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Autore: reggina    28/06/2017    4 recensioni
La vita può cambiare all'improvviso e mettere in discussione il futuro per cui si ha tanto lottato. Allora non resta altro da fare che andare avanti, nonostante il passato, perché raccogliere i cocci è difficile ma non impossibile.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jun Misugi/Julian Ross, Yayoi Aoba/Amy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aveva appena quattordici anni Amy quando ha capito che quella di Julian è una malattia alla quale bisogna dare del lei. Un difetto che ha cambiato la vita di entrambi, l'ha messa alla prova in tutto e per tutto, l'ha coinvolta completamente e, per la prima volta, l'ha messa faccia a faccia con la morte.

L'esperienza, dopo tanti anni, non aiuta: è soltanto una lampada che le illumina la schiena, non il cammino.


E si sente, di nuovo, come quella ragazzina incerta e terrorizzata sprofondata nella poltroncina di plastica verde con il cuore gonfio di preghiere e venature rosse nel bianco degli occhi, segno che è esausta e ha pianto.

Julian adesso dorme tranquillo ma i pensieri di lei sono fermi lì, immobili in mezzo al campo dove il suo grande amore è crollato di colpo privo di sensi.

Lo stadio ammutolito, i compagni che cercano di aiutarlo e intanto piangono e si disperano.

I concitati tentativi degli avversari di rianimarlo.

L'ambulanza che arriva, lo stadio che si alza in piedi ad applaudire.

Il ricovero in ospedale e la partita che va avanti perché, per forza di cose, si deve continuare.

"Tesoro mio!"

Gli occhi di Julian la scrutano con l'inafferrabilità e l'indecifrabilità di un uomo ma il sorriso stiracchiato è del timido che arrossisce davanti ad una telecamera e alle incessanti domande dei giornalisti.

È del calciatore che ama la libertà di stare a briglie sciolte in campo, come una farfalla. È dell'uomo che si è innamorato follemente e alla sua maniera di una donna che lo protegge sempre, anche contro un destino infame.

"Come ti senti?"

Julian contrae i muscoli doloranti. Amy è ancora bellissima: fragile, sottile e luminosa come se il sole sfolgorasse dentro di lei. Gli accarezza la guancia glabra e il sollievo è evidente sui suoi lineamenti delicati.

I suoi occhi castani si inumidiscono ma ha un sorriso felice quando gli accarezza la testa. A quel contatto un senso di soddisfazione si fa strada nel petto di Julian.

"Macerato. Ho male!"


È una risposta che non s'aspettava, che la spiazza. Lui chiude gli occhi e respira piano, sapendo di avere il dovere di spiegarsi.

" La malattia cambia le persone, Amy. È attraverso questo percorso che ho imparato a conoscere meglio me stesso, i miei limiti, a capire e rispettare la mia malattia!"

È un discorso da resa incondizionata e la ragazza deve appigliarsi a quello sport scritto a chiare lettere negli occhi di Julian. A quel pallone stramaledetto ma pur sempre amato.

"Non c'è niente da fare: quando un amore è grande, lo è comunque, sempre e per sempre. Il tuo amore per il calcio è viscerale, di quelli che non puoi controllare ma soltanto coltivare fino all'ultimo fiato. Sappiamo che puoi guarire. Vale la pena provarci!"

Stavolta, però, la farfalla sente tutta la precarietà delle sue ali di cristallo: raffinate e fragili.

Afferra la mano di Amy e se la porta alle labbra.

"L'ho fatto per tanti anni, Amy. Non c'è stata situazione, non c'è stato discorso dove non abbia inserito la parola pallone o partita. Ho coltivato questo amore sacrificando tutto ma non la mia famiglia. Da dietro la rete mi sono sempre voltato verso gli spalti alla ricerca degli occhi di mia moglie. Tu vieni prima di tutto, tu sei al primo posto!"

   
 
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