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Autore: VanPazzoFanel    10/07/2017    0 recensioni
Una guerriera è stata scelta per un'importante missione, da cui dipende la salvezza del suo popolo. Ma presto si renderà conto che qualcosa non quadra. Di chi è la voce che la chiama, che riecheggia nella sua testa? In quali territori si sta inoltrando realmente? E soprattutto, chi è lei? (E cosa diavolo è un lampione?)
Genere: Fantasy, Parodia, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3 - Il principe spadaccino

"La gallina non l'avevo, ma l'arcobaleno sì, sei contento?" disse lei a nessuno in particolare, e indossò di nuovo l'antico smeraldo di famiglia.
Il ragazzo con capelli rossi ricci crollò in ginocchio al capezzale della tunica. 
Anche alcune driadi si strinsero intorno al luogo dove poco fa stava in piedi il Vegliardo.
"Cosa... cos'hai fatto!" disse il giovanotto, con la voce rotta dall'emozione "Lui... lui era invincibile! era immortale! Come... Come sei riuscita a farlo..." doveva essere una domanda, ma non c'era alcun punto interrogativo, solo disperazione.
Aurora afferrò la spada, estraendola dal terreno, quindi la rimise nel fodero.
"Non mi chiamo Aurora per caso" rispose lei, in tono sibillino. 
Non si chiese da dove fosse spuntato il ragazzo. Era come se fosse sempre stato lì.
Le due figure nel gazebo di giada non potevano essere più diverse, specialmente per l'abbigliamento.
Aurora indossava un'armatura di cuoio e acciaio, ai piedi portava pesanti stivali.
Il ragazzo non aveva altro che una camicia a scacchi, jeans e sneakers.
La principessa lo guardò: era decisamente... poco in sintonia con quel posto.
Lui si alzò e la fissò negli occhi. Brutto non era, ma c'era qualcosa che non andava in lui.
"Ti rendi conto di cosa hai fatto? TI RENDI CONTO?! Ci hai condannati! Non doveva andare così! Dovevi tornare al tuo paese e riferire il messaggio!"
Anche lei lo guardò. Un lampo. Un nome. "Gary?"
Lui si arrestò un attimo, come se avesse ricevuto uno schiaffo in pieno viso.
"Gary Montana, sei tu?"
Il giovane riprese a mitraglia: "Non osare chiamarmi in quel modo! Il nome del mio casato va sempre pronunciato per intero, al più concedo di abbreviare il mio nome di battesimo. Hai cambiato tutto, perché l'hai fatto? Se la tua piccola stupida guerra andrà in modo diverso, noi non potremo incontrarci! Non sarò lì a salvati, capisci, NON POTRO' SALVARTI!"
"Ma tu... chi sei?"
"Io sono Stuart Garanor, detto Stu, figlio di Fandalg signore di Leridalag e dei Monti Atana! Io sono lo Speciale, il Prescelto! IO SONO IL TUO EROE!"
"Sto cominciando a ricordare qualcosa, ma sono così confusa... Tutto questo non va bene, Gary, dove siamo?"
Ma lui non le rispose e ricominciò da capo la sua litania. 
La ragazza cercò di riordinare le idee. Come poteva ricordare questo ragazzo, e nello stesso tempo NON ricordarlo affatto?
("Aurora!")
Ancora quella voce nella sua testa! Qualcuno la stava chiamando? Ma chi? 
Si mise a tremare in un modo che di certo non si confaceva al suo titolo: ma c'era una buona ragione. Una scaglia, un frammento di idea aveva attraversato di colpo la sua mente. Non era riuscita ad afferrarla, ma sapeva che le implicazioni di quell'idea erano terribili. Sapeva che se fosse riuscita a metterla a fuoco, quell'idea l'avrebbe condotta alla follia.

Estrasse la spada, e iniziò a mulinarla nell'aria, concentrandosi sul gioco di polso. La lama vorticava sempre di più, passando a pochi millimetri dalle gambe, dall'altro braccio, dai suoi capelli castani, ma senza mai sfiorarla, tanto salda era la sua stretta e precisi i suoi movimenti. Alla fine la rinfoderò senza neanche guardarla. Fissò la sua stessa mano con sguardo atterrito, come se fosse un artiglio alieno. La sensazione era proprio la stessa che provava quando ricordava e NON ricordava il sedicente principe Stu: era ovvio che sapesse ripetere alla perfezione quell'esercizio, visti gli anni di allenamenti e lo studio meticoloso della scherma, eppure una parte di lei era certa di non aver mai maneggiato un'arma fino al giorno prima.

Intanto il ragazzo continuava a ripetere più o meno le stesse frasi sconclusionate, ed era arrivato a "... sarai in pericolo, e io non sarò lì, non potremo conoscerci, non potrò salvari, COME FARAI A SALVARTI?"
"Mi salverò da sola!" lo interruppe "L'ho già fatto altre volte, sono un cavaliere, non una damigella in pericolo. Ma Gary, dimmi..."
"SMETTILA DI CHIAMARMI GARY! IO SONO IL PRINCIPE STU! Come farai senza di me? E come farai senza la saggezza del Vegliardo?"
"La saggezza? Perché questo mi ricorda qualcosa..." si avvicinò alla veste acquamarina, sfiorandola leggermente "C.I. ci aveva parlato della Saggezza... ma chi era C.I.? Non riesco a ricordare... Gary, torna in te, aiutami! Chi era C.I.?"
"Non lo so non lo so non lo so!" rispose lui, sempre più isterico. "Cosa vuoi che ne sappia? Te la sei sicuramente inventata tu questa signora C.I.!"
"Hai detto signora? Se non lo sai, come fai a sapere che era una donna?"
Gary (o il Principe Stu, che dir si voglia) restò di nuovo interdetto, proprio come il Vegliardo quando lei lo aveva colto in castagna.
"Il suo vero nome era... Mrs Bachman!" schioccò le dita "Quelli a lei più cari potevano chiamarla C.I." aggiunse con una vena di nostalgia.
Il ragazzo non disse niente e digrignò i denti - anche in questo ricordava il vecchio quando era arrabbiato.
"Il bruxismo è un problema, ma il tuo medico può aiutarti!" cantilenò lei sorridendo.
"NON OSARE PRENDERMI IN GIRO! TU NON SAI CHI SONO IO!"
"Non lo so? Ma lo sto pian piano ricordando... "
"Sono falsi ricordi, sei sotto un incantesimo, NON C'E' MAI STATA NESSUNA SIGNORA BACHMAN!"
"Mrs Bachman, già! Mrs Bachman aveva fatto proprio l'esempio del vecchio saggio. Se non sei saggio tu stesso, verrà fuori poco credibile... una raccolta di proverbi e poco più. E queste driadi, ma sì!" accarezzò i capelli argentati di una delle creaturine, che fece le fusa come un gatto "Come ho fatto a scordarmene? Noran, Ronan... Le Driadi di Noran vengono dai romanzi di Ronan Kolditel, che abbiamo commentato tante volte con C.I. e sono i preferiti di..."
("Aurora! Aiutami!")
... Aurora non si ricordava bene di chi. Si voltò e fissò il ragazzo "Obbediscono a te? Credono che sia stato tu a crearle? Questo è il sortilegio contro cui Mrs Bachman ci aveva messo in guardia, il P..."
"NO! Non osare dire quella parola. Non hai ascoltato quello che ha detto il vecchio? Sono diverse, queste sono vegetariane e poi..."
Aurora scoppiò in una risata che irritò ancora di più il principe.
"Il tempo passa, ma non sei cambiato per niente, Gary!" disse lei dandogli un'amichevole pacca sulla spalla. Lui era sempre irritato, ma contemporaneamente diventò tutto rosso in volto. "Proprio come quella volta della macchina. Ti ricordi? Mrs Bachman aveva detto e ripetuto che voleva qualcosa di ORIGINALE, ma tu avevi replicato paro paro la trama di quel film di spie, e più lei te lo faceva notare, più tu insistevi che invece era originale, perché il tuo eroe guidava un'auto gialla mentre nel film era rossa."
"NON ERA SOLO IL COLORE! Ma perché vi eravate tutti fissati su quel particolare? Non era solo gialla, era una Lotus Elan, nel film invece c'era una Lotus Esprit! Sono due macchine completamente diverse!"
Era un vicolo cieco, proprio come quella volta. "Sì, continua pure a credere di essere un genio. Addio Gary."
"Non chiamrmi Gary!"
Recuperato il sacchetto di gemme, Aurora si allontanò a passo deciso.
"E torna indietro!"
"Non torno indietro... Gary" rispose lei senza voltarsi e senza smettere di camminare.
"TORNA INDIETRO! Hai bisogno di me! Tu non lo sai, ma hai bisogno di me!"
Lei non disse niente.
"AAAAAAAAARRRRRGGGGGHHHHHH! Perché voi donne dovete sempre essere così? Perché dovete trasformare una cosa atavicamente SEMPLICE in qualcosa di MALEDETTAMENTE COMPLICATO? Adesso BASTA!" 

La principessa sentì l'inconfondibile melodia di una spada che viene estratta da un fodero, insieme al rumore dei piedi in corsa.
Il ragazzo la aggredì alle spalle, ma lei fu rapida ad evitare il colpo con un fluido movimento laterale.
Quando si voltò, il principe indossava un'armatura apparsa dal nulla. Era simile alla sua, ma le parti in metallo brillavano d'azzurro. Sotto quella bardatura si vedeva ancora la camicia a quadretti. Al posto delle scarpe da ginnastica aveva stivali verde lime, decorati con motivi di foglie intrecciate: sicuramente di fattura elfica.
L'arma di Stu era dello stesso colore della veste del vecchio "saggio": sia la lama che l'elsa scintillavano di mille sfumature di blu e azzurro.
"Smettila Gary. Non voglio combattere"
Ma il principe attaccò di nuovo, e Aurora era sicura che non sarebbe riuscita a sfuggirgli in eterno. Sguainò la propria spada e deviò la lama del suo avversario. 
"Tu non capisci niente! Il nostro incontro era scritto nelle stelle!"
"Sì, quelle che ti farò vedere quando ti avrò battuto"
"Non farmi ridere, principessina dei miei stivali! Sarai tu a mordere la polvere!"
"Prima dici che sei predestinato a salvarmi la vita, e ora vuoi metterle fine? Devi farti vedere da un bravo cerusico"  disse lei, mentre si impegnava a respingere i colpi furiosi che Stu non smetteva di menare. "Ti troveresti bene al mio paese. Il mio popolo è come te... schizofrenico. Da una parte devo essere la perfetta damigella, piena di grazia e dolcezza, che sposerà il pretendente più ricco e gli darà tanti eredi, ritirandosi poi nell'ombra... dall'altra mi vogliono come la forte e coraggiosa paladina del regno, pronta ad imbracciare le armi e difenderlo con valore"
"Paladina? Ma non farmi ridere! Tu, una DONNA! Io, io, IO dovevo essere il TUO EROE, maledetta!" gridò lui vibrando un fendente micidiale... o meglio che sarebbe stato micidiale se avesse colpito qualcosa di diverso dall'aria.
"Ho sempre pensato che di certi 'eroi' il mondo potrebbe anche fare a meno, e con te ne ho la conferma. E penso anche che..."
"PENSARE, PENSARE, PENSARE! Guarda che quello del Vegliardo era solo un modo di dire, non dovevi mica prenderlo sul serio!"
"Oh non ti preoccupare, pensare è un vizio che avevo già prima! Dovresti provarlo anche tu, funziona!"
Mentre parlavano, non stavano fermi un istante, presi dalla frenesia del duello. In un'occasione Aurora intravvide un varco nella guardia di Gary, ma non tentò di trafiggerlo, menò invece un colpo di piatto alla spalla per fargli cadere la spada, purtroppo senza successo. Il principe ne approfittò per sferrare un colpo al fianco, tentando di infilarsi tra le giunture dell'armatura, ma Aurora lo evitò con un balzo e una capriola all'indietro.
"Smettila di sfuggirmi! E' inutile fingere, tu hai bisogno di me, tu sei legata a me, siamo i prescelti! Se ti ostini a negarlo morirai!"
"Quindi è a questo che siamo arrivati? La scelta è tra Eros e Tanatos?"
Stu non rispose, o meglio forse rispose senza parlare, con un rovescio molto elegante. Elegante, forse, ma non sufficiente a infrangere la guardia di Aurora.
"Tra le due opzioni, scelgo... nessuna! Non fai tu le regole... e anche se le facessi, sarei sempre libera di infischiarmene!"
"Grrrrraaaaarrrr! TI ODIO! Ti ho odiata dal primo momento che ti ho vista! E odio anche Mrs Bachman! E odio anche..."
"Taglia corto!" disse lei, facendogli lo sgambetto. Lui cadde, ma rotolò con un'agilità imprevista, sottraendosi al suo raggio d'azione. "Sarebbe una lista lunga! Mi sa che tu odi tutte le donne con un QI superiore al tuo!"
"Ficcatelo nel c**o il tuo QI, tr**a! Tr**e!" sbraitò lui tornando alla carica "Tr**e o suore! Siete tutte tr**e o suore!".
"No no no caro, non ci siamo" ribattè lei con tono da maestrina "La canzone diceva 'scegli, o tr**a o sposa', te la ricordi male!"
Il duello continuò. I due erano riusciti a infliggersi soltanto lievi ferite a vicenda. Aurora ansimava, ma anche Gary era piuttosto affaticato. La principessa accolse la notizia con un sorriso: dovrà risparmiare il fiato per combattere, almeno la pianterà di parlare. 

Come previsto, il giovanotto ridusse frequenza, violenza e volume degli insulti, purtroppo senza azzerarli del tutto.
Aurora era molto fiduciosa nelle sue capacità di duellante, ma dovette ammettere che Stu era decisamente uno spadaccino di buon livello. Fortunatamente l'abilità del principe era offuscata dalla rabbia, e la principessa riusciva a tenergli testa grazie al proprio stile difensivo-evasivo.
"Adesso basta, Gary, il duello è finito. Non puoi combattere senza spada." 
"Ma che stai dicendo, sciocca ragazzina, la mia spada è qui nella..."
"Dove?" chiese lei, e con una delle sue mosse preferite fece volare via l'arma avversaria.
Stu osservò con sguardo attonito la sua spada che, descrivendo una parabola in aria, piombava dritta nel laghetto delle carpe.
Aurora gli puntò l'acciaio alla gola. Non intendeva ucciderlo ovviamente, solo spaventarlo. 
"Ora arrenditi, e dimmi la verità! Chi sei veramente? e chi sono io? Dove ci troviamo?" 
"Un po' troppe domande, lingualunga. Ma a me basta una sola risposta"
Aurora aspettò, mentre lui la fissava con aria maliziosa. Aurora capì subito che il ragazzo non aveva alcuna intenzione di arrendersi, ma non aveva idea di cosa la aspettasse.
Lui mantenne la promessa e pronunciò una sola parola: "Babadalgh!". E mentre la pronunciava alzò la mano destra verso di lei, e sul palmo comparve una stella luminosa, a cinque punte.
La principessa si sentì mancare la terra sotto i piedi, e in un attimo si ritrovò lunga distesa al suolo.
Stu sghignazzava di gusto. "Non te l'aspettavi, eh? No no, non te l'aspettavi! Dovevi vederti, fantastico, sembrava il numero del giullare sulla buccia di banana!"
Mentre Aurora cercava di rialzarsi, ben decisa a vendicare l'umiliazione, lui alzò nuovamente la mano destra. "Eh no ragazzina. Troppo facile. Steen, lentää!"
Il pentacolo brillò di nuovo sul palmo di Stu. Dei sassi si sollevarono dal terreno e restarono sospesi a mezz'aria. "Hyökkäys!". Le pietre si scagliarono verso Aurora. La ragazza fece in tempo a mettersi in ginocchio e ad alzare la guardia: ne deviò alcune con la spada, ma altre la colpirono ferendola ulteriormente.
"Guerriero e mago... insieme? Com'è possibile? Ci vuole una grande specializzazione per..."
"IO SONO IL PRINCIPE STU! Io voglio tutto, e lo avrò! Miekka, terugkomen!"
La spada color acquamarina emerse dal laghetto e volò nella mano del cavaliere-stregone, che potè riprendere il duello.
"Visto come sono bravo eh? Tu non puoi farcela, non hai una maga a toglierti le castagne dal fuoco."

La principessa stava perdendo tutte le certezze. Come poteva combattere contro uno spadaccino che conosceva anche la stregoneria? L'unico oggetto magico in suo possesso era l'Occhio del Mattino, il cristallo incastonato nell'elsa della sua spada, ma aveva il grosso handicap di caricarsi esclusivamente con le prime luci del giorno, e lei ormai aveva già consumato quel potere per annientare il Vegliardo, che non era un innocuo nonnetto come le apparenze lasciavano credere.
Ma aspetta un attimo... Gary aveva detto... "non hai una maga a toglierti le castagne dal fuoco". Aveva detto maga, non mago. Pensò che questo forse... forse non era casuale. Le ricordava qualcosa.

E improvvisamente...
("Aurora!")
"Di nuovo quella voce! Chi mi chiama? Ti ascolto!"
"Hai le allucinazioni? Combatti, maledetta!"
("Ricorda, Aurora! La magia ha sempre un prezzo! Ricorda!")
"Non credere di impressionarmi con qualche trucchetto, Gary! Da chi hai rubato questi incantesimi, eh? confessa."
"Smettila con questa storia! Gli incantesimi sono MIEI! Qui tutto è mio! E lo sarai anche tu!"
Pensò che se fosse riuscita a capire da dove aveva tratto i suoi poteri, avrebbe anche capito il suo punto debole.
"Io non sono di nessuno, illuso. E tu sei solo un plagio ambulante!" quella era la parola che più faceva infuriare Stu "Proprio come con le driadi che hai rubato a Ronan Kolditel"
"Grrrrrrrr! Vuoi le driadi? Le avrai! Dryadi dagvaarden, dryade koota! Hyökkäys!"
Decine di piccole creature alate la circondarono, aggredendola a calci, pugni e morsi.
"Vegetariane ma toste, non ti pare, pu***nella?"
"Non farò del male a quegli esseri innocenti, schiavi di un principino viziato da mamma e papà!" disse lei, cercando di respingerle colpendo di piatto.
"Con loro sei tanto gentile, con me non lo sei stata, TI ODIO!"
Il diversivo offerto dalle ninfe ottenne il suo scopo: Gary la ferì al braccio e le fece volare via la spada.
"Game over!"
"Non ci sperare!" da una tasca segreta estrasse una fialetta. La scagliò a terra ed essa esplose, liberando una grande nuvola di fumo. Le driadi fuggirono via spaventate, mentre Aurora rotolò e si rirpese l'arma.
"Anch'io ho degli assi nella manica, visto? Non hai risolto niente, principe, e sei messo peggio di me, è ora di rinunciare"
"MAI! E poi non sono messo così male come credi. Nopeasti genezing!" le sue ferite iniziarono a guarire a vista d'occhio. Il ragazzo aveva anche smesso di ansimare. "Contro la mia raffinata combinazione di spada e magia non hai speranze!"
"Raffinata, pfui! Fanfarone, non sai far altro che blaterare parole a caso in finlandese e olandese maccheronico."
Lui non rispose, ma dall'espressione sul suo volto Aurora capì di aver fatto centro.
Mentre le lame tornavano ad incrociarsi, Aurora lo sfidò "Le tue magie non sono un gran che. Per battermi avresti bisogno di qualcosa di meglio... come una spada fiammeggiante per esempio!"
Anche stavolta lui non rispose. Nei suoi occhi, Aurora lesse quello che si aspettava: una grande idea, e un ancora più grande dubbio.
"Che fai? Tentenni? Allora ho ragione, sei solo un apprendista prestigiatore, e anche scarsino."
"Ti pentirai del tuo affronto! Ti farò vedere io di cosa sono capace! Miekka vlammende!"
La spada di Stu venne avvolta da un intenso fuoco blu.
Gary sorrise, ma si accorse con sgomento che anche l'avversaria stava sorridendo. Com'era possibile? 

Il duello infuriava, ma Aurora sentiva che un pezzo del puzzle stava andando a posto. La spada fiammeggiante era un vecchio cliché, temibile a vedersi, ma assolutamente poco pratica in battaglia rispetto ad un'arma normale. A causa del fuoco intorno ad essa, le mosse del principe erano meno fluide di prima, inoltre non poteva neanche avvicinarla troppo al suo stesso corpo (ad esempio non poteva più appoggiarsela sulla spalla, come faceva spesso per preparare certi colpi micidiali). Ma la cosa più importante è che Aurora aveva avuto la conferma che le sue cosiddette "parole magiche" erano solo un miscuglio casuale di due lingue straniere. E questo poteva significare solo una cosa...
Aurora respinse un colpo, fintò, scartò di lato, affondò e colpì... l'aria, in un punto leggermente alle spalle di Gary.
"Mi hai mancato di nuovo! Fai pena!"
"Ho fatto centro invece!"
Il rumore dello strappo fu musica per i suoi orecchi.
Lo zainetto di plasticaccia con il logo della Trojans Basketball che Gary indossava, prima occultato da un sortilegio e adesso perfettamente visibile, si squarciò. Icosaedri di cristallo multicolore caddero a terra, infrangendosi. Dai cocci si levarono alte grida, mentre entità evanescenti ne sfuggivano.
Il fuoco intorno alla spada di Gary si estinse in un attimo, e il guerriero riprese ad ansimare.
"No! No! NOOOOOOOOOOOOOOO!!!! Maledetta, come hai..."
"C'è una sola scrittrice che usa un misto di olandese e finlandese per le sue parole magiche: Lulù Sugarnike, guarda caso un'altra delle preferite di Mrs Bachman, e guarda caso un'altra da cui avevi già scopiazzato in passato."
"No, io ti..." riprese a combattere, ma adesso Aurora era in netto vantaggio.
"Eri vincolato alle regole da te scelte: questo tipo di incantesimi sono alimentati direttamente dal tuo soffio vitale, a meno di non avere una fonte di mana occulta... spiriti di maghi, imprigionati nei cristalli! Senza, sei debole!"
"Non hai ancora vinto! E ho ancora una buona scorta di mana dentro di me, posso batterti!" mentì lui.
"Come? Così?" e di nuovo lo disarmò "Affronta la realtà, Gary Montana. Ho vinto su tutta la linea, ho sconfitto la tua spada, ho sconfitto la tua magia. Ammetti di non essere un principe, né un guerriero, né un mago. E adesso, per favore..."
"NOOOOOOOO! Tu non mi lasci altra scelta! AQUAMARINEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!" strillò isterico.
La terra tremò. 
La veste azzurra del Vegliardo, dimenticata nel gazebo, si animò.
"E questa la tua arma finale? Una tunica che cammina? Hai davvero dei modi strani per risolvere i tuoi problemi con le donne"
"Io non ho problemi con le donne, sei tu che tra poco li avrai. AQUAMARINEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!"

La veste si trasfigurò... si ingigantì... le spuntarono zampe, testa, coda, ali... era diventata un giovane drago blu.
Non tanto grande, forse... ma con artigli e zanne affilate.

"Audrey, ti presento Aquamarine, detta Aqua, la mia amica fedele. Aquamarine, ti presento Audrey Clarkson, detta Aurora, una str***etta ingrata, che avrai l'onore di avere a cena... COME cena!"
La principessa era atterrita. Era allo stremo delle forze, come poteva adesso affrontare un drago?

  
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