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Autore: francy0796    27/06/2017    5 recensioni
[AU] Una notizia sconvolgerà la vita del famoso scrittore Richard Castle. Chi sarà a sconvolgerla? Il suo nome è Sammy, ha sette anni e il desiderio di riunire la sua famiglia. Ci riuscirà o sarà tutto inutile?
Leggete e lo scoprirete.
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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FLASHBACK TIME

 
Dopo una lunghissima giornata e dopo notizie inattese, Richard Castle era seduto al bancone di un bar. Uno isolato dalla città e poco frequentato. Aveva bisogno di tranquillità per riflettere, tranquillità per accettare la storia che si ripeteva un'altra volta. Una donna che dopo poco tempo che stavano insieme, era rimasta incinta. Un altro bambino, un'altra avventura e, soprattutto, un'altra donna che non voleva dei figli. Scolò l'intero bicchiere di scotch, per dimenticarsi di tutto, anche solo per qualche ora.
-Un altro giro signore?- gli chiese il barista, notando la sua brutta cera.
-Si...grazie- annuì, spostando il bicchere verso di lui.
La sua attenzione venne attirata da una persona che entrò proprio in quel momento. La giornata era fredda e piovosa, quindi si sentivano i passi di chi si muoveva nella sala. Era una ragazza, poteva dirlo dai capelli lunghi e l'abbigliamento. Però, non riusciva a vederne il volto o qualche dettaglio in più. La nuova arrivata si accomodò nella parte più lontana del bancone, nascosta e isolata dal resto della stanza.
-Cosa posso offrirle?-
-Tequila- ordinò, con un filo di voce, appoggiando la borsa sullo sgabello, nascondendo subito la mano che sembrò tremare leggermente.
-Hey...tutto bene?- chiese preoccupato Richard.
-Tutto bene, perchè?- chiese con il tono di chi voleva nascondere qualcosa. Richard pensò che fosse una persona che si era fatta o era già ubriaca per comportarsi in quel modo, decise quindi di rimanere in disparte ed ignorarla.
Proprio in quel momento suonò il cellulare della ragazza, che rispose prontamente.
-Beckett- chi rispondeva in quel modo? Richard scrollò la testa divertito.
-Si...signore sto bene, sto bene...sono tornata a casa, ho solo bisogno di rilassarmi- rispose alla persona all'altro lato -la ringrazio...a domani signore- la comunicazione venne chiusa e subito dopo anche il cellulare. Non voleva sentire nessuno quella sera.
-Perchè ha mentito?- chiese curioso Richard, maledicendosi immediatamente.
-Non credo siano affari suo signore- gli rispose, ora molto più tranquilla e rilassata. L'alcool doveva farle un buon effetto.
-Mi scusi..mi scusi- alzò le braccia in sua difesa.
Dopo qualche minuto fu la donna stessa a condividere i suoi tormenti.
-Ho ucciso un uomo oggi- confessò.
-Che hai fatto?- Richard si strozzò con il suo drink, guardando terrorizzato la donna.
-Ho ucciso un uomo- replicò lei, bevendo un'altro shottino.
-Cos'è, sei una psicopatica? Devo chiamare la polizia? Non sono un prete...- si agitò lo scrittore.
-Sono io  la polizia genio...- gli lanciò un oggetto che si rivelò essere il distintivo della polizia di New York.
-Oh...accidenti- si sorprese -E perchè hai ucciso qualcuno?"
-Aveva rapito due bambini- spiegò, chiedendo un altro bicchiere.
-E tu li hai salvati preseumo...- cercò di capire.
-Già...ma ho comunque ucciso un uomo- scolò il terzo bicchiere della serata.
-Ma hai salvato dei bambini, è giustificato...- cercò di confortarla, ma non capendo veramente cosa potesse provare.
-Si...ma non mi fa sentire meglio, è un macigno che ti porti dietro per tutta la vita...uccidere, ti toglie un pezzetto di te- spiegò.
-Quanti hanni hai? Sei giovane per essere un poliziotto?-
-Sono un detective- lo corresse -E ho ventitre anni- rispose, sorprendendolo.
-Detective a ventitre anni? Ma l'accademia...-
-Si...sono molto giovane per questa qualifica ed in più sono una donna, è impensabile, so già cosa dite voi uomini- lo precedette, mangiando qualche stuzzichino messogli vicino dal barista.
-No...non giovane per fare il detective, ma...se non ti scoccia, quante persone hai ucciso nella tua carriera?- le chiese per sicurezza.
-Questa è la seconda, cerco sempre di colpire in punti specifici, niente cuore o testa, ma quando non hai scelta- si tormentò le mani, iniziando ad agitarsi un'altra volta.
-Due volte...accidenti, ma l'hai detto tu...non c'era altro da fare-  cercò di aiutarla.
-Non è un record di cui vantarsi signore...quando uccidi, togli la cosa più preziosa che una persona possa avere a questo mondo, non si può scherzare su queste cose-
-Scusami...scusami, solo...niente, è meglio che io stia zitto...- si trattenne da fare commenti inopportuni.
-Forse è meglio...-
-Posso offrirle il prossimmo giro detective?- le chiese, restituedole il distintivo.
-Si...questo è di molto aiuto- sorrise debolmente, asciugandosi il volto con le mani.
-Prima però vorrei vedere gli occhi della persona con la quale sto parlando- commentò, indicandole il cappuccio.
-Si...certo, beh...non è un bello spettacolo- confessò.
-Non importa, sopravviverò...- alzò le spalle, in attesa di vedere gli occhi della donna.
Si abbassò il cappuccio un secondo dopo e gli occhi dello scrittore incontrarono un paio di pietre preziose bagnate dalle lacrime. Sembravano zaffiri, ma erano più particolari, con delle sfumture che li rendevano unici.
-Ti avevo detto che non era un bello spettacolo- si difese lei, dopo due minuti buoni che la fissava.
-Oh...no,no...io ero rimasto solo un momento...incantato, ecco- confessò, facendola arrossire, ma non lo dette a notare. Aveva già le guance rosse per il freddo.
-E per cosa? Sono sicura che tu conosca ragazze molto più attraenti e formose- commentò, sorprendendolo.
-Deduco che tu sappia chi sono, per dire questo- si sentì un po' offeso.
-Già...Rihard Castle lo scrittore- enfatizzò lei.
-Non so se sentirmi lusingato o offeso- le confessò, facendola ridere per la prima volta.
-Beh...decidi tu, quella che ti fa sentire meglio- gli sorrise.
-Accidenti- rimase un'altra volta ammaliato da  quello sguardo che si era illuminato -Continua a sorridere ragazza!- le disse.
-Perchè?- chiese divertita da quell'affermazione improvvisa.
-Ti si illuminano gli occhi quando lo fai- confessò, facendola arrossire un'altra volta.
La ragazza scosse la testa divertita da quel ragazzo che era riuscito a cambiarle l'umore, ma anche lui era grato per quella distrazione.
-Katherine...Kate- allungò la mano per presentarsi.
-Richard...Rick, ma questo già lo sai-
-Farò finta di non conoscerti allora...- gli sorrise -...E' un vero piacere Rick- gli strinse la mano con delicatezza e sicurezza allo stesso tempo.
-Il piacere è il mio- le sorrise contento.

Dopo essere rimasti al locale per qualche ora, Kate invitò lo scrittore a salire in casa, ma non avevano intenti particolari. Richard si era bagnato la maglietta e lei aveva l'asciugatrice.
-E' carino- commentò lo scrittore, guardandosi attorno.
-Tieni, questa dovrebbe andarti, dovrai aspettare un po' prima di riavere indietro la tua camicia- lo informò, sedendosi sul divano e passandogli una felpa da uomo.
-Di chi è?-
-E' mia...me l'ha regalata mio padre qualche anno fa- gli tolse qualsiasi idea avesse in testa.
-Posso usare il bagno?- le chiese.
-Ma certo...la porta che ti trovi sulla destra- gli indicò, sistemandosi meglio e riordinando qualche oggetto.
Poco dopo Richard tornò da lei con la felpa addosso e messo la camicia nell'asciugatrice.
-Non...ci...credo!- commentò, rimanendo a fissare i libri sui suoi scaffali -Avevi detto di non essere una mia fan- la guardò contento di aver trovato quella miniera d'oro.
-Infatti, ma non ho mai detto che non mi piacessero i tuoi libri- fece spallucce.
-Hai tutti i libri che sono usciti fino all'anno scorso!- lesse i titoli -E questo? Questo è della primissima edizione- prese il volume di 'In a Hail of bullet'.
-Quello era di mia madre- lo informò, cercado di dirgli che doveva fare attenzione.
-Oh...beh, sono contento di vedere qualcuno che apprezza ancora le mie vecchie opere- sorrise.
-Già...che ne dici, ci mettiamo queste come segna libro?- propose lei.
-Perchè no...mi farebbe molto piacere- le prese le fotografie dalle mani e le posizionò all'interno della prima pagina. Le avevano fatte per divertirsi, avevano trovato una di quelle macchinette per le strade e avevano deciso di ricordare quell'incontro con le foto.
-Ci mettiamo anche questo...- ci inserì il biglietto da visita del locale che avevano frequentato per diverse ore.
-Per ricordare, giusto?- la guardò divertito.
-Ovvio..- si sorrisero a vicenda, rimanendo a guardarsi intensamente per tutto il tempo della loro conversazione.
Si ritrovarono il mattino dopo sul letto di Kate, nudi e con chiare prove delle loro attività notturne. Spaventati da quello che entrambi considerarono un errore madornale e si sbrigarono a scappare l'uno dall'altra. Richard se ne andò dalla casa e Kate si rifugiò nella sua doccia.
Quella fu l'ultima volta che l'aveva vista, per poi rincontrarla due mesi dopo.

Era andata a suonare a casa sua e Richard si era già sorpreso nel vederla li.
-Allora, cos'hai da dirmi di così importante?- le chiese, dopo diversi minuti di imbarazzante silenzio.
-Senti...è successo, non era in programma ed è una conseguenza di quello che abbiamo fatto quella sera, io...non so come dirlo...- la ragazza si stava arrotolando i capelli tra le dita, anziosa per la notizia che doveva dargli.
-Beh...inizia con il dirlo...- la spronò.
-Va bene- sospirò profondamente -Sono incinta Castle-
Lo scrittore si strozzò con l'acqua che stava bevendo e la guardò terrorizzato. -Tu cosa?!-
-Sono incinta- ripetè lei, pensando che non avesse sentito.
-Incinta? Aspetti un bambino? Non è possibile!!- si allarmò lo scrittore.
-Scusami?- Kate lo guardò preoccupata per quella reazione strana.
-Anche tu?- si alzò dalla sedia di scatto -Non ti credo! Non è possibile! Vuoi solo i miei soldi!- le disse senza ripensarci.
-Che cosa voglio?- Kate lo guardò arrabbiata.
-I miei soldi, quanto vuoi...dai, spara una cifra che ti preparo l'assegno e non ci vedremo più- le disse, estraendo il blocchetto degli assegni.
-Io non voglio i tuoi dannati soldi!- rifiutò lei, alzandosi a sua volta.
-Come no...tutti voglio dei soldi, allora, quanto vuoi? Quanto vuoi per cancellare questa gravidanza fasulla e scomparire?- le chiese ancora, scrivendo una cifra allucinante.
-Io...non sto cercando soldi, sono venuta a dirti che sono incinta e guarda che fai tu...- gli indicò la situazione.
-Senti...prendi questo e sparisci! Tu non sei incinta, non lo sei e non lo sarai mai. Non di me, almeno, quindi fa quello che fanno tutte...prendi questi dannati soldi e vattene!- le lanciò l'assegno ed attese. Era arrabbiato. Un'altra volta? Non bastava Gina ad essere rimasta incinta, ora anche quella sconosciuta? No, non era possibile, non era vero!
-Signor Castle...- Kate si sistemò la giacca che aveva addosso -...io non ero qui per i suoi soldi, non mento e non mi permetterei mai di farlo, quindi...- prese l'assegno e lo strappò davanti agli occhi allibiti dello scrittore che non poteva credere ai suoi occhi -...mi scusi se l'ho disturbata, non succederà più- gli disse, incamminandosi per il marciapiede e lascindolo li, ancora arrabbiato e convinto che non era incinta, o che il baambino non era il suo.
-Ecco brava...-
-Ah...forse questo dovresti tenerlo tu, magari un giorno ci ripenserai, anche se potrebbe essere troppo tardi- gli disse, lasciando la copo di 'In a Hail of Bullet' sul tavolino del locale, insieme ad una banconota per pagare la colazione che aveva preso.


-Non riesco a crederci!- Martha lo guardò severamente per quello che le aveva raccontato.
-Lo so...ma era un periodo buio e pieno di tormenti per me, che ne sapevo che diceva la verità- cercò di giustificarsi.
-Non hai mai aperto quel libro?- gli chiese Martha.
-No, l'ho messo dentro ad una scatola e li è rimasto fino ad oggi...- rispose ancora.
-Dio che disastro! E' adesso? Io non la biasimerei se non volesse farti avvicinare al bambino!- commentò la rossa.
-Già, nemmeno io...ma forse potrebbe farlo per Samuel- sperò Richard.
-Beh, lei ha lanciato il dado...ora tocca a te figliolo, che farai sabato sera?- gli chiese sua madre.
-Che dovrei fare? Andare alla cena alla quale mi hanno invitato poco fa?- affermando quello che era ovvio.
-Bene, perchè quella donna ti ha già messo alla prova senza che tu te ne accorgessi- gli rivelò.
-Che intendi dire?-
-Dico che sabato hai già un impegno- gli ricordò.
-La serata di gala organizzata dal sindaco- ripensò lui preoccupato.
-Esattamente, quella serata di gala alla quale hai detto che saresti andato anche da morto?- lo guardò Martha con un sorriso di comprensione.
-Accidenti...non ricordavo già più...- si maledì -Potrei chiedere di cambiare il giorno della cena- sperò.
-Sei proprio un idiota Richard Castle, mi sembra ovvio che quella ragazza voglia metterti davanti alla decisione: Samuel o Fama?- imitò il movimento di una bilancia, per fargli capire che doveva trovare il modo per essere presente a quella cena, anche se avrebbe fatto una figuraccia davanti ai suoi conoscenti altolocati.

Angolo Autrice.
​Eccomi ancora con un nuovo capitolo. Questo l'ho dedicato al passato, a quello che è successo a Rick e Kate otto anni prima, ma non ho inserito ogni cosa, volevo riservarmi qualcosa per i capitoli futuri. Comunque, ancora non ho specificato il motivo per il quale Castle ha dimenticato completamente Kate e il bambino, ma lo capirete sicuramente negli episodi a venire.
​Ringrazio di cuore tutti voi che avete letto il capitolo precedente e leggerete questo, ma soprattutto quelli che hanno lasciato dei commenti alla mia storia. Grazie infinite. Al prossimo capitolo.
​Francy.
  
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