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Autore: Walt96    23/07/2017    6 recensioni
Seguito della storia "Kingdom Hearts W".
Dopo una serie di peripezie nella regione di Sinnoh, fortunatamente i Referenti risultarono vincitori: Malefica era scomparsa, Voldemort aveva abbandonato tutti ancor prima di venire sconfitto, Doflamingo volò in un'altra dimensione ancora in groppa al Pokemon leggendario e Magneto intraprese una fuga che durò quelle due settimane; furono Walt e Sora la più grande perdita, scomparsi in un tunnel oscuro.
Troppe persone in differenti mondi erano venute a conoscenza delle molteplici realtà e la lotta per il potere sembrava imminente.
I Referenti non sapevano dove si trovava Doflamingo, cosa stesse tramando ora l’Oscuro Signore, quale fosse la prossima mossa di Malefica, se stesse succedendo qualcosa di oscuro negli altri mondi e nemmeno a chi appartenesse la voce che aveva attratto in trappola il giovane Referente e il prescelto del Keyblade.
La partenza alla ricerca di Walt era imminente.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Re Topolino, Sora
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kingdom Hearts W'
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Capitolo 5
 
The Infinity Stone
 
 
 
 
L’obbiettivo del signor Stark era quello di sostituire l’attuale armatura con la nuova e ormai non più segreta Mark 7, guadagnare tempo per l’arrivo degli altri vendicatori e scoprire il più possibile del piano di Loki, perciò li precedette dirigendosi alla Stark Tower.
I Referenti invece salirono insieme a Capitan America, Natasha Romanoff e Clint Burton a bordo di un Quinjet in direzione New York.
Natasha e Clint pilotavano, così i Referenti ebbero l’occasione di parlare in privato con Steve.
«Sappiamo qual è il potenziale di Loki?» chiese Silente in modo da prepararsi in maniera adeguata al confronto se ne fosse capitata l’occasione.
«È fisicamente molto forte» gli rispose il Capitano «ma è il suo scettro al quale bisogna fare particolarmente attenzione, spara raggi laser e sembra che abbia la capacità di controllare la mente».
«Molto interessante…».
Topolino aveva un’aria preoccupata, il pensiero che una città metropolitana come New York fosse messa in pericolo da un esercito alieno lo sconfortava, ma il pensiero di dover cercare la fonte oscura tra tutti quegli innocenti lo attanagliava ancor di più.
«Ascolta, Steve» disse deciso ad esternare il suo pensiero «Noi stiamo cercando una fonte di Oscurità, molto probabilmente è un oggetto o una persona fondamentale in tutta questa faccenda… hai qualche idea per aiutarci?».
«Uhm… potrebbe trattarsi di Loki in persona» disse pensando «altrimenti potrebbe trattarsi del Tesseract stesso, noi non lo vediamo da un po’ quindi potrebbe aver sviluppato questa Oscurità a cui fai riferimento».
«Topolino, pensi che possa essere quello che stiamo cercando?» chiese Sengoku.
«Per ora è la cosa più probabile, ci conviene iniziare da quello, grazie Capitano!» disse il re.
Il viaggio nel jet stava per concludersi, vedevano già New York all’orizzonte; i Referenti avevano assistito alla preparazione alla battaglia degli Avengers: Steve aveva affilato a dovere i bordi del suo scudo in vibranio, Tony aveva riparato il riparabile per affrontare il viaggio fino alla Stark Tower e Natasha e Clint si erano armati con arco e frecce lui e con gli stiletti elettrici lei.
Li avevano anche informati che probabilmente a New York sarebbero arrivati gli ultimi due membri della squadra: il dio asgardiano e fratellastro di Loki, Thor, e il dottor Banner, genio della fisica che possiede la capacità di trasformarsi in Hulk, un gigantesco e incontrollabile uomo verde.
Un boato scosse il jet.
«Ma cosa diavolo…?» disse Clint sbalordito da ciò che stava accadendo.
«Signori, questo è uno spettacolo che non vi dovreste perdere» aggiunse Natasha.
Cosi tutti i passeggeri si avvicinarono all’abitacolo per vedere ciò che stava succedendo ad una manciata di chilometri davanti a loro.
Si intravedeva la sagoma della Stark Tower e un intenso flusso di energia generato da un dispositivo sul tetto della torre che aveva appena aperto un portale nel cielo.
In quel momento uno sciame di piccole navicelle fuoriuscì dal buco nello spazio e una sagoma rossa iniziò a farne esplodere alcuni.
«I Chitauri… per fortuna Stark è già lì» commentò Capitan America.
«Sì, e sono in buona compagnia» disse la voce di Stark uscendo dall’altoparlante «Mettetevi le auricolari così potremmo parlare» disse e tutti eseguirono il consiglio.
In quel momento un fulmine colpì violentemente il grattacielo.
«Sembra che sia arrivato anche Thor».
«Menomale, è il momento giusto per una bella riunione di famiglia» commentò la voce di Tony questa volta nelle orecchie di tutti.
Il Quinjet sorvolò le strade di New York avvicinandosi alla torre a grande velocità. Con la mitragliatrice neutralizzarono già diversi Chitauri, da quanto sembrava erano degli alieni umanoidi con la pelle grigia vestiti con armature spartane.
«Stark siamo a ore tre diretti a nord-est!» disse Natasha all'interfono.
«Vi siete fermati a fare uno spuntino? Venite sulla Parker così ve li presento» rispose lui, quando trasmetteva si sentiva in sottofondo il rumore di esplosioni e il forte attrito con l’aria.
Clint virò il jet e intraprese la via indicata da Tony, estrasse il mitragliatore e, nel momento in cui l’armatura rossa di Iron Man sfrecciò davanti a loro, sparò contro i Chitauri che lo stavano inseguendo. La raffica comportò anche numerosi danni all’edificio retrostante.
Topolino inconsciamente abbassò le orecchie, Silente notò il movimento e decise di dar voce alla sensazione comune ad entrambi.
«C’è pieno di persone per le strade, non fuggiranno mai in tempo, non c’è modo di allontanare la battaglia dai civili?».
«Purtroppo il varco dimensionale si trova esattamente sopra la Stark Tower, che è in centro alla città, l’unica cosa che possiamo fare è contenere l’invasione e proteggere i civili che riusciamo» disse Clint mentre faceva prendere quota al jet e sparando ad altri seguaci di Loki.
«Siamo noi contro un esercito, purtroppo non è una lotta alla pari» aggiunse Steve che notò con la coda dell’occhio la reazione del re a tanta violenza.
Si avvicinarono alla cima della torre e sul balcone panoramico dell’appartamento di Tony videro i due giovani dei asgardiani combattere l’uno contro l’altro.
Uno indossava un armatura argentata con un mantello rosso e brandiva un pesante martello, l’altro aveva con se un lungo scettro dorato e indossava anch’egli un armatura ma con le parti in tessuto e il mantello verdi.
Clint prese la mira su Loki e appena Thor si allontanò provò a sparargli con il mitragliatore.
Anche se il colpo andò a segno non sortì l’effetto desiderato, in quanto Loki non sembrò subire particolari danni, anzi si rialzò e punto lo scettro contro il quinjet sparando un raggio laser che andò a colpire l’ala destra.
La battaglia tra i due fratellastri ricominciò immediatamente ma i passeggeri del jet non poterono più assistere in quanto stavano perdendo quota molto, anzi troppo rapidamente.
Clint cercò in tutti i modi di mantenere il jet stabile in modo da riuscire a eseguire un atterraggio di fortuna lungo una delle strade di New York, ma con scarso risultato.
Nonostante i movimenti disperati del jet facessero sbalzare i suoi passeggeri da una parte all’altra, non appena Silente riuscì ad aggrapparsi ad una cintura di sicurezza estrasse la bacchetta e pronunciò «Wingardium Leviosa».
Subito un rumore metallico fece pensare a tutti di essersi schiantati, ma in realtà era dovuto allo scheletro del Quinjet che non doveva più mantenere il suo peso. Erano fermi, sospesi nel vuoto a una decina di metri da terra.
Il preside era evidentemente sotto sforzo a causa dell’elevato peso del mezzo, ma con delicatezza riuscì a portarlo a terra mantenendolo intatto e soprattutto senza distruggere degli edifici.
Scesero si diressero davanti alla Stazione Centrale, il caos era totale: le macchine erano state abbandonate per le strade in evidente stato di panico, molti edifici erano distrutti, altrettanti allarmi suonavano senza che nessuno li considerasse e si vedevano gruppi di Chitauri sfrecciare da una parte all’altra volando sulle loro piccole navicelle biposto.
Dal punto in cui si trovavano però, si poteva vedere benissimo il foro tra le dimensioni, dal quale uscivano sempre più soldati alieni e ad un certo punto anche due grossi mostri, ricordavano una specie di bruco volante assassino e corazzato.
Uno dei due giganteschi mostri si diresse con movimenti placidi verso terra e sorvolò la strada di qualche metro, con la pinna distrusse la statua di marmo della stazione centrale e poi passò proprio sopra le loro teste. Ogni tanto dalla sua corazza venivano sganciati dei soldati alieni.
«Stark, l’hai visto?» chiese Steve ancora con il viso verso l’alto seguendo l’andamento del mostro.
«Sì, ma ancora non ci credo. Dov’è Banner? È già arrivato?»
«Banner?».
«Tienimi informato».
«Abbiamo ancora civili intrappolati» disse Clint che aveva fatto un rapido sopralluogo nei dintorni.
In quel momento Loki sfrecciò sopra le loro teste a bordo di una delle navicelle dei Chitauri facendo esplodere numerose macchine nella strada dietro quella in cui si trovavano, a quanto pare lo scontro con il fratellastro si era concluso.
«Loro sono in troppi e i civili vanno protetti. Dobbiamo dividerci» concluse Sengoku sperando che il potere che aveva utilizzato per far svenire i soldati sulla portaerei (l’Ambizione del re conquistatore) funzionasse anche sugli alieni.
«Voi riuscite a contrastarli da soli?» chiese il capitano a Clint e Natasha.
In quel momento una decina di alieni li raggiunse saltando dalle navicelle e atterrando davanti a loro. Subito Clint inarcò una freccia e colpì il nemico al centro del gruppo, quando la freccia andò a segno, sparò dei proiettili intorno a se facendo fuori la maggior parte dei Chitauri, i restanti furono bersagliati dalle pistole di Natasha.
«Sarà un onore, Capitano» disse alla fine Clint in risposta.
«Voi andate, qui ci pensiamo noi» diede conferma Natasha.
Detto questo Capitan America si lanciò nella strada inferiore alla loro.
Sospettando di doverlo seguire anche i Referenti si diressero verso il ciglio della strada: Topolino si lanciò facendo una capriola e atterrò tranquillamente, evocando il Keyblade, Sengoku saltò e atterrò provocando un forte tonfo mentre invece Silente si materializzò semplicemente accanto a loro.
I Referenti si avvicinarono ad un autobus in cui avevano cercato riparo diverse persone tra le quali anche dei bambini, il problema è che era stato colpito e si era capovolto impossibilitando i presenti ad uscire.
Due alieni si stavano avvicinando al mezzo con i loro fucili laser sguaiati.
Sengoku con una sola mano alzò il pullman rimettendolo in posizione verticale, Silente puntò la bacchetta alla porta «Alohomora» e le tre porte si aprirono mentre Topolino colpì i Chitauri con il Keyblade dorato mandandoli al tappeto.
«Presto nascondetevi in quell’edificio» disse il re alle persone che scendevano dal mezzo indirizzandole verso quella che sembrava una banca.
Il preside ripeté l’incantesimo anche su una macchina colpita da un raggio laser che ancora ospitava una coppia al suo interno.
Due alieni scesero da un grattacielo atterrando su un balcone, Sengoku saltò con un incredibile gittata e gli atterrò a fianco. Con una forza sbalorditiva prese le teste dei due increduli alieni e le sbatté contro il cornicione del balcone fracassandolo.
Poco davanti a loro, Capitan America lanciò il suo scudo contro un nemico che, venendo colpito, lo fece rimbalzare verso un altro e così via per cinque nemici neutralizzandoli in un sol colpo.
«Avete del talento, non c’è che dire!» commentò Steve riguardo l’operato dei Referenti.
Tra spari, esplosioni e il caos più totale si avvicinarono ad una barricata di macchine della polizia dove alcuni agenti cercavano di fermare i Chitauri con le loro pistole.
Il capitano gli si avvicinò «Servono uomini in quegli edifici, ci sono persone all’interno e finiranno sulla linea del fuoco. Fateli passare nei seminterrati o nella metropolitana, teneteli lontani dalle strada. Mi serve un perimetro a partire dalla trentanovesima».
L’agente di polizia, che sembrava essere un sergente, fissò il capitano nella sua calzamaglia a stelle e strisce e poi posò il suo sguardo anche sui particolari indumenti dei Referenti.
«Perché dovrei prendere ordini da voi?» disse e proprio in quel momento una ventina di alieni si lanciò giù dai grattacieli atterrando vicino a loro.
Sengoku decise che era il momento giusto per provarci: si concentrò e poi scaricò l’Ambizione del re conquistatore.
Subito tutti gli alieni e, per sbaglio, anche un paio di agenti della polizia persero i sensi e si accasciarono a terra.
Il Sergente di polizia si voltò verso i suoi colleghi «Mi servono uomini in quegli edifici, tenete la gente lontana dalle strade» poi si rivolse al suo walkie talkie «Allestiamo un perimetro a partire dalla trentanovesima».
Steve si voltò «Dobbiamo tornare da Nat e Clint, sono in netto svantaggio numerico» e senza farselo ripetere due volte Silente si smaterializzò.
«Ah! Farebbe comodo anche a noi qualche trucchetto come quello» commentò Steve.
Il preside riapparve vicino ai due colleghi e subito immobilizzò un alieno con un colpo di bacchetta.
«Stupeficium!» e ne neutralizzò altri due in volo sopra di loro.
Un fulmine scese dal cielo colpendo gli altri e Thor atterrò accanto a loro, sembrava ferito all’addome.
Il dio asgardiano notò Silente e voltandosi vide arrivare anche Topolino con la sua chiave sguainata e Sengoku accompagnati da Capitan America, dal movimento del suo sguardo si intuì che non avrebbe fatto domande.
«Come va là sopra?» chiese Steve
«L’energia intorno a cubo è impenetrabile» rispose il dio appena arrivato.
«Thor ha ragione, bisogna prima battere questi affari» risuonò la voce di Tony nelle auricolari.
«Ehm… forse io ho una soluzione» disse timidamente Topolino.
«Ti ascoltiamo» lo incalzò Thor.
«Il mio Keyblade. Può aprire e chiudere qualunque serratura, probabilmente è in grado di chiudere l’energia del Tesseract al suo interno» spiegò il re in tono pratico mostrando la sua arma agli altri.
«Ottimo, ma bisogna anche liberarci di questi alieni. Abbiamo Stark in cima ma per quei mostri giganti avrà bisogno di…» e fu bloccato dal rumore di una motocicletta malandata che si avvicinò dietro di loro.
A guidarla era un uomo dai capelli neri, in forma ma con l’aspetto da studioso.
L’uomo scese dalla moto e si avvicinò agli Avengers «sembra uno scenario orribile».
«Ho visto di peggio» rispose Natasha facendo sorridere il nuovo arrivato.
«Stark! È arrivato» disse Steve
«Banner?» gli rispose Iron Man.
«Sì come avevi detto».
«Allora che si metta l’armatura, la festa la facciamo da voi» e in quel momento, in lontananza, apparve Tony inseguito dal primo dei due bruchi volanti corazzati che compiendo la curva distrusse gran parte dell’edificio che faceva da angolo, mentre il secondo li stava raggiungendo da dietro.
I due mostri si abbassarono a raso terra in modo da colpire e distruggere tutte le macchine e la strada con la loro impenetrabile corazza.
Mentre il primo stava per raggiungerli e il Dottor Banner gli andava incontro a piedi, Steve intervenne «Dottore questo sarebbe il momento giusto per arrabbiarsi».
«Vede, è questo il mio segreto capitano…» gli rispose «…Io sono sempre arrabbiato» e così dicendo si trasformò in una versione ultra muscolosa di se stesso con la pelle verde e sferrò un micidiale pugno contro il primo mostro, piegandogli l’armatura protettiva a facendolo ribaltare con un movimento goffo, Tony gli lanciò un piccolo missile facendolo esplodere parzialmente.
Analogamente dall’altro lato, il secondo mostro si stava avvicinando a raso terra e in quel momento Sengoku utilizzò il suo Frutto del Diavolo: il suo corpo già di per sé muscoloso iniziò a risplendere di un bagliore aureo fino a diventare completamente dorato. Sembrava una piccola statua del Buddha.
Dimostrando di possedere una forza analoga a quella di Hulk ma mantenendo la dimensione originale, Sengoku saltò in aria e colpì il mostro alieno proprio in mezzo agli occhi, affondandolo nel terreno.
I Chitauri ruggirono e urlarono alla vista di quello che gli Avengers e i Referenti avevano fatto.
Ma mentre dal portale entravano altri mostri e alieni, come in una silenziosa intesa, gli Avengers si separarono e iniziarono nuovamente a combattere: Thor volò con il suo martello in cima ad un grattacielo, evocando fulmini e scagliandoli contro i nuovi mostri, Hulk saltò sulla facciata di un palazzo e con una foga mostruosa iniziò a picchiare un alieno dopo l’altro e Tony portò Clint in cima ad un edificio in modo che avesse una visuale più ampia per scagliare le sue frecce.
Anche i Referenti iniziarono a darsi da fare: Topolino affiancava Capitan America e Natasha affrontando i nemici in un corpo a corpo, sull’altro fronte invece Silente lanciava incantesimi rossi contro i nemici facendoli cadere dalle loro navicelle e Sengoku saltava molto in alto e affrontava gli alieni coi in suoi solidissimi pugni dorati.
Ad un certo punto tre Chitauri si posero davanti a Silente con i fucili carichi, non appena spararono il preside lanciò un potente incantesimo respingente che bloccò i proiettili laser a mezzaria per un secondo e poi li rispedì all’indietro verso i proprietari.
Vicino a lui, Capitan America lanciò il suo scudo come un frisbee, che andò a colpire prima un alieno a terra, poi schizzò verso l’alto colpendone uno su una navicella e infine ritornò nelle mani del suo proprietario, come se nulla fosse accaduto.
Nella strada davanti alla loro volò Iron Man, sparando due raggi di energia contro Loki, in volo ma quest’ultimo li deviò all’ultimo.
Sopra le loro teste, Hulk era sul dorso di uno dei mostri giganti e lo colpiva mentre neutralizzava tutti i Chitauri che cercavano di proteggere il loro ariete da sfondamento. Ad un certo punto lo raggiunse Thor, che picchiò via col suo martello altri nemici, poi il mostro verde strappò una scaglia della corazza e il dio asgardiano la piantò nella schiena della bestia, che perse quota e si accasciò al suolo.
Topolino si era fermato un secondo per ammirare la straordinaria versatilità dei suoi alleati Avengers e ne rimase talmente sbalordito da dimenticarsi la bocca aperta davanti a tutti quelle fantastiche abilità.
Loki si fermò con la sua navicella davanti a Silente «E voi chi diavolo siete?» disse arrabbiato dell’aiuto che gli eroi terrestri stavano ricevendo.
Ma non attese risposta.
Sparò con un raggio laser un secondo dopo che il preside aveva evocato l’incantesimo scudo dove si andò a schiantare.
Loki volò via.
«Devo raggiungere il portale e provare a chiuderlo!» disse Topolino.
«Non ti ci posso smaterializzare, non conoscendo la destinazione potremmo sbagliare di qualche metro e finire dentro il flusso che apre il portale» gli rispose Silente mentre schiantava via un alieno che stava per colpire il Capitano alle spalle.
«Ho bisogno di un passaggio» continuò Topolino.
«Ci penso io» rispose Sengoku che atterrò accanto a lui rompendo l’asfalto della strada nel punto in cui era arrivato «Ti posso dare una spinta verso una delle loro navicelle».
«Ottimo» disse e gli porse il braccio «Voi rimanete qui e aiutate gli Avengers».
Sengoku annuì e poi, con una forza decisamente sovrumana lo scagliò verso il cielo come un proiettile.
Topolino dovette chiudere gli occhi dalla tanta velocità che aveva acquisito, le orecchie gli si erano ripiegate all’indietro e istintivamente si era rannicchiato a palla.
Raggiunto però il punto di elevazione massimo, aprì gli occhi e vide che c’era solo una navicella sotto di lui, così si inclinò in modo da poterla afferrare, ma quest’ultima fu troppo veloce e gli sfuggì.
Precipitando ad alta velocità verso la morte certa, riuscì solo a pensare a Minnie, da sola al castello.
Un forte scossone lo riportò alla lucidità e aprendo nuovamente gli occhi si ritrovò tra le braccia di Thor che aveva usato il suo martello per librarsi in volo e salvargli la vita.
Appena atterrarono sulla cima della Stark Tower, Topolino non riuscì a reggersi in piedi da tanto gli tremavano le gambe «T-ti ringrazio infinitamente» balbettò rivolto a Thor.
«Dovresti dire al tuo amico di controllare la sua forza» disse il dio appoggiandosi sfinito alla ringhiera del tetto «Toglimi una curiosità, venite da un altro mondo, vero?» disse con la più totale naturalezza che stupì il re «Manterrò il segreto, tranquillo. Conosco il rischio di viaggiare tra i mondi, esattamente come quello di viaggiare tra i nove regni, io provengo da Asgard» proseguì.
«Sì… veniamo da altri mondi» rispose Topolino, ma ci mise un po’ a decidersi se dire la verità, optò per non spiegargli che in realtà loro provenivano anche dal futuro.
Intorno a loro i Chitauri fuoriuscivano ancora dal foro dimensionale e da sotto il grattacielo provenivano boati, esplosioni e sirene.
Thor sembrò incassare l’informazione in maniera tranquilla, non rimase né stupito né incuriosito anzi, sembrò soddisfatto come se avesse avuto quell’intuizione fin dall’inizio.
Topolino riprese la concentrazione, evocò il suo Keyblade e si avvicinò al macchinario che generava il portale: era un treppiede con al centro il Tesseract, un cubo azzurro che produceva un continuo flusso di energia verso il cielo, verso un altro universo.
La cosa che stava cercando Topolino però lo circondava: un inconfondibile fiamma nera, l’Oscurità, che stava ardendo avvolgendo del cubo.
Topolino la fissò con sfida, da un lato era soddisfatto di averla trovata, dall’altra era orripilato nel rivedere l’Oscurità dopo aver faticato anni per debellarla dai mondi.
«Possiamo chiuderlo» interruppe Thor il flusso di pensieri.
«Fallo! Ce ne sono altri in arrivo!» disse la voce di Capitan America nelle auricolari.
«No!» rispose invece Tony «C’è un missile diretto verso la città ed esploderà in meno di un minuto… e so anche dove metterlo».
Tutti intuirono il piano di Iron Man.
«Stark, è un viaggio di sola andata…» gli rispose Capitan America.
«Nah, tieni il resto del divertimento per il ritorno».
Dall’alto della torre Topolino e Thor videro bene il missile avvicinarsi alla città a gran velocità e Tony posizionarcisi al di sotto per spingerlo con i suoi propulsori dell’armatura verso l’alto, cambiandone la traiettoria.
Da sotto Silente e Sengoku ammirarono lo spettacolo in silenzio, mentre la testata nucleare viaggiava sopra di loro, sfiorando la torre e scomparendo nel portale.
Una sensazione di sollievo alleggerì i cuori di tutti, Avengers e Referenti, anche i Chitauri si fermarono ad osservare il risultato di quella imprevista manovra.
Quegli attimi parvero interminabili per tutti, Topolino era con il Keyblade puntato contro il cubo, pronto a chiudere il portale non appena sarebbe stato il momento.
Tutt’un tratto gli alieni persero conoscenza tutti insieme e si accasciarono a terra sia i Chitauri che gli enormi mostri volanti, come se fossero stati disattivati.
Non appena la sagoma di Iron Man fu nitida al di fuori del portale, Topolino colpì il Tesseract e il suo contenuto con un raggio di Luce: l’Oscurità si dimenò, si contrasse e si estinse mentre il portale si richiuse, confinando l’esplosione nucleare nell’universo alieno.
«Non rallenta!» esclamò Thor notando che l’armatura di Tony stava cadendo come un peso morto nel cielo, allora iniziò a roteare il suo martello acquisendo spinta verso l’alto.
Non fece in tempo a lanciarsi che Hulk fece un balzo da un grattacielo vicino e afferrò Iron Man al volo portandolo a terra con ulteriori balzi.
Una volta che anche i due in cima alla Stark Tower raggiunsero i colleghi a terra, tutti si avvicinarono a Tony, che ancora non accennava a dare segni di vita.
«Fatemi vedere» disse Silente avvicinandosi ed estraendo la bacchetta.
«Waddiwasi» disse e subito la maschera dell’armatura si sganciò saltando via «Emendo» proseguì il preside illuminando brevemente la punta della bacchetta. Tutti erano intorno a loro e osservavano la scena con attenzione.
Tony non si risvegliò e la preoccupazione salì nella gola di tutti.
«Woha!» urlò Hulk.
«AH!» urlò Tony spaventato e con il respiro affannoso «Anf… anf… ditemi che nessuno di voi mi ha baciato».
Tutti sorrisero all’evento e dopo che si fu ripreso raggiunsero tutti insieme la Stark Tower, dove negli appartamento di Tony si trovava Loki, messo al tappeto precedentemente da Hulk.
Quando lo raggiunsero era privo di forze, stava tentando invano di tirarsi su dal pavimento poi li vide dietro di lui e poté solo arrendersi «Se per voi è lo stesso, accetterei quel drink» disse.
 
 
 
 
«Vi siamo debitori» disse Steve mentre accompagnava i Referenti alla Gummyship.
«Già, soprattutto io» aggiunse Tony.
«No, non è vero. Noi vi dobbiamo ringraziare invece, senza il vostro contributo non avremmo mia trovato la fonte di Oscurità» rispose Topolino.
«Cavolo non ci capisco davvero niente».
«Tranquillo uomo di latta, neanche io ci ho capito molto» disse Sengoku dandogli una pacca sulla spalla talmente forte che fece quasi inciampare Tony.
«Adesso dove andrete?» chiese il capitano e fu Silente a rispondergli.
«Avanti».
I Referenti salirono nel boccaporto della loro navicella, «Spero che Loki risponda delle sua azioni davanti alla giustizia» aggiunse l’ex grand’ammiraglio.
«Oh, sospetto che lo farà. Se decideste di tornare saprete dove trovarci!».
«Sarà un onore rivedervi» disse il preside mentre il boccaporto si chiuse e i motori iniziavano a far vibrare la navicella.
«Sono dei bravi combattenti ma sono disuniti, non hanno armonia. Non mi stupirei se un giorno lottassero l’uno contro l’altro» commentò Sengoku mente la navicella si alzava in volo.
«Cosa imprevedibile è il futuro, hanno delle grandi responsabilità su questo mondo» aggiunse Silente.
«Ma adesso noi dobbiamo proseguire nel passato!» disse ottimisticamente Topolino soddisfatto dell’impresa.
«A proposito Vostra Maestà, mi corregga se sbaglio ma non mi è minimamente apparso “passato” questo mondo anzi, possedevano tecnologie invidiabili».
«Hai ragione su questo Albus, si può dedurre che quindi ci troviamo di appena un paio d’anni nel passato».
«Questo cosa può voler significare?».
«Che la contaminazione dell’Oscurità causata dallo squilibrio di Dialga si è avvicinata vertiginosamente al presente. Abbiamo rischiato parecchio».
«Ora vedremo cosa ci capiterà nel prossimo mondo» disse Sengoku distogliendo l’attenzione degli altri dal peggio.
Topolino scese dal suo posto di guida, col Keyblade evocò una seconda serratura verso il passato e insieme ci si tuffarono dentro.
 
 
 







Angolo dell’autore:
 
Ecco trovata la fonte di Oscurità! Si trattava del Tesseract, la Gemma dell’Infinito che controlla, per l’appunto, lo spazio.
Come vi è sembrata quest’avventura insieme agli Avengers? Ho ripreso alcune battute dal film per renderlo il più possibile fedele all’originale.
Vi aspettavate che Thor fosse a conoscenza del viaggio tra i mondi? Se conoscete il personaggio, alla fine anche lui viaggia tra i nove regni e la meccanica è pressocchè la stessa, essendo lui figlio di Odino ed erede al trono di Asgard, è probabile che abbia l’autorità per conoscere il viaggio tra i mondi.
Vi sono piaciute le scene di lotta? Ho voluto rendere veloci e dinamiche proprio come sono nel film, una dietro l’altra e senza tregua, spero di esserci riuscito.
Alla fine il mondo degli Avengers è molto vicino al presente (nel presente attualmente siamo tra Civil War e Thor: Ragnarok) quindi giusto un paio di anni nel passato.

Andando a ritroso, quale pensate che sarà il prossimo mondo visitato dai Referenti? Fatemelo sapere in un commento! Chiedetemi pure se volete un suggerimento ;) Scommetto che vi piacerà!
Critiche, commenti e nuove idee sono sempre ben accetti!
Il prossimo aggiornamento sarà del prequel “Kingdom Hearts Before W” che trovate nel mio profilo autore, dovrei riuscire a pubblicarlo già domenica 30!
 
See you nex time!
   
 
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