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