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Autore: Walt96    02/07/2017    6 recensioni
Seguito della storia "Kingdom Hearts W".
Dopo una serie di peripezie nella regione di Sinnoh, fortunatamente i Referenti risultarono vincitori: Malefica era scomparsa, Voldemort aveva abbandonato tutti ancor prima di venire sconfitto, Doflamingo volò in un'altra dimensione ancora in groppa al Pokemon leggendario e Magneto intraprese una fuga che durò quelle due settimane; furono Walt e Sora la più grande perdita, scomparsi in un tunnel oscuro.
Troppe persone in differenti mondi erano venute a conoscenza delle molteplici realtà e la lotta per il potere sembrava imminente.
I Referenti non sapevano dove si trovava Doflamingo, cosa stesse tramando ora l’Oscuro Signore, quale fosse la prossima mossa di Malefica, se stesse succedendo qualcosa di oscuro negli altri mondi e nemmeno a chi appartenesse la voce che aveva attratto in trappola il giovane Referente e il prescelto del Keyblade.
La partenza alla ricerca di Walt era imminente.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Re Topolino, Sora
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kingdom Hearts W'
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Capitolo 4
 
The Heros
 
 
 
 
Si ritrovarono in un cielo limpido con qualche nuvola in lontananza, stavano sorvolando delle immacolate praterie a grande altitudine.
«Chissà dove siamo capitati…» borbottò Silente lisciandosi la lunga barba intrecciata.
«Chissà anche quando siamo capitati!» aggiunse Sengoku ironicamente, strozzando una risata.
Intorno a loro sembrava non esserci nulla, osservando l’orizzonte non si vedeva altro che cielo azzurro e candidi cirri ogni tanto, così continuarono a volare all’altitudine iniziale, sorvolando prati, campi coltivati e raramente qualche paesino.
«Normalmente quando si attracca in un nuovo mondo non si dovrebbe arrivare nel luogo in cui si ha bisogno di noi?» chiese il grand’ammiraglio.
«Di solito sì, ma non accade sempre. Solamente seguendo il proprio istinto si arriva alla meta» disse Topolino ottimista.
«Mah, sarà…».
Continuarono il loro viaggio tranquilli mantenendo la rotta dritta davanti a loro a velocità costante, il sole irradiava intenso la loro navicella.
Fuori dall’abitacolo l’attrito con l’aria causato dalla velocità provocava un forte rumore di vento, la temperatura era piuttosto fredda e sembrava non stesse accadendo nulla di particolare.
All’improvviso una grossa costruzione in metallo e vetro cadde dall’alto e per poco non li colpì in pieno.
Topolino fece una rapida manovra evasiva per schivarlo e riuscì nell’intento per pochi centimetri.
«Cosa diavolo era !?» chiese Sengoku rialzandosi dalla sua sedia e riposizionandosi il cappello bianco con il simbolo della Marina sulla testa.
«Credo che la domanda più adatta sia: da dove è arrivato?» precisò Silente che si era aggrappato ai braccioli della sua postazione appena in tempo.
«Sopra di noi non c’è nulla!» commentò Topolino.
«Non può essere arrivato dallo spazio».
«Topolino che ne dici di rallentare e alzarci ancora di quota? Magari c’è qualcosa che a noi sfugge» consigliò il preside ricomponendosi.
«Subito!».
Topolino ridusse la velocità della Gummyship e spostò la cloche in modo da aumentare l’altitudine di crociera.
All’inizio non sembrò cambiare nulla, a parte la vista che si amplificava sul suolo, ma bastò un secondo per svelare il mistero di ciò che era presente sopra le loro teste.
Superando una certa angolazione infatti, apparve chiara un enorme nave portaerei completamente schermata in modo da risultare invisibile da chiunque fosse al di sotto di essa.
«Oh!» si lascò sfuggire Sengoku vedendo quell’enorme nave dotata di quatto eliche che volava grazie ad una tecnologia a cui lui non era abituato.
Si intuì subito che la grossa nave non era in buone condizioni, un motore era fermo e un altro sembrava funzionare per grazia divina, emettendo del fumo.
Rimasero tutti sbalorditi da quella svolta e rimasero ad osservare lo spettacolo per alcuni momenti senza dire né fare nulla.
Sotto di loro due velivoli più piccoli, simili a dei caccia, fuggivano dalla portaerei in direzione nord.
«Che cosa facciamo?» chiese Sengoku ancora sbalordito dalla nave volante sotto i suoi occhi.
«Sembra malandata, dovremmo scendere e chiedere se hanno bisogno di aiuto» disse Topolino e così si avvicinarono delicatamente con la gummyship fino ad atterrare sulla portaerei.
Scesero dal portellone e Silente dovette compiere un magia per evitare che i tre Referenti (soprattutto Topolino) non venissero scaraventati via dal forte vento; d’altronde dovevano trovarsi a più di qualche chilometro dal suolo e l’aria molto rarefatta impediva di soffermarsi a lungo all’esterno della nave.
Si diressero verso quella che sembrava essere l’entrata principale della base, grazie all’incantesimo Alohomora aprirono alcune porte e accedettero alla camera di pressurizzazione.
All’interno le cose non sembravano andare in maniera particolarmente migliore rispetto all’esterno: era quasi deserto, incrociarono qualche soldato ferito e in alcuno punti erano presenti degli evidenti segni di spari e colluttazione.
Decisero di andare a cercare qualcuno di alto grado per scoprire se effettivamente potevano essere utili lì o se sarebbe stato meglio cercare la fonte di Oscurità altrove.
Di solito Topolino e Sora, durante le loro avventure, avevano una naturale attrazione verso la strada giusta da prendere e anche in questa occasione il re sentiva che c’era bisogno di loro lì.
Attraversarono alcune camere senza trovare il centro di comando e ogni tanto Silente di fermava a medicare con la magia le persone ferite. Non era sua abitudine ma con un leggero accenno di legilimanzia capì che non era necessario celare le loro abilità e il loro aspetto a quegli uomini, perché avevano appena visto di peggio.
C’era una sorta di irrequietezza nell’aria, alcuni ufficiali andavano e venivano di corsa ma sfiniti, altri invece si erano fermati con aria rassegnata.
Entrarono in un corridoio quando ad un certo punto sentirono un rumore meccanico davanti a loro. Era un rumore metallico e ritmico, quasi altalenante, come dei passi.
Le ante metalliche di una porta ormai non più funzionante si aprirono, i Referenti rimasero sbalorditi nel vedere che ad aprirle era stato una specie di robot malandato, colorato di rosso e oro, appena li vide si fermò sul posto e gli puntò la mano contro, dove si illuminò brevemente un dispositivo minaccioso sul palmo.
«Hey!» disse con voce metallica, aveva due fessure luminose nel punto in cui ci sarebbero dovuti essere gli occhi.
Nel momento in cui il suo palmo illuminò bene il corridoio si poté notare che aveva la vernice graffiata in diversi punti e in altri era anche ammaccato.
«Siamo venuti in pace!» disse Topolino alzando le mani in aria in gesto di innocenza.
La maschera del robot abbassò lo sguardo verso il re e quando lo vide fece un movimento di sorpresa seppur non mutando espressione.
La maschera si alzò in un movimento secco lasciando il posto ad un volto umano rivelando che il robot era in realtà un armatura tecnologicamente molto avanzata.
«E voi chi sareste? Le nuove mascotte dello S.H.I.E.L.D.?» disse l’uomo abbassando la mano e studiando con più attenzione l’aspetto di tutti e tre.
«E tu chi sei, invece?» chiese di risposta Sengoku, diffidente.
«Chi sono io?! E dai! Vengono venduti centinaia di gadget al minuto con la mia faccia sopra, su!» disse mostrando il suo sorriso migliore e mettendosi in posa. Aveva una quarantina d’anni, baffi e pizzetto molto curati e un aspetto aitante.
«Mi permetta di intromettermi» disse garbatamente Silente, «Mi chiamo Albus Silente, veniamo da molto lontano e veniamo in pace, anzi vorremmo offrirvi il nostro aiuto».
«Uhm… Forse è meglio se mi seguite, vi porto dal grande capo» disse l’uomo in armatura e si diresse lungo il corridoio a destra, i Referenti si scambiarono uno sguardo e si comunicarono silenziosamente l’intensione di collaborare.
Camminando si notava che l’armatura era decisamente mal ridotta, si muoveva a fatica e a volte si inceppava pure, Sengoku notò che sotto ai piedi aveva dei propulsori come quelli sulle mani, di sicuro era in grado di volare, almeno quando era in buono stato.
Dopo una manciata di minuti arrivarono nella sala di pilotaggio, alcuni soldati erano seduti ai vari computer e digitavano costantemente qualcosa sulle tastiere, una persona era in piedi sul posto di comando, circondato da quattro schermi che indicavano lo status della portaerei.
Era un uomo di colore con una benda sull’occhio sinistro ed era vestito con indumenti di pelle nera; ma non fu a lui a cui l’uomo in armatura si rivolse per primo, sembrò invece parlare con un altro più giovane, biondo, molto muscoloso e con addosso una calzamaglia blu a stelle e strisce.
«Hey Rogers! Guarda un po’ qui, mi sa che ho trovato un tuo parente direttamente dagli anni ’20!» disse evidentemente prendendolo in giro per poi sedersi in una poltrona allo stesso tavolo senza curarsi minimamente di fare delle presentazioni.
Il biondo si alzò e osservò attentamente i tre nuovi arrivati con diffidenza, anch’egli era evidentemente stanco, con il costume strappato e sporco, aveva anche una ferita aperta sulla tempia.
Sembrava intenzionato a dire qualcosa ma il comandante che aveva assistito alla scena lo precedette.
«Sono il sergente Fury, voi chi siete? E chi vi ha autorizzato a salire sulla mia nave?».
Questa volta Topolino si fece avanti.
«Io sono Topolino, loro sono Albus Silente e Sengoku» disse nella maniera più innocente possibile «vi abbiamo avvistato dalla nostra gummyship e vedendo la situazione abbiamo deciso di offrirvi il nostro aiuto»
«Cosa vi fa pensare che abbiamo bisogno del vostro aiuto?» chiese Fury in tono severo.
Topolino non seppe cosa rispondere «…Beh… noi… volevamo solo…»
«Dai Nick non essere scortese» intervenne nuovamente l’uomo in armatura, poi si rivolse a Referenti «Dovete cercare di capirlo, si è appena fatto sfuggire un dio asgardiano intento a distruggere la Terra da sotto il naso, è un po’ stressato, tu invece che ne pensi Rogers?» chiese dando una pacca sulla spalla a quello che sembrava essere un suo “collega”.
«Mi chiamo Steve, avete qualche… abilità particolare?» chiese lui quasi in imbarazzo dalla situazione che si era creata.
«Beh, non andiamo in giro a svelare le nostre abilità» intervenne Sengoku, sulla difensiva.
«Pft, non hanno nulla di speciale…» disse l’uomo con il pizzetto voltandosi e lasciando perdere.
Silente decise di prendere in mano la situazione «Forse posso convincerla io, signor Stark» disse e gli si avvicinò.
«Aha! Lo sapevo che mi conoscevate».
«No, le ho appena letto nella mente signor Stark, e se non mi crede posso anche dirle che ha intenzione di utilizzare l’armatura chiamata “Mark 7” appena arriveremo a New York, solo lei e la signorina Pepper siete a conoscenza di questo prototipo, vero?».
Il viso di Tony Stark perse nitidamente di colore e anche la sua caratteristica lingua lunga.
«Ebbene?» chiese Fury per avere prova delle abilità che il nuovo arrivato aveva appena dimostrato.
«Sì ne siamo a conoscenza solo io e Pepper…» disse a bassa voce.
«E mi permetta signor Rogers» aggiunse Silente avvicinandosi a Capitan America con la bacchetta, lui decise di fidarsi del suo istinto e lo lasciò fare. In un attimo il taglio che aveva sulla fronte si rimarginò come se non ci fosse mai stato.
«Quello sì che è utile!» intervenne nuovamente Stark.
«Non mi convincete, da dove venite e che cosa c’entrate voi con Loki?» chiese Fury.
«Non conosciamo nessun Loki, ma siamo alla ricerca di una fonte di energia oscura» rispose Topolino, «saremmo contenti di darvi una mano se ci portate con voi».
«Voi due vi fidate?» chiese Fury ai due supereroi.
«Io credo che ora che non sappiamo dove siano finiti Thor e il dottor Banner ci conviene accettare tutto l’aiuto disponibile» commentò Steve Rogers.
«Concordo, basta che non mi rubiate la scena» disse Stark facendo l’occhiolino «E tu capellone? Che sai fare?» chiese a Sengoku.
Sengoku, evidentemente irritato, decise di dare comunque una piccola dimostrazione delle sue abilità: si concentrò un secondo e dopo aver caricato al massimo la sua aura rilasciò l’energia accumulata facendo svenire contemporaneamente tutti i soldati che stavano digitando sui computer di bordo.
 «Ma che diavolo!?» esclamò Fury voltandosi e andando a controllare che i parametri della nave fossero ancora stabili, per quanto precari.
Silente con un colpo di bacchetta provvide a risvegliare tutti con un incantesimo.
«Ottimo, siete assunti!» si congratulò con loro Stark applaudendo con le mani.
«Avremmo avuto bisogno di voi qualche ora fa» commentò Rogers.
«Perché cosa è successo?» chiese Topolino «Abbiamo notato che la nave è in pessime condizioni, e anche gli uomini».
Iron Man e Capitan America si immersero nel racconto di ciò che aveva preceduto il loro incontro, descrissero gli avvenimenti per filo e per segno, dall’arrivo di Loki alla sua cattura, del Tesseract, di Thor e del dottor Banner, attualmente dispersi.
Le prospettive non erano delle migliori: sembrava che questo dio asgardiano fosse dotato di un potere particolare che gli permetteva di controllare la menti altrui, e avesse così obbligato una schiera di scienziati a costruire un dispositivo che sfruttasse il potere del Tesseract per aprire un portale per un altro universo in modo che l’esercito dei Chitauri prendesse piede sulla Terra.
«Avete un’idea su come fermarlo?» chiese Topolino
«No, nessuna. Troveremo un modo di disattivare il dispositivo.» rispose Tony «Sarò io ad avvicinarmi a Loki per primo, devo andare alla Stark Tower dove si trova lui e cambiare l’armatura; gli offrirò un drink».
«Noi interverremo dal basso invece, cercheremo di mettere al sicuro i civili e far fuori il maggior numero possibile di alieni, sarebbe meglio che veniste con me» spiegò la seconda parte del piano il capitano Rogers.
Dietro di loro qualcuno si schiarì la voce facendo notare il suo arrivo, tutti quanti si voltarono.
Si trattava di una donna: esteticamente bella e formosa, con i capelli rossi e una tuta in pelle nera molto aderente; era accompagnata da un uomo muscoloso dai capelli biondi, portava con se un arco e delle frecce molto sofisticate.
«Potreste anche renderci partecipi quando aggiungete nuovi membri al gruppo anti-Loki, comunque» esordì lei dopo essersi presentata come Natasha Romanoff e lui come Clint Burton.
«Non volevamo disturbarti mentre ti incipriavi il naso con il tuo nuovo fidanzatino» disse Tony con voce falsamente dolce.
Approfittando del battibecco appena nato tra quel gruppo di particolarissimi soggetti che si facevano chiamare “Avengers”, Topolino chiamò a raccolta i suoi colleghi Referenti.
«Se davvero Loki vuole impadronirsi di questo mondo con un esercito alieno, allora è probabile che l’Oscurità provenga da lui» disse il re esponendo le sue intuizioni.
«Ci conviene andare con loro. Sembrano capaci ma sono un gruppo eterogeneo e disorganizzato, hanno bisogno di noi» disse Silente.
«Concordo, non hanno idea di come sconfiggere il nemico. Quante possibilità abbiamo di trovare la porta per il Regno dell’Oscurità?» chiese Sengoku al re.
«È difficile a dirsi, Yen Sid ha detto che i mondi passati colpiti dall’Oscurità non sono molti, credo che avremo circa il venti per cento di possibilità circa» rispose il re onestamente.
Sengoku espose agli altri la sua preoccupazione sul fatto che più ore trascorrevano nei mondi del passato più il rischio che Walt e Sora fossero sopraffatti dall’Oscurità era alto.
Non aveva torto.
L’ex grand’ammiraglio Sengoku aveva una mente abituata a pensare strategie militari, ma per lui non era usuale destreggiarsi tra alieni, supereroi e invasioni intergalattiche; non conoscendo le forze a disposizione degli Avengers non poteva dare una mano come avrebbe voluto realmente, e la preoccupazione per il Referente disperso andava via via accentuandosi.
«Hey voi!» li chiamò Clint avvicinandosi «Ci stiamo avvicinando a New York, Tony ci anticiperà in cima alla Stark Tower, noi scenderemo a terra con il Quinjet, partiamo subito» e così, annuendosi l’un l’altro, partirono insieme agli Avengers.



 






Angolo dell'autore:
Ecco il primo mondo che dovranno affrontare i nostri tre Referenti alla ricerca di Walt e Sora!
Dite la verità lo avevate capito già dal titolo o lo avete intuito dopo? 
Siete contenti di questa scelta? Cosa ne pensate ? 
Questo capitolo è stato un po' più difficile del solito in quanto personaggi come Tony o Steve sono difficili da rendere IC, o almeno per me :)
Cosa credete che succederà nel prossimo capitolo? Sarà veramente Loki la fonte dell'Oscurità di quel mondo? 
Fatemelo sapere in un commento!
Critiche, recensioni e nuove idee sono sempre ben accette!
Nel mio profilo potete trovare "Kingdom Hearts Before W", un progetto completamente nuovo che racconta la storia del passato di Walt!

See you nex time!
   
 
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