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Autore: La_Moltitudine    05/07/2017    2 recensioni
In un futuro distopico in cui uomini dotati di abilità paranormali hanno posto fine alla Crisi in Medioriente e i supereroi fanno ormai parte della quotidianità, Giacomo Pagusa si mette in gioco per diventare il più grande vigilante della sua città. Nel mondo criminale di Sentinella delle Acque, però, una miccia è stata accesa e presto la bomba esploderà. Gli eroi di Sentinella saranno messi alla prova e questo battesimo del fuoco potrebbe richiedere il tributo delle loro vite e quelle di molti altri.
[Per una precisa scelta stilistica i capitoli saranno brevi, verranno pubblicati con una cadenza variabile da 2 a 3 giorni di stacco l'uno dall'altro. Per tutto il corso della storia si alternerano due POV.]
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Attenzione: a causa di impegni per la giornata di domani, questo capitolo è stato pubblicato con un giorno di anticipo.
-La Moltitudine.

ATTO XII


Mentre aspettavano il ragazzo, Gaetano si accomodò sulla sedia girevole, nello studio di Magda. Lei era così cambiata, così diversa da quella studentessa dagli occhi luminosi che seguiva i suoi seminari sull’hero management alcuni anni fa. Adesso aveva lo sguardo da predatrice, lo stesso sguardo che è nel viso di ogni avvocato dopo qualche anno di lavoro.
Occhi che diventano freddi, calcolatori, pronti a cogliere ogni più piccola debolezza per rivoltarla a proprio favore. Gli dispiaceva vedere quel cambiamento, quella purezza, che magari era stata sempre e solo nella sua testa, svanita così, divorata dall’ambizione e dalla carriera.
-Erano anni che non ti vedevo, - disse lei – eppure non sembri invecchiato di un solo giorno.
-Solo da fuori, cara mia. Dentro sono rugoso e cadente.

Lei gli rispose con un sorriso. Era ancora bella, l’attrazione che li aveva legati non si era raffreddata del tutto con il tempo e la distanza. Poteva sentire quell’attrazione nell’aria, diventata densa e calda come burro.
Magda, forse avvertendo il peso di quel silenzio carico d’imbarazzo, gli fece il favore di impegnarlo in una conversazione che lo distogliesse da quei vecchi e bellissimi ricordi.

-Vedrai che il ragazzo ti piacerà, Gaetano, ha talento per questo lavoro. Forse è un po’ indisciplinato, ma sotto la tua guida sono certa che potrà fare grandi cose.
-L’ho visto in azione, non potrei essere più d’accordo con te. –
Convenne lui.
-Parli dell’altra sera? La rissa in periferia? Sì, con quella ha fatto colpo: l’opinione pubblica è ancora indecisa, ma i riflettori sono puntati su di lui e questa è già una gran cosa.
-Vero, come dico sempre-
-Bene o male, basta che se ne parli.
-Ti ho insegnato bene, forse troppo. –
Disse lui, con un sorriso tanto spontaneo da farlo sentire in imbarazzato subito dopo.
Si passò una mano sul volto con la scusa di risistemarsi gli occhiali, e proprio in quell’istante la porta dello studio si spalancò, rivelando un ragazzo robusto e vestito con abiti eleganti.
Era davvero lui l’eroe dell’altra sera? Se lo immaginava diverso, con uno stile più underground, per così dire, e lo sguardo meno spaesato. Ma la sorpresa più grande, risiedeva nel fatto che il giovanotto, guardandolo, non avesse un briciolo di reazione: davvero non sapeva chi aveva davanti?
-Jack, hai fatto presto, accomodati. – Gli disse Magda, indicandoli una sedia vicino alla scrivania. – Vedo che ci siamo messi in ghingheri.  Ti donano giacca e cravatta.
Da quelle poche, semplici parole, Gaetano intuì che il giovane Jack non era abituato all’eleganza.
-Sei tu lo sponsor? – Chiese il Pagusa, tendendogli la mano.
Gaetano diede una stretta decisa, non sapendo bene cosa rispondere.
-Oh, Jack, ma che dici?! – Intervenne Magda, rossa per l’imbarazzo. – Ti presento Gaetano Scalpelli. – Disse, lasciando intendere che quel nome avrebbe dovuto suggerirgli qualcosa, ma lo sguardo vacuo di Jack fu eloquente su quanto ne sapesse dell’uomo dinanzi a lui.
-Giacomo Pagusa, per gli amici Jack. – Si limitò a dire, laconico.
-Ciao Giacomo, sono molto felice di conoscerti. – Gaetano prese le redini della situazione. – Ho avuto l’onore di assistere a una delle tue imprese l’altra sera, mi piace come lavori e se ti va’, vorrei darti una mano.
-A fare cosa? –
Chiese il Pagusa, non riuscendo a trattenere un sorrisetto da gnorri.
-L’eroe, Jack… - sussurrò Mag, facendo aderire il palmo della mano alla faccia.
-Oh, capisco, ti ringrazio ma non cerco una spalla. – Il sorrisetto si tendeva sempre di più.
“Il bastardello si diverte, ci prende per fessi e pensa che non ce ne accorgiamo” pensò Gaetano, “mi piace”.
-Sono un hero manager, Jack.
-Il migliore sulla piazza. –
Aggiunse Magda, lieta di non essere più messa in imbarazzo dallo strano senso dell’umorismo del Pagusa.
-Ah, fantastico, ma io non ho una lira.
-Di questo non devi preoccuparti, -
lo rassicurò l’uomo, - non chiedo soldi.
Fra i risparmi e lo stipendio da manager ne aveva abbastanza per vivere dignitosamente per almeno tre vite belle longeve.
-Tutto ciò che ti chiedo è collaborazione e massimo impegno, in cambio ti offrirò la mia conoscenza e la mia professionalità. Pensaci pure e domani dammi una risposta.
Jack fece un cenno d’assenso. Era sospettoso, nessuna sorpresa, atti di gentilezza come quello, la maggior parte delle volte nascondono grandi fregature, ma nel caso di Gaetano era tutt’altra storia: non si trattava di generosità, ma di ambizione. Quel “Malombra”, come lo chiamavano i Sentinellini, aveva il potenziale per diventare una star.

   
 
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