Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: IwonLyme    29/06/2017    1 recensioni
‘Il Principe’ è un racconto sulla libertà, sul significato che essa ha soprattutto per il giovane Nivek, protagonista e narratore, che verrà messo a confronto fin da subito con la bellezza di essa, la sua importanza e, almeno per lui, il suo difficile raggiungimento. Non è facile essere liberi e Nivek desidera talmente tanto esserlo che romperà ogni regola per raggiungere questo scopo.
Tuttavia ciò che inizia come un gesto ribelle e di rivalsa gli costerà proprio ciò che da principio inseguiva e si troverà catapultato in una realtà ed in un mondo molto più duro e severo di quanto non fosse suo nonno ed il villaggio in cui viveva da emarginato. Una guerra contro un re malvagio ed un padrone pronto a legarlo per sempre a se stesso saranno le cause delle sue vicissitudini che lo porteranno a riflettere sulla propria vita, sul vero scopo di essa e sulla sua nuova condizione: essere un Drago Domato.
“[…] tutto sta nel comprendere che qualcosa non ci è davvero tolto se noi non lo lasciamo andare via.”
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Finalmente la battaglia tanto attesa è arrivata! Saranno in grado i nostri di sconfiggere il Re Orrendo? Avranno la meglio? Cosa resterà alla fine?
 
La Voce del Re - Parte XV

Il sogno del Drago (I)
 
Il primo obiettivo era riuscire ad indebolire le forze che erano dentro il castello e soprattutto far scoprire al Re Orrendo ogni sua carta. Dovevamo subire quanti più attacchi tanto da costringerlo ad uscire allo scoperto. Infatti sicuramente egli non si sarebbe mostrato per una qualunque battaglia e così non avrebbero fatto i Draghi del Buco di Eran a meno che il nemico non sarebbe stato tanto temibile da meritarlo. Noi dovevamo meritarci la sua considerazione ed anche il suo timore. A questo miravamo. Una volta uscito allo scoperto avremmo infine chiamato a noi i Draghi Liberi e con loro avremmo combattuto il tutto per tutto.
La prima ora della battaglia si prospettò dura e da ambo gli schieramenti, alte furono le perdite poiché la forza ed il valore permeavano da entrambe le parti. Tuttavia noi spingevamo con più forza e fu più facile farli indietreggiare. Io e Nowell venivamo presi di mira, ma senza molto successo. Nessuno poteva molto contro me ed il mio padrone. Inoltre loro si sarebbero stancati in fretta poiché avevo volto il vento in nostro favore e le loro ali si piegavano in senso contrario ed alto era lo sforzo per stare fermi così che molti Draghi restavano a terra e divenivano facile preda di Nearel, Ormond o chiunque camminasse basso.
Ishmael volava alto e maestoso e cantava note d'acqua o di terra a seconda di chi si trovasse davanti. Le mura vibravano sotto la sua voce e dopo mezzora vi creò una grande crepa che allarmò i nemici. Dietro di lui poi vi era Jethro che, seduto sulla groppa del fratello, cantava con voce immensa e non vi era nessuno che ascoltandolo non si chiudesse le orecchie per paura di prendere fuoco. Per i nemici era orrendo e temibile, per gli amici un dolce balsamo che riportava fiducia e gioia.
Così con impeto premevamo sulle difese di colui che dovevamo sconfiggere e, dopo aver fatto crollare i primi, lui mandò il grosso dell'esercito tenendone, così pensavamo a giudicare da ciò che potevamo vedere dall'alto, una parte per propria scorta personale. Ed allora la battaglia entrò nel vivo e per un momento fummo ancora in vantaggio per poi invece entrare in stallo. I nostri numeri erano inferiori ai loro, tuttavia molti dei nostri Draghi erano forti e maestosi e quindi riuscivamo a fronteggiarli con decisione. Inoltre molti dei loro erano senza Domatore e questo comportava una difficoltà di comunicazione che annullava quasi il loro numero.
In ogni caso non sembravamo né emergere né venire sopraffatti e ciò parve a Nowell allarmante visto che ancora non erano arrivati i nostri nemici più temibili. Fu così che mi chiese un grande sforzo ed io allora cominciai a cantare con la voce che il Cielo mi aveva donato e molti dei Draghi nemici, restandone stupiti, si distrassero dalla battaglia consentendoci di spingere con più forza verso le mura. Ed il mio vento non solo sferzava contro i crudeli, ma cominciò a battere sulla pietra ed una cinta di mura crollò in parte come fosse neve accumulata su un davanzale. Spazzai via le pietre e la mia voce divenne sempre più possente tanto da coinvolgere case e campi. La terra si sollevava e Nearel insieme agli altri Draghi di quell'elemento la scagliavano contro i Draghi che si paravano loro difronte ed il vantaggio fu riguadagnato.
Fu così che mi affiancai a Jaxon e Wren si sporse verso di noi. – Nowell! – Lo chiamò e lui sollevò lo sguardo su di lei. – Il Cielo è con noi, figliolo! – Urlò e lui alzò il braccio con il pugno chiuso.
– Il Cielo è con noi! – Rispose e poi, accarezzandomi le squame mi chiese di sollevarmi più in alto ed io lo feci. Accanto a noi si schierarono altri Draghi d'Aria e con loro proseguimmo dritti fino alla cinta di mura e lì, dove Ishmael combatteva, una grossa onda di vento scagliammo e le mura gemettero e caddero.
– Amico mio! – Urlò Wardell ridendo. – Oggi il Cielo ci ama! Oggi il buio se ne va! – Nowell sorrise e lo sentii felice.
– Come dici tu, amico mio! – Gli rispose ed io ed Ishmael ci scambiammo uno sguardo mentre insieme al mio padrone proseguivo dritto all'interno del castello e lì trovammo altri Draghi, certamente più temibili di quelli che ci erano stati scagliati contro fino a quel momento. Draghi con più voci, Draghi provenienti da antiche famiglie e non riuscii a non pensare che tra coloro che combattevamo ed uccidevamo ve ne erano alcuni che avevano famiglia, amici, conoscenti tra le file dei Liberi.
Avevamo deciso di colpire i Domatori e non i Draghi, tuttavia non sempre era possibile e molti di coloro che erano stati costretti morirono. Altri, una volta liberati dal giogo, si volsero contro coloro che li avevano intrappolati. E mai si vide tanta confusione e perfezione insieme: su uno stesso campo combattevano Domatori e Draghi Domati, Domatori e Draghi Consacrati, Draghi Liberi e Draghi appena liberati. Dietro le ali del Cielo ed il Mezzo Drago si schierarono molte genti e tra loro vi era amicizia e coraggio. Mai nessuno avrebbe pensato a tanto, nemmeno chi, come Wardell, Wren e Yorick, aveva creduto per lungo tempo ad una libertà possibile per entrambe le genti unite.
Anche coloro che sembravano più temibili dei primi tentarono di venirci contro senza ottenere più effetto degli altri. Dietro di noi si erano accodati anche Nearel e Jaxon con il padre e non vi era molto che potessero fare contro quei Draghi che così grandi e maestosi erano. Le grandi ali verdi del Signore delle Foreste battevano e facevano germogliare l'erba in alberi, la terra vibrava ed il vento era troppo sfavorevole perché si sollevassero, così infine sembrò che il vantaggio venisse colmato di nuovo e che ci dividemmo in abilità e forza da loro per un bel tratto. Ancora riuscimmo ad opprimerli, ma poi, così come credevamo, venne il buio.
Dal grande bastione avanti a noi cominciò ad uscire un nero fumo che intossicò i dintorni e fermò la nostra avanzata. Nowell resse con più forza le mie squame e si avvicinò tanto che sentii i suoni persistenti dei nostri cuori e paura mi prese come avvenne a lui. Poi dall'alto di una delle torri tre Draghi si sollevarono in volo ed erano neri ed il vento non li fermava e, spargendo buio dalle fauci, discesero sulla terra, ci superarono senza scontrarsi con noi e li vedemmo dirigersi verso le mura dove ancora Ishmael ed altri combattevano. Allora il Solitario si volse verso gli altri. – Tornate indietro, aiutate gli altri … – Ma non fece in tempo a finire che altri sette seguirono i primi ed allora coloro che erano con noi si affrettarono e tornarono dai nostri compagni lasciando me solo con Nowell.
– Il momento è giunto, mio Drago, chiama a raccolta i tuoi sudditi, che vengano e mostrino a mio padre di cosa sono capaci i Draghi. – Ed allora minaccioso mi sollevai in quota e da lì vidi altri cinque Draghi rimasti nel castello e tra loro vi era un Domatore. Sapevo che egli ci guardava, ma paura era scomparsa. Presi un profondo respiro e le mie ali sbatterono producendo un grande suono e poi ruggii con forza.
Gli attimi di attesa furono interminabili, ma poi ecco da sud giungere Draghi color del fuoco e grande era il loro numero così come il loro impeto. Secondi furono i Draghi delle Montagne che da ovest volarono con forza e si avventarono sulle mura in aiuto di coloro che lì erano. E poi la terra batté e da essa emersero i Draghi di quell'elemento che spazzando via alberi e campi si fecero strada tra coloro che erano rimasti a terra. La fiducia crebbe allora in noi ed in coloro che ci seguivano ed un grande urlo si levò tra i nostri e la vera guerra ebbe inizio. Ci sentimmo al sicuro e forti.
Ma da est la terra tremò nuovamente ed una voragine si aprì. Io e Nowell la riuscimmo a vederla con precisione visto che eravamo alti nel cielo e da lì fuoriuscì una tenebra densa e nera che invase tutta la cittadella ed i campi intorno fermandosi a terra e non riuscendo ad elevarsi fino al cielo per via della mia presenza. Poi da quel luogo giunsero i Draghi del Buco di Eran ed erano decine e decine e le loro fauci erano di ferro così come le loro squame e grandi artigli avevano alle mani e spuntoni e spade e si avventarono sui Draghi Liberi che giungevano. Così fummo sorpresi dal Re Orrendo.
Tuttavia non vi fu tempo per lo stupore poiché contro di noi volavano tre Draghi Neri ed io ed il mio padrone ci preparammo a fronteggiarli. Vestiti di ferro com'erano certo non mi facevano dimenticare l'avvertimento di Yorick che intimava di stare attenti soprattutto alle loro armi da Domatore, tuttavia il loro potere, che fortunatamente contro di me non era così forte, ci impediva di vederli chiaramente. Con forza ruggì la voce del nostro nemico ordinando loro di ucciderci e così venne il momento di comprendere se fossi o meno all'altezza delle mie molte promesse.
Il primo mi si avventò addosso aggrappandosi con forza al mio braccio sinistro e tirandomi in basso mentre il secondo si avvicinava pronto ad infilzarmi un'ala, ma girandomi e respingendolo con il vento ecco che riuscii a liberarmi anche del primo mentre il terzo non poté avvicinarsi a sufficienza. – Nivek … resta concentrato. – Mormorò Nowell sulla mia schiena. – Non farti prendere dalla paura ed usa tutto ciò che hai, non è più il momento della segretezza. – Detto questo allora ripresi fiducia e mi misi pronto a riceverli mentre dal mio braccio scendevano righi di sangue.
Il primo ancora mi venne contro, ma con un ruggito un forte vento si scagliò contro di lui e lo colpii ad un'ala spezzandogliela. Il secondo si avvicinò abbastanza da colpirmi, ma fui più veloce e con una zampata lo respinsi mentre con un urlo un fulmine cadeva sul terzo e si scaricò poi a terra con un grande rombo.
Lasciai andare il Drago che tenevo tra gli artigli e lui volando malamente tornò a terra verso il suo padrone. Non lasciai alcun tempo e con forza mi spinsi in picchiata ed afferrando la pietra della torre mi fermai su di essa e da lì osservai i Draghi sotto di noi e con loro il Re Orrendo, colui che li aveva mandati. La sfida fu chiara e lui si sollevò sul Drago Nero più grosso di tutti. – Nowell! – Urlò ed il mio padrone sussultò sentendo la voce del padre chiamarlo. Si mostrò lui stringendo le mani e con la rabbia che gli vibrava nel cuore. – Figliolo … – Disse con riso di scherno. – … già una volta qualcuno è venuto qui con le stesse pretese che tu porti nel cuore e con un Drago molto simile al tuo, mi chiedo quali idee mio fratello ti ha messo in testa e perché così crudelmente ti schieri contro tuo padre. – Sorrise e vidi disgustosamente il suo ghigno. – Io ti risparmiai, ricordi? Fui misericordioso con te … sebbene tu mi tradisti.
– Abbassati, Nivek, voglio vederlo in viso. – Mormorò il mio padrone ed allora io discesi dalla torre e mi fermai nella corte del castello dove lui ed i suoi Draghi erano fermi. Quello ferito si leccava il taglio mentre gli altri due si ergevano fieri e pronti ad uccidermi. – Spero che tu non abbia fatto del male a mio zio, vero, padre? – Chiese il Solitario e l'altro rise.
Male?! Che crudele parola! L'ho accolto come si usa tra fratelli! – Rispose ma nei suoi occhi vidi la crudeltà e temetti per Yorick lo Sfregiato.
– Se tratti i fratelli come i figli ho poca fiducia che egli sia ancora vivo.
– Tu sei ancora vivo, Nowell. – Gli fece notare.
– Sicuramente, padre, ma non per merito vostro … – Si portò una mano al viso. – … di mia madre, forse. – Sorrise. – Per quanto voi disprezziate i Draghi e li credete inferiori, con una di loro vi siete unito e mi avete generato. Il mio occhio lo testimonia padre. – Lui allora montò su tutte le furie ed il suo Drago sbuffò nebbia nera.
– Che stupido sono stato a credere che in te potesse esserci qualcosa di interessante. Pensavo non saresti mai stato buono a nulla, invece guardati: hai un Drago al tuo servizio, Domatori a te fedeli e Draghi Liberi che seguono il tuo volere …
– Non il mio. – Lo interruppe il mio padrone.
– Come? – Domandò non avendo compreso.
– Seguono il volere del loro Re. – Precisò il Solitario ed allora gli occhi del Re Orrendo calarono fino ai miei ed io li fronteggiai con rabbia.
– Il Re dei Draghi è morto molto tempo fa, i nostri antenati lo hanno ucciso. – Disse severo e con una nota di disgusto nell'angolo della bocca.
– Egli era destinato a rinascere ed è nato. I suoi occhi color del mare ed i suoi poteri dovrebbero esserti abbastanza come prova, non è così? Io sono il padrone del Re dei Draghi ed egli è il mio compagno, era destinato a me. – Il Re rise.
– Che sciocchezza. – Disse. – Egli non può nulla contro i miei Draghi, ma non nego che quando avrò preso la tua vita, figliolo, questo Drago non mi interessi tanto da tenermelo. – Ed allora mi elevai sulle zampe e con impeto ruggii e l'aria intorno a noi tremò crudele. – Il suo temperamento certo non sarà difficile da domare una volta che sarai morto.
– Non l'avrai mai. – Mormorò allora Nowell.
– Come dici?! – Saltò su il Re odiando essere contraddetto ancora.
– Egli è mio. Il suo cuore è nel mio petto e batte con il mio. Non può essere di nessun altro se non mio. – Il nemico allora scoppiò in una forte risata ed il mio sangue gelò mentre la rabbia mi ribolliva nel cuore.
– Come, Yorick non te l'ha detto? – Disse mentre ancora rideva. – Non ti ha detto che questo non mi ha mai fermato dal possedere un Drago? – Ed io furioso agitai la coda, mi sollevai sulle zampe posteriori ed urlai mentre fulmini cadevano dal cielo. Quella era la risata che mia madre aveva sentito. Quella la minaccia che mio padre aveva patito.
La mano di Nowell che ferma stava sulla mia pelle mi riportarono alla calma e con ancora i denti scoperti mi abbassai. Il Re Orrendo era pietrificato ed il riso finalmente l'aveva abbandonato. – Padre, sappiamo bene che questo non ti frena, ed il mio Drago lo sa meglio di altri. D'altronde dovresti riconoscere il temperamento di tuo fratello in lui, non è vero?
– Come dici?
– Come, non riesci a vederlo? Egli è tuo nipote, figlio di Yorick tuo fratello e del suo Drago, Naisse la Bella, che alla fine, per quanto tu l'abbia desiderato, non hai mai posseduto. – Ed un urlo di rabbia si levò dall'uomo che veniva ridicolizzato come un qualunque Domatore che poi ci scagliò contro il Drago ferito che con una zampa atterrai e piegai sotto di me. – Non l'hai mai avuta! Mai l'hai sottomessa a te! Ella amava Yorick e mai ha smesso ed ha dato alla luce il figlio che con lui ha concepito! Lui è il Re dei Draghi colui del quale tuo figlio ha il cuore! E siamo qui per ucciderti.
– Vediamo fin dove si spinge la vostra stoltezza! Vediamo! Sono certo che non resterò deluso dal finale! – E così io e Nowell ci alzammo in volo lasciando a terra il corpo del Drago che mi aveva attaccato. Contro di noi avremmo avuto il Re Orrendo ed i due capi dei Draghi Neri.
Le mie ali sferzavano con forza l'aria e davanti a noi si alzarono in volo anche i due Draghi insieme al Re Orrendo. Nowell allora si chinò e strinse la mano sulle mie squame. – Mio adorato Drago, la nostra prova è giunta, ho fede in te e so che non moriremo. – Sentii i suoi capelli oscillare sulla mia schiena e sorrisi felice nel mio cuore. – Non piegare il tuo cuore alla crudeltà o alla rabbia: ricorda che siamo qui per amore e questo devi usare contro di lui. – Chiusi gli occhi ed assaporai il placido vento che mi solleticava le ali e mi vibrava in fondo al cuore. Assaporai il profumo del Cielo, il silenzio e la felicità che mi avvolgevano lì in cima. Caldo sentii il battere dei nostri cuori e divenni saldo, calmo nel principio che davanti a me si poneva. Ero nato per quel momento. Ero nato per schierarmi contro l'odio.
Andiamo, mio compagno. – Mormorai e le mie ali si spalancarono ampie fermandomi in mezzo al cielo e, per quanto i due Draghi fossero grandi, io ero di gran lunga più grande di loro e le mie ali due volte più grandi. Ero pronto. Un Re avrebbero dovuto uccidere, esattamente come noi, ed io non volevo perdere. Io avevo molte cose da proteggere, molto amore che doveva ancora essere vissuto.
Il viso di Jethro, Ishmael, Wren, Wardell, Ormond … Yorick … ed altri … altro amore …
Molto amore doveva ancora essere vissuto e l'avrei protetto con tutte le mie forze.
– La tua stupidità, Mezzo Drago, ti costerà più cara di quel che credi. – Disse cupa la voce del Re Orrendo. – Le mie mani uccideranno il tuo Drago e lascerò che tu veda come muore. – Serrò le dita sulla sella del suo Drago e si preparò per venirci contro. – Uccideteli. – Ordinò ed il secondo Drago aprì le fauci malvagie e da esse uscì un fumo tossico ed accecante. Ma a me non serviva la vista e così al mio padrone e, chiudendo gli occhi, lasciammo che il fumo ci invadesse.
– Guidami, fratello. – Disse Nowell ed io sapevo di doverlo guidare verso la vita ancora una volta.
Attorno a me l'aria veniva percorsa da coloro che avrebbero tentato di attaccarmi a momenti, ma non sapevano fino a che punto il mio potere poteva spingersi, non sapevano che io non ero come loro, io ero il Re dei Draghi e tale era la mia natura. Piano lasciai che la mia voce rombasse dal fondo del mio animo ed il cielo cominciò a diventare denso di nubi. Il vento solleticava con più violenza le mie squame ed i capelli di Nowell venivano trascinati dall'aria che cominciava ad avvolgerci. Poi il primo Drago ci piombò addosso ed era quello senza Re, ci si avventò sulla schiena e tentò di disarcionare il mio Domatore. Allora mi voltai verso di lui ed una forte raffica di vento lo respinse poco prima che un fulmine cadesse seguito da altri e l'ombra era intervallata da lampi di luce attraverso i quali vidi che, davanti a noi, sostava l'Orrendo.
I fulmini percorrevano il cielo con crudeltà e la scossa si diffondeva per le nubi. Il ruggito del Drago di Eran mi si scatenò contro ed allora, per la prima volta, udì la sua voce. – Tu, re che porti la luce nel buio! Morirai! La notte è più densa del giorno! La notte racchiude il sole! – E mi si scatenò contro. Allora io pronto lo afferrai ed infilzai i miei artigli in profondità e non vi era ferro che potesse proteggerlo, né carne, né squame. Il suo sangue mi colò sul braccio e lui non restò fermo, affondò le sue unghie nella mia carne, ma, essendo armate, andarono molto più a fondo. Cominciammo così a volteggiare in aria mentre il Re Orrendo tentava di colpire Nowell con lance che aveva attaccate alla schiena del suo Drago. Le mie ali erano più forti delle sue e senza fatica, avendolo così attaccato a me, riuscii a portarlo dove volevo. Si trovò dunque a testa in giù ed allora cominciò ad allungare il collo per provare a mordermi e, con una lama che gli spuntava dal mento, mi ferì il petto facendomi quasi mollare la presa. Però non ci riuscì.
Fermo lo portai in alto mentre ancora i fulmini illuminavano le nubi ed esse si addensavano con forza. L'avrei facilmente colpito se il secondo Drago non si fosse scagliato addosso a me con crudeltà graffiandomi un'ala ed allora persi quota e, per il dolore, lasciai andare il Drago Nero che, liberatosi dalla mia carne come io dalla sua, si allontanò e scomparvero nel buio allontanandosi e lasciandomi ferito.
– Nivek! – Urlò Nowell e guardò con timore il sangue che mi cadeva dall'ala.
Sto bene … – Ringhiai ed un caldo tepore mi si diffuse dalle labbra.
– Non avere paura per me, combatti con tutta la forza che hai, io so che ce la farai. – Si mise saldo sulla mia schiena ed allora, serrando le dita, mi preparai ancora all'attacco dei nemici.
Il fiato sembrava bollente sulle mie labbra e mi sentivo intontito dal dolore. Non avevo mai combattuto prima di allora e mi parve di non riuscire a vincere. Mi parve di venire sconfitto senza esserlo ed il timore che avvenisse mi prese il cuore mentre nell'oscurità non vedevo più i miei nemici. La mia luce era forse davvero troppo debole per tutto quel buio. I miei fulmini non sarebbero bastati.
Il fiato caldo mi invadeva la bocca ed allora la serrai avendo un'improvvisa illuminazione. Ero pronto a fronteggiarli ancora. Ora sapevo come sconfiggerli.
I fulmini smisero di cadere, il buio era denso e non vedevo nulla, solo l'aria si muoveva accanto a me. Forse era una pazzia. Forse sbagliavo a credere ciò che credevo, eppure, se così non fosse stato allora il vantaggio sarebbe diventato immenso. Se avevo ragione la vittoria sarebbe stata mia. Uno sbattere di ali proveniva dalla mia destra e sapevo che lì vi era il primo dei due. Il secondo invece era alle mie spalle. Colui che era senza Domatore era come un cieco. Come me. Ma io avevo l'aria e la leggevo come loro non potevano fare.
Una folata di vento. Uno scatto. Qualcosa si faceva strada. Eccolo. Veloce mi voltai ed afferrai il Drago solo per il collo. Ringhiai forte ed una luce immensa si sprigionò dalle mie labbra ed uscì. Lo colpii. E poi cadde. Allora mi voltai dietro di me pronto a prendere il secondo dei due. Ed egli venne.
Gli sferrai un forte colpo con la coda alla testa e poi, con un forte battito d'ali, mi alzai in volo, sempre più in alto e superai l'ombra. Egli doveva uscirne per colpirmi ed allora avrebbe incontrato i miei fulmini. Nowell si reggeva con forza, tuttavia egli non giungeva. Poi sollevai lo sguardo verso le mura ed i miei occhi ne vennero accecati. Ombra ovunque in quel luogo e grida si alzavano. Fuoco. E Draghi venivano uccisi. Draghi Liberi. Il mio cuore venne meno. Stavamo perdendo. I Draghi del Buco di Eran avevano la meglio. Avremmo perso.
Artigli mi penetrarono nel costato e mi tirarono a terra. Cadevo e non riuscivo a battere le ali per via della ferita. Jethro era vivo? Wardell? Ishmael? Yorick? La disperazione mi colse ed atterrai strisciando nella terra per molti metri. – Nivek! Nivek! – Urlava Nowell ed allora mi sollevai. Non potevo fermarmi. Tutti loro erano pronti a morire. Dovevo combattere.
Non appena cercai di volgermi ancora al cielo da ambo i lati si avvicinarono due Draghi Neri che, cogliendomi di sorpresa, mi si avventarono addosso e mi schiacciarono a terra. Ruggii. Mi dimenai. Tentai con l'aria ed i fulmini, ma loro non mi lasciarono andare. Una grossa catena mi venne lanciata sul collo e poi fu inchiodata a terra strozzandomi. Le unghie di uno poi si infilarono tra le mie ali ed io mi dimenai. Temevo le spezzasse, le rompesse e non potevo permetterlo. Divenni crudele, tentai di liberarmi, ma la catena mi costringeva a terra ed il collo era stretto in una morsa crudele.
Il Re Orrendo poi si abbassò dal cielo e planò fino a posarsi davanti a noi. Scese dal suo Drago il quale prese forma umana rivelandosi un uomo alto e maligno dagli occhi neri e dai capelli scuri. – Portami mio figlio, Dornel. – Gli ordinò ed allora quello si arrampicò su di me che intanto mi agitavo ed afferrò Nowell dalla mia schiena e lo portò davanti al padre. – Lasciate stare le ali del Drago, capisco che vi interessino, ma non è il momento di spezzargliele. – Intimò agli altri due che, rispettosi, si allontanarono.
Il Re si avvicinò al Solitario e si guardarono negli occhi. Nowell aveva al fianco una spada e così il padre e temevo si dessero battaglia, poiché sapevo che lui non avrebbe giocato pulito con ben tre Draghi dei suoi alle spalle, ma questo non era ciò che pensava il Re. – Ordina al tuo Drago di diventare umano. – Intimò a Nowell. – Ordinaglielo o farò in modo che Dornel gli strappi un'ala.
– Non posso. – Rispose secco il mio padrone.
– Sei testardo figliolo … – Disse mentre rideva pensando che per poco lui si sarebbe opposto ancora.
– Non posso. – Ribadì. – Io non ho alcun potere su di lui quando è in questa forma poiché il cuore mi fu donato, io non glielo rubai. – Spiegò. – Ricordi padre quella volta che mandasti i tuoi ad attaccarmi? Ricordi che mi ferirono? Lui mi salvò. È merito suo se sono vivo. Mi donò il suo cuore ed io vissi. Solo un Lungo Sguardo può farlo. – L'Orrendo rise.
– Allora farò in modo che lo desideri. – Fece cenno ad uno dei due Draghi che con violenza piombò su Nowell e lo schiacciò a terra. Dalle sue zampe restavano fuori solo la testa e le braccia e lui urlava dal dolore. – Drago, non ho intenzione di ucciderlo, questo tu lo comprendi, non è così? – Disse rivolgendosi a me. – Tuttavia non ce l'ho bisogno intero. – Estrasse la spada e si avvicinò al mio padrone. – Gli taglierò prima le dita … una ad una … e poi la mano, l'avambraccio, il braccio … l'altro braccio … così fino a quando non ti trasformerai in uomo. Sei pronto a vedere soffrire così colui che tanto ami? – Ed il suo ghigno era spaventoso.
– Siamo pronti a morire! Un braccio o una gamba non servono da morti! – Urlò Nowell.
– Così la pensi, figliolo … ma il tuo Drago? – Ed io così non la pensavo. Non avrei potuto vedere il mio padrone soffrire e nella scelta tra me e lui, avrei scelto lui. Lui poteva vivere anche senza di me, sapevo che era abbastanza forte. Sapevo che ce l'avrebbe fatta.
Con il cuore che mi vibrava nel petto, lacrime che mi riempivano lo sguardo, lentamente ripresi forma umana. Le mie mani, il mio piccolo corpo che era ferito gravemente. La catena si allentò e fui libero. Per poco. Dornel mi si avventò addosso e mi fece inginocchiare mentre alla gola mi puntava un coltello. Allora anche gli altri due Draghi presero forma umana e sollevarono Nowell prostrandolo davanti al Re Orrendo che, noncurante, si avvicinò a me.
– Quale scherzo del destino … – Mormorò mentre mi guardava con desiderio. – Occhi verdi come il mare, capelli biondi color del sole e tanta regalità, tanta bellezza e nobiltà. – Sghignazzò. – Scommetto che la tua voce è bella come sei tu. – Per lui ero solo una bestia rara, un animale da trofeo. Così come lo era stata mia madre.
– Non è lui quello a cui devi prestare attenzione. – Lo ammonì Nowell.
– Figliolo, ma se è lui il Re qui … – Mi afferrò il viso con violenza ed io non mi scomposi. – La persistenza dev'essere una dote di tua madre. – Si chinò vicino al mio viso. – Quanto si amavano Yorick e Naisse, tutti lo dicevano, tutti li ammiravano, ma lei alla fine si è piegata … alla fine non le è importato molto di tutto quell'amore … e nemmeno a te importerà. Implorerai di diventare mio quando avrò finito.
– Io non sarò mai tuo. – Ringhiai.
– La tua sicurezza diminuirà quando sentirai Nowell urlare e proverai sul tuo corpo lo stesso dolore.
Allora mi lasciò e Dornel mi tenne fermo. Si avvicinò ancora al figlio che, mentre veniva tenuto fermo dai due Draghi lo guardava con rabbia. – Vedi a cosa ha portato la tua ostinazione, figliolo? Ora sei qui, supplice davanti a me. Ho molte domande che mi frullano per la testa ora. Ad esempio … cosa succede se si estrae il cuore di un Drago dal petto del Domatore e lo si mette nel proprio? Esso continua a vivere? È come domarlo? Sarà interessante provarlo, non credi? – La sua risata echeggiò.
– Hai perso. Hai visto l'ombra, no? L'hai vista, vero? I tuoi sono finiti. Nessuno può salvarvi e quando il mio esercito tra due giorni sarà di ritorno non ci sarà più alcuno scampo. Avete perso. Siete venuti qui a morire. – Una brezza si sollevò e mi percorse il viso.
– Ti sbagli padre, se anche noi oggi falliremo, altri verranno, altri il Cielo invierà, altri riusciranno dove oggi ho fallito! Altri! L'odio non viene permesso! Non vince mai! – Rispose con furia il Solitario. Il Re lo afferrò per la gola. I miei occhi si volsero al cielo mentre uno strano senso mi pervadeva.
– Cosa ho fatto per avere un figlio come te? Cosa ho fatto?! Un tale depravato?! – E gli sferrò un colpo al viso piegandolo dal dolore ed avvertii il pulsare sulla mia guancia, ma ancora non ero perduto.
Poi una brezza si levò e la mia mente vagò verso le nuvole. Il Re Orrendo gridava, ma io non sentivo quasi le sue parole. Il coltello di Dornel premeva sulla mia gola, ma quasi non tagliava più. Improvvisamente il mio cuore divenne leggero ed i miei occhi si sollevarono calmi al cielo ed in quel momento ricordai le parole di una voce che parlava nel buio e che conduceva il vero ed il possibile al proprio compimento.
Un forte ruggito, improvviso, fragoroso, mi riportò al reale, squarciò il Cielo ed io allora, guardando verso est vidi qualcosa di inaspettato. Nearel aveva avuto ragione e la fiducia nella sue parole si era dimostrata ben riposta. Eccoli, gli unici assenti all'appello. La Regina del Mare veniva in soccorso del Re del Cielo.
– Ancora una volta ti sbagli. – Dissi fermo ormai consapevole che avremmo vinto. Il Re si volse verso di me. – Mia madre non si è mai arresa a te. Mia madre non ha mai smesso di amare Yorick. Non sei riuscito a distruggere il loro amore come non riuscirai a distruggere i Draghi Liberi o i Domatori poiché loro sono liberi di provare amore. Da ovest giunge l'acqua ed il mare oggi è in tempesta se coloro che nuotano volano in Cielo.
– Dai aria alla bocca, Drago, moriranno come tutti prima di loro. – Il coltello di Dornel premette di più sulla mia gola ed io presi un profondo respiro.
– Hanno sentito la mia voce e sono giunti … ed ora giungerà il Cielo. – Dall'alto cadde una goccia che colpii il viso del Re e poi altre mille cominciarono a cadere ed il Cielo cominciò a piovere di tormenta. Fulmini saettavano ed il vento spingeva l'acqua sull'ombra facendola posare a terra e distruggendola. Forte premeva l'acqua e così la cittadella cominciò a venirne inondata ed i nostri piedi divennero grondanti ed i nostri vestiti fradici.
– Che tortura! – Urlò l'Orrendo ed afferrò Nowell per i capelli con stizza e lo tirò verso di sé. – Lo uccido e basta! – Lui doveva avere fiducia in me ancora una volta. I nostri occhi si incontrarono e ferma fu l'intesa. Il tutto per tutto doveva essere giocato un'ultima volta.
Pronto afferrò il braccio del padre ed io quello di Dornel mentre un fulmine cadeva e colpiva gli altri due Draghi. Bloccai il Nero e lo costrinsi a terra mentre il secondo Drago veniva ucciso da Nowell con la spada sottratta al padre e così restammo in quattro. – Dornel diventa Drago! – Urlò il Re e lui crebbe sotto ordine del padrone, restando però incastrato con il piede nella catena che avevano messo al mio collo, allora io andai ad aiutare il Solitario mentre quello si dimenava e ringhiava. Il Re Orrendo colpii Nowell al fianco con un pugnale che aveva tenuto nascosto nella giacca e, liberandosi, fece per fuggire, ma io lo fermai e lo costrinsi a terra. – Come osi!
Lo bloccavo ma Dornel non ci avrebbe messo molto a liberarsi. – Nowell! Fallo! Uccidilo!
– Spostati! – Urlò mentre l'altro ormai era senza catena.
– Fallo! – E lui mi ascoltò. Freddo sentii il ferro della spada passarmi da parte a parte mentre tenevo fermo il Re Orrendo ed infine la punta entrò nel suo cuore colpendolo mortalmente. Urlai e Nowell sentii il mio stesso dolore, ma ormai Dornel era libero ed il Re non aveva ancora spirato. Stava per colpirci entrambi e lo avremmo accettato. Morire sapendo di portare con noi l'odio sarebbe stata una grande ricompensa, ma poi, con le ultime forze che mi restavano, mi volsi verso il Solitario e lui allora, insieme a me ringhiò con voce di Drago ed essa riecheggiò per l'intero campo di battaglia mentre dal Cielo un fulmine cadeva violento uccidendo il nostro ultimo nemico.
E poi il Re, mentre Nowell si avvicinava a me sorridendo, morì e l'odio se ne andò.

La vittoria è finalmente nelle mani dei Ribelli. Ma a quale prezzo? Chi è sopravvissuto? Chi ha lasciato il mondo? 
Cosa succederà? Nowell salirà al trono al posto di suo padre?
Siete pronti per la conclusione? 
Iwon Lyme
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: IwonLyme