Il Soldato del Royal Allemand
Ben pochi, da bambini, sognano di fare il mercenario,
soldato privo di patria, senza valori, voltagabbana,
servo prezzolato dal migliore offerente.
Io amavo mia moglie ed i miei figli
ed i miei unici valori consistevano nel provvedere a loro,
mantenendoli nel modo più dignitoso possibile.
Faceva un caldo infernale in quel dannato 13 luglio
ed a Parigi era in atto una guerriglia senza precedenti.
Chiunque, donna, bambino o vecchio decrepito,
poteva tirar fuori, all’improvviso, un fucile o un forcone
e, altrettanto improvvisamente, colpire ed uccidere.
Non si capiva chi era l’amico e chi il nemico,
perché moltissimi soldati avevano disertato
ed indossare una divisa, di qualsiasi foggia e colore,
non era garanzia di appartenenza alla nostra fazione.
Era ormai il tramonto, quando, da sotto un ponte,
sbucarono dei soldati della Guardia Metropolitana,
visibilmente dei disertori, a giudicare dal comportamento.
Mirai a chi li comandava, uno spilungone biondo ed effeminato,
ma quello evitò il proiettile, spostandosi con gran destrezza
e la pallottola colpì un altro soldato, indietro, nel mucchio.
Fulmineamente mi restituì lo sparo, quel tizio allampanato
ed io stramazzai a terra, ormai privo di vita.
Mia moglie ed i miei figli finirono in miseria.
Ringrazio quelli che hanno voluto commentare.
Confermo la presenza di Girodel nella galleria degli epitaffi, ma non subito.
Ben pochi, da bambini, sognano di fare il mercenario,
soldato privo di patria, senza valori, voltagabbana,
servo prezzolato dal migliore offerente.
Io amavo mia moglie ed i miei figli
ed i miei unici valori consistevano nel provvedere a loro,
mantenendoli nel modo più dignitoso possibile.
Faceva un caldo infernale in quel dannato 13 luglio
ed a Parigi era in atto una guerriglia senza precedenti.
Chiunque, donna, bambino o vecchio decrepito,
poteva tirar fuori, all’improvviso, un fucile o un forcone
e, altrettanto improvvisamente, colpire ed uccidere.
Non si capiva chi era l’amico e chi il nemico,
perché moltissimi soldati avevano disertato
ed indossare una divisa, di qualsiasi foggia e colore,
non era garanzia di appartenenza alla nostra fazione.
Era ormai il tramonto, quando, da sotto un ponte,
sbucarono dei soldati della Guardia Metropolitana,
visibilmente dei disertori, a giudicare dal comportamento.
Mirai a chi li comandava, uno spilungone biondo ed effeminato,
ma quello evitò il proiettile, spostandosi con gran destrezza
e la pallottola colpì un altro soldato, indietro, nel mucchio.
Fulmineamente mi restituì lo sparo, quel tizio allampanato
ed io stramazzai a terra, ormai privo di vita.
Mia moglie ed i miei figli finirono in miseria.
Ringrazio quelli che hanno voluto commentare.
Confermo la presenza di Girodel nella galleria degli epitaffi, ma non subito.