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Autore: lessi    01/07/2017    0 recensioni
Ciao, mi chiamo Stella ho 16 e vengo da un paese in provincia di Napoli...
Questa è la mia storia, la mia vita...
Il 28 Ottobre 2013 la parte piú importante e forte della mia vita è volata via in cielo: mia mamma.
Penso che perdere la propria madre a 16 anni sia inimmagginabile, è come se gran parte di te se ne vada via con lei...
io ero distrutta, morta dentro, ma tutto ció non bastava perchè al mio dolore si sommarono tutte le responsabilitá che ora toccavano a me: mi dovevo occupare di mio padre che si mostrava forte, ma io sapevo che non stava meglio di me e poi dovevo badare a mio fratello di appena 10 anni...
Dovevo mandare avanti la casa come una casalinga e in tutto ció dovevo anche andare a scuola...
"Percorsi il corridoio e stavo per arrivare in bagno quando andai a sbattere contro qualcuno.
dicemmo contemporaneamente.
Quando sentí la sua voce alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi, in quel momento vidi il suo sorriso sparire e diventare serio.
. Disse.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Lo farei se volessi davvero". gli risposi senza rendermene conto. "Che significa?" "Che non volevo studiare qui, mi ci sono ritrovata, perché tutti mi dissero che non dovevo sprecarmi in una scuola che non sfruttava il mio potenziale e quindi il liceo era l'unico posto dove sarei dovuta andare". "Quale avresti scelto tu?". "Studiare moda, arredamento, grafica. Per poi specializzarmi in moda per diventare una stilista". "Perché non sei andata contro i loro consigli?". "Non lo so, forse per non deludere nessuno". Abbassai lo sguardo al pavimento per non incontrare i suoi occhi. "Credo che forse siamo stati nella stessa situazione, ma diciamo al contrario. Io voglio diventare avvocato ma tutti dicevano che non ero abbastanza intelligente per esserlo, che é troppo difficile per me. Ma ho deciso che ci avrei provato lo stesso". Appena Lorenzo finì di parlare suonò la campanella, in quel momento desiderai di non dover tornare in classe e rimanere a parlare con lui, mi faceva bene tirare tutto fuori, aveva ragione. "Devo andare, sono da piú di mezz'ora fuori". Dissi. " Sì, anch'io". "Grazie". "Di niente è servito anche a me parlare con qualcuno che mi capisce". Mi alzai dalle scale "Ciao". "Ciao, Stella" mi rivolse un sorriso e si alzò anche lui. Mi diressi in classe come un fulmine per evitare richiami. Ora mi sentivo più leggera ma ero ancora triste e più confusa che mai sul mio futuro. Volevo farla finita con quella scuola al più presto, però mi sentivo male al solo pensiero di deludere mio padre e di dover affrontare tutti gli altri. Ma il mio sogno? Come avrei potuto realizzarlo? Non c'era via d'uscita... Il mio sogno sembrava impossibile da realizzare... 'In quel momento, Claudia, sapevo benissimo cosa fare, abbracciarsi forte forte il petto e poi ricominciare a pensare al suo cammino, su quel cuscino, faticando con le sue gambe. Affidandosi prepotente al fato, all'istinto che gliene avrebbe riservate ancora tante' Tornata a casa mi misi a cucinare il pranzo mentre aspettavo che mio fratello tornasse da scuola con mio padre. Finito di preparare mi sedetti sul divano e accesi la televisione quando sentì il mio cellulare vibrare, lo presi e notai che avevo una notifica su Facebook, una richiesta di amicizia: Lorenzo Semeraro. 'Non può essere lui, aveva detto che non ci saremmo più parlati, ora che vuole?' Pensai. Non volevo accettare ma sembrava maleducato non farlo in fondo avevamo parlato di cose non proprio semplici. Decisi di non accettare subito e gli inviai un messaggio : 'Mi avevi detto che non avremmo più parlato perché mi hai inviato una richiesta? E poi come mi hai trovata?' Mi rispose subito:"Non è stato difficile trovarti abbiamo un amico in comune. E non avevo detto che non avremmo più parlato, ma che non ci saremo visti, è diverso... Ti ho inviato la richiesta perché siamo molto simili come le nostre storie e ho pensato che ci saremmo potuti aiutare, senza doverci incontrare." Non lo risposi più mi aveva lasciata senza parole. Era vero, eravamo simili e più che noi le nostre storie. Saremmo potuti diventare "amici di penna", senza incontrarci, anche se ora non c'era più motivo per non farlo in fondo era meglio parlare da vicino che attraverso Facebook. Ma io non l'avrei mai ammesso. Senza pensarci ancora accettai la sua richiesta e chiusi Facebook. Ci saremmo aiutati più di quanto potevamo immaginare... Dopo poco sentì il rumore delle chiavi nella serratura e la porta si aprì. "Ciao Stella. Cosa si mangia di buono??" disse mio fratello Francesco. "Pasta al pesto e hamburger" "mmmh buono" "Ciao Stella" "ciao papà" Mangiammo tranquilli, vedendo la TV, poi lavai le stoviglie e mi rintanai in camera mia. Tentai di studiare qualcosa, ma niente, passai circa due ore sulla stessa pagina di storia, e ne avrei dovute studiare circa quindici, per non parlare di storia dell'arte, altre venti pagine. Sconfitta chiusi il libro di storia e presi uno dei miei tanti romanzi, in quel momento ero all'inizio di "Ti prego lasciati odiare" la classica storia di due che inizialmente si odiano per finire poi ad amarsi da morire, io amavo i libri di quel genere, mi piaceva vedere i protagonisti farsi dispetti per poi finire a baciarsi. Lessi quattro capitoli poi mi fermati per non rischiare di divorarmi il libro. Presi il cellulare ed entrai su Facebook avevo più di dieci notifiche tutte di Lorenzo, aveva messo "mi piace" a quasi tutte le foto in cui c'ero io, compresa una di quando ero piccola mentre ero nel passeggino accanto a mia madre sul lungo mare di Mergellina. Da ciò dedussi che aveva esplorato tutto il mio profilo, poi pensai che io non avevo notato nemmeno la sua immagine, così digitai il suo nome e clicca i sulla foto. Era seduto su un muretto a gambe incrociate, una smorfia sul viso, i pollici all'insù e dietro sullo sfondo il mare, poi come immagine di copertina una bambina di qualche mese con un grande sorriso. Mi resi conto che le nostre foto erano simili, infatti entrambi eravamo al mare seduti con le gambe incrociate, ma mentre lui era felice io ero malinconica e triste. Non sapevo nemmeno perché l'avessi scelta ma in fin dei conti mi rappresentava molto... Lorenzo in tutte le sue foto appariva sorridente e forse, in quei momenti, era stato davvero felice, era ancora più bello in foto con i suoi capelli cenere e quegli occhi verdi, ancora più bello di Alessandro Berti... Bello sì, ma io non potevo pensare ai ragazzi in quel momento della mia vita era già troppo se la schiavo entrare un amico, figurarsi un fidanzato. Allora era come se mi fossi sposata e avessi avuto un bambino, che tanto bambino oramai non era più con i suoi dieci anni, tutto di un colpo, senza lasciar spazio alla mia vita sociale. Tutti mi ripetevano in continuazione di volermi aiutare ma io mi sentivo debole ogni qualvolta ero costretta ad accettare, era sempre una sconfitta doverlo fare; avevo tutti intorno convinti che senza di loro non ce l'avremmo fatta. Ma il problema non era la parte pratica, che svolgevo senza fatica, bensì la parte psicologica: ero io ora a dover supportare mio padre, col suo carattere insicure e a dover consigliare e guidare mio fratello. Con tutti quei pensieri come potevo riuscire a studiare, ammetto che fossi anche un po' pigra, ma se davvero avessi voluto diplomarmi in lingue la forza l'avrei trovata. "Stella vieni a mangiare?" urlò mio padre dalla cucina. Così usci dal profilo di Lorenzo che mi aveva provocato già troppi pensieri. "Arrivo" risposi. Cenai, vidi un film con la mia famiglia, poi mi immersi nel mio caldo lettino e caddi in un sonno senza sogni...
  
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