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Autore: BlossomTears    03/07/2017    1 recensioni
Questa è una semplice storia che vede come protagonisti i BTS (ma va?) e una ragazza italiana di 21 anni...
Bando alle ciance, buona lettura :)
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nami's pov
Le sue labbra erano morbide, carnose, di un colore rosa intenso.
Avevano un sapore dolce come il miele ed in quel momento erano "mie" e me le stavo gustando.
Sentivo gli occhi di Jimin su di me, mentre le sue mani erano occupate a fare venire brividi congelati sulla mia bianca schiena.
La mano destra era poggiata sulla mia guancia e andava su e giù mentre le nostre labbra si gustavano.
Quella sinistra, invece, era intenta ad accarezzarmi la mano destra.
Stavo bene e quasi non mi riconoscevo.
Quelle emozioni e sensazioni che stavo provando e che mi stavano logorando l'anima, le avevo dimenticate.

Non ero mai stata così avventata con le persone, specialmente con i ragazzi, ma purtroppo la mia vita era cambiata ed io ero cambiata.
Avevo sempre avuto tutto quello che volevo, la mia famiglia stava bene e con loro andavo molto d'accordo e avevo un ragazzo bello e bravo.
Questo però era quello che pensavo e a diciotto anni, ebbi delle delusioni che dalla vita non credevo mai di meritarmi.
Dall'età di sei anni praticavo danza classica e finalmente a diciotto anni avrei preso il diploma.
Ero felicissima perché dopo tanti anni di sacrifici, sangue e sudore, sarei partita per New York e avrei fatto i provini per una famosa accademia newyorkese.
Purtroppo quel diploma non feci in tempo a prenderlo..
Durante un litigio con il mio ex ragazzo, lui mi spintonò e caddi dalle scale di casa mia, perché per voltarmi verso di lui non mi accorsi che sotto il mio piede non c'era il pavimento.
Lui, nonostante le circostanze, tentò di prendermi, ma ormai ero già a terra e mi ruppi piede e ginocchio della gamba destra e il gomito del braccio sinistro. Il dolore che provai non si poteva descrivere e ancora, quando ci ripenso, le lacrime rigano il mio volto cupo.
Francesco mi lasciò il giorno dopo, senza nemmeno chiedermi scusa o fingendosi dispiaciuto.
E allora lì, in quella stanza tinta di bianco e azzurrino e sommersa da quell'odore pungente di anestetico tipico degli ospedali, la sottoscritta si promise che mai nessuno le avrebbe spezzato il cuore e rovinato la vita, perché ormai tutto ciò in cui credevo era stato cancellato, come una gomma che passa sulla matita per cancellare un nome insignificante.


Questi ricordi mi fecero talmente male che non mi accorsi che mentre stavo baciando Jimin, le lacrime stavano scendendo copiose e non volevano cessare, anzi aumentarono a dismisura.
Jimin appena sentì qualcosa di umido e salato invadere la dolcezza di quel casto bacio, aprì gli occhi e li spalancò subito dopo.
《Scusa..》dissi io, singhiozzando e facendo su con il naso.
Lui sembrò non capire e cercò di avvicinarsi di nuovo al mio viso, ma io misi una mano sul suo petto e lo spinsi dalla parte opposta.
《Voglio tornare a casa mia.》dissi freddamente, girandomi dalla parte del finestrino.
《Senti, ma che sta succedendo? Un minuto prima dici una cosa, l'altro ne dici un'altra, non ti capisco proprio! Poi ci "dichiariamo" e ci baciamo, alla grande aggiungerei e tu cambi radicalmente.》predicò lui, senza provare a mettersi nei miei panni.

《Senti, ma che vuoi? Tu mi conosci abbastanza per giudicarmi e alludere alla mia lunaticità? Perché, per una volta, non provi a farti due domande e a trovare le rispettive risposte? Secondo te perché sono sempre in questo stato di perenne tristezza? Se sto così vuol dire che qualcosa va male...》sputai inviperita io, ma in realtà ce l'avevo con me stessa e non riuscivo più a controllarmi.
Volevo un abbraccio di mio papà e un sospirato 'non preoccuparti' di mia mamma.
Jimin incassò il tutto! Francesco al posto suo mi avrebbe inveito contro e alla meno peggio, mi avrebbe tirato uno schiaffo.
E lì mi venne un flashback: "Mi tirò un sonoro ceffone e poi mi guardò severo".
Jimin mi aveva dato uno schiaffo, eppure non sembrava volermi colpire davvero.
Francesco mi tirava sempre dei colpetti sul viso, anche quando giocavamo.
Tutti quei pensieri e quei ricordi che ancora macchiavano la mia bianca anima, mi fecero rannicchiare su me stessa e mi feci più piccola di quanto non fossi già.
Praticamente stavo scomparendo
dentro il mio giubbotto nero e nessuno mi poteva salvare da quelle immaginarie sabbie mobili, le quali mi stavano lentamente inghiottendo.
Quell'abisso di negatività nella quale ero caduta svanì non appena una piccola ed affusolata mano bianca si posò sul mio ginocchio sinistro.
《Ogni volta che avrai paura, ogni volta che il mondo ti sembrerà troppo pericoloso da affrontare da sola ed ogni volta che vorrai parlare con qualcuno, io per te ci sarò sempre!》mi disse lui, con la mano ancora ferma sul ginocchio, l'altra al volante e lo sguardo dolcemente serioso che teneva d'occhio la strada.
A quelle parole dette a cuore aperto, mi sentii strana e allora decisi, per una volta, di seguire il mio istinto e di fidarmi di Jimin.
Nel frattempo, non mi resi conto che eravamo già sotto casa mia.
Jimin aveva spento il motore e mi stava spiando con quei suoi occhietti chiusi a due fessurine.
Scese dalla macchina e venne ad aprirmi lo sportello e quando fece per andarsene,
lo bloccai per un polso e lasciai subito la presa per paura di una reazione sbagliata.
《Entra, ti offro qualcosa da bere..》 dissi impassibile io, abbassando lo sguardo e cercando, nella borsa, le chiavi di casa.
Lui annuì semplicemente e poi mi seguì silenziosamente e tutto divenne più amplificato nell'ascensore, il quale già era stretto per una persona, figuriamoci per due.
Entrammo nel mio appartamento e senza dire una parola, Jimin si accostò dietro di me e mi abbracciò, affondando il suo mento nell'incavo del mio collo.
Il suo dolce profumo, mi stuzzicò le narici e mi invase di sensi di colpa.
Lo avevo trattato male e lui non se lo meritava ed ora dovevo sdebitarmi.
Così decisi di raccontargli tutto.
Di me, della mia famiglia, del mio ex ragazzo e soprattutto del mio diploma di danza mai preso.
 
NOTE DELL'AUTRICE:
Eccomi qui con un capitolo interamente dal punto di vista di Nami.
Scopriamo tante cose di lei e cose del suo passato che ancora le fanno bruciare le ferite.
Spero vi piaccia <3
Un bacione..
-BT-
  
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