Film > Pirati dei caraibi
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Autore: fiphina    12/07/2017    1 recensioni
(In revisione)
L'affascinante ed iconico Capitano Jack Sparrow stavolta è alle prese con il disperato tentativo di riportare la sua amata Perla Nera alle sue dimensioni originali, dopo che Barbanera l'aveva rinchiusa in una bottiglia. Come di consueto in tutte le sue avventure, ormai, questa impresa per il vecchio zio Jack non si rivelerà affatto " tutta rose e fiori", o se vogliamo dirlo in termini pirateschi: "tutta rum e donnicciole"! E se per Jack i guai non sono mai pochi, cosa accadrebbe se arrivasse anche a perdere la testa per la bella figlia di un certo celebre pirata di sua conoscenza?
Una sottospecie di seguito del quarto capitolo, in occasione dell'uscita del quinto film che sto aspettando come l'acqua! Non mi uccidete, è la mia prima fanfic su questo fandom!!
"Beviamoci su!!"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Sparrow, Joshamee Gibbs, Nuovo Personaggio, Pintel, Raghetti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo undici: 
Il primo frammento di mappa




Jack era ancora scosso da quello che i due microscopici piratini avevano raccontato.

-Fatemi capire... siete riusciti a sfuggire a Barbanera ma siete stati colpiti dalla maledizione che rende anche la Perla piccola?- chiese Gibbs.

-Esatto- ammisero i due all'unisono.

-Ma scusate... o siete riusciti a fuggire o siete stati contagiati...- intervenne il capitano, perplesso. 

Siamo riusciti a non essere rinchiusi nella bottiglia come la scimmietta ruba-occhi, ma la maledizione ci ha beccato lo stesso- chiarì Ragetti, strofinandosi l'occhio di legno.

-Ora cercavamo il modo di tornare normali e abbiamo sentito che andate in un bel posto... in pratica, possiamo venire con voi, per favore?- concluse Pintel, speranzoso.

-Noi non volevamo abbandonarvi, è stata un'ennesima idea di quel maledetto pirata dalla gamba di legno!- ribadì, vedendo che Jack li guardava visibilmente accigliato.

-Barbossa è molto infuente, capitano. Sono dei poveri piccoli pirati... solleviamoli dalle loro colpe- propose Gibbs.

-E che sono un prete?- ribatté Sparrow.

La sera scese rapida.

-Ma guarda chi abbiamo qui?- commentò sarcasticamente il bel pirata, rivolto ai tre compagni, vedendo arrivare Rain.

-Ho bisogno del tuo aiuto- disse lei, senza ulteriori sbilanciamenti.

-E come mai, di grazia?-

-Dobbiamo scendere a Londra senza dare nell occhio, per cercare informazioni sulla mappa. Siccome tu sei il più furbo di tutti qua sopra, sei l'unico che può aiutarmi-

Il pirata tagliò corto -Hai la bussola, a cosa ti servo io... quindi buona fortuna-

La ragazza si avvicinò alle sbarre -Non mi interessa la bussola! Io voglio il tuo aiuto, Jack!-

A quelle parole lui si girò nuovamente a guardarla, perplesso.

-Per favore- aggiunse ancora lei.

Quando furono pronti, attraccarono la nave in un luogo discreto.

Per essere meglio mascherati si travestirono da civili, così sarebbe stato più facile raggiungere luoghi pubblici.

-Fai attenzione figlia mia- Le rivolse Barbossa.

-Certo, padre-

-E tu, Jack- aggiunse Hector, in direzione di Sparrow -Bada a ciò che fai, la responsabilità è tua-

-Ma che novità- ribatté questi, girandosi i pollici, annoiato.

-Capitano, crede che debba andare anche io?- propose Gibbs, speranzoso.

-No, mastro Gibbs, voi rimarrete. Potreste tornarmi utile qui-

-Al vostro servizio, capitano!-

Costui tolse subito il sorrisino dalla faccia quando notò l'occhiata omicida di Jack.

Pirati... pensò Jack tra sé e sé.

Gibbs si rivolse a Barbossa -Ehm... capitano, c'è qualcosa di cui dovreste essere messo al corrente.

Hector alzò gli occhi al cielo, pronto all'ennesima cretinata o guaio.

Jack e Rain si avviarono per le strade Londinesi cercando di sembrare più naturali possibili.

Girarono un paio di vicoli con estrema attenzione, fino a che non si trovarono di fronte alla biblioteca dove la ragazza era stata parecchie volte.

Cominciò a sentirsi una sciocca perché era stata li tante volte e non era riuscita mai a trovare la mappa, forse c'era qualcosa che le sfuggiva sempre. Non capiva: aveva sfogliato, letto e riletto libri su libri riguardo alla leggenda dell'isola fantasma, ma sembrava sempre fare un buco nell'acqua.

-Mi spieghi perché vuoi proprio il mio aiuto, Rain? Cosa ci guadagni ed io cosa ci perdo?- le domandò ad un certo punto il pirata.

-Parla a bassa voce, è meglio essere discreti qui... e comunque in biblioteca bisogna sempre stare zitti- lo riprese la giovane, mentre camminavano nei corridoi polverosi. 

-Come vuoi, ma ora rispondimi-

-Cosa vuoi che ci guadagni? Solo la mappa se tutto procederà come previsto. E tu non ci perderai nulla, sarai libero di fare ciò che vuoi. Non hai nessun vincolo-

-Con tuo padre c'è sempre un vincolo- replicò il capitano.

-Quindi è mio padre il problema. Credevo...-

-Cosa?-

Rain sospirò -Credevo lo conoscessi e sapessi come agire con lui...- mentì, sentendosi in oltre modo scoraggiata.

Ma ora basta. Doveva concetrarsi sulla mappa. Punto. Jack che pensasse quello che volesse; non era più un suo problema. Ma forse stava mentendo di nuovo a se stessa...

Poi si fermarono di fronte ad una porta in legno scuro.

-Ci siamo- confermò lei.

Entrarono e liberò i capelli dal fermaglio scomodo costretto ad indossare, facendoli leggermente ondulare in aria, andando a toccare il muso del pirata alle sue spalle.

Per un attimo si imbriò del suo profumo; era particolare, non preciso.

Quando poi Jack si guardò intorno vedendo scaffali enormi pieni di libri, sgranò gli occhi -Oh mamma!-

-Abbassa la voce!- lo sgridò nuovamente Rain.

-E devi proprio cercare in tutti i libri?-

Lei fece spallucce -Non sarebbe male come idea, ma ci vorrebbe troppo tempo, tempo che non abbiamo. Percui dobbiamo cercare nel minor numero di volumi possibili-

Così iniziarono a controllare e leggere in alcuni di quelli.

Passarono ore li dentro, ed ormai erano esausti.

-Accidenti!-

-E menomale che avevi detto che non avevamo tempo- intese Jack, con le braccia incrociate e seduto a terra, dopo aver riposto l'ennesimo libro.

Rain si appoggiò con la schiena al muro vicino alla finestra e sospirò.

Era notte fonda e stava per rinunciare, quando, casualmente si accorse della luce della luna che rifletteva su qualcosa di blu e dorato all'angolo dello scaffale, dimenticato dal mondo.

Si avvicinò con la fronte aggrottata. Prese il libro e lo aprì.

-Non è possibile...- mormorò.

-Cosa c'è ora?- intervenne il capitano.

La ragazza ricambiò il suo sguardo e lo raggiunse.

-Guarda- disse, facendogli fece vedere il contenuto.

-L'isola fantasma- concordò Jack.

-Esatto! Lo abbiamo trovato-

Si misero alla ricerca di informazioni su dove potesse essere la mappa.

Eppure... non trovarono nulla, se non la semplice scritta all'interno della copertina dove era rappresentata l'ipotetica isola, che diceva "La mappa è il cuore dell'isola fantasma".

-La mappa è il cuore dell'isola...? E che significa?- chiese Rain, in modo scettico.

-Dov'è nascosta?-

Jack continuava a fissare l'immagine dell'isola e rileggeva a mente le parole.

"È il cuore dell'isola..."

-È il cuore dell'isola...- ripeté anche a voce.

All'improvviso si alzò e mise il libro contro la luce lunare e attese.

-Cosa fai Jack?-

-Aspetta...-

-Cosa?-

Il pirata sorrise quando pochi secondi dopo si verificò ciò che immaginava.

-Questo-

Rain vide che aveva ragione, infatti cominciò a comparire una sagoma quadrata all'interno di un doppiofondo del libro.

Con un coltello Jack praticò uno strappo dritto e perfetto, fino a stracciare la carta e davanti a loro comparve quello che tanto cercavano. 
 

   
 
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