Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: KiarettaScrittrice92    05/07/2017    0 recensioni
Anerion.
La terra dove risiede il male.
Vi sono tante storie e tante vicende che riguardano questa terra infestata da spettri, demoni, vampiri e licantropi.
Ma io ve ne voglio raccontare una in particolare.
Una che parla della vicenda di un gruppo di Stenzl nella loro prima missione assieme.

La storia della Luna di Sangue.
Questa storia è tratta da una campagna di Dungeons&Dragons.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'assoluta follia di Stor

All’improvvisa entrata in scena di quel misterioso ed inquietante cavaliere tutte le guardie, che fino a poco prima si stavano impegnando ad affrontare la furia implacabile di Korhan, rivolsero le loro attenzioni a lui. Quello più vicino, si lanciò verso di lui, calando la spada su quel capo biondo e perfetto, ma questi alzò semplicemente la mano e fermò la lama, dopodiché gli bastò un semplice sguardo per intimidire il povero soldato che indietreggiò, lasciandogli la spada.
Stor aveva appena girato l’angolo e incrociato lo sguardo di Varlinox che stava tornando indietro dalla sala del braciere, quando la voce della bionda intonò ancora parole suadenti e quasi autoritarie.
“Mio adorato… Torna indietro… Proteggici… Attacca il cavaliere… Ho bisogno di te…”
Non riuscendo più a resistere a quella voce e a quell’incantesimo, seguì alla lettera quell’ordine e in pochi secondi tornò indietro e si diresse quasi inconsciamente verso il cavaliere. Non sapeva se sarebbe riuscito a sconfiggerlo o anche solo a scalfire la sua armatura e ferirlo, ma nella sua testa ormai non c’era altro che la voce melodiosa di Mary. Avrebbe fatto di tutto per lei, anche morire se ne fosse stato costretto. Con un preciso affondo del suo stocco lo colpì in pieno addome. Quasi con soddisfazione vide la lama della sua arma scalfire e penetrare la cotta in metallo del suo avversario, ma qualcosa, forse la mancanza di sensazione di affondo nel morbido, gli fece capire che non aveva nemmeno toccato la pelle. Sfilò la lama dalla cotta, pronto per un altro attacco, ma improvvisamente, nel millesimo di secondo in cui ritirava lo stocco, una sensazione di impotenza e paura lo immobilizzò completamente, come vittima di un’ennesimo incantesimo. Cadde in ginocchio, con ancora l’elsa dello stocco in mano, scoppiando a piangere, come un bambino spaurito.
“Mary… Mia amata, Mary… Aiutami!” urlava tra i singhiozzi, ma ovviamente la bionda Lacourier si teneva a debita distanza da quello scontro più grande di lei, continuando però a incitare mentalmente il suo burattino.
Il cavaliere intanto, ignorando completamente il giovane ladro piangente davanti a lui, si rivolse verso il proprietario del palazzo a solo qualche metro da lui. Tanto che gli bastò allungare un braccio per strattonarlo verso di sé e squadrarlo con quegli occhi freddi come il ghiaccio.
Approfittando della distrazione del mostruoso cavaliere, che non accennava a cedere alle suppliche tremanti del padrone, che improvvisamente da essere l’orso della situazione era passato ad essere l’agnellino, Korhan afferrò Stor, che era ancora lì a terra piangente e mettendoselo in spalla lo portò via di peso. Cercando d’impedirle di portarlo via, due guardie si avvicinano pericolosamente a lei, che senza nessun timore aveva già tirato fuori la sua ascia puntandola verso di loro, ma queste non ebbero nemmeno il tempo di avvicinarsi del tutto a loro che una svenne e l’altra si tagliò la gola con la sua stessa spada.
La giovane barbara rimase sbigottita solo per qualche secondo. Ebbe appena il tempo di domandarsi cosa stava succedendo in quel palazzo. L’improvvisa follia di Stor, le guardie completamente fuori controllo e tutto da quando era apparso quello strano cavaliere. Questo pensiero però venne interrotto dal suo amato che, ancora caricato sulla sua spalla destra, aveva smesso di piangere e aveva iniziato a divincolarsi dalla sua presa salda.
“Lasciami andare donna! Lasciami! Devo affrontarlo! Devo farlo per la mia amata! Devo ucciderlo per lei!” urlava furioso, finché non riuscì a farle mollare la presa.
Cadde rovinosamente a terra, ma si rialzò sedutastante e corse nuovamente ad attaccarlo, come se tutta la paura che aveva avuto fino a poco prima fosse sparita. Ora si sentiva pieno di energie, forte anzi no invincibile. Esatto. Lui era invincibile e bellissimo. Lui era bellissimo e velocissimo. Lui era perfetto. Questo pensiero gli inondava la mente, mentre ricominciava ad attaccare imperterrito il cavaliere e, stranamente, più continuava ad attaccarlo più sentiva quella sua convinzione e forza smisurata crescere in lui, nonostante l’evidenza fosse ben altra.
Il cavaliere continuava ad ignorarlo e dopo aver gettato con un gesto scocciato l’uomo che aveva minacciato poco prima, ordinò a tutti d’inchinarsi davanti a lui. Come se una forza invisibile controllasse i loro corpi tutti i presenti s’inchinarono. Chi dubbioso, chi sbigottito, chi stranito. Persino Kirka che era andata poco avanti, prendendosi un po’ di coraggio, si era ritrovata in ginocchio, nonostante il suo incantesimo la proteggesse ancora dagli sguardi di tutti quanti. Gli unici che non furono soggiogati da questa forza misteriosa furono Varlinox, probabilmente perché era troppo lontano perché quella specie d’incantesimo potesse raggiungerlo, nonostante Kirka lo vedesse distintamente proprio nel punto in cui il corridoio svoltava a destra, e Stor, che ancora imperterrito attaccava, senza alcun timore.
La giovane maga non sapeva cosa fare. Il suo corpo era completamente bloccato in quella posizione di ubbidienza e improvvisamente sentì le forze magiche mancarle e l’incantesimo dell’invisibilità svanire nel nulla, lasciandola completamente visibile agli altri. Nonostante ciò nessuno sembrò degnarla di un solo sguardo, solo Varlinox le lanciò un occhiata, cercando forse di capire se stava bene. Entrambi si guardarono un attimo e poi guardarono il cavaliere, per poi scambiarsi un’altro sguardo. Kirka era sicura che il druido la pensasse esattamente come lei. Quello Stenzl in armatura, biondo e con gli occhi color dell’aurora mattutina, l’aveva già visto. Ricordava bene quel volto. L’aveva visto dipinto nell’enorme sala in cui era avvenuta la sua iniziazione di Stenzl. Ricordava che era stata parecchi minuti ad ammirare quel bellissimo dipinto, finché uno degli anziani, che le dovevano dare gli onori della associazione di cacciatori di mostri, non si avvicinò a lei dicendogli che i cavalieri ritratti in quell’opera erano i sette Stenzl fondatori.
I suoi pensieri furono nuovamente interrotti dagli urli ormai sempre più decisi, ma comunque rochi, di Stor, che attaccava senza nessun senso o motivo il cavaliere, nell’assoluto silenzio della sala. Gli urli diventano sempre più bassi, come se ormai non avesse più voce a forza di urlare. Un burattino che non sa quando smettere di muoversi.
Improvvisamente, con un semplice gesto della mano, il cavaliere creò un’oda d’urto che smosse tutta l’aria intorno. Nessuna delle persone inchinate davanti a lui venne seriamente colpita da quella folata, che parve seriamente solo vento, nessuno tranne il proprietario della magione, che si tramutò subito in cenere, sparendo completamente. Le figlie invece, non appena furono colpite cominciarono ad andare a fuoco, come se quella folata di vento avesse smosso delle scintille e quelle scintille avessero intaccato i loro eleganti vestiti di broccato.
Solo in quel momento, mentre alle urla ormai quasi inesistenti del ladro, si aggiunsero quelle acute e disperate delle due donne, il cavaliere si degnò finalmente di volgere il suo sguardo a Stor.
“Smettila, umano!” disse con tono autoritario.
La sua voce suonò tonante, come se fosse amplificata.
Il ladro però era ormai in preda a milioni d’incantesimi e nella sua mente ancora, nonostante tutto continuava ad assillarlo il pensiero che doveva combattere per la giovane Lacourier, fino alla morte. Attaccò un’altra volta, imperterrito, ma questa volta il cavaliere aveva tutte le attenzioni rivolte verso di lui e con un veloce gesto gli fece perdere la mano destra, polverizzandola completamente e facendo cadere lo stocco, che fino prima era stretto fra le sue dita, a terra con un tintinnio.
Genè e Mary con un ultimo urlo acuto e agghiacciante fecero la stessa fine del padre, lasciando al posto dei due roghi due piccoli cumuli di carne carbonizzati. A quel punto preso completamente dalla follia, alla morte della bionda, Stor afferrò nuovamente l’arma con l’unica mano rimasta e, nonostante non fosse affatto mancino, ricominciò ad attaccare imperterrito. Ora il suo unico pensiero era vendicarla. Vendicare la sua adorata e amata Mary.
“Ti ho detto di smetterla, umano!” tuonò di nuovo il cavaliere, irritato dall’insistenza di quel moscerino.
“Ti prego risparmialo!” lo supplicò Korhan, ormai anche lei in preda al panico più totale.
Era rimasta tutto il tempo lì, costretta in ginocchio, ad osservare l’uomo di cui si era innamorata durante quel viaggio tentare l’impossibile, tentare quello che sarebbe stato sicuramente un suicidio. Tutto questo per chi? Per un’altra donna. La giovane barbara sapeva bene che il ladro era sotto incantesimo, ma sperava che con la morte di Mary, per mano di quel misterioso cavaliere, ci fosse qualche possibilità che rinsavisse. Invece sembrava ancora più furioso di prima.
“Mi hai stancato, umano!” lo ammonì per l’ultima volta lo Stenzl in armatura, come a dargli l’ultimatum.
“Risparmialo! Non vedi che è sotto incantesimo? Risparmialo!” urlò ancora la barbara e lui si rivolse a lei, sempre con quella voce tonante e autoritaria.
“Non siete degni di stare qui alla mia presenza! Andatevene!” le intimò.
Lei si sentì subito libera dai vincoli di quell’inchino forzato, come anche Kirka, e si lanciò verso Stor, cercando in tutti i modi di portarselo via. Nonostante cercasse di metterci tutta la forza possibile e nonostante il ragazzo fosse particolarmente mingherlino e gracile, sembrava essere decisamente più forte di lei, che non poteva più fare affidamento nemmeno alla sua furia, visto che ormai era completamente allo stremo delle forze.
Le sfuggì dalle braccia ed ebbe appena il tempo di vederlo buttarsi con un ultimo grido verso il cavaliere, che questi lo trafisse con una mano, trapassandogli il petto da parte a parte e trasformandolo anche lui in cenere.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: KiarettaScrittrice92