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Autore: shinepaw    30/06/2017    1 recensioni
Brooklyn ha quindici anni e aspira a diventare il campione assoluto di equitazione. Ma, quando nella sua vita irrompe un cavallerizzo che potrebbe essere più bravo di lui, con un cavallo forse più fenomenale del suo, il suo sogno vacilla. Sotto la rivalità sta però un sentimento molto più grande...
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Sequel di Juliet & Juliet 2.
Genere: Fluff, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Keeping Love Again'
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Brooklyn's point of view

Dopo che Shining Tears ha avuto le coliche, il veterinario - mio cugino - ha detto a Castiel di non riprendere subito ad allenarsi allo stesso ritmo di prima, bensì di ricominciare progressivamente.

Proprio in questi giorni c'è una competizione di salto ostacoli. Castiel potrebbe partecipare, se volesse, con uno dei cavalli del maneggio o perfino con Sunny Day, Will ha detto che glielo lascerebbe montare con piacere; ma se non può cavalcare Shine, allora niente competizione.

Ha promesso di venire a vedermi, però, e io... diamine, io sono così eccitato solo per questo, manco fosse la mia prima gara. E siccome io sono eccitato, anche Wamblee è su di giri.

- Sei pronto, bello? - gli chiedo, accarezzandogli la fronte, e lui fa su e giù con la testa.

- Hai intenzione di iniziare senza che nessuno ti auguri buona fortuna? - domanda una voce familiare, una voce che amo. Mi volto. Castiel è qui.

Un sorriso enorme nasce spontaneamente sulle mie labbra.

- Castiel!

- Visto che sono qui... pensavo ti avrebbe fatto piacere se ti avessi augurato buona fortuna - borbotta, distogliendo lo sguardo da me. - E poi c'è una cosa che ti devo restituire...

Per un attimo credo che sia la mia felpa e sto già per fermarlo, non mi sembra il momento, invece si avvicina e mi bacia delicatamente sulla guancia.

- Questo - mormora, allontanandosi. Arrossisco violentemente, sorridendo ancor di più. - Buona fortuna.

E se ne va.

- Castiel! - gli grido dietro. - Vincerò per te!

Controllo un'ultima volta che i finimenti siano a posto, poi monto in sella. Tra poco sarà il mio turno.

- Vinciamo per Castiel - dico a Wamblee, dandogli una pacca gentile sul collo. Nitrisce sommessamente in assenso. Non vede l'ora di entrare in campo.

All'altoparlante chiamano il mio nome, perciò mi dirigo all'entrata.

- Divertiamoci, Wamblee - bisbiglio. Lui è attento, reattivo ai miei comandi e pieno di energia. Gli ostacoli non lo intimoriscono, neanche quelli più alti o variopinti, anzi, attizzano il suo entusiasmo e il mio.

Quando papà mi ha preso Wamblee, rammento che qualcuno al maneggio mi disse che gli Appaloosa non erano cavalli da competizione. Che Wamblee non sarebbe mai stato un cavallo da salto ostacoli.

È vero, gli Appaloosa non sono specificamente cavalli da competizione. Ma Wamblee è nato per saltare: è la mia aquila, le mie ali.

Quando le sue zampe si staccano dal terreno e si protendono oltre l'ostacolo, è davvero come se stessimo volando. Quando saltiamo ci siamo solo io e lui. È la sensazione più bella del mondo.

Superiamo l'ultimo ostacolo, un muro, con grazia. Non abbiamo abbattuto nessun elemento, Wamblee non ha opposto alcun rifiuto.

- Un percorso perfetto - ci loda il commentatore. Accarezzo il collo del mio cavallo.

- Sei stato bravissimo, campione - gli dico con affetto.

I risultati sono scontati: siamo primi, col punteggio più alto e il miglior tempo.

- Tra un po' ne avrai così tante che dovrai venderle - scherza mia sorella, dopo che mi hanno consegnato la medaglia. Io ho un'altra idea al riguardo, ma la tengo per me. - Comunque sei stato bravo come sempre, Brook. Ci vediamo a casa?

Annuisco.

- A dopo - la saluto, prima di andare in cerca di Castiel.

- Congratulazioni - dice, quando mi vede arrivare.

- Te l'ho detto che avrei vinto per te - ribatto, sorridendo. Sbuffa, avvicinandosi per accarezzare Wamblee.

- Bravissimo - bisbiglia, baciandogli il naso. Io mi sento colmare di tenerezza.

- Castiel - lo chiamo, poggiando un ginocchio a terra e porgendogli la medaglia. Mi guarda e diventa rosso come un semaforo.

- Tirati su! - sibila, guardandosi attorno. - Oddio Brooklyn, sei così imbarazzante!

- Accetti la mia medaglia? - chiedo dolcemente.

- No!

- Voglio regalartela lo stesso - asserisco, alzandomi e mettendogliela al collo.

- Perché? Non ho vinto niente!

- Sì che hai vinto qualcosa... il mio cuore - mormoro, avvampando lievemente. Fa per sfilarsela.

- Proprio per questo non la voglio! - esclama, poi incontra la mia espressione da cane bastonato e sospira. - Okay, la terrò, se questo ti rende felice.

~~~

Castiel's point of view

Il mio cellulare cinguetta, segnalandomi l'arrivo di una notifica.

Instagram

cuteprinceonleopardhorse ha condiviso un post

Tocco la notifica, imponendomi però di non mettere mi piace alla foto, altrimenti intuirà che ho attivato la modalità 'notifica quando posta' e si monterà la testa.

casandshine: potresti chiedermi il permesso prima di postare qualcosa con la mia faccia?

cuteprinceonleopardhorse: @casandshine ops... vuoi che la tolga?

casandshine: no... ma almeno taggami, idiota

cuteprinceonleopardhorse ti ha taggato in un post

Il profilo Instagram di Brooklyn contiene per la maggior parte foto di Wamblee o di lui e Wamblee, più qualche suo selfie o foto con il suo cane.

Non avevo intenzione di seguirlo, ma l'ho fatto (e lui ha messo mi piace a tutti i miei post). Non avevo assolutamente intenzione di lasciare un cuoricino su qualche foto carina, tra cui i suoi selfie (mi ha chiesto se gli stessi mettendo likes tattici e, quando gli ho risposto di no, ha detto che non avevo bisogno di provarci con lui), eppure ho fatto anche quello.

Non volevo neppure dargli il mio numero, all'inizio. Non perché pensassi che mi avrebbe mandato giornalmente foto sceme con Yuuhi o di Yuuhi (è dura fingere che mi dia fastidio), bensì perché sapevo che la distanza tra noi sarebbe diminuita ulteriormente.

Ho salvato il suo contatto come Nome Cognome, ma suonava troppo freddo. L'ho cambiato con Brooklyn, semplicemente. Dopo qualche giorno è diventato solo Brook.

Temo che presto o tardi ci aggiungerò un cuoricino...

Ho sistemato la sua medaglia vicino alla foto del torneo del maneggio. Mi sarebbe piaciuto partecipare alla competizione, ero preparato, ma non andrei mai contro le indicazioni del veterinario. La salute di Shining Tears è molto più importante di qualunque gara.

È stato un gesto estremamente dolce da parte di Brooklyn regalarmi il suo premio. Lo conserverò con cura.

Diventerà un ricordo prezioso, come ogni altra medaglia, coppa o foto che adorna la mia camera. Ne tocco il metallo freddo, prima di cercare il mio diario. Infilata tra le pagine c'è la foto più importante di tutte.

Ritrae me in braccio alla mamma, mentre con l'altra mano accarezza Golden Star. Accanto a Goldie c'è Shining Tears, una puledra dalle lunghe zampe, lo sguardo timido e il naso roseo.

Sfioro il viso della mamma, forzando un sorriso. Ho preso tutto da lei: gli occhi azzurri, gli zigomi pronunciati, i capelli biondo cenere...

Mi passo una mano fra i capelli. Non ricordo più come fosse il mio aspetto prima di tingerli. Non voglio ricordare.

- Tu... cosa mi diresti? - bisbiglio. - Di amare anche a costo di soffrire?

Fisso la foto in attesa di una risposta, ma la risposta è solo dentro di me. Rimetto la fotografia tra le pagine del mio diario e lo ripongo dov'era prima.

Recupero il cellulare e inizio ad ascoltare Take your time.

'Hai vinto il mio cuore'...

Arrossisco. Anche lui sta vincendo il mio.

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Note dell'autrice:
konbanwa! Avrei voluto postare questo capitolo prima ma ho avuto altro da fare... scusate! Un abbraccio
   
 
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