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Autore: Arsax    26/06/2017    1 recensioni
Non sapevo come eravamo arrivati a questo, sapevo solo che faceva male. Molto male. Non riuscivo a sopportare tutto ciò. Era come se mille lame gelide mi trafiggessero il cuore, e non solo figurativamente.
Come si era arrivati fino a quel punto? Noi due, sotto il potente e scrosciante bacio della pioggia, aggrovigliati in una danza mortale. Piantai i miei occhi nei suoi e pensai che forse era il destino a volere tutte quelle cose. Tutto quel sangue e tutto quel dolore. Tutta quella morte.
Abbandonai la testa all'indietro guardando le nuvole nere sopra di me e lasciando che la pioggia lavasse via ogni mio dolore e che mi baciasse per l'ultima volta.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 21



Il giorno dopo arrivai al castello dei Lovinescu appena mezz'ora prima del processo, per evitare di parlare con Stefan il più a lungo possibile. Sarei rimasta nella stessa stanza con lui giusto il tempo necessario per il processo e poi me ne sarei tornata al castello dei Vidrean.
Non avevo chiuso occhio quella notte, perché il ricordo del giorno precedente e la scoperta di ciò che Stefan aveva intenzione di fare, non mi avevano abbandonata un solo istante. Faceva ancora male, ma continuavo a dirmi che sarebbe passato tutto. Ero sopravvissuta a Mirko, che si era rivelato un idiota che aveva soppesato l'idea di mordermi per farmi sua per sempre, e sarei sopravvissuta anche a Stefan.
Avevo indossato un abito nero di mia madre con un colletto alto molto stretto, ma con la gonna morbida. Avevo acconciato i capelli in uno chignon stretto e austero e in una tasca nascosta del vestito avevo il ventaglio nero di mia madre, mentre il paletto era nascosto nella manica ampia dell'abito.
Non mi fidavo dei Lovinescu e nemmeno di molti membri della mia famiglia, zio Wilhelm escluso. Ero la loro principessa, ma non ero certa che tutti mi amassero come affermavano. Avrei dovuto imparare quella lezione molto tempo prima: mai fidarsi di nessuno.
Mi stavo dirigendo lentamente verso la sala delle udienze, quando mi sentii afferrare per il braccio.
-Serena.
Stefan mi guardò sollevato. Aveva ancora qualche livido ben visibile, ma il suo sguardo era colmo di felicità. Mi si strinse la gola quando lo rividi, ma quell'emozione durò poco. Il ricordo di ciò che stava tramando e di come mi aveva ingannato, mi fecero salire una furia cieca. Volevo ucciderlo, in quel preciso istante, ma dovetti trattenermi. Avevo un piano e dovevo rispettarlo, altrimenti sarei morta prima ancora di attuarlo.
-Ero così preoccupato. Te ne sei andata all'improvviso e nessuno sapeva dove fossi, nemmeno i tuoi genitori.
Mi strinse a sé in un tenero e dolce abbraccio, ma io mi irrigidii. Istintivamente portai una mano alla manica del vestito, pronta ad afferrare il paletto in caso di necessità. Sentendomi così rigida, Stefan mi lasciò andare e mi rivolse uno dei suoi sguardi più dolci.
-Andrà tutto bene. A fine processo non dovrai ucciderlo tu, ma lo farò io. Non permetterò a Lucian...
-Non ti ho chiesto di proteggermi. Posso cavarmela da sola.- lo interruppi gelida, mentre lo allontanai da me lentamente, ma con fermezza.
-Serena, che cosa ti è successo? Sei strana.
Fece per accarezzarmi la guancia, ma con un movimento fulmineo gli afferrai il polso.
-Dobbiamo andare al processo.- dissi lapidaria.
Senza dargli tempo di ribattere, mi allontanai a passo deciso. Arrivati alla sala delle udienze, prendemmo posto al lungo tavolo e iniziò il processo di Nicolae Lovinescu, accusato dell'omicidio di Ruben Vidrean.

Il processo non durò molto, dato che c'erano stati molti testimoni che l'avevano visto e, come avevamo deciso di fare io e Stefan, le indagini avevano trovato prove schiaccianti contro di lui. Nicolae Lovinescu fu condannato alla pena di morte immediata.
Come sospettavo, Lucian mi guardò con occhi maligni e si rivolse a me.
-Principessa Serena, a voi l'onore e l'onere di punire questo assassino.
Lo guardai con aria di sfida e gli sorrisi con altrettanta malignità. Vidi il suo sguardo farsi sorpreso e poi spaventato, probabilmente facevo più paura di quanto credessi.
Senza battere ciglio, mi avviai decisa dal servo che portava il paletto sul cuscino di velluto rosso. Presi il paletto, guardai negli occhi Nicolae Lovinescu e notai che anche lui era spaventato da me. Era sbiancato quando avevo posato gli occhi su di lui.
Con un colpo netto e deciso, piantai il paletto nel petto di Nicolae e lo spinsi a fondo più del necessario. Ero felice della sorte che era capitata a quel lurido assassino, appartenente ad una famiglia altrettanto lurida, subdola e meschina. Da quel giorno ci sarebbe stato un Lovinescu in meno al mondo e nessuno ne avrebbe pianto la morte, proprio com'era successo con Ionut Lovinescu.
Estrassi il paletto con altrettanta decisione e non mi scioccai quando il sangue mi macchiò fino ai polsi. Mi ripulii lentamente e con una tranquillità spaventosa e solo quando ebbi eliminato tutto il sangue dalle mani, mi degnai di posare lo sguardo sui membri della giuria.
Erano tutti scioccati, Lucian, Stefan e zio Wilhelm più di tutti. All'ultimo processo, Stefan mi aveva visto andare in crisi e comportarmi come una matta, ma in quel momento mi vedeva come una principessa vampiro spietata, con lo sguardo freddo, con una calma glaciale e con la soddisfazione stampata sul volto per aver ucciso un assassino e aver fatto giustizia.
Lucian molto probabilmente non si aspettava che avrei compiuto quel gesto con una calma spiazzante, anzi che l'avrei fatto con soddisfazione perché un Lovinescu era stato eliminato.
-L'udienza è tolta.- dissi gelida e in rumeno perfetto.
Guardai i servi e feci un cenno col mento al corpo di Nicolae. Questi annuirono e lo portarono via dalla sala.
Lentamente mi avviai verso l'uscita, sotto gli sguardi esterrefatti di tutti i presenti e non mi voltai indietro nemmeno per constatare se mio zio mi stesse seguendo. Arrivati alla camera assegnatami al castello Lovinescu, per la mia preparazione prima del processo, zio Wilhelm iniziò a balbettare parole senza senso mescolando anche le lingue.
-Zio, crea una frase di senso compiuto e in un'unica lingua.- dissi stizzita, incrociando le braccia al petto.
-Avevi lo sguardo spiritato! L'hai ucciso senza lasciar trapelare una singola emozione!- disse scioccato e un poco spaventato.
-E quindi? Era un assassino.- risposi pacatamente.
-Sì, ma... Serena, questa cosa... sei ancora scossa da ciò che hai appreso in questi giorni e ti stai comportando in modo del tutto irrazionale.
-Invece mi sto comportando in modo totalmente razionale. Uccidendo Nicolae Lovinescu senza battere ciglio, ho mandato un messaggio molto chiaro a tutti i vampiri presenti, in particolare ai Lovinescu.
-Ovvero?- chiese zio Wilhelm deglutendo.
-Che uccidermi non sarà facile come avevano creduto fino ad oggi. Mi hanno sempre considerata una debole, e ciò è stato un bene, ma è arrivata l'ora di scoprire qualche carta.
Zio Wilhelm mi si avvicinò e mi posò le mani sulle spalle, come faceva di solito quando mi parlava a cuore aperto o mi consigliava come uno zio, non come un consigliere.
-Serena, sono molto preoccupato per te. Non voglio che tu faccia idiozie o prenda decisioni senza ponderare ogni possibilità. Non rischiare la vita inutilmente, okay?
Mi sentii rincuorata dalle sue parole, ma ero decisa ad andare avanti per la mia strada. Avrei dichiarato guerra ai Lovinescu e li avrei spazzati via dalla faccia della terra.
Non feci nemmeno in tempo a liberarmi da zio Wilhelm, che Stefan entrò in camera mia come un piccolo tornado. Aveva gli occhi ancora spalancati dalla sorpresa e mi rivolse uno sguardo che non seppi decifrare. Paura? Non credevo. Sorpresa? Molta.
-Serena, ma che ti è successo? Ti sei completamente trasformata quando Lucian ti ha chiesto di ucciderlo. Sembrava quasi che...
-Mi piacesse?- lo anticipai gelida. -E' vero, non mi è dispiaciuto affatto.
Mi guardò negli occhi, cercando di capire cosa fosse cambiato da un giorno a quella parte. Avevamo condiviso emozioni molto potenti e travolgenti e non riusciva a capire che cosa mi fosse accaduto.
-E' successo qualcosa? Prima scappi dal cottage, poi ti comporti come se fossi infuriata col mondo intero. Vorrei capire che cosa ti sta succedendo.- mi disse, piantandomi i suoi occhi azzurro ghiaccio nei miei.
Era preoccupato, o almeno fingeva bene. Volevo sbattergli la verità in faccia, ma non potevo. Dovevo attenermi al piano, così feci come aveva fatto lui un mese prima.
-Voglio che non ti intrometta nella mia vita e mi lasci in pace, chiaro?- affermai duramente.
-Ma cosa...
-Lasciami in pace. Non voglio più che mi ronzi intorno.- risposi duramente.
-Come diavolo faccio? Dopo che ti ho morso, come faccio a non starti vicino?
-Vedi di mettere i canini e qualcos'altro nell'acqua fredda, così ti si calmano i bollenti spiriti. Lasciami in pace. Ti costa tanto non intrometterti nella mia vita per cinque minuti?
Lo guardai con rabbia e notai che era troppo scioccato addirittura per rispondermi. Sembrava ferito, ferito nel profondo, e addirittura deluso. Per un attimo mi sentii malissimo per averlo trattato in quel modo e mi venne voglia di abbracciarlo e di consolarlo, ma durò solo un istante. Era un bravo attore, su quello non si poteva obiettare.
Senza dargli tempo di riprendersi, gli passai accanto e uscii dalla camera, avviandomi verso l'entrata principale.
-Non credi di essere stata... ehm...- iniziò a dire zio Wilhelm, che era rimasto in camera a guardare la scena.
-Sono stata fin troppo gentile. L'unica cosa che si merita quel verme, è un paletto piantato nel cuore.- risposi gelidamente.
Zio Wilhelm non fiatò più e con calma tornammo al castello Vidrean.

Il giorno dopo, Adelina e Oxana tornarono al castello Vidrean con tutte le informazioni che avevo richiesto e anche qualcosa di più. L'esercito dei Lovinescu era ben addestrato, ma sia numericamente che tecnicamente non era ancora pronto per una guerra. Per essere pronto sarebbe servito un mese di preparativi, minimo un paio di settimane.
Invece dopo il mio spettacolino al processo di Nicolae Lovinescu, i parenti di Stefan avevano deciso che uccidermi poco dopo il matrimonio sarebbe stato un rischio, così avevano pensato che, grazie al fascino di Stefan, sarei caduta ai suoi piedi come avevano fatto molte altre donne prima di me e mi sarei fidata ciecamente di lui; solo allora mi avrebbe uccisa. Peccato che non sapessero che ero già innamorata di lui, ma che avevo ripudiato quel sentimento per fare spazio alla lucidità per capire quale persona fosse realmente.
-Grazie, potete andare.- dissi ad Adelina e Oxana.
Dopo un profondo inchino, uscirono dal mio studio e subito dopo vi entrarono il generale Sadoveanu e zio Wilhelm. Riferii loro ciò che le spie avevano scoperto e il generale mi disse che le truppe austriache erano giunte al castello, ovviamente con discrezione.
-Perfetto. A breve dichiareremo guerra al clan Lovinescu. Dite alle truppe di tenersi pronte e di non lasciare il castello per nessun motivo, altrimenti i Lovinescu potrebbero capire ciò che abbiamo intenzione di fare.
-Il clan Von Ziegler ti appoggia completamente.- annunciò mio zio, senza emozione nella voce.
Avevo avvisato i membri più importanti del clan Von Ziegler e del clan Vidrean riguardo alla guerra imminente e al piano che avevo in mente e loro mi avevano dato totale appoggio. Erano rimasti sorpresi quando avevo riferito loro ciò che i Lovinescu avevano intenzione di fare, ma non più di tanto.
Entrambi i clan mi avevano appoggiato per un motivo o per l'altro. I Von Ziegler perché temevano per la vita della loro principessa, così come i Vidrean, ma pensavano anche che sconfiggendo il clan più sanguinario d'Europa, avremmo guadagnato maggior rispetto dai clan di tutto il mondo. I Vidrean invece, volevano avere la rivincita contro un clan che odiavano da secoli. Avevo due clan molto potenti dalla mia parte e non potevo fallire.
Il generale Sadoveanu si congedò, lasciando me e zio Wilhelm da soli. Ovviamente quest'ultimo provò di nuovo a persuadermi a non dichiarare guerra al clan Lovinescu, addirittura implorandomi di parlarne al Consiglio e di denunciare le mie scoperte. Anche lui era consapevole che si stava semplicemente arrampicando sugli specchi, ma era deciso ad impedirmi di dichiarare guerra.
-Sono preoccupato per te, lo capisci? Sei l'unica persona che mi rimane e non voglio perderti.- mi disse con gli occhi lucidi.
-Zio, mi hai ripetuto questa frase cento volte, ma se fossi davvero preoccupato per me, dovresti sapere che ogni tentativo di trattativa con i Lovinescu sarebbe inutile. Se denunciassi questa cosa, i Lovinescu inizierebbero ad affermare che non ci fidiamo di loro o che non abbiamo intenzione di rispettare il patto e questo porterebbe ad una guerra civile. Anche se sposassi Stefan e lo uccidessi prima che lui uccida me, i Lovinescu potrebbero tentare comunque di eliminarmi e il regno resterebbe senza sovrani. Risultato? Una guerra civile per il potere. Pensi davvero che non abbia considerato ogni ipotesi possibile, zio? Anche tu, come tutti gli altri, mi credi una sprovveduta?
Zio Wilhelm rimase senza parole e non poté fare altro che concordare con me.
-Qualunque cosa accada, voglio che tu mi faccia due promesse. La prima è che continui ad essere una sovrana giusta e splendida come lo sei ora. La seconda è che resti viva.
Per la prima volta dopo giorni sorrisi di felicità e affetto e accettai senza proteste il suo caloroso abbraccio.
-Lo farò.- sussurrai.
Zio Wilhelm sorrise e mi lasciò da sola nello studio. Ripensai a Stefan e a come mi si era stretto il cuore quando l'avevo visto prima del processo. Come aveva potuto tradirmi in quel modo, soprattutto dopo che mi aveva morsa?
Ci avevo messo così tanto a capire che lo amavo sin dalla prima volta che l'avevo visto, sia in sogno che dal vivo, e aveva tradito la mia fiducia solo ed esclusivamente per il potere. Non riuscivo ancora a crederci. Non volevo crederci.
Una lacrima mi rigò il viso senza che me ne rendessi conto e quando l'asciugai, il ricordo dolceamaro di Stefan lasciò lo spazio alla furia cieca. Stefan mi aveva tradita, ciò bastava.
Stefan Lovinescu doveva morire ad ogni costo, e con lui ogni membro del clan Lovinescu.
Stavo consultando i libri di diritto appartenuti a mio padre, quando un servo entrò con un pacchetto in mano.
-Da parte dei vostri genitori, principessa.- mi disse con tono reverenziale, appoggiando il piccolo pacchetto sulla mia scrivania.
Si congedò con un breve inchino e rimasi sola con quello strano e piccolo pacchetto. Lo aprii e vi trovai dentro un libriccino rosso, accompagnato da un bigliettino da parte dei miei genitori.
"Abbiamo trovato questo quaderno nello studio di tua madre. Speriamo che possa aiutarti a controllare il tuo dono speciale. Mamma e papà."
Aprii quel libriccino e iniziai a leggere. Era scritto completamente a mano da Astrid Von Ziegler in persona e mi sentii stringere il cuore. Si parlava del dono della preveggenza di mia madre, di alcune delle sue visioni avute e spiegava come cercare di interpretare le visioni e i sogni. C'era anche una sorta di "piccolo dizionario" delle visioni più frequenti, come il tono cattivo che avevo usato nelle visioni, che stava ad indicare una visione oscura e terribile. La parola "paletto" invece, stava ad indicare il tradimento, ma a quello ci ero arrivata anche da sola.
"Le visioni possono essere confuse, ma hanno sempre un significato ben preciso, soprattutto quando si ha davanti la persona che ne è protagonista. La visone è più chiara quando questa si trova nelle vicinanze."
Quindi la visione che avevo avuto davanti a Stefan parlava seriamente dell'amore? L'amore ci avrebbe portato alla distruzione?
No, non era vero. Era proprio perché avevo rinnegato quel sentimento che ero convinta che quella visione fosse sbagliata. Probabilmente questa si riferiva al periodo antecedente alla scoperta del piano dei Lovinescu, ovvero che se mi fossi lasciata trascinare dall'amore, sarei andata incontro alla distruzione certa. Non poteva essere altrimenti.
"Non bisogna mai sottovalutare le visioni, ma non bisogna nemmeno prenderle per oro colato, poiché le decisioni che si possono prendere influenzano molto il futuro."
Sì, ci avevo preso in pieno. Se non avessi mai scoperto del piano di Stefan, probabilmente sarei andata verso la distruzione, ma ciò non sarebbe mai accaduto, perché avevo preso la mia decisione e influenzato il mio destino.
Arrivata a fine quaderno, trovai la descrizione di una predizione molto chiara.
"Stamattina ho avuto una visione molto lieta. Presto io e Marius avremo un bambino, una femmina per la precisione. Sono felice e preoccupata al tempo stesso, perché quella piccola e innocente creatura che mi crescerà nel grembo, avrà una miriade di doveri già dalla nascita. Essere una principessa comporta degli onori e degli oneri, ma essere figlia di Marius comporterà anche il dover rispettare il patto sancito secoli fa con il clan Lovinescu: sarà costretta a sposare il piccolo Stefan. Quel bambino è molto dolce, ma purtroppo ha un padre come Ionut, che già lo addestra nell'arte del combattimento. Spero vivamente che non lo corrompa e non lo faccia diventare una piccola copia di se stesso. L'idea che un uomo assomigliante a Ionut affianchi mia figlia per l'eternità, mi preoccupa non poco. Spero che somigli molto più alla madre e che, un giorno, la nostra piccola Serena riesca ad amarlo."
Mia madre si era preoccupata per me ancora prima che lei restasse incinta. Aveva sperato il meglio per me. Aveva sperato che Stefan non assomigliasse al padre, un essere spregevole assetato di potere, ma purtroppo si era sbagliata. Benché mia madre fosse chiamata la "Regina Veggente", quella volta aveva sbagliato in pieno.

Erano passati un paio di giorni da quando avevo deciso di dichiarare guerra al clan Lovinescu e avrei mandato un messaggero entro i due giorni successivi.
Stavo osservando i Carpazi illuminati dalla luce della luna, quando una delle guardie del corpo speciale venne a bussare alla porta del mio studio.
-Principessa, vostro zio Wilhelm è stato visto lasciare il castello e dirigersi alla tenuta dei Lovinescu.
-Tenetevi pronti ad accogliere i nostri ospiti.- risposi gelida, fingendo che la cosa non mi avesse sorpreso.
-Ospiti, principessa?- mi chiese confusa.
-Se conosco abbastanza bene mio zio, non tornerà da solo o non tornerà affatto, poiché sarà con un paletto piantato nel petto. In ogni caso, qualcuno verrà al castello e dobbiamo essere pronti ad accoglierlo. Avvisa le altre guardie del corpo speciale.
Non riuscivo a credere che zio Wilhelm avesse compiuto un'azione tanto avventata e pericolosa. Dirigersi al castello Lovinescu con quello che avevamo intenzione di fare, significava scoprire le carte al proprio nemico.
Un paio d'ore dopo, vidi un paio di fanali avvicinarsi al castello. Qualche minuto dopo bussarono alla porta dello studio e vidi due guardie che scortavano Stefan.
-Vostro zio è tornato con lui.- mi disse una guardia, ma la mia attenzione era completamente rivolta verso Stefan.
-Fra tutti proprio tu?- chiesi con un sopracciglio alzato.
-Serena, io...- iniziò lui.
-Fate accomodare il principe Stefan.- dissi alle guardie in rumeno perfetto, indicando una delle poltrone davanti alla mia scrivania.
Vidi Stefan visibilmente sorpreso, mentre le due guardie lo spingevano malamente verso la poltrona.
-Hai imparato il rumeno?- mi chiese Stefan in italiano.
-Se vuoi possiamo discutere nella tua lingua madre.- dissi in rumeno. -Oppure parlare tedesco, come più preferisci.- aggiunsi in tedesco.
La mia pronuncia era perfetta e lo vidi sbarrare gli occhi dalla sorpresa. Sorrisi divertita.
-Credevi davvero che non avrei imparato le lingue dei miei genitori? Mi credi davvero così sciocca?- chiesi in italiano.
Feci cenno alle guardie di lasciarci da soli e mi sedetti alla scrivania.
-Perché tra tutti mio zio ha scelto te?
-Ti aspettavi che sarebbe venuto con Lucian? O con qualche altro Lovinescu?- chiese sarcastico; quello non gli mancava mai.
-Gli ho lasciato il beneficio del dubbio. Immaginavo che sarebbe tornato con te, ma perché?- chiesi iniziando a passeggiare per lo studio, ma senza perderlo d'occhio.
-Mi ha raccontato che hai sentito la telefonata che ho avuto con Lucian, quella mattina al cottage, e mi ha anche detto che vuoi dichiarare guerra al clan Lovinescu. Lui pensa che io sia l'unico in grado di fermarti e ci proverò. Non iniziare una guerra inutile.
-Inutile? Tu e i tuoi viscidi parenti avete progettato di distruggermi subito dopo le nozze!- dissi duramente, alzando la voce. -Mi hai mentito per tutto questo tempo, hai finto ogni cosa e dici che questa guerra è inutile?
Mi avvicinai al suo viso per guardarlo bene negli occhi. Lo odiavo per ciò che mi aveva fatto, ma non riuscivo a far smettere il cuore di battere all'impazzata.
-Sì, è inutile.- iniziò Stefan. -La mia famiglia mi vuole obbligare ad ucciderti, ma io non l'avrei fatto e mai lo farò. Quello che ti ho detto quella notte è vero. Ti amo, mi sono innamorato di te in un modo che non credevo possibile e piuttosto che ucciderti, mi farei ammazzare dalla mia famiglia.
Sembrava sincero. Sembrava. I suoi occhi erano così trasparenti, come non lo erano mai stati, ma sapevo che stava mentendo. Era bravo, aveva mentito a tutti, ma non ci sarei più cascata.
-Non ti credo. L'unica cosa che ti interessa è il potere. Una volta mi hai detto che l'amore è per i deboli e ora con certezza ti posso dire che avevi ragione. Mi sono comportata come una stupida e mi sono innamorata soltanto delle tue belle parole, che erano un'enorme e colossale massa di frottole. Mi sono innamorata di un Stefan Lovinescu che non esiste. Tu sei un essere spregevole, che dev'essere eliminato dalla faccia della Terra come un pericoloso parassita. Ti odio. E farò di tutto per distruggerti con le mie stesse mani.
Avevo lo sguardo spiritato e tremavo dalla rabbia. Vidi lo sguardo di Stefan incupirsi e farsi più duro. Finalmente stava venendo fuori la sua vera natura.
L'atmosfera era tesa come una corda di violino e la stanza sembrò farsi più buia. Se ci fosse stato uno scontro, quella volta non sarebbero intervenuti i miei genitori a dividerci, perché non era una litigata stupida come le altre, ma era una vera e propria minaccia, una dichiarazione di guerra.
Bussarono alla porta dello studio ed entrarono due guardie che scortavano mio zio Wilhelm.
-Oh, zio Wilhelm. Che onore averti qui.- dissi sarcastica.
-Serena, dovevo fermarti in qualche modo.- sussurrò preoccupato.
-Io mi fidavo di te e invece sei andato a spifferare tutto a questo cane bastardo.- sputai quelle parole come fossero veleno.
-Tutto quello che stai facendo è una pazzia. Stefan è veramente innamorato di te, ma sei talmente accecata dall'odio da non riuscire più a vederlo.
-Dunque è riuscito a prendere in giro anche te.
-Io non ho preso in giro nessuno.- obiettò Stefan alzandosi in piedi.
Con un braccio lo spinsi a sedere e gli puntai il ventaglio di mia madre alla gola, graffiandogli un poco la pelle. L'odore del sangue impregnò la stanza e dovetti metterci tutta la forza di volontà per non far uscire i canini dalle gengive. Quell'odore era irresistibile.
-Stai seduto. Questi ventagli non li uso solo per bellezza.- lo ammonii con uno sguardo di fuoco puro. -Ora dovrò prendere seri provvedimenti e cambiare completamente i miei piani. Mettete Wilhelm Von Ziegler in isolamento per un paio di giorni.- dissi poi in rumeno alle guardie.
Sia Stefan che mio zio sbarrarono gli occhi dalla sorpresa. Mi dispiaceva imprigionarlo, soprattutto in isolamento, con solo pane e acqua a disposizione, ma aveva messo a repentaglio la mia sicurezza e quella della mia gente.
-Devo farlo, e sai perché. Riuscirai a capire il motivo del mio gesto, ne sono sicura.- dissi a mio zio. Mi guardò smarrito per un istante, ma poi accennò ad un sorriso.
-Certo, ho disobbedito, ma ti prego comunque di non iniziare una guerra.
-Sono obbligata a farlo. Ora abbiamo un prigioniero molto importante e immagino che il clan Lovinescu lo voglia di nuovo con sé.- risposi indicando Stefan con un cenno del mento. -Con la tua azione sconsiderata e incosciente, caro zio Wilhelm, siamo già in guerra. Avvisate il generale Sadoveanu di mandare il messaggero.- dissi poi alle guardie.
Feci un cenno alle guardie e queste portarono via mio zio.
-Vieni, voglio mostrarti una cosa.- ordinai a Stefan, lanciandogli un fazzoletto per ripulirsi dal sangue dal collo.
Camminammo per i corridoi del castello scortati da due delle guardie speciali.
-Hai ripristinato le guardie del corpo speciale di tuo padre.- disse Stefan, rompendo il silenzio.
-Te l'ho detto prima: non sono sprovveduta come avete creduto. Vi ho fatto credere di essere ingenua soltanto per conoscervi a fondo e venire a conoscenza dei vostri piani.- risposi gelida.
-Quindi anche tu hai mentito.- constatò duramente.
-A parte questo, io non ho mai finto niente.
Arrivammo ad una balconata che si affacciava all'enorme giardino privato del castello e Stefan sbarrò gli occhi nuovamente. Probabilmente non mi aveva presa sul serio fino a quel momento, ma dovette ricredersi quando vide il mio numeroso esercito, che riempiva ogni angolo e anfratto di quell'immenso giardino.
Quando le truppe mi videro, esplosero in grida di giubilo.
-Da questa sera.- iniziai in rumeno. -saremo in guerra col clan Lovinescu, un clan molto temuto e rispettato, che aveva intenzione di eliminarmi dopo aver rispettato il patto sancito dai nostri antenati. Un clan che vi avrebbe sottomesso, volenti o nolenti. Un clan che vi avrebbe portato via la vostra legittima sovrana.
Le truppe urlarono di rabbia.
-Ma le cose, miei cari amici, sono cambiate.- continuai. -Da qualche minuto siamo riusciti a mettere le mani su una leva molto importante per l'esito della battaglia. Oltre al vostro coraggio e alla forza delle vostre schiene, ora abbiamo lui.
Le guardie spinsero in avanti Stefan e quando le truppe lo videro, urlarono di gioia.
-Abbiamo il loro principe e sono convinta che faranno di tutto per riaverlo al più presto. Il messaggero sta per consegnare la dichiarazione di guerra al clan Lovinescu ed entro una settimana, vedremo di che cosa sono capaci quegli esseri viscidi. Dobbiamo spazzarli via dalla faccia della Terra, ma non abbassate mai la guardia perché potrebbero giocare sporco. Dopotutto sono Lovinescu.
Dopo le risate generali, le truppe iniziarono ad urlare "Lunga vita alla principessa".
Guardai Stefan con un sorriso maligno stampato sul volto e notai che era sbiancato parecchio. No, non mi aveva per niente presa sul serio.
-E con questo mi pare ovvio che il fidanzamento sia rotto.- dissi togliendomi l'anello di sua madre emettendoglielo nella tasca dei pantaloni.
A quel gesto lo vidi rabbuiarsi molto più di prima, ma non mi feci intenerire.
-Portate il principe Stefan nella camera e non lasciate mai la sua porta. Non possiamo di certo sbattere un principe nelle segrete.- dissi alle guardie in rumeno, riservando a Stefan un profondo e sarcastico inchino che fece ridere le guardie.
Lo guardai col mio solito sorriso maligno e lo osservai mentre le guardie lo scortavano in una delle camere del castello.

Angolo autrice.
Buonasera a tutti! A breve si scenderà in guerra e la storia idilliaca di Serena e Stefan sembra essere finita. Come andrà a finire?
Grazie per aver inserito la storia tra le preferite/seguite e per i vostri commenti.
Vi mando un bacione enorme e vi aspetto al prossimo capitolo!
Arsax <3

 
  
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