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Autore: _J2isreal_    29/06/2017    4 recensioni
[Crossover Ghost-Whisperer]
Sam e Dean vengono mandati a Granview per seguire un caso.
Nel soggiorno a NY, due fratelli, hanno il piacere di incontrare Melinda Gordon che sorprendentemente ha molto da consigliare ai due cacciatori.
Ma, come ben sappiamo, niente segue mai i piani. Come potrà mai aiutarli, Melinda, se uno dei due rimanesse ferito?
*Tratto della storia, Cap 2"
"Sammy" Lo chiamò Dean, avvicinandosi a lui. "Ehy, Sammy" Lo richiamò, prendendolo tra le braccia. Sam non rispondeva e solo in un secondo momento, si accorse del perché.
[...]
"Nono, Sam, no, ti prego" Cantilenò il biondo, sbarrando gli occhi. Accarezzò nevroticamente il volto, i capelli lunghi.
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Sono sempre più pessima con le introduzioni, vi assicuro che l'interno è meglio. Molto.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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A.A: Buongiorno, dolcezze! So che avevo detto di pubblicare domani, ma non ci sono e, visto che ho il capitolo pronto, ho pensato di pubbliccarla oggi. Questo capitolo mi è piaciuto tantissimo, mentre scrivevo avevo le lacrime agli occhi. Spero che piaccia anche a voi! Buona lettura! Fatemi sapere cosa ne pensate <3
Buona giornata!


 
Sam e Dean accompagnarono Melinda alla sua abitazione. Aveva aiutato abbastanza per il loro lavoro.
A Sam piaceva, trovava che fosse molto dolce, carina. Dean, invece, non si esprimeva più di tanto. Aveva pur sempre una facciata da cattivo ragazzo da tener su.
"State attenti, ragazzi, mi raccomando" Li salutò la bruna, entrando nel vialetto di casa. Jim uscì, andandole incontro.
Fece un cenno col capo per salutare i fratelli, prima di portarsi la moglie all'interno.
"Non dobbiamo più rivederli, vero?" Scherzò il moro, accompagnandola verso la camera da letto.
"Vedremo" Sorrise lei, portandogli le braccia al collo e stampandogli un dolce bacio sulle labbra.

***

Dean si svegliò per primo quella mattina.
Avevano finalmente l'indirizzo del vampiro, che per uno strano caso del destino, era difronte al negozio di antiquarato. Dovevano ucciderlo e tornare alla loro tanto attesa quotidianità.
Il maggiore lanciò uno sguardo verso il letto del fratello. Sam era sdraiato a pancia in su, il lenzuolo tra le gambe, lasciandole scoperte, ma coprendo il torace. Le labbra erano socchiuse e il volto era rilassato, dolce. Una ciocca ribelle cadeva sul suo viso.
Dean lo guardava adorante, non poteva negare quanto Sam fosse bello. Sospirò profondamente; era suo fratello, non lo avrebbe mai visto in quel modo. Si sentiva un mostro solo a pensare una cosa del genere.
Si alzò dal letto, avvicinandosi al più piccolo. Gli scostò la ciocca, sorridendo davanti alla sua smorfia buffa.
"Sammy, alzati, dobbiamo andare" Lo svegliò, la voce calma e dolce.
Sam aprì gli occhi, sorridendo a suo fratello. Adorava come Dean si comportasse così solo con lui.
"Ripassiamo il piano. Io entro dall'entrata principale, tu dal retro. Abbiamo accertato che è un vampiro unico, sappiamo che a quest'ora dorme, sarà un gioco da ragazzi" Constatò vittorioso.

***

Venti minuti dopo, erano in macchina. Dean parcheggiò davanti l'abitazione, facendo cenno a Sam di seguirlo.
Aprì il portabagli, prendendo due accette d'argento. Lo richiuse, annuendo a Sam.
Dean tenne l'arma con entrambe le mani, al lato della testa, le braccia piegate, pronto a colpire se ce ne fosse stato bisogno. Quando arrivò davanti alla porta, con un cenno del capo, disse a Sam di andare nel retro, mentre lui entrava.
La porta era stranamente aperta, ma non ci pensò molto. Melinda li aveva informati che nella loro città era solito farlo, ci si fidava tra di loro.
Il pavimento scricchiolava sotto il peso di Dean. Cercò di camminare più lentamente possibile. Andò direttamente al secondo piano, convinto che Patrick stesse dormendo.
Arrivato davanti alla camera da letto, però, la trovò vuota. Il sangue gli si gelò nelle vene, continuando, però, a mentenere la calma. Vagò per tutte le stanze del piano, nella speranza di trovarlo.
Sam era appena entrato in cucina. Stava dando un'occhiata in giro. Sul frigorifero c'era una bellissima foto di lui, insieme alla sua famiglia. Il castano la prese tra le mani, il vampiro sembrava così sereno, così buono, mentre teneva in braccio quel bambino.
Successe tutto troppo velocemente. Stava per rimettere a posto l'immagine, quando qualcuno alle sue spalle, lo spinse sulla superficie fredda.
Sam chiuse gli occhi, dandosi mentalmente dello stupido. Come aveva fatto a distrarsi in una tale maniera! Dean lo avrebbe ucciso, se lo avesse saputo.
"Non ti hanno mai insegnato a farti gli affari tuoi?" Ruggì il roscio, sovrastandolo con la sua forza.
Il castano sferrò una gomitata veloce al fianco del vampiro, riuscendo ad avere la meglio su di lui. Grazie alla botta, riuscì a farlo allontanare il giusto per girarsi nella sua direzione. Gli sferrò un gancio con il pugno sinistro, vedendolo fondersi con il tavolino di legno dietro di lui.
Il vampiro, però, non aveva accettato la tenacia del giovane cacciatore. Si rialzò immediatamente, afferrando Sam per la gola. Lo scaraventò verso la credenza già rotta. Il più piccolo cercava di allentare la presa sul suo collo, ma non ci riuscì, era troppo forte.
Dean sentì dei rumori al piano di sotto. Si precipitò sulle scale, pronto a raggiungere quel figlio di puttana. Quando entrò in cucina, il suo sangue si raggelò.
Dalla sua posizione, riusciva solo a vedere il bastardo tenere Sam. Si avvicinò con cautela, alzando la lancia, pronto a colpirlo.
"Un morto per uno" Timbrò sadico, un attimo prima che la sua testa rotolasse sul pavimento.
Il corpo mozzato del vampiro si accasciò a terra, rivelando così la figura di Sam, anch'essa inerme.
"Sammy" Lo chiamò Dean, avvicinandosi a lui. "Ehy, Sammy" Lo richiamò, prendendolo tra le braccia. Sam non rispondeva e solo in un secondo momento, si accorse del perché.
Il suo fratellino aveva una profonda incisione sulla gola. Il suo corpo diventava man mano sempre più freddo. Le palpebre pesati.
"Nono, Sam, no, ti prego" Cantilenò il biondo, sbarrando gli occhi. Accarezzò nevroticamente il volto, i capelli lunghi.
"Sam!" Urlò, straziato dal dolore che sentiva crescere prepotentemente. Le iridi verdi, lucide, bagnate dalle lacrime che adesso varcavano il suo viso dolce.
"Ti prego... Sam... non lasciarmi" Pregò un'ultima volta, stringendo il corpo al suo petto. La fronte imperlata di sudore, su quella di Sam. Rimase così per minuti interminabili. Piangeva, anzi, singhiozzava.
Lo spirito del minore, intanto, era uscito dal suo corpo. Si era avvicinato a Dean, consapevole che non lo poteva vedere. Si era inginocchiato davanti a lui, posando una mano sulla sua guancia, mentre una potentissima luce lo invitava a seguirla.
"Andrà tutto bene, amore mio, te lo prometto" Gli sussurrò, anche se l'altro non poteva sentirlo.

***

Melinda era appena rientrata in negozio. Sul bancone c'era uno scatolone con su scritto 'mettimi al posto', scritto a caratteri cubitali.
Melinda alzò gli occhi al cielo, sorridendo. Andrea rimaneva sempre la solita.
Prese la scatola, portandola nella seconda stanza. L'aprì, prendendo i primi oggetti.
Erano delle bambole di porcellana, ognuna di un colore diverso.
"Come fa la gente a comprare queste cose" Sospirò, guardandole male. Erano decisamente orrende.
"Me lo chiedo spesso anche io" Proferì una voce alle sue spalle.
Melinda sobbalzò, presa alla sprovvista. Dallo spavento la bombola cadde a terra, rompendosi in piccoli pezzi.
"Mi dispiace, non volevo spaventarti! Ma non so bene come funzionano queste cose" Si scusò Sam, sospirando.
La ragazza si girò incredula verso di lui, portandosi entrambe le mani sulla bocca quando lo riconobbe.
"Oh, mio Dio, Sam!" Lo guardò sconvolta.
"Già.. La caccia non è andata come speravo.."  Spiegò, piegando le labbra in lieve sorriso. "Ma adesso devi aiutarmi, ti prego! Dean sta malissimo e devi andare da lui"
Melinda non se lo fece ripetere due volte, aveva lasciato tutto com'era e aveva preso le chiavi della sua auto. Guidò verso il motel dove sapeva alloggiasse.
Uscì sbrigativamente, fiondandosi verso l'entrata, quando Sam la fermò.
"Sta.. sta parlando, un attimo" spiegò.
In un batter di ciglia, era vicino al suo cadavere. Il suo corpo era sdraiato sul suo letto, mentre Dean era in ginocchio al suo fianco. Teneva saldamente la sua mano nelle proprie. La fronte poggiata sul materasso.
"Mi dispiace così tanto, Sam.." Singhiozzò. " Dovevo proteggerti, avevo giurato di farlo!" Continuò, alzando la testa per guardarlo. "Quando eri appena nato.. e papà mi portò all'ospetale dalla mamma per vederti.. bè.." Sorrise imbarazzato. "pensai subito che il mio compito sarebbe stato quello di proteggerti. Eri così piccolo, indefeso, fragile. Quando la mamma è morta, ho capito immediatamente quale sarebbe diventato il mio ruolo. Papà cominciava a non esserci mai e tu avevi bisogno di cure, di attenzioni. Non è mai stato un peso per me, crescerti. Mi toglievo volentieri tutte le cose di cui non avevo bisogno, per stare con te. Per raccontarti le favole della buonanotte, per farti vivere un'infanzia serena, per quel che potevo. Quando sei cresciuto, eri sempre così curioso. Chiedevi spesso perché papà mancasse sempre o perché non avevamo una mamma. Chiedevi perché eravamo costretti a cambiare spesso città e perché noi eravamo sempre chiusi in stanze squallide come quelle. E io non sapevo cosa risponderti, perché eri così piccolo. Non ho mai voluto che soffrissi, Sam. Se potessi cancellare tutto quello che hai dovuto passare, ti giuro che lo farei. Se potessi averti di nuovo qui... Sam, io non ce la faccio ad affrontare tutta questa merda senza di te. Non posso, non voglio. Come faccio ad andare avanti adesso? Chi trovo a migliorarmi le mattine, semplicemente aprendo gli occhi? Semplicemente  sorridendomi..."
Sam lo guardava allibito. Non si era reso conto che aveva cominciato a piangere anche lui. Come aveva fatto a non rendersi conto di quanto suo fratello lo amasse. Come aveva potuto incolparlo così tante volte di crimini che non aveva commesso?
Ritornò da Melinda, trovando anche lei in lacrime, segno che avesse ascoltato tutto. Presto le parole di Simon la colpirono in pieno petto. Ora riusciva a vedere tutto, riusciva a capire.
Si asciugò le lacrime, bussando due colpi forti alla porta.
" Dean, sono io, aprimi!" Gridò da fuori.
Qualche secondo dopo, il ragazzo dai capelli biondi, aprì la porta. La sua espressione fredda e illegibile. Il viso accaldato e rosso dal pianto, gli occhi stanchi e gonfi.
"Che vuoi?" Ringhiò, guardandola male.
"Sam è qui e vorrebbe parlare con te" Rispose con cautela, trattenendo il fiato quando lo vide infuocarsi ancora di più.
"Senti, donna che sussurra ai fantasmi, non me ne frega un cazzo di quello che tu hai da dire. Voglio essere lasciato in pace, sono stato chiaro?" Le ruggì contro, provando a chiuderle la porta in faccia.
Non era arrabbiato con lei, siamo chiari. Era semplicemente arrabbiato con il mondo intero. Con Dio, con il sovrannaturale, con suo padre, con tutti. Incolpava tutti della morte del fratello, ma più di tutto, odiava se stesso. Era tremendamente arrabbiato con se stesso, non se lo perdonava.
"Non sono io che voglio parlarti, ma tuo fratello." Riprovò lei, più dolcemente. "Deve dirti alcune cose, dopo di che, me ne vado. Te lo giuro" Riprovò.
Dean sospirò affranto, lasciandola entrare. Era troppo stanco per creare un dibattito inutile.
"Puoi dirgli che ho amato molto il suo discorso di poco fa?" Chiese Sam, sorridendo amabilmente.
"Dice che ha gradito il tuo discorso, poco fa." Riferì Melinda, vedendo il corpo del biondo irrigidirsi.
Era tremendamente imbarazzato, non credeva che fosse stato ascoltato, quando aveva lasciato perlare i suoi sentimenti. In tutta risposta, il biondo annuì.
"Vedo la luce, ma non posso passare oltre senza dirgli una cosa importante." Proseguì, avvicinandosi al suo Dean.
"Vede la luce" sospirò la donna, asciugandosi una lacrima. "ma prima di passare olte, deve dirti una cosa"
"Ti prego, risparmiatemi la cazzata del posto migliore. La stronzata della vita dopo la morte, la luce e cose varie." Tagliò corto Dean.
"Digli che non l'ho mai incolpato di niente. Lui non c'entra con tutta questa merda, non poteva fare nulla. Anzi, ha fatto più lui, che il mio stesso padre e non lo ringrazierò mai abbastanza per questo"
"Ti ringrazia per tutto quello che hai fatto per lui e dice che non devi sentirti in colpa, perché non centri niente" Riportò, osservando Sam che intanto si era seduto al suo fianco.
Dean la guardò, gli occhi di nuovo lucidi. Sapeva cosa volesse far Sam, voleva alleggerire il peso che portava sullo stomaco, ma non poteva. Non poteva farlo.
"So che questo può sembrarti strano Melinda.. e farti schifo.. ma, ma puoi dirgli che lo amo? L'ho sempre amato e sempre lo amerò. Doveva saperlo." Pianse, guardando suo fratello con sguardo innamorato.
Melinda ne fu tremendamente colpita. Provò a trattenere un singhiozzo, mentre puntava i suoi occhi su un Dean leggermente confuso dal suo silenzio.
"Dice.. Dice che ti ama, Dean.." Confessò, notando la sua espressione sorpresa. "Ti ha sempre amato, ma non ha mai avuto il coraggio di dirtelo"
"Pensavo che se glielo avessi detto, non mi avrebbe più voluto" Continuò, carezzando una guancia del fratello.
"Credeva che non lo avessi più voluto, altrimenti" Riferì.
Dean si portò una mano sulla guancia, chiudendo gli occhi. Sentì una leggera pressione, fredda, ma comunque piacevole perché sapeva essere lui.
"Coglione!" Rispose Dean, trattenendo altre lacrime.
"Scemo... Dice.." Disse Melinda, aggrottando le sopracciglia. Era una cosa loro, quella?
Dean rise, passandosi una mano sul viso.
"Ti ho sempre amato anche io, Sammy." Confessò.
Sam si sporse verso di lui, baciandolo dolcemente. Quando si spostò, vide Dean passarsi due dita sulle labbra. Gli occhi sgranati.
Melinda addolcì l'espressione, portandosi una mano sul cuore. Era stata la scena più bella che avesse mai visto. La realizzazione del vero amore, nel vero senso della parola.
Quel caso le era entrato dentro, l'aveva scossa. Era così ingiusto che dovesse finire così per loro.
"Ora posso andare" Sorrise debolmente Sam, avvicinandosi alla luce. "Credo in te, Dean. Fa la cosa giusta" Consigliò, passando oltre. Era convinto che Dean lo avrebbe fatto. Confidava in lui.
"E' passato oltre" Rivelò.
Dean era completamente distrutto. Tutte quelle emozioni così contrastanti. Il suo Sam lo amava, ma ora non c'era più. Il suo piccolo era morto e il loro amore sarebbe andato con lui.
Il suo stato d'animo era diviso tra l'amore e il dolore, così strettamente unite e simili, da far ancora più male.
"Crede in te, dice che farai la scelta giusta" Lo guardò allusiva, prima di lasciare la stanza.
Sapeva che quella notte sarebbe stata utile per pensare. Doveva riordinare molte cose, Dean, dentro di sè.
 Doveva dare un giusto addio alla persona che amava.


 
  
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