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Autore: francy0796    29/06/2017    4 recensioni
[AU] Una notizia sconvolgerà la vita del famoso scrittore Richard Castle. Chi sarà a sconvolgerla? Il suo nome è Sammy, ha sette anni e il desiderio di riunire la sua famiglia. Ci riuscirà o sarà tutto inutile?
Leggete e lo scoprirete.
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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PREOCCUPAZIONI
 
Quel pomeriggio era stato veramento entusiasmante. Erano tornati esausti dalla spiaggia. Samuel si era addormentato in macchina durante il tragitto per tornare a casa ed ora si trovava nel suo letto con sua madre che gli baciò la fronte e lo coprì con solo il lenzuolo, visto il caldo che faceva.
Rimase ad osservarlo per qualche minuto prima di tornare in soggiorno, non era stanca da andare a dormire, aveva solo bisogno di un po' di relax tutto per se. Si versò un bicchiere di vino rosso e si immerse nella vasca che aveva riempito. Quello che la preoccupava di più non era il lavoro, non era Samuel, non era nessuno se non quel maledetto scrittore che le era piombato nella sua vita un'altra volta come un boomerang. I suoi pensieri tornarono indietro di otto anni. Di lei che era in quel locale e di come aveva conosciuto lo scrittore.

 
-Quindi mi conosci, deduco che tu sia una mia fan- le fece l'occhiolino e interessandosi alla futura risposta.
-Non montarti la testa scrittoruccio, mi piace il genere e tu, se non sbaglio, scrivi romanzi gialli- fece spallucce.
-Certo...certo...questa è la scusa più banale che abbia mai sentito- la guardò scettico lui.
-Ti sono forse saltata addosso come una fan scatenata?- lui scosse il capo -Quindi, mi sembra, di non essermi avvicinata neanche per chiedere un autografo- ancora un cenno di dissenso -Bene e non ho neanche fatto la fan più comune, vuole autografarmi il seno?-
-Questo non mi dispiacerebbe- le sorrise malizioso.
-Si...beh, nei tuoi sogni, non mi abbasserei mai a quel livello!- gli puntò il dito contro.
-Forse non hai fatto niente di tutto ciò perchè...quando sei entrata, avevi la testa piena di altra roba- cercò di convincerla che era veramente una sua fan.
-Beh...ora non sto pensando ad altro, quindi, perchè non ti sono saltata addosso?- domandò accigliata.
-Ok...ok, mi ritiro da questo round- alzò le mani lui.
-Ecco bravo...- entrambi scoppiarono a ridere e lui si mise a fissarla un'altra volta, facendola arrossire.

 
Il volto di Kate si era illuminato a quel ricordo, ma subito dopo divenne nero al ricordo di quello che era successo dopo quella serata. Quello che lo scrittore era stato capace di dirle e il motivo per il quale aveva rinunciato ad insistere.
 
-Signor Castle!! Signor Castle!!- Lo scrittore si voltò per guardare tra la folla che lo accerchiava ed incontrò due occhi, ormai familiari.
-Le avevo esplicitamente detto di stare lontano da me e la mia famiglia!!- Richard la prese e la portò sul vicolò antistante il palazzo per un po' di privacy.
-Lei non ha aperto il libro, deduco- rimase delusa la donna.
-Senta, non tempo di giocare con lei, si trovi un altro passatempo...inizia a stufarmi con questa storia, non le sono bastati i soldi che le avevo proposto l'altra volta? Le propongo il doppio, ma la prego...se ne vada dalla mia vita!!- la supplicò -Io domani mi sposo e si da il caso che è la mia fidanzata ad essere incinta!- gli urlò quasi in faccia, spaventandola per quel comportamento.
-Lei non mi crederà mai vero?- lo guardò, ora tranquilla, negli occhi. Sembrava aver chiuso la speranza e la rabbia in una scatola lontana -Beh...speravo fosse veramente una persona ragionevole, non importa...almeno ho la coscienza apposto, sarà lei a rimpiangere questo giorno e la sua decisione signor Castle. Io sono incinta veramente, che lei ci creda o no, sono fatti suoi...- si voltò per andarsene -...buona fortuna con la sua fidanzata e addio...spero di non rivederla più, adesso che ci penso, è meglio che mio figlio non la conosca- concluse, voltando l'angolo e lasciandolo ai suoi pensieri.
Kate corse via, emozioni contrastanti la stavano travolgendo, per non parlare dell'aggiunta degli ormoni della maternità. Le lacrime iniziarono a scorrerle in viso, ma erano trattenute, almeno fino a quando non raggiunse la sua macchina e ci si nascosa dentro. Li si lasciò andare ad un pianto liberatorio, un pianto che espirmeva tutto il suo dolore e la sua disperazione. Si calmò solo quando poggiò gli occhi sulla fotografia che era rimasta sul sedile del passeggero, con le mani la raccolse e la accarezzò con estrema delicatezza per paura di romperla. Era l'ecografia di suo figlio. Decise che non avrebbe più pianto, che sarebbe stata più forte, che avrebbe dato tutto al bambino che stava aspettando. Con le mani cacciò via  le lacrime dagli occhi e guardò avanti. Ora, aveva la consapevolezza, di dover crescere il suo bambino da sola e che gli avrebbe dato tutto quello che aveva.

 
Kate sospirò profondamente e si nascose con la testa sotto l'acqua della vasca, per scacciare quei pensieri e rimanere calma. Non doveva piangere, lo aveva promesso a se stessa e al bambino che occupava la camera vicino. Doveva essere forte per lui. Uscì dall'acqua e si sistemò un asciugamano attorno al corpo, spostandosi nella sua camera per mettersi il pigiama. Si addormentò con la consapevolezza che il giorno che stava per arrivare sarebbe stato difficile da affrontare, con un vaso di pandora che sperava, non sarebbe stato aperto.
 
Il giorno seguente, Kate, lo passò ai fornelli. Aveva ricevuto la conferma per la cena qualche giorno prima. Adorava cucinare, non che ne avesse tanto tempo con il suo lavoro, ma preferiva dare da mangiare a suo figlio cose preparate in casa e non quelle già pronte del supermercato.
-Che faccio ora?- chiese il piccolo Samuel, arrampicato sullo sgabello del bancone.
-Guarda, vuoi mettere i lamponi sulla pannacotta?- gli propose, indicando la scatoletta vicino al frigorifero.
-Ve bene...posso mangiarne uno?- le sorrise goloso.
-Si, ma uno solo!- lo avvertì, avvicinandosi e sporcandolo di cioccolata sul naso.
-Buona...cos'è?-
-Pinguì- gli rispose, facendolo avvicinare a lei, perdendo interesse per i lamponi.
-Vuoi mangiare una cosa buona?- gli propose Kate, prendendo un lampone dalla scatola e passandola sulla cioccolata fusa -Prova...- lo passò a Samuel che la guardò titubante. Prese il frutto tra le mani e lo mangiò tutto intero, per poi porgere la mano alla mamma per averne un altro.
-Ah...ah...- lo sporcò nuovamente sul naso e poi con due strisce sulle guanciotte -Mio piccolo indiano, l'accordo era per uno!- gli ricordò.
-Uno solo e basta...poi mangerò anche i fagiolini!- la guardò con occhioni da cucciolo -Perfavore?!- aggiunse, cercando di convincere sua madre.
-E va bene...piccola canaglia! Tieni...- gli passò un'altro frutto cioccolatoso, che non prese neanche in mano, mangiandolo direttamente dalle dita di sua madre.
-Mi piace...- si entusiasmò, guardandosi il viso sul riflesso del frigorifero.
-Già...beh, vatti a lavare, i nostri ospiti arriveranno a momenti- lo informò lei.
-Non hai qualcosa di colorato?- chiese, come se non l'avesse sentita.
-Tipo questo?!- ridacchiò lei, prendendo la salsa di lamponi usata per la pannacotta, aggiungendo delle strisce rosse a quelle marroni del cioccolato.
-Cos'ì è molto meglio!! Ora sono un capo tribù...- rise, saltando per raggiungere la sua camera. Ne tornò poco dopo con arco e frecce.
-Manca qualcosa?- Kate ripose il dolce nel frigorifero e si mise a guardare suo figlio che rideva giocoso.
-Oh...è vero!- si fiondò nuovamente in camera e si presentò a lei con unafascia sulla testa, dove c'era una piuma attaccata.
-Ora si che sei un vero indiano!!-
-No...aspetta...- Il bambino si tolse la maglietta e le scarpe, rimanendo solo con i pantaloncini corti, raggiungendo le due ciotole con le salse.
-Aspetta mostriciattolo o dovremmo pulire, invece che cenare- lo aiutò lei, facendo dei segni con il marrone del cioccolato e il rosso del lampone sul petto e sulla pancia di suo figlio.
-Adesso sono un vero indiano!- sorrise, andando in camera di sua madre per guardarsi allo specchio più grande.
Kate scosse la testa sorridendo, sistemando le ultime cose in cucina e preparandosi per apparecchiare la tavola.
In quel momento suonò il campanello dell'appartamento, sorprendendo Kate che controllò l'orologio da muro, erano appena le sette di sera.
-Vado io mamma...- gli urlò il figlio dal corridoio, aprendo la porta e puntando arco e frecce contro i possibili ospiti -Chi va la?- chiese, guardando tre persone sorprese e divertite che abbassarono lo sguardo su di lui.
-Samuel! Quante volte ti ho detto di chiedere chi è prima di aprire la porta?- lo riprese sua madre, raggiungendolo in soggiorno.
-Oh...è vero, mi ero dimenticato!- abbassò l'arma giocattolo e guardò sua madre colpevole.
-Sembra che qualcuno si stia divertendo molto!- Alexis sorrise alla vista di qello che era sua frotello minore.
-Si...sono l'ultimo della tribuù dei...- ci pensò su -...com'era mamma?- guardò sua madre dubbioso.
-Mohicani- gli ricordò lei ridendo e portando piatti e bicchieri nella tavola più grande che era in soggiorno.
-Giusto...Mohicani- tornò a guardare i tre ospiti.
-Hai visto il film?- si sorprese Richard.
-No...lo abbiamo imparato a scuola, è una delle tribù che c'erano prima di costruire New York...c'è anche un film?- si interessò il bambino.
-Oh...è vero...comunque si, c'è anche un film, ma aspetterei a fartelo vedere- gli sorrise.
-Che bello che siete venuti!!- Samuel si avviò per abbracciare Richard, ma le mani pronte di sua madre lo fermarono all'istante, sorprendendo tutti.
-Non vorrai riempire di marmellata e cioccolato i vestiti dei nostri ospiti!- lo guardò lei, facendo rilassare tutti.
Samuel si guardò il corpo coperto di quelle salse e ridacchiò -Poteva essere divertente!- si limitò a dire.
-Certo...aspetta che ti pulisco!- Kate prese una spugnetta inumidita con un secchio, per pulire il bambino, lo fece con estrema delicatezza e rapidità.
-Ora posso andare?- chiese, notando di essere del tutto pulito.
-Si, aspetta solo un secondo...- Kate prese la maglietta che si era tolto prima e gliela infilò, come le scarpe -...ora sei libero di fare danni!- gli solleticò la pancia, facendolo ridere e scattare in direzione dei tre che erano ancora fermi alla porta.
-Siete venuti!- li abbracciò tutti e tre, facendoli sorridere.
-Non saremmo mancati per niente al mondo!- Rick si accovacciò per porgere al bambino un pacchetto regalo.
-E' per me?- chiese curioso.
-Certo, per chi altri?-
-Samuel, perchè prima di aprirlo non fai accomodare i nostri ospiti sul divano? Non vorrai farli rimanere in piedi li per tutta la sera!- gli ricordò sua madre.
-Si...venite- il piccolo stava studiando il pacchetto che gli era stato portato, sedendosi sul tappeto davanti al divano.
-Fattelo dire Katherine, hai una bellissima casa!- si complimentò Martha, guardando la donna indaffarata a preparare la tavola e tutto il resto.
-La ringrazio Martha, ma voi accomodatevi...io vi raggiungo subito- lo sguardo di Kate era tranquillo e sereno -Vi posso portare qualcosa?-
-Io un bicchiere di vino se posso- chiese la rossa.
-Mamma?!- la riprese suo figlio.
-Ma...-
-Hai delle preferenze o decido io?- Kate rassicurò Rick che non c'erano problemi.
-No...scegli tu cara, mi fido-
Kate tornò da loro con tre calici di vino e una bottiglia, appoggiandoli sul tavolo di vetro.
-Che ti ha regalato?- chiese, interessandosi, mentre riempiva i bicchieri con del vino bianco frizzante.
-Mi ha regalato Bumblebee!- sorrise contento ed entusiasta, muovendo la macchina tra le mani e scomponendola per trasformarla nel personaggio di Transformers.
-Sbaglio o era quello che ti mancava dalla tua collezione?-
-E' vero...grazie...grazie!!!- si lanciò tra le braccia di Richard che alzò lo sguardo su Kate, mimando un 'grazie'. Quando l'aveva chiamata per confermarle la cena, le aveva chiesto anche consiglio su un regalo che potesse piacere al bambino.
-Ti va di vedere delle foto?- chiese Samuel, guardando Richard.
-Ma certo...se sono tue ovviamente!!-
-Certo che sono mie...- aprì un enorme album sul tavolino ed iniziò a sfogliarlo.
Richard osservò ed ascoltò ogni singola parola di quello ch gli diceva.
-Eri un bambino bellissimo!- Alexis guardò sorridente le fotografie, soffermandosi sulla primissima. Era di Sammy di qualche giorno, avvolto in una copertina blu.
-In quella foto aveva un giorno- li informò Kate, che si era fermata a vedere cosa stessero facendo -eravamo ancora in ospedale- confidò.
-E' stato un parto facile?- si informò Martha.
-Il travaglio è durato dodici ore...- Martha la guardò con una smorfia -...ma ne è valsa la pena, è stato...- Richard la guardò vagare tra i ricordi e illuminarsi -...magico...quando me lo hanno messo tra le braccia, è stato come cancellare tutto il mondo intorno, eravamo solo io e lui- sorrise con gli occhi che le brillavano.
-Deve essere stato veramente magico!- commentò ancora Martha, mentre Richard era stranamente silenzioso, che continuava a sfogliare delle altre foto, ma con le mani che tremavano.
-Scusate...- si alzò di scatto dal divano -Ho bisogno di aria...- uscì dall'appartamento senza dare spiegazioni alle persone preoccupate sul divano, l'unica che forse aveva capito era Kate.
-Papà?!- Alexis si era alzata, ma la fermò la padrona di casa.
-Vado io...Samuel, continua a guardare le foto con loro, noi torniamo subuto- lo rassicurò lei con un sorriso, uscendo dall'appartamento.
-Cos'ho fatto?- si preoccupò Samuel.
-Niente piccolo, non hai fatto niente!- lo rassicurò Martha -Dai...fammi vedere altre foto- si avvicinò a lui.

​Angolo Autrice:
​Salve a tutti, eccomi con questa nuova parte della storia. Sono contenta dei vostri commenti alla storia e alle persone che la seguono. Spero di continuare ad interessarvi, leggete e fatemi sapere cosa ne pensate, vi aspetto al prossimo capitolo
Francy.

​P.S.: Avete dato un'occhiata al trailer di Absentia? E' spettacolare! E Stana? Sempre perfetta.
  
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