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Autore: Morgana Pendragon    27/06/2017    0 recensioni
Caterina vorrebbe solo vivere la sua vita, ma l'idea che tutti hanno di lei è che è prepotente e viziata, e con tutti i torti del mondo! Se soltanto l'ascoltassero sarebbero tutti molto più felici, e lei non dovrebbe avere a che fare con un padre severo, una madre impicciona e interessata solo al suo cucciolo, e una sorella praticamente perfetta, che ha solo la sfortuna di avere un'infelice destino. Senza contare tutti gli altri che sembrano non volerla lasciare in pace, come ad esempio un'irritante, quanto affascinante ( cosa che Caterina non ammetterebbe mai) fidanzato della sorella, un perfetto principe, intelligente e raffinato, con l'unica sfortuna di essere il fratello del sopracitato fidanzato, e un misterioso pretendente, che Caterina ha tutta l'intenzione di far fuori dai giochi, ad ogni costo possibile! Come possono allora dichiarare che il suo giudizio è errato?
DALLA STORIA :
- Dovresti smetterla -.
- Di far cosa? -.
Lui la guardò malizioso, e si inumidì le labbra, in un gesto lento e calcolato. Caterina arrossì dalla testa fino ai piedi.
- E smettila! - sbottò arrabbiata - Sei indecente, e un cretino! -.
Lo colpì in testa, e lui si lascio andare ad una sonora e gioiosa risata.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Cap1.2


CAPITOLO PRIMO











C'era qualcosa  di assurdamente sbagliato in tutto quello. Il destino sembreva averla presa di mira, e cosa poteva farci lei, adesso?

Era ingiusto che suo padre avesse deciso di darla in moglie, e che lei fosse costretta ad assistere addirittura al corteggiamento e matrimonio della povera sorella.

Aveva assistito inerme all'imballaggio delle sue cose, e poi l'avevano quasi dovuta spingere a forza dentro la carrozza. Caterina aveva tenuto il muso per la maggior parte del tempo i primi giorni, e non poteva non deprimersi alla vista del tempo che andava a peggiorare man mano che si allontanavano dalla loro casa. I posti che attraversavano erano sempre più freddi e umidi, e c'era fango d'apperttutto, i suoi capelli erano crespi e disordinati, le sue scarpe, il suo vestito e il suo mantello sporchi, e l'aria puzzava di pesce.

Secondo la madre invece, lei era solo maldisposta verso tutto. E non era una novità che il genitore riuscisse ad incolpare il suo caratteraccio al posto del mal tempo. Persino Alexandra diceva che il viaggio non era così male.

Certo, non faceva che piovere ogni quarto d'ora più o meno, e pochi giorni prima una raffica di vento aveva quasi buttato giù la loro carrozza, ma oggetivamente i villaggi in cui vi fermavano erano molto pittoreschi e diversi tra di loro. Aveva anche scorto diverse radure incantevoli, con splendidi colori quando il sole decideva di illuminarle per un poco.

Ma Caterina era partita col piede di guerra, e dubitava che avrebbe cambiato idea solo per la vista di belli scenari.

L'atmosfera cominciò a mutare man mano che si avvicinavano a destinazione. Sembrava tutto diverso, il tempo non era più impetuoso, anzi, splendeva come non mai, come a graziarle e pronto a mostrare loro tutte le meraviglie di quel regno. Durante le loro soste erano spesso ospiti di Signorie e molto spesso organizzavano grandi feste in loro onore, come se fossero le loro regnanti, o anche solo le migliori persone al mondo. E poi erano tutti così entusiasti del matrimonio che si sarebbe celebrato da li a poco! Una grande alleanza, dicevano. E allora il cuore di Alexandra si riempiva sempre un po' più di orgoglio, e sapeva di aver preso la decisione giusta se i suoi sudditi erano felici.

Caterina invece affondava la testa tra le spalle, ed evitava ogni contatto visivo. E si chiedeva se davvero fosse giusto sacrificare la propria felicità, per rendere felici gli altri. Era qualcosa che non riusciva ad apprendere apppieno, il sacrificio.

Lei non aveva mai sacrificato nulla, e non aveva certo intenzione di cominciare adesso, ed era per questo che si rendeva conto che non era adatta a diventare regina. Ad ogni modo, le serate passavano in modo piacevole, tra un pettegolezzo, una danza e tanto altro. Le notti erano piene di stelle luccicanti,  e certe volte la Luna pareva potesse essere toccata, tanto grande la riuscivano a vedere. I colori erano vividi e le canzoni ritmatiche. Il caldo era piacevole, ma ad un certo punto divento troppo, e la loro madre non gli permise di uscire fuori dalla carrozza per paura di un malessere.

Eppure Caterina gioì di quella novità. Il caldo afoso le permetteva di indossare abiti molto più leggeri e comodi, anche se fin troppo scollati, secondo la madre, e all'ultima moda. Eppure sapeva che la condanna a tutto ciò che era e che conosceva era alla fine del loro cammino. Si sentiva come una condannata a morte, e per quanto piacevole potesse essere quel tempo passato insieme alla sua famiglia, sapeva che sarebbe finito, sapeva che altre persone estranee ne sarebbero entrate a farne parte, e avrebbero rovinato ogni cosa. Non serviva a niente addolcirsi la pillola, sapeva che quell'uomo, quel principe, le avrebbe portato via sua sorella. Ed era qualcosa a cui lei non riusciva ad abituarsi. Come avrebbe fatto senza di lei? Alexandra era il punto fisso di tutta la sua intera vita. La difendeva quando la madre diventava fin troppo petulante, e anche quando lei si presentava a cena sporca e maleodorante per via delle lunghe cavalcate quando c'era il mal tempo! Non avrebbero più riso, più scherzato, e nemmeno litigato.






A malincuore dovette ammettere che il regno era molto bello, anche se non lo esternò mai a parole, ma il suo, e avrebbe sfidato chiunque a dire il contrario, era molto meglio. Ci misero esattamente ventuno giorni a raggiungere la reggia. Si trovarono di fronte un'enorme castello, grande, grosso, e inattaccabile, pensò Caterina.

- Bene - esordì la madre - sapete cosa fare. E... Caterina, ti prego, non essere te stessa!-.

Bè questa era una provocazione bella e buona! Che fosse davvero così facile rovinare tutto? Con il suo vecchio pretendente aveva impiego tre mesi per fargli capire l'antifona, ed era stata se stessa nel modo più sgradevole possibile. Non che in questa situazione si sarebbe contrallata, in fin dei conti non ne aveva la minima intenzione. Le ospiti furono scortate a palazzo e come da consuetudine furono accompagnate nelle loro rispettive stanze. Dopo un breve momento di riposo, cominciarono a prepararsi per la presentazione formale alla famiglia reale. Era il momento preferito di Caterina, che aveva portato e scelto i suoi migliori gioielli, e aveva ordinato alle sarte le migliore stoffe per degli abiti che adorava letteralmente. Suo padre non aveva badate a spese per queste sue pretese, nemmeno per il nuovo guardaroba della sorella, a cui lei aveva diritto visto che stava per incontrare il fidanzato e doveva fare un'ottima impressione alla famiglia di lui e al principe stesso. In ogni caso, suo padre non si era rifiutato di pagarle tutti quegli extra lussiosi, forse per farsi parzialmente perdonare dalla figlia, che giocava alla voce del silenzione quando lui le si rivolgeva. Era l'unico suo capriccio in cui non poteva, e non voleva, accontentarla.

Quindi con l'aiuto di una cameriera, estremamente giovane, forse della sua età, si preparò scrupolosamente. Decise che quella sera faceva abbastanza caldo da poterle permettere di indossare uno dei suoi abiti preferiti. Era blu cobalto, dal taglio semplice, rettangolare sulla scollattura e con pochi pizzi. Le spalle erano ricoperte da una leggera stoffa riccamente ricamata, e la lunga gonna a campana si perdeva in mille piccole pietre preziose, riflettendo la luce delle lampade. Per i suoi capelli decise per una lunga treccia  senza alcun abbellimento, e pochi essenziali gioielli. Un filo di trucco, due gocce del suo profume preferito, ed era già pronta.

La cameriera la guardò estasiata.

- Santo cielo! Siete davvero splendida, mia Signora. E poi quest'abito è così bello!-.

Accarezzò un lembo del suo vestito e poi arrossì, pensando di aver osato troppo per una persona del suo rango.

- Sì, non è vero? Ho scelto questa stoffa perché è così particolare questo colore -.

La ragazza le sorrise, lieta di non dover servire la solita donna superiore a lei e a tutto il mondo, incapace di guardarla senza avevere uno sguardo disgustato.

- Come hai detto di chiamarti?-.

- Dominique, mia Signora -.

- Perdonami Dominique, ma ho una pessima memoria! E in privato puoi benissimo darmi del tu. Odio tutte queste formalità di corte, ma purtroppo per noi due, sono indispensabili! -.

- Oh no, non scusatevi!-.

Dominique le sorrise, mettendo in mostra un sorriso davvero grazioso, esattamente come la sua persona. Era più alta rispetto a Caterina, e i suoi capelli erano un castano più chiaro di quello scurissimo della nobildonna. Eppure aveva dei magnifici occhi cerulei. Caterina sperava nel aver trovato una amica discreta, qualcuno con cui potersi lamentare magari.

- Bè, credo che sia ora di andare. Hanno mandato qualcuno a bussare alla porta. Cavolo -.

La cameriera innoriddì a quella parola, così poco adatta ad una donna del genere. Allargò gli occhi e si coprì la bocca, come se avesse fosse stata lei a pronunciare una parola per la quale sarebbe stata punita severamente, o licenziata magari. Caterina scoppiò a ridere a quella reazione, e le mise una mano sulla spalla, come ad incoraggiarla e rassicurarla.

- Non temere. Al mio servizio di abituerai a questo e altro!-.

Si voltò e uscì dalla stanza.

Sua madre appena uscita anche lei dalla porta, come Alexandra,  le lanciò un'occhiata scettica.

- Scelta interessante, tesoro. Ma forse un po' azzardata per una cena formale -.

- Tranquilla, madre. Sarò una statua, un soprammobile, mi trasformerò in un pezzo della tappezzeria! Non hai nulla da temere -.

Alexandra scoppiò a ridere, in modo assolutamente delizioso, e che avrebbe anche probabilmente fatto cadere ogni singolo uomo del mondo ai suoi piedi. C'era da dire che era bellissima, ma non era una novità, quella. Caterina non si sorprendeva più della bellezza della sorella, anche se avesse desiderato che Alexandra la mettesse un po' più in mostra, invece di nasconderla per via della sua timidezza.

- Sei assolutamente bellissima! Quello sconosciuto del principe non potrà non volerti, insomma guardati! Se fossi stata io un uomo ti avrei sposata subito!-.

disse afferandole una mano.

- Grazie. Ma penso che tu sia di parte, sono tua sorella, è normale che tu pensi che sono graziosa-.

- Io non penso che tu sia graziosa. Io penso che tu sia bellissima, e la mia opinione vale più di mille altre. Adesso andiamo -.

Disse mettendo fine alla solita discussione sul fatto che sua sorella si ritenesse solo ' accettabile'. Chi avrebbe mai osato anche solo persarlo? Aveva un magnifico personaggio, con occhi grandi e azzurri, e i capelli biondi più morbidi e scintillanti del mondo!

Si incamminò dietro il servitore che era stato incaricato di scortarle, e la sua bocca si atteggiò automaticamente in un broncio.





Quando alzarono lo sguardo, dopo il formale inchino, gli sguardi girovagarono un po' ovunque. Con attenzione gli occhi di Caterina puntarono dritti la figura del principe, che sembrava completamente rapito da sua sorella, che sfoggiava uno sguardo timido da sotto le folte ciglia. Era già suo. E lei guardava in un modo...neanche avrebbe sentito la sua mancanza, pensò amaramente.

Era l'uomo più alto che avesse mai visto, e i suoi lineamenti erano duri, ma i suoi occhi mostravano una persona gentile celata sotto quelli strati di muscoli e sotto la veste di soldato. Era bello con i suoi capelli oro e i suoi occhi blu, con le sue spalle forti, e con uno sguardo incerto non riusciva a nascondere la sorpresa di ammirare una giovane così splendida. La sua futura moglie, che fortuna!

Prese la mano di Alexandra e la portò alla bocca, in un lieve baciamano. Poi come resosi conto di quello che aveva appena fatto, arrossì di botto e borbottò poche parole.

- Piacere di conoscervi, mi Signora. Il mio nome è Ludolf, principe secondogenito della mia stirpe. E' un'onore incontrare la mia futura cognata - disse rigidamente il giovane.

Caterina sobbalzò. Come tutti in sala. Aveva il presentimento che sua madre stesse ballando e gridando entusiasticamente nella sua mente per la magnificenza di quell'incontro! Senz'altro fantastico, mai vista tanta sintonia dal primo sguardo! Non avevano ancora analizatò bene ciò che avevano sentito. O almeno, Caterina stava già pensando a quel ' principe secondogenito', ma non ebbe davvero il tempo per via degli eventi che si scatenarono subito dopo quella rivelazione.

La doppia porta dietro di loro si spalancò, e un tornado scuro fece irruzione nella stanza senza dar modo ad alcune di poter reagire come si conveniva.

Sbattendo le palpebre più volte, Caterina si rese conto che non era una fenomeno naturale ad aver fatto irruzione, o per lo meno non come aveva pensato lei.

Un uomo li guardava uno ad uno sorridendo, come se trovasse la situazione a cui stava assistenzo a dir poco esilarante.

- Quanta bellezza in una sola stanza! Sono davvero indeciso adesso - disse maliziosamente spostando il suo sguardo da Alexandra a lei.

- Come?-.

Caterina lo guardò come se fosse la cosa più sgradevole e rite del mondo.

- Oh, scusatemi, che maleducato! Il mio nome è Demian, principe ereditario della corona,primo della mia stirpe. Chi delle due è la mia promessa sposa? - disse riempiendosi la bocca di quel titolo altisonante, come se solo per questola sua maleducazione fosse giustificata. Bè per Caterina non lo era per nulla.

- Anche se devo ammettere che sto rivalutando molto le donne con i capelli bruni - ammiccò nella sua direzione.

Quello fu troppo.

- Cosa state dicendo? Io non sono qui per sposarvi, o altre sciocchezze simili! Preferire morire cento volte, che sposare un barbarono pieno di se, come voi! -.

L'uomo la guardò stupito, enon riuscì a replicare a quelle parole velenose. Di norma avrebbe dovuto offendersi, ma nessuno aveva mai osato parlargli con tanta franchezza, e non potè impedire il nascere di un nuovo sorriso sornione. Guardò la sorella di lei, che lo fissava accigliata e pensò che aveva fatto l'impressione peggiore al mondo. E lui era sempre adulato da tutti, più ancora dalle donne, e non poteva permettere questo.

" Per fortuna, - pensò con sollievo - è la sorella che devo sposare. Uno sguardo di disapprovazione è sempre meglio di uno del genere".

Caterina arrivò alla fulminante conclusione di detestare quell'uomo. Eppure quando lui si volse verso di lei, di nuovo, senza nemmeno chiedere scusa alla di lei sorella, vide nei suoi occhi una luce diversa, come se stesse effetivamente valutando l'idea  di avere un osso duro per la prima volta, tra le mani. Come se nessuno l'avesse mai sfidato, e che non avrebbe mai smesso di provocarla proprio per quello.

- Vi siete forse offesa, mia Signora? Non volevo di certo. Le mie sono in fondo le maniere di un uomo rude, e barbaro-.

- Esattamente, e adesso come le buone maniere convengono dovreste chiedere il perdono di mia sorella. La vede? E' la donna laggiù, vestita di verde, che ha la sfortuna di avervi come futuro marito -.

- Ovviamente mi scuso con umiltà a voi, milady - disse voltando lo sguardo solo per poi spostarlo immediatamente su di lei - posso sapere con chi ho il privileggio di parlare?-.

- Sono la sorella, ma voi potete chiamarmi ' mia Signora', poichè così mi aggrada-.

- Non volete dirmi, forse, il vostro nome?-.

- Esatto. Non è rilevante al momento -.

- Eppure è estremamente maleducato -.

- Mi state dando della maleducata?-.

- Sì-.

- Per voi, io sono solo una presenza costante al fianco della vostra futura moglie - l'uomo fece per replicare ma Caterina non gliene diede il tempo - e vi prego, tacete. Non peggiorate la mia opinione su di voi!-.

Demian sorrise.

- Siete una creatura davvero incosueta-.

Le si avvicinò così tanto, da essere considerato indecente, e Caterina lo vide arrovellarsi il piccolo cervello che doveva avere. Era  la prima volta, pensò, che un uomo le stava così vicino. Era indecente. Perché adesso lei poteva solo concentrarsi sui suoi tratti, e non voleva. Incontrò lo sguardo di lui che non l'aveva lasciata per un momento, e un brivido le striscio sotto pelle, e l'unica cosa che voleva era piantagli un bello schiaffo e correre via il più velocemente possibile, così avrebbe avuto modo di mettere su un piano per una vendetta per essere quello che era. Si vedeva che era un dongiovanni, ma con lei aveva perso su tutta la linea.

Demian portava i capelli lunghi, a dispetto del fratello, legati in fondo da un nostra rosso, proprio come la giubba logora che indossava. I suoi occhi erano verdi, ma Caterina poteva vedervi un fuoco dentro, qualcosa di oscuro, forse, o per lo meno di nascosto. La sua pelle era abbronzata, di un lieve dorato, e poi era magro ma ben piantato, le sue spalle erano larghe, e la sua bocca sempre ridente. Santo cielo quanto desiderava colpirlo!

Ad un tratto Demian le diede le spalle, e come se non fosse accaduto assolutamente nulla, porse di nuovo le sue più sentite scuse ad Alexandra, porse gli omaggi a sua madre, e salutò i suoi famigliari con colore. Soprattutto il fratello. Il Re e la Regina sembrava sollevati che lui fosse li con loro, dichiararono che piccoli battibetti non avrebbe fatto altro che giovare alla reciproca conoscenza dei giovani, e che sarebbe stato un periodo davvero interessante. Caterina non capì come mai non si offeserò, o come mai il principe Demian non si fosse offeso, ma di certo lei non era propensa ad una più profonda conoscenza con il futuro Re. In che razza di posto era finita?

La Regina disse che poteva accomodarsi in tavola, e così tutti seguirono i servi che li accompagnavano. Con suo sommo stupore sua madre e la Regina sembravano discutere appasionatamente di qualcosa di cui era sicuro non le importava, mentre il principe Demian scortava sua sorella, tutto sorrisi e moine, Caterina vide Alexandra ridere - no, ti prego, non cascarci!- pensò, prima di essere interrottta.

- Non crucciatevi troppo, Caterina. Altrimenti questa cena vi rimarrà sullo stomaco -.

Era stato il principe Ludolf, a parlarle. La prese sotto braccio e le sorrise accomodante.

- Odio vostro fratello, non credo di poterci fare molto-.

Ludolf scoppiò a ridere.

- Sapete una cosa? Voi mi piacete molto, credo che diventeremo amici! Non siate troppo affrettata sui vostri giudizi. Mio fratello non ha fatto una buona prima impressione, ma non è una cattiva persona-.

- Non m'importa molto, a dire il vero-.

- Chiamatemi Ludolf, e mi farete l'onore si sedere alla mia destra questa sera?-.

Le fece un piccolo inchino, come a prendersi gioco di tutte quelle cerimonie, e Caterina capì che il fratello di Demian le sarebbe davvero andato a genio.

- Assolutamente! Come potrei rifiutare un simile onore? E' la mia aspirazione più grande per questa sera-.

- Solo per questa sera? Siete forse un po' troppo ambiziosa!-.

- E capricciosa, dire io -.

Esclamò Demian poco più avanti di loro. Caterina ebbe l'istinto di prenderlo a calci.

- Il nostro regale futuro Re, e momentaneo principe reggente Demian primo della sua stirpe- gli fece il verso lei con aria pomposa - è pregato di farsi gli affaracci suoi! E che origliare conversazioni è da maleducati bifolchi!-.

- Oh guarda, un nuovo appellativo in meno di cinque minuti. Nessuno mi aveva mai chiamato bifolco! Devo proprio piacerti tanto, non è vero?-.

Alexandra e Ludolf risero, mentre Caterina faceva finta di rigettare anche l'anima a quella prospettiva, cambiando immediatamente espressione non appena sua madre si voltò nella sua direzione.
















ANGOLO AUTRICE : HO FINITOO!! Sento i cori angelici? Sono forse in paradiso? Probabile visto che ho finito di scrivere il capitolo! A dire il cero l'avevo finito tipo tre giorni fa, ma niente ogni volta che cominciavo il pc si bloccava e mi venivano in mente altre frasi e altre esspressione, è stato come avere una crisi di doppia personalità! Allora, che dire, io AMO Demian, e lo credo bene dato che è nato dalla mia mente malata, e amo anche tutti gli altri, persino Caterina che è il mio personaggio più insopportabile, o almeno lo è caratterialmente! Mi diverte troppo scrivere dal suo punto di vista le cose LOL Se avete un po' di tempo, giusto qualche minuto, non chiedo mica un papiro o una tesi di laurea per carità, fatevi sapere cosa ne pensate, della serie : BUUU CHE SCHIFO! RITIRATI! TI PRENDO IO A CALCI SE NON SMETTI DI PUBBLICARE ( spero però non mi scrivete davvero queste cose), al prossimo aggiornamento, quindi per il momento grazie a te che hai letto, e che sei rimasto con me fino alla fine * di questo commento lungooo e sconclusionato!
* Cit. necessazio di Harry Potter e i Doni della Morte.

  
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