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Autore: Agent Janice    09/07/2017    1 recensioni
«Sono l'Agente Phil Coulson, lavoro per la Strategic, Homeland, Intervention, Enforcement & Logistic Division. Sei al sicuro adesso.»
Questa che (spero) state per leggere è la storia che ho creato intorno all'Agente Phil Coulson, mio personaggio preferito dell' MCU e dela serie TV "Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D."
La storia comincia nel 2002, circa dieci anni prima gli avvenimenti del film "Marvel's The Avengers" e della "Battaglia di New York", ed ha come protagonista una ragazza, personaggio di mia invenzione, che non ha un vero nome se non il codice 3-1-7 che l'Istituto in cui è segregata le ha affibbiato. Non rivelo di più su di lei, non sono brava nei riassunti vi rovinerei i punti interessanti dei primi capitoli. E' una storia di lotta tra bene e male, come la 'casa delle idee', la Marvel, ci insegna e che, se riesco a portare a termine, dovrebbe ripercorrere e rivisitare alcune delle vicende salienti che abbiamo visto sia nei film, sia nella serie tv.
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maria Hill, Melinda May, Nick Fury, Nuovo personaggio, Phil Coulson
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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9.5 [Capitolo Bonus] Buon Compleanno, Agente Coulson 

 

Introduzione personale: questo capitolo l'ho inserito (in data 9/07/17) come [BONUS] per assecondare la mia voglia di scrivere qualcosa per il compleanno dell'Agente Coulson, che la Marvel ha stabilito essere l'8 Luglio (1964... ha un anno in meno dell'attore che lo interpreta). 
Per problemi personali con la linea fissa internet, pur avendo scritto questo capitolo in un solo giorno non sono riuscita a pubblicarlo in orario, un po' la cosa mi dispiace e stavo anche per cancellarlo ma, pur avendolo tirato giù velocemente mi sono affezionata ahah e quindi lo pubblico lo stesso. Spero vi faccia sorridere. 
Buona lettura. 

                                                                                                          

Erano le 21:00 dell’8 Luglio 2004,
Coulson entró in casa di ritorno da New York, dopo una riunione di approfondimento della Strategic svoltasi in due lunghissime sessioni nell’arco di due giorni.
Non particolarmente stanco era però accaldato cosí decise di rilassarsi e rinfrescarsi con un bel bagno.
Il tempo di prendere il ricambio dai cassetti e spogliarsi che la vasca era pronta, vi entró dentro immergendo per un attimo anche la testa e poi si accomodó appoggiandola al bordo.
Chiuse gli occhi, sentiva le gocce percorrergli il viso o ticchettare ritmicamente scivolando dai corti capelli nell’acqua, piano, piano si rilassò…
Non seppe quanto tempo era passato, e nemmeno se si fosse addormentato, ma il telefono notificó un messaggio… ed aprire gli occhi fu un immane sforzo. 
Si giró verso il ripiano del lavandino e allungó un braccio a prendere l’aggeggio-rompiscatole, lo aprí e premette su: Leggi Nuovo Messaggio, immaginando qualche aggiornamento di lavoro.

Janice 21:53 8/07/04
Per favore vieni subito qui, ho combinato un guaio.

Agent Coulson 21:55 8/07/04
Arrivo.

Finito di digitare la risposta, preoccupato uscí dalla vasca, recuperó un asciugamano randomico dal mobile sotto al lavandino e si vestí velocemente afferrando un paio di jeans ed una gruccia a caso nel reparto camicie, beccandone una blu. 
Passando davanti allo specchio si passó una mano nei capelli bagnati per metterli in ordine e uscí di corsa di casa prendendo al volo le chiavi di Lola.
Ci mise quaranta minuti ad arrivare all’accademia della Strategic dove viveva Janice, non sapeva bene cosa aspettarsi, per premura si preparò mentalmente tutte le scuse plausibili da usare con Fury.
Salì ai piani degli alloggi usando l’ascensore, percorse il corridoio arrivando finalmente davanti all’appartamento della ragazza. 
La porta era socchiusa, all’interno della stanza buia si intravedeva solo un fioco bagliore, la spinse varcando la soglia: «Permesso… Jan?!»
Nessuna risposta.
Cominció a preoccuparsi seriamente e stava cercando l’interruttore: «Jan, tutto be...» quando notó nel buio alcune fiammelle che danzavano sopra al ripiano in cucina.
L’uomo fece due più due, sorrise tra sé maledicendola mentalmente per averlo fatto preoccupare: «Sorpresa...» disse sottovoce aspettandosi che lei uscisse dal buio da un momento all’altro.
Passarono un paio di minuti, Coulson cominciò a sentirsi sciocco ad aspettare così si avvicinò alla torta con le diverse candeline accese, senza accendere la luce dell’appartamento.
Notò con piacere che il dolce era glassato al cioccolato e sopra vi era appoggiata la sagoma a forma di occhiali da sole, stile aviatore, in cioccolato fondente con sotto scritto in azzurro: Happy Birthday, Sir.
Anche il contorno della torta era decorato con riccioli bianchi di... glassa, panna o cioccolato? si domandò lottando contro la tentazione di inzupparvi un dito e scoprirlo… ma qualcosa doveva essere andato storto perché una parte era sbavata, come se qualcuno vi avesse appoggiato sopra la mano, o vi avesse urtato involontariamente. 
Vicino alla torta notó un biglietto:

“Temuto il peggio, eh?! Te l’avevo detto di aver combinato un guaio, solo non ho specificato che era ‘con il cioccolato bianco’”

«Svelato l’arcano...» sussurrò nuovamente Coulson guardandosi intorno per avere segnali di dove Janice potesse essere nascosta. 
Continuò a leggere:

“Bene bando alle ciance Agente, ora che ha trovato la torta… la sua missione è portarla alla vera festa sana e salva (non come ho fatto io passandola dal tavolo al ripiano)… la stiamo aspettando da Helen.”

Sorrise divertito dalla presa di giro e contento della piega che quella serata stava prendendo prese la torta cercando di non fare ulteriori danni e si incamminó nel corridoio verso il punto ristoro di Helen. 
Finito il corridoio e svoltato l’angolo, oltre a due tavoli buffet colmi di spuntini, patatine e bevande che gli fecero ulteriormente salire la fame c’era un numeroso gruppo di persone che lo stavano aspettando.
Rimase impalato davanti a loro, sorpreso da quante fossero. 
Janice era di lato, come al solito non si era esposta in prima fila dove invece c’era Helen che si era accorta di lui e gli stava rivolgendo un sorriso dolcissimo, era sicuro che la donna stesse pregustando ed organizzando quella nuova storia da raccontare.
Notó dietro di lei l’agente Maria Hill, vicino c’era la sua collega ed grande amica Melinda May accompagnata dal marito Andrew Garner, poi riconobbe le due migliori amiche di Janice, Danielle e Jennifer, con cui aveva fatto amicizia a sua volta ed un sacco di suoi colleghi con cui aveva lavorato…
«Ooh…» non riuscì a dire molto altro perché il gruppo accortosi di lui gli diede il benvenuto con un sonoro: «Buon Compleanno!» 
Gli andarono incontro per salutarlo, Helen gli tolse il dolce di mano per lasciarlo libero di ricevere pacche, abbracci ed auguri, però non senza farci scappare l’occasione di dirgli: «Janice è proprio una ragazza premurosa… ha organizzato tutto lei, sa?» gli mandò un occhiolino indicando con un gesto della testa Janice che era rimasta seduta in disparte. 
Dopo essere riuscito a salutare tutti, Coulson la raggiunse con un piattino pieno di roba per entrambi: «Mi hanno detto di doverti ringraziare...» le porse il cibo sedendosi sulla panca vicino a lei, lanciando uno sguardo verso il gruppo di amici che si stava servendo al buffet chiacchierando e ridendo. 
Janice pescò una focaccina: «Io ho solo proposto al Dr. Garner e lui ha coinvolto la Hill e l’agente May per pescare tutti i tuoi colleghi più vicini...»
Il Dr. Garner era diventato il suo nuovo psicologo subito dopo esser stata trasferita dalla Asklepius all’accademia, ed era stato il primo dottore ad aver fatto davvero la differenza per lei, facendole affrontare tutti gli incubi che la perseguitavano e non cercando di evaderli come aveva fatto il dottore prima di lui. 
Coulson le annuì facendo tutti i suoi collegamenti: «Grazie, è un gran bel gesto… anche se mi hai fatto rasentare la sincope.»
Janice si lasciò sfuggire un’espressione di colpevolezza: «E’ stata un’idea dell’agente Hill, ha detto che sarebbe stato l’unico modo per farti venire qui senza domande e senza sospettare di niente.»
«Ahimè, aveva ragione...» tirò un morso ad un panino. 
«Come mai sei rimasta qui in disparte?» qualcuno accese della musica scatenando un’esclamazione di approvazione generale. 
«Non voglio creare scompiglio… quarant’anni si compiono una volta sola, io invece avrò tutto il tempo per farti dannare dietro ai miei poteri. Per una sera posso evitare, e stare attenta. Ho già fatto abbastanza casino con la torta… mi dispiace...»
«E’ bella, sei stata brava, soprattutto è la mia preferita. L’hai fatta tu?»
«Si, gli occhiali però li ha commissionati Helen alla pasticceria in cui si serve per il bar.»
«Come facevi a sapere che mi piace quel tipo di torta?»
«L’hai ordinata un po’ di volte al pub inglese dove mangiamo ogni tanto, dopo gli allenamenti.» gli ricordò Janice, senza aggiungere che tra tutti i dolci che aveva visto mangiare all’uomo e che aveva assaggiato anche lei era anche il suo preferito, quindi era stata tutta questione di egoistica-fortuna l’aver azzeccato quello preferito da lui.
«Giusto, sei una buona osservatrice...vediamo se sei anche una buona cuoca.» facendole l’occhiolino si alzò andando a prendere una fetta di torta, passando in mezzo alla gente che si era messa a ballare. 
A missione compiuta tornò da Janice con due piattini, uno anche per lei.
«Non vai a ballare con loro?» gli domandò prendendo la propria fetta di torta.
«No, mi piace ballare ma in questo momento preferisco la torta. Sono due giorni che sto in piedi e mangio panini.» si leccò un dito che aveva involontariamente sporcato di cioccolato prendendo male il suo piattino. 
«Tu non vai?»
Lei gli fece un gesto energico di diniego con la testa: «Il ritmo è un 0-8-4 per me...»
«L’importante è divertirsi...»
«...appunto, non far divertire gli altri alle tue spalle.» Gli fece la linguaccia.
L’uomo assaggiò la torta e gli si illuminarono gli occhi: «Mmhwoow» ingoiò il boccone e riprovò: «Fantastica...»
Il complimento donò un sorriso a Janice che rammentò di avere un’altra cosa:«Giusto, ecco ti ho preso un regalo, una sciocchezza, perchè non ho idea di come si facciano i regali,sei la seconda persona a cui ne faccio uno, però con Danielle ho avuto l’aiuto di Jen...» aggiunse lei sporgendosi verso un tavolo dove c’erano diversi pacchetti destinati all’agente, che continuava a mangiare la torta con gusto.
«...forse è un po’ infantile, però mi ha divertita l’idea.» gli passò il pacchetto un po’ imbarazzata.
L’uomo si pulì le mani su un tovagliolino e prese il pacchetto che risultò morbido al tatto. Cominciò a scartarlo incuriosito, strappato un pezzo di carta fece capolino una stella bianca ricamata su fondo blu. 
Coulson sorrise alzandosi in piedi finendolo di scartare, era una maglietta in cotone cucita sul modello della divisa originale di Captain America, con tanto di strisce bianche e rosse, cucite una ad una e stella bianca sul petto ricamata in rilievo. 
«Ommioddio, è bellissima, grazie.» Abbracciò la ragazza, che si era alzata in piedi per aiutarlo a vedere se la taglia fosse giusta, senza nemmeno darle il tempo di realizzare di aver azzeccato taglia e idea: «Non pretendo che la indossi per uscire ma pensavo sarebbe stato un ottimo pigiama… o comunque da casa...» specificò facendogli appoggiare un’altra volta la maglia al petto..
«Si, diventerebbe la prova del nove per le nuove fidanzate, Coulson...» scherzò Maria Hill appoggiandosi alla spalla dell’agente:«... dal commento che riceverai saprai se davanti hai la donna della tua vita o meno»
«Credimi Maria, con la fortuna che ho di solito, potrebbe farmi risparmiare non poco tempo.»
In quel momento passò anche Danielle con la sua reflex: «Dite ‘cheese’?!»
Coulson andò a sedersi vicino a Janice e le passò un braccio dietro le spalle, con l’altra mano si tenne la maglia di Cap appoggiata al petto sfoggiando un sorriso da vero fanboy mentre Maria Hill lo abbracciò sedendosi vicino a lui dall’altra parte, appoggiandosi alla sua spalla aiutandolo a tenerla stesa… 
Nell’obbiettivo sulle spalle dell’uomo sbucarono altre due mani seguite da un viso che si affiancò al suo, intonando un: «Cheese!» dall’inconfondibile accento cinese.
Appena fatta la foto il telefono di Coulson notificò un altro messaggio. Scanzandosi dalle tre donne si alzò tastandosi i pantaloni per trovare in quale tasca lo avesse messo.


Nick Fury 23:07 8/07/04
Buon Compleanno, Phil.
Mi spiace, sono bloccato al Q.G.

Coulson 23:08 8/07/04
Grazie, signore.

La sera proseguì tra chiacchiere, regali, scherzi e balli… finendo tardi con Coulson addormentato sul divano dell’appartamento di Janice.   

                                                                                                             

PS. se pensate che May possa essere troppo in stile Ming-Na e meno se stessa, ricordate che questo episodio è ambientato nel 2004, i fatti che accadono nel Barhain che cambieranno un po' il carattere della donna saranno nel 2008.

   
 
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