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Autore: imdreaming_saffo    12/07/2017    1 recensioni
Quando Overwatch si riunisce, dopo la chiamata di Wiston, Lena 'Tracer' Oxton sa che vuole tornare a combattere per il bene e la giustizia. Non sa che le attenderà un futuro che metterà a dura prova la fede in tutto ciò che credeva. Il passato riaffiora insieme ad un nuovo avvenire, con un'inaspettata conoscenza...
[ Widowtracer ]
Genere: Azione, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Yuri, Crack Pairing | Personaggi: Amélie 'Widowmaker' Lacroix, Lena 'Tracer' Oxton, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Angela Ziegler


Non vedevo Jack così agitato e furioso da un bel po', se non da quando Overwatch stava per collassare su se stessa. Sbattè il pugno sul tavolo. Ci trovavamo nell'hangar dell'elicottero che avrebbe dovuto riportarci in base, allestito per l'occasione come una base provvisoria. Alcune scartoffie volarono in giro, scivolando sul pavimento. 
Dopo aver scoperto che Widowmaker aveva messo le mani su Lena eravamo andati in stato di codice rosso e persino la centrale era stata avvertita; tutti avevano iniziato a mobilitarsi per aiutare l'agente di Overwatch.
Inizialmente era sembrato abbastanza strano, dato che ci sembrava improbabile che Tracer potesse essere a Londra e presa in ostaggio dall'assassina della Talon. Solo che, dopo esserci voltati verso Morrison, lui spiegò le sue ipotesi. 

Stupida, stupida Lena. 
Era più plausibile che dopo aver ascoltato la discussione fra Wiston e il Comandante avesse deciso di avventurarsi in quella missione, sopratutto conoscendo il buon cuore della ragazza.

Dopo l'ennesimo pugno di Morrison che rimbombò in tutta la stanza, Wilhelm posò la grande mano sulla sua spalla, nel tentativo molto più che vano di tranquillizzarlo.
Eravamo lì riuniti attorno a Jack, in attesa del da farsi.
Torbjorn non aveva fatto altro che borbottare come suo solito, imprecando contro Lena e la sua stupidità. Se ne stava appoggiato sulla sedia girevole, osservando la mappa delle possibili basi della Talon a Londra e in Inghilterra. 
Con un sospiro mi voltai, osservando Fareeha che silenziosa se ne stava appoggiata al muro accanto alla porta della stanza, le braccia incrociate al petto. Se era preoccupata non lo dava a vedere. 

« Jack... » iniziai, nel tentativo di placare la sua rabbia. Se non fosse riuscito a pensare lucidamente non avremmo potuto ideare un piano d'azione efficace per ritrovare e portare a casa la nostra agente. « Perché non ti prendi una pausa? Un paio d'ore di sonno, non chiudi occhio da un giorno. »

Il Comandante si appoggiò con entrambi i palmi sul tavolo, chinandosi appena, improvvisamente svuotato di tutte le energie che prima parevano essersi impossessate di lui. 
Sollevò lo sguardo su di me, emettendo un sospiro.
« È colpa mia, Angela. Se avessi sospettato... »

« Non potevi sapere che avrebbe agito in quel modo, non incolparti. »
Lo interruppi immediatamente, andandogli a sfiorare una mano come a cercare di tranquillizzarlo. Potevo immaginare come si sentiva: Lena era come una figlia per lui.
« Domani mattina presto inizieremo da dove abbiamo interrotto e sono certa che... riusciremo a trovarla. »

L'uomo sospirò pesantemente, portandosi una mano sul viso provato, mentre lentamente annuiva e si allontana dal tavolo. Tutti rimanemmo a osservarlo mentre lasciava la stanza ciondolante e, quando l'ebbe abbandonata, ci guardammo in volto. 

« Credo che dovremmo tutti riposare, Angie. Mi vado ad accertare che Jack lo faccia sul serio. » affermò Reinhardt, passando accanto a me fino a superarmi per seguire il suo superiore.

« Sperando che quell'idiota non si sia fatta già ammazzare, aye! » esclamò invece Torbjorn che, seguendo l'amico tedesco, non fece altro che attentare ad ogni nostra speranza con quella sua "positività". 

Sollevai gli occhi al cielo, andandomi a sedere dove prima si era appollaiato il nano con un tonfo, gettandomi sulla sedia di peso. Andai ad afferrare la mappa delle basi Talon, iniziando immediatamente a consultarla. Ora che mi ero liberata di quei tre potevo finalmente iniziare a pensare a qualcosa. 
Troppo presa dalla fretta e decisamente tesa quando mi sentii toccare la spalla sobbalzai.

Fareeha sospirò alle mie spalle, mentre delicatamente iniziava a massaggiarmi la schiena. Era un gesto così abituale quello, ogni volta che rimanevo a lavorare fino a notte fonda era lei che veniva a riprendermi, massaggiandomi la schiena fino a convincermi a rilassarmi per un attimo e ad abbandonare la mole di lavoro. 
Solo che quella volta... non potevo lasciar tutto così, sospeso. In ballo c'era la vita di Lena.

« Schätzli... » iniziai portando una mano sulla sua per fermarla, cosa che lei non fece minimamente, anzi m'ignorò. 
Dovevo ammettere che era proprio brava con i massaggi...
Un sospirò mi scappò dalle labbra, mentre mi rilassavo contro la sedia.

« Ecco, ora ci siamo. » affermò l'egiziana, con quella sua voce calda e, mio parere, tremendamente rilassante.  « Sei troppo tesa. »

« Sono tesa perché Lena potrebbe morire. » le spiegai, voltandomi appena verso di lei per guardarla in volto. 
I suoi occhi ambrati si puntarono nei miei e in quel momento capii che non avrebbe mollato la presa finchè anch'io non mi fossi riposata per un po'. 

«  Si, potrebbe. Ma non cambierà molto se ti prendi una pausa, habibti. Hai delle pessime occhiaie che ti fanno sembrare ancora più vecchia, sai... » mi disse, stuzzicandomi alla fine come suo solito.

Sollevai gli occhi al cielo e, con riluttanza, decisi di abbandonare il tavolo e la sedia, voltandomi verso di lei. 
Non ci volle molto che le sue braccia forti andarono a circondarmi i fianchi per stringermi a lei.
In un attimo mi sentii al sicuro, in quella stretta e in quel calore che erano come un porto sicuro. Affondai il viso nel suo petto, concedendomi per un solo istante di pensare ad altro. 

« Grazie schätzli, sopportarmi dev'essere un'impresa. » le sussurrai, sollevando il viso dopo aver fatto il pieno del suo odore.

La vidi sorridere, far scintillare i denti bianchissimi in contrasto con la pelle più scura.  Si chinò sul mio volto per lasciarmi un lieve ma dolce bacio sulle labbra, dandomi l'opportunità di gustarmi quel sapore delizioso che era la sua bocca.
Dopo alcuni istanti posò la fronte sulla mia, andandomi a sciogliere i capelli che avevo tenuto legati fino a quel momento. 

« Faccio del mio meglio... e non preoccuparti, Lena tornerà a casa sana e salva. »
   
 
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