Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: Yokohomi29    27/06/2017    1 recensioni
"Non si può sempre avere tutto dalla vita.
Com'è quel detto? Fortunato nel gioco, sfortunato in amore?
Io ne sono un chiaro esempio. O forse, sono solo un idiota che non sa capire le persone e si innamora di quelle sbagliate."
Jungkook non è mai stato fortunato in amore. Che sia la volta buona, che trovi la felicità?
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 




 

UN RICORDO PASSATO
(PARTE 1)




Credo di essere un ragazzo fortunato, in certi sensi. Non avrei niente da lamentarmi. Nei giochi: sopratutto nei quiz, dove non conosco la risposta e azzecco sempre quella giusta. Vinco in tutti i giochi in cui mi propongono di partecipare, non per niente hanno smesso di chiedermelo. 
A scuola: riesco sempre a sfuggire alle interrogazioni, la richiesta di compiti dimenticati o non fatti, per la casuale mancanza dell'insegnante oppure per l'improvviso avviso della campanella, che determina la fine della lezione. Nelle ricerche di gruppo, quando si sceglie a sorteggio, finisco sempre in coppia con il mio migliore amico Namjoon -alias, secchione- mentre a Luhan tocca stare con il ragazzo più antipatico della classe, finendo per fare tutto il lavoro da solo. O quando, casualmente non sto ascoltando una persona e riesco a rispondergli con la prima frase fatta che mi viene in mente, senza che se ne accorga.

Beh insomma, a scuola ormai sono ben conosciuto per le mie "botte di culo", anche se per cose veramente stupide, ma a volte mi salvano da grandi problemi e ringrazio. Però come si sa, non si può sempre avere tutto dalla vita.
Com'è quel detto: "Fortunato nel gioco, sfortunato in amore"? Io ne sono un chiaro esempio. O forse, sono solo un idiota che non sa capire le persone e si innamora di quelle sbagliate.
Probabilmente è questo.

 

[3 ANNI PRIMA]

"Dovrebbe arrivare a momenti." Informo un po' nervoso, l'autista dell'autobus. È da cinque minuti che mi lancia occhiate e sbuffa, proprio come il resto dei passeggeri all'interno del mezzo.
Non è colpa mia.
Chiedere aiuto proprio a Kim Taehyung, si finisce in questo stato. Minuti interi ad aspettarlo in un mezzo pubblico, con all'interno persone frustrate e impazienti, che se la prendono con te.
Che cosa diavolo staranno facendo quei due, perché gli ho lasciati da soli?
Finalmente, dal fondo della strada lo vedo arrivare di corsa. I pantaloni della tuta sono così larghi che ancora un po' gli cadono, mostrando le sue gambette minute. La maglietta lenta che si alza ad ogni passo e i suoi capelli castani, mentre corre, svolazzano in tutte le direzioni dandogli l'aspetto dell'idiota che è. 
Lo vedo inciampare ogni cinque metri, per colpa delle ciabatte di gomma che porta. L'ho preso in giro tutto il giorno per la sua scelta del vestiario e continuerei se non fossi in questa situazione, ma sono troppo irritato per farlo.
Mi sporgo leggermente fuori dalla portiera ancora aperta e inizio ad urlargli di sbrigarsi, sentendo il conducente sbuffare per l'ennesima volta. Sento un brivido fastidioso percorrermi la schiena, quando lo vedo fermarsi a metà strada e iniziare ad urlare qualcosa.
"Non vengo!"
"Cosa?" Urlo di rimando. Appena capisco le sue parole, rimango fermo qualche istante a fissarlo mentre si gira e torna indietro, dopo avermi accennato un ultimo saluto con la mano.
"Allora ragazzo, ti muovi o ti lascio qui. Mi sono stufato!" 
Entro nell'autobus a testa bassa, scusandomi con l'autista e il resto delle persone presenti, per poi sedermi in fondo, lontano da tutti. Alcune vecchiette si voltano verso di me per lamentarsi del loro ritardo, ovunque debbano andare. Le ignoro, semplicemente. Ho altro a cui pensare.

 

Come mi è venuta in mente, la brillante idea di chiedere a quello scemo del mio migliore amico di accompagnarmi ad un "appuntamento"? 
In fondo avrei dovuto saperlo, che alla fine avrebbe parlato solo con lui, come sempre. Non sono un asso a parlare con le ragazze, o con le persone in generale, quindi ho pensato che avendo un amico vicino, mi avrebbe aiutato ad aprirmi di più.
Grosso errore, Jungkook.
Anche se la conosco da più di 3 mesi, mi è ancora difficile conversare apertamente. Infatti, le poche battute che sono uscite dalla mia stupida bocca, sono state così imbarazzanti che non voglio ricordarle.
Lui invece, come sempre ha fatto bella figura, con il suo senso dell'umorismo, la parlata fluente e la sua dolcezza di un bambino. Fattori che, uniti al suo bell'aspetto, lo rendono perfetto. Una perfezione apparente, però. Non per niente è sempre ben voluto da tutti, e scelgono sempre lui invece che me.
Ma pensandoci adesso, sono stato un idiota. Avrei dovuto immaginare che chiedere proprio a lui, sopratutto pensando che si trattava di lei, sarei finito cosi. Sin da quando ci siamo conosciuti, a quella famosa uscita di gruppo, in cui ho conosciuto la mia ex ragazza Momo, avevo capito che c'era dell'interesse fra i due. Però non ci avevo dato tanto peso vista la mia enorme cotta per la mia ex. Una ragazza dolcissima, conosciuta per puro caso su internet in un gruppo per appassionati di anime. 
Dopo giorni e giorni di chiaccherate online, avevamo deciso di uscire e di portarci dietro qualcun'altro, tanto per fare amicizia. Mi aveva confidato che non aveva molte amiche e quindi, avrebbe portato una sua compagna di classe. Avevamo stretto tutti amicizia, ma con Momo riuscivo a parlare apertamente, mi sentivo bene. Quindi dopo alcune settimane di frequentazione, lei mi aveva chiesto di metterci insieme. All'inizio non sapevo cosa dire, mi avevano sempre insegnato che doveva essere l'uomo a fare il primo passo, che doveva essere galante. Cosa che non mi sono mai sentito in dovere di fare. Erano giorni che volevo chiederglielo io, ma non avevo trovato il coraggio. Mi sono sentito inutile.
Il nostro primo e ultimo bacio non è stato gran ché. Ammetto che c'ero rimasto talmente male che, quella sera prima di dormire, mi ero messo a piangere. Quella volta, volendo fare il galante, avevo fatto io il primo passo, le avevo semplicemente appoggiato le mie labbra sulle sue, finché lei non ne aveva preso il controllo. Non so di preciso cosa mi aspettavo, magari che non mi lavasse i denti con la lingua, o che mi succhiasse forte le labbra fino a farle diventare rosse. In fondo le avevo detto sin dall'inizio che non avevo mai baciato nessuno, e quindi non ero un esperto in materia. Avevo sbagliato anche io a restare fermo immobile, senza nemmeno chiudere gli occhi, ma ero un po' scioccato in quel momento. La parte più imbarazzante però, è stata quando mi sono ricordato che non eravamo soli. Taehyung e sua madre, che mi stavano aspettando per riaccompagnarmi a casa dopo un uscita fra noi tre, avevano assistito a tutta la scena.
Che vita di merda.
Non ho più avuto il coraggio di baciarla, ma ovviamente non cambia il fatto che siamo stati bene insieme. 
Finché, un giorno mentre ero con lei in una giornata qualsiasi, in un momento di noia totale, parlando dei nostri due amici, mi ha detto: "Quei due starebbero davvero bene insieme, non credi?"
Ammetto di ricordare solo quel preciso istante, niente piú. C'era un sole splendente, eravamo distesi sul prato di casa sua con la brezza estiva che ci sfiorava la pelle. Lei poggiava la testa sul mio ventre, mentre io le accarezzavo i capelli. In quel secondo, non me ne ero accorto ma, mi ero fermato all'improvviso, avevo smesso persino di respirare e pensato istintivamente "No, non possono!". Certo, ero confuso dalla mia stessa reazione ma non ci avevo dato molto peso, peccato che non posso dire lo stesso per lei. I giorni successivi era piú distaccata e fredda, finché, durante una brusca litigata, che non ricordo nemmeno perché iniziata, mi ha urlato contro cosa la tormentava: "Lo so che sei innamorato di lei!". E con quell'unica frase, è sparita dalla mia vita. Non ho avuto nemmeno il coraggio di fermarla, chiederle spiegazioni o chiarire. Io, davvero non riuscivo a capire. Mi ero arrabbiato con lei, per non aver avuto fiducia in me. Ma col passare del tempo, mi ero accorto che stavo persino mentendo a me stesso. In fondo come potevo saperlo? Non mi sono mai innamorato di nessuno, prima d'ora. Credevo che bastasse il piacere della compagnia di una persona, per definirlo "amore". 
No. Perché allora sarebbe amore anche quello che sento nei confronti di Taehyung. No, no! È ammirazione e semplicissimo affetto, niente piú. Ma allora che cos'è l'amore? Come può Momo dirmi cosa provo per un altra persona? Come fa a capirlo? Come faccio a capirlo io?
Anche se sono ancora molto confuso su cosa provo, adesso so esattamente cosa voglio fare: prendere a calci in culo Taehyung.

 

Afferro il cellulare e compongo il numero sul display. Nessuna risposta.
Stronzo.
Riprovo. Niente. cosa gli serve il cellulare se non lo usa? Sarà già con lei?
Sento una stretta al cuore. Continuo a fissare il telefono, immobile. L'autobus prende qualche buca, facendomi rimbalzare leggermente sul posto. Guardo fuori dal finestrino, il paesaggio mi scorre davanti agli occhi, il cielo si fa sempre più grigio, pieno di nuvole nere. 
Sta per piovere...
Poi torno a guardare l'oggetto che tengo in mano. Inizio a scrivergli ma vengo bloccato da un avviso di chiamata.
Parli del diavolo.
"Traditore!" Cerco di trattenermi dal urlare, visto che mi trovo ancora in un mezzo pubblico. Le due anziane di fronte a me, si sono voltate per guardarmi di traverso. Le ignoro.
"Da quanto tempo, Jk." Ridacchia.
Prendo un bel respiro, alzando gli occhi al cielo. Come si fa ad essere così fastidiosi?
"Perché sei tornato indietro?" Chiedo. Non mi importa molto della figura di merda, non è la prima volta che succede. Guardo fuori dal finestrino cercando di calmarmi. I palazzi scorrono veloci, alcune persone passeggiano per strada, chi da solo, chi in coppia. Una bambina piange disperatamente davanti al suo gelato caduto a terra, mentre la madre cerca di farla smettere, comprandone un altro. Le osservo aspettando una risposta, che non arriva.
"Taehyung?"
"Ha detto che voleva parlarmi." La sua voce è priva di emozioni, quasi indifferente.
Spalanco gli occhi, incredulo per la sua affermazione. Voleva parlagli, di cosa? Se ha dovuto aspettare che me ne andassi, dev'essere una cosa importante. No! Non può essere. 
"Jk-"
"Perché proprio tu?" Chiedo leggermente frustrato.
"Forse perché sono bello." Sghignazza.
"Ti odio." Sussurro. Non so perché l'ho detto, è uscito da solo.
"No, non è vero." Lo sento ridacchiare ancora e adesso lo penso sul serio. "Dai Jk, ti ho sempre detto che sei bello, no?" Certo, me lo ripete ogni volta che sono frustrato, ma questo non aiuta mai.
"Che cosa vuoi ancora?"
"Niente. Solo dirti che, qualsiasi cosa lei mi dirà, tu puoi stare tranquillo."
Cosa? Che cosa intende dire, stare tranquillo, come? In che senso, lui che cosa sa, che io non so?
"Che vuoi dir-" chiedo confuso, ma lui mi interrompe bruscamente.
"Scusa, sono arrivato. Ci sentiamo dopo."
Rimango qualche secondo fermo a fissare il vuoto, con il suono della chiamata interrotta che mi frulla nella testa.
Abbasso il telefono e senza guardarlo lo infilo nella tasca. Appena scendo dal mezzo, mi dirigo verso casa, ignorando le "gocce di pioggia" che cadono sulle mie guance. Ignorando le persone- soprattutto le coppiette- che si fermano nel bel mezzo del loro cammino, per guardarmi.
Cos'avete da fissare?
Velocizzo il passo fino ad arrivare a casa. Una volta entrato, vedo mia madre attraversare l'entrata per andare in soggiorno, ma quando si accorge della mia presenza, si ferma per salutarmi.
"Ciao Tesor- ...È successo qualcosa?" Sento la sua allegria scemare leggermente, mentre si avvicina a me.
Scuoto la testa lievemente. "Fuori piove..." dico con un filo di voce, tiro su col naso e mi passo più volte le mani sulla frangia asciutta, pettinandola in modo da nascondermi gli occhi.
Sento la sua mano alzarmela e subito dopo le sue labbra che mi sfiorano la fronte. Un bacio delicato e rassicurante, esattamente come quello di una madre che ama il suo bambino. Uno delle pochissime attenzioni che mi dedica. Sempre troppo presa dal lavoro o dai suoi hobby, per chiedermi come sto. Ma fa niente, ormai mi sono abituato.
"Non piangere, fai l'ometto, okay?" Sempre la stessa identica cosa, non mi dice altro. Non le interessa. 
Fai l'ometto... cosa significa, perché i maschi non possono piangere? Siamo umani anche noi, non è giusto. Va bene, io non sono affatto forte, ma come faccio a diventarlo?
Prima di andarsene mi regala un ultimo sorriso, fin troppo dolce per i miei gusti. Una volta chiuso in camera, mi addormento con la faccia infossata nel cuscino. Senza cenare e parlare con qualcuno. Sono solo io, il mio cuscino e i miei pensieri.



 

***




 

"L'hai rifiutata?" Spalanco gli occhi, guardando scioccato il mio migliore amico, che non sentivo da giorni. Avevo troppa paura di sapere cosa fosse successo, per rispondere al telefono. Fino a questa mattina, che mi sono ritrovato a casa sua, senza nemmeno pensarci. I miei piedi si sono mossi da soli, forse sono davvero masochista. Ero sicuro di quello che voleva parlagli, ma non volevo crederci. Ammetto però, che per un istante, mi sono sentito sollevato. Il fatto che loro due non si siano messi insieme, rende le cose più semplici per me. Giusto?
Siamo seduti a gambe incrociate davanti la riva del fiume Han, dopo aver passeggiato tranquillamente da casa. Ha iniziato a parlarmi soltanto quando ci siamo adagiati qui. È una bella giornata, il sole brilla in cielo e fa molto caldo per essere una domenica di fine settembre. Non c'è un anima viva in giro, è strano per essere uno dei posti più popolari di Seoul, ma forse è meglio così. 
"Si, e non vuole arrendersi, è già la terza volta questa settimana. Non riesco proprio a capire le ragazze."
"Perché continui ad incontrarla allora? Sei crudele..." Sento una leggera sensazione di vuoto e amarezza, ma cerco di non pensarci.
"Perché voglio essere suo amico. Anche se non capisco cosa la spinga a bussare così tanto, la mia porta resterà comunque chiusa." Si volta leggermente verso di me, guardandomi negli occhi e accennando un sorrido. Corrugo la fronte senza smettere di guardarlo.
"Ma cosa stai dicendo? Che metafora di merda..."
"Ha parlato il Signor "mi ha baciato un'aspirapolvere". Tu fai più schifo." In una frazione di secondi, le nostre mani sono congiunte e iniziamo a lottare. Lui si inginocchia, per poi spingermi all'indietro e buttarsi lungo disteso sopra di me. Petto contro petto, ci fissiamo per qualche secondo in silenzio. Le nostre braccia divaricate sull'erba, con le dita delle mani ancora intrecciate. Sento il suo respiro farsi lievemente più rapido, probabilmente per lo sforzo. Il suo sguardo vacilla per qualche istante, smettendo di guardarmi negli occhi e prendendo un colorito più roseo in faccia.
"Sei pesante." Lo informo divertito, sfilando le mie mani dalle sue, per spostarlo con finto sforzo. 
"Senti chi parla." Sghignazza lui.
"Non sono io sopra di te." Ridiamo di nuovo, senza smettere di guardarci. Inizio a sentire caldo, quindi gli chiedo definitivamente di spostarsi, cosa che fa con molta lentezza. Non mi guarda negli occhi per poco, mentre si morde il labbro inferiore con delicatezza. A volte ci penso, a come possano essere le sue labbra, sembrano sempre cosi morbide e ben curate. Chissà se- NO! Assolutamente no. Ma a cosa sto pensando, sono impazzito?
Scuoto la testa per allontanare subito quei pensieri. Sento una risata che mi distrae dai miei pensieri e la mia faccia si fa sempre più calda, come il resto del corpo.
"Ma cosa stai facendo?" Mi guarda senza cercare di nascondere minimamente la risata, io sto fermo a fissarlo senza dire niente. Si avvicina di nuovo, sporgendosi in avanti e mi appoggia le sue mani sulle guance. Per lunghi istanti mi fissa negli occhi cercando di trattenere un sorriso e si inumidisce le labbra in modo appena percettibile.
Cerco di prendere un bel respiro e dirgli qualcosa, ma non lo faccio. Resto semplicemente fermo, immobile, aspettando che lui dica o faccia qualcosa. Dopo quelli che sembrano minuti interi, lo vedo finalmente sorridere e dire quello che voleva.
"Aish Jk, sei così carino." ridacchia, per poi scompigliarmi i capelli e allontanarsi. Gli tiro un pugno e rido anche io. È strano, non si è mai comportato così. O meglio, non si è mai comportato così negli ultimi anni. Ma non importa, l'ho sempre definito un alieno per tutte le sue trovare anormali. 
"Quindi, lei non ti piace?" Chiedo dopo esserci calmati e aver ripreso quel briciolo di serietà che avevamo.
Contempla un po' la domanda, guardandomi negli occhi, finché non sorride arrossendo lievemente.
"No Kookie, lei non mi piace." Il suo sguardo fisso di nuovo su di me, mi fa imbarazzare un po, ma devo chiederglielo, ora o mai più.
"Quindi... se per esempio..." Perché è così difficile parlare, è il mio migliore amico capirà, no?
"Cosa?" Inclina leggermente la testa per ascoltarmi curioso.
"...e se ci provassi io?" Abbasso lo sguardo, evitando subito il suo. Restiamo minuti interi in un silenzio a dir poco imbarazzante, ma non importa perché lui è il mio migliore amico e voglio una sua opinione. 
Ma perché ci mette tanto a rispondermi?
"Certo Kookie, nessun problema." Alzo solpreso la testa, il suo tono sembra felice ma il suo sorriso è strano, tremante.
"Davvero? Non ti da fastidio?" Sono veramente felice, ho l'approvazione di Tae e adesso devo solo trovare un modo per dichiararmi. Perché si, nonostante la mia confusione, dopo quel ultima uscita ho capito che quella ragazza mi piace, ma l'ho capito solo grazie a Taehyung.
"No." Mi sorride dolcemente per poi spostare lo sguardo sul fiume. 




 

Dopo quel giorno non abbiamo parlato molto, ci siamo mandati qualche messaggio per lamentarci dei compiti, ma nulla di più. Non lo considero neanche più strano, lui fa sempre così: a volte ti rompe per tutta la giornata, altre non si fa sentire per settimane. Nell'ultima settimana sono stato molto in compagnia di Luhan e Jin che, dopo la scuola, mi hanno aiutato a trovare un modo per dichiararmi senza problemi, o quasi. Anche se mi scrivessi tutto il piano su un foglio, resta il fatto che sono timido, quindi manderei tutto all'aria lo stesso. In più, chiedere aiuto proprio a loro due, che non hanno mai avuto alcuna esperienza a riguardo -se non vista in un drama- mi sa tanto da fallimento.
Alla fine, dopo ore di dibattito a casa di Luhan -con tanto di lavagnetta magnetica - abbiamo stabilito che sarebbe dovuto svolgersi all'aperto, sulla panchina del parco in centro, dopo l'acquisto di un gelato. Poi sarebbe successo quel che doveva succedere.
Che piano idiota, ma è l'unico che ho.
Quindi, subito dopo l'ho chiamata e le ho chiesto di vederci. Aveva detto di essere molto impegnata e che se avessi voluto parlarle, quel momento era perfetto, ma dovevamo sbrigarci. Non volevo fare tutto di fretta, ma visti i suoi impegni non potevo farci niente. Le ho detto dove incontrarci, sistemato i capelli, salutato i miei amici -che mi hanno augurato buona fortuna, e anche preso un po' per il culo- e sono corso a prendere l'autobus.

Oh cazzo.
Questa è la mia fermata. Mi sono distratto a pensare al mio discorso che non me ne ero accorto. Appena scendo la vedo li, in piedi davanti a un palo della luce ad aspettarmi. Cammino verso di lei, cercando di sembrare meno insicuro possibile, anche se so di star facendo un pessimo lavoro. Appena si accorge della mia presenzam, mi sorride. È bellissima con i suoi capelli neri, lunghi fin sotto al mento, la frangetta che le ricopre le sopracciglia ben curate, i suoi occhi piccoli e neri come la pece, che si illuminano ogni volta che sorride. Indossa la sua divisa scolastica: un elegante giacca nera -che si intona perfettamente con la gonna- sopra una camicia bianca e un gilet giallo, con al collo un fiocchetto a quadri giallo e nero. A guardarla mi tremano un po' le gambe e mi sento il cuore tamburellare in testa.
Andiamo Kookie, puoi farcela!
"Kookie, ciao." Mi sorride teneramente e sento il mio cuore perdere un battito. "Di cosa volevi parlarmi?"
"Yoonji, ciao... ehm... po-potremmo andare in un posto più tranquillo?" Accidenti alla mia timidezza, ma adesso devo essere coraggioso e farmi forza. 
Posso farcela. 
"Scusa Kookie, ma preferirei parlare qui. Sai tra poco devo tornare a casa." Accenna un sorriso.
Annuisco e prendo un bel respiro. Non sta andando proprio come avevo desiderato, ma forse avrei dovuto aspettarmelo. Ormai anche il mio discorso può andare a farsi fottere, arriverò direttamente al punto.
"Ehm, si okay... ehm... T-tu mi...piaci molto! Vuoi metterti con m-me?" Abbasso lo sguardo e sento cosi tanto caldo che vorrei spogliarmi e andare in giro nudo.
Dannata uniforme scolastica, avrei dovuto cambiarmi.
La sento agitarsi per un istante e forse, davvero, i miei sentimenti potrebbero essere ricambiati.
"Ehm, scusami Kookie, ma..." Eccolo, lo sapevo. Era ovvio che non gli piacevo, si era dichiarata a Tae, come potevo pensarlo? Sono un cretino!
"...sono fidanzata." Aggiunge in fretta.
Cosa? Con chi?
Sento qualcuno correre e ansimando, avvicinarsi a noi e neanche il tempo di voltarmi a vedere di chi si tratta, che un tizio con una felpa larga nera e col cappuccio a coprirgli la testa, si fionda su di lei e la bacia. Rimango immobile a fissare scioccato la scena per un secondo. Sto per spingere via il tipo, quando lui si sposta leggermente e prima di voltarsi a guardarmi, prende parola.
"Scusa per il ritardo, ho fatto il prima possibile."  Aspetta... ma questa voce...
Il ragazzo si volta verso di me, per guardarmi negli occhi con un aria di sfida, mista a compassione. 
"Ciao, Jk..."
Spalanco gli occhi scioccato, non sapendo minimamente cosa pensare o dire, tranne per un unica parola:
 

"Taehyung?"










 

バビ

Salveee ^_^.
Sono tornata. Per favore vogliate scusarmi per l'enormemissimo ritardo e confusione che sto creando con questa ff 😅. Ci ho messo tanto perchè, apparte la pausa, devo ammettere che è stato difficile scrivere questo capitolo: cambiare tempo, togliere la maggior parte dei personaggi, cercare di renderli più infantili, ma comunque interessante... si insomma...spero di esserci riuscita.
Lo so che avevo promesso un PROLOGO e mi dispiace tanto se non mantengo le promesse (Sono una cattiva persona😢).
Ma in realtà, dopo lunghe riflessioni ho pensato che non aveva senso scriverlo (a parte la mia poca voglia😅) Perché poi, la vera storia è ambientata nel presente e non volevo dilungarmi tanto, ma spero vi godiate anche queste piccole parti del passato. Spero che la prima parte sia stata di vostro gradimento, magari non descriveva molto, ma servirà più avanti😏. Per questo ringrazio le mie amiche per avermi sostenuta e ispirata😚.
Mi scuso per eventuali errori non visti. Ho veramente tanta paura su come sia uscito, spero di non avervi deluso e di sapere cosa ne pensate.

Prima di ritirarmi vorrei ringraziare  Akira_16, lindemann_Noah, Nico_Ackerman,  _DarkVampire_ che l'hanno messa tra i preferiti.
Alatiel, palechld per averla seguita e  blackjacks forever ,Kira Nikolaevic ,muffinmannaro ,Sara87003 ,Wilwarind86 , _DarkVampire_ per averla ricordata.
 Momo_Amaya, Nico_Ackerman per aver recensito.

Infine ringrazio tutti quelli che continuano a seguirla in silenzio, nonostante la mia confusione.
Grazie mille😊
Al prossimo capitolo.
Yoko 🦄.

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Yokohomi29