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Autore: YukiWhite97    15/07/2017    1 recensioni
"Se la vita di Llweran era frenetica, quella di Legolas non era da meno".
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"E la sua vita era cambiata poco più di sedici anni prima, quando il suo piccolo Llweran era venuto al mondo, così all'improvviso, senza che nessuno se lo aspettasse".
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Aragorn/Legolas & molto altro.
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Se vi piacciono le mpreg, il fluff, gli intrighi familiari peggio di "Beautiful" e gli stereotipi da liceo americano, questa è la storia che fa al caso vostro!
[Primissima fanfiction in questo fandom, siate buoni se potete ^^]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg, Triangolo
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Aragorn faticava a tenere gli occhi aperti. La psicologa parlava e parlava, ma in verità non la stava ascoltando.
Arwen, al contrario suo, invece appariva molto attenta, con la mano possessivamente intrecciata alla sua.
Parecchi giorni prima avevano deciso, anzi, lei aveva deciso, di andare in terapia.
Si era molto arrabbiata quando aveva saputo del tradimento del marito, ma quando poi si era calmata aveva convenuto che sarebbe stato meglio tentare di risolvere la cosa.
Questo aveva sorpreso non poco Aragorn. Si era aspettato che Arwen lo lasciasse, invece no, stava ancora tentando di tenerlo a sé.
E questa cosa lo stava spaventando molto, temeva che la situazione sarebbe solo peggiorata.
Dopotutto non ci sarebbe stato nulla da salvare.
Dopo l’ennesima seduta, i due uscirono dallo studio della psicologa. Aragorn sospirò profondamente.
“Beh – Arwen sospirò a sua volta – cosa ne pensi… di tutto ciò?”
“Parli del fatto che stiamo… che stai tentando di recuperare il nostro rapporto? Non so che pensare… il fatto è che non me l’aspettavo...”
“Nemmeno io. Dovrei lasciarti, lo so. Ma forse c’è qualcosa che possiamo fare. Voglio credere che c’è un motivo se mi hai sposata, voglio credere che provi qualcosa per me”
Aragorn però non riuscì a ribattere. Cosa avrebbe dovuto dire? Oramai era completamente in balia degli eventi.
Nulla aveva più importanza. Nulla aveva importanza, non con la consapevolezza di aver perso lui…

Legolas, al contrario suo, sembrava pieno di vita e voglia di fare, o almeno era bravo a fingere. Ormai aveva deciso e non si sarebbe tirato indietro: si sarebbe sposato il prima possibile, e ovviamente Faramir era stato contento della notizia.
Si stava dando da fare per cercare di organizzare tutto per il meglio e soprattutto… in fretta, grazie anche al prezioso aiuto dei suoi amici.
“Vuoi il tulipano o le rose bianche?” - domandò Frodo sfogliando una rivista.
“Chi ti ha detto che voglio i fiori?” - Legolas ribatté inarcando un sopracciglio.
“Ma ad un matrimonio devono esserci i fiori, magari te ne metti qualcuno anche tra i capelli”
“Ah-ah, molto spiritoso” - disse alzando gli occhi al cielo.
Era piuttosto consolatorio vedere tanto entusiasmo nei suoi amici.
Per quanto tentasse di dimostrarsi felice, aveva come l’impressione di star correndo solo per impedire che i suoi sentimento verso Aragorn prendessero il sopravvento. Una volta che si sarebbe sposato sarebbe andato tutto bene, di ciò ne era certo.
Anche Llweran era piuttosto allegro e aveva preso molto sul serio la questione “matrimonio”.
“Per eventi come questo ci vuole qualcuno con del buon gusto – disse ai suoi amici – quindi… eccomi qua...”
“Ah, e tu avresti buon gusto?”- lo schernì Una.
“Sentite – borbottò – voi ragazze farete tutte le damigelle e vi vestirete di… verde Tiffany”
“Oh mio Dio, tu non dovresti neanche sapere cosa sia il verde Tiffany!” - rispose l’altra portandosi una mano sul viso.
Eldarion però non riusciva proprio ad essere partecipe a quel discorso. Non avrebbe potuto rallegrarsi di un qualcosa che faceva stare così male suo padre. Ed in più si aggiungevano anche le parole di Llweran di qualche sera prima: Aragorn gli aveva raccontato tutto, e ciò aveva molto turbato Eldarion: in parte poteva capire la sua rabbia, ma da un lato… proprio non riusciva a comprenderlo. Era nervoso, furioso. Per se stesso, poiché non era ancora stato in grado di trovare le parole, che per Llweran, che alle volte gli pareva così ottuso!
Provò a trattenersi dal dire qualcosa di poco spiacevole, purtroppo non riuscendoci.
Batté un pugno sul pavimento, attirando l’attenzione degli altri.
“Eld?” - sussurrò Shauna.
“Io però non ti capisco – disse a denti stretti – come puoi essere felice?”
“Di che cosa parli? E’ un matrimonio, mica un funerale!” - rispose prontamente il biondo.
“Tutto questo non ti sembra un po’ strano e affrettato? Non pensi ci sia qualcosa sotto?”
“Che stai cercando di dirmi, Eld? Io proprio non ti capisco”
Eldarion capì che in quel momento tutta la tensione accumulata in quei giorni stava pian piano uscendo fuori.
“Anche se loro si sposano, Faramir non diventerà automaticamente tuo padre. Non è così che funziona”
Llweran corrugò la fronte, sentendo una grande rabbia accrescere dentro di sé. Cosa poteva saperne lui di cosa volesse dire?
“E com’è che funziona, dimmi. Fare un figlio per poi abbandonarlo?”
“Magari c’è un motivo se lui ti ha abbandonato, ma questo non puoi saperlo”
“Non voglio saperlo! - esclamò – un figlio non si abbandona, mai. E poi, se proprio avesse voluto mi avrebbe cercato. Non mi pare l’abbia fatto. Questo è perché non gli importa nulla di me. Pensi di poterlo sapere meglio di me?”
“Io penso di poterlo sapere meglio di te! - si lasciò scappare – ti comporti come un bambino, e parli senza sapere….!”
“E tu?! Tu cosa sai?!” - esclamò avvicinandosi al suo viso.
Gli altri, intorno a loro, si erano zittiti. Ricordavano bene di come fosse andata a finire l’ultima volta in cui avevano litigato, e temevano che la situazione precipitasse.
Eldarion però riuscì a ritrovare un po’ di autocontrollo. Se avesse parlato tutto sarebbe crollato, e non era quello il modo giusto per dirglielo.
Così indietreggiò, lentamente.
“Hai ragione, non so niente – sospirò – scusami… E’ solo che mi preoccupo”
Anche Llweran parve calmarsi.
“Non fa niente. E non devi preoccuparti. Io starò bene, te lo assicuro”
Il moro forzò un sorriso, incrociando lo sguardo di Shauna.
Entrambi sapevano che avrebbe sofferto, sfortunatamente era inevitabile.

Giunta la sera Aragorn si ritrovava spesso a passeggiare senza una meta. Lo aiutava a pensare e riflettere circa tutto ciò che stava accadendo. Arwen non aveva reagito come si era aspettato, e ciò lo aveva messo in difficoltà.
Se lei si fosse arrabbiata e lo avesse lasciato andare sarebbe stato tutto più semplice. Ma adesso lei voleva tentare di ricominciare, voleva riprovarci.
Lui però sapeva di non poterci riuscire, ma aveva paura che negandole anche ciò il suo già fragile cuore si sarebbe spezzato, e di cuori spezzati ne aveva già troppi sulla coscienza. Per non parlare poi delle parole di Llweran.
Come avrebbe potuto farsi avanti e dirgli la verità, visto come lui la pensava? Sarebbe stato impossibile…
Alzò lo sguardo. Senza rendersene conto era giunto dinnanzi la casa di Elrond. Quest’ultimo non lo aveva mai troppo rimproverato, anzi, era sempre stato dalla sua parte. E forse sarebbe stata la persona più adatta con cui parlare, anche se ciò avrebbe significato anche fare i conti con la sua dolce metà, ma dopotutto poco importava.
Si avvicinò e bussò alla porta a testa bassa come un cane bastonato.
Ad aprirgli fu Thranduil, con uno sguardo accigliato e un’espressione assai poco piacevole.
“Tu?” - domandò.
“Emh… salve. So che probabilmente non è un buon momento ma… posso entrare?”
“Beh – lo squadrò – se fosse solo casa mia ti direi di no, ma poiché è anche casa di Elrond temo di non poterlo fare”
Non molto entusiasta gli permise di entrare. Aragorn si guardò intorno, sentendosi piuttosto a disagio, finché non scorse Elrond seduto sul divano con le gambe accavallate.
“Aragorn – lo chiamò – ciao… qual buon vento di porta qui?”
“Io… no, è che amo camminare molto, mi sono ritrovato qui e quindi ho pensato di passare per un saluto...”
“Oh, che cosa carina” - aggiunse Thranduil con sarcasmo.
L’altro scosse il capo.
“Come vanno le cose con Arwen?”
“Beh… come potrebbero andare? Lei è convinta che le cose si sistemeranno, ma io non sono dello stesso parare”
“Deve avere un bel coraggio a darti un’altra possibilità dopotutto quello che lei fatto. Non hai ingannato solo una persona, lo sai cosa ti meriteresti? - il biondo gli puntò il dito contro – di essere lasciato da entrambi”
“Thranduil, ti prego – Elrond tentò di calmarlo – io penso che Aragorn sappia degli sbagli che ha fatto”
“Purtroppo lo so bene. E sono molto confuso, non so cosa fare. Da un lato ho Arwen ed Eldarion, che sono la mia famiglia, ma anche Legolas e Llweran lo sono, solo che non vogliono avere a che fare con me”
Thranduil si schiarì la voce.
“Senti, voglio essere onesto con te. Hai creato abbastanza problemi a mio figlio, questa storia è andata avanti per troppo tempo...”
“Questo vuol dire che ti va bene il fatto che sposi un uomo che conosce appena?”
“Io… no, ma questi non sono affari tuoi. E poi, se proprio devo scegliere fra Faramir e te, scelgo mille volte lui!”
Aragorn si portò una mano sul viso.
“Elrond, e tu cosa mi dici…?”
“Lo sai che nonostante la posizione in cui mi trovo sono sempre stato dalla parte di Legolas – disse tranquillo – certo, hai ingannato e tradito mia figlia, e questo non mi va per niente bene. E d'altronde Legolas per me è come un figlio, e sarebbe bello se non facessi più soffrire nessuno dei due. Pertanto devi fare quello che è giusto… e magari quello che è giusto per te è proprio stare da solo, almeno per il momento”
L’uomo non rispose. Non aveva mai preso in considerazione l’idea di prendersi una pausa da tutto e da tutti.
Era chiaro che tutti bramassero il quieto vivere, ed era chiaro che se non sapeva cosa scegliere, avrebbe fatto meglio a rimanere da solo, ma il pensiero che Legolas sposasse un altro che, ne era sicuro, probabilmente non amava, lo faceva impazzire.
Più sconsolato che mai uscì da quella casa, con la testa piena di pensieri.
Sarebbe stato bello se qualcuno gli avesse detto ciò che semplicemente voleva sentirsi dire.
“Bella sera per una passeggiata, non trovi?”
L’uomo riconobbe immediatamente quella voce: si trattava di Gandalf, con la sua immancabile pipa.
“Amh… Gandalf – disse sorpreso – sì, beh… a parte il freddo...”
“Sai, sono solito a fare la mia passeggiata serale, ed era un po’ che ti vedevo da queste parti. Sembri pensieroso, brutto periodo immagino”
“Immagini bene. E’ tutto assurdo – sbuffò – io non riesco a lasciare andare Legolas, per quanto sia egoistico. Giustamente tutti mi dicono di farmi da parte, è la cosa più saggia, ma io non ci riesco”
“Magari – Gandald appariva molto rilassato – magari non è poi la cosa più giusta da fare...”
“Cosa? - lo guardò – che vuol dire…?”
“Aragorn, io sono vecchio, ma so ancora come funzionano certe cose. Tu hai avuto paura per troppo tempo, e adesso Legolas si è chiuso in se stesso, ma dubito che non ti ami più. Se veramente lo ami, allora credo che dovresti semplicemente riconquistarlo...”
L’uomo sgranò gli occhi: era esattamente quello ciò che avrebbe voluto sentirsi dire, ma non avrebbe mai immaginato che a dirlo potesse essere proprio Gandalf.
“Quindi tu mi stai dicendo di riprovarci?”
“Oh, io non ho detto proprio nulla” - rispose l’anziano con sguardo complice.
Aragorn allora capì. Gandalf era sempre il solito, ma era estremamente saggio, e con quel consiglio gli aveva aperto un mondo.
Ormai aveva dimenticato come arrivare al cuore della gente… e forse era arrivato il momento di ricordare

Il giorno dopo…
Non solo Llweran aveva preso molto sul serio la questione del matrimonio, ma l’aveva anche presa ancora più sul serio di quanto Legolas avesse fatto.
Era mattino presto, circa le sette e il ragazzo ebbe la geniale idea di andare a svegliare il padre in modo non molto delicato.
“BUONGIORNO!” - esclamò saltandogli addosso.
Legolas si svegliò trasalendo.
“Ma… Llweran! - esclamò – cosa fai?!”
“Adesso sai cosa significa essere svegliato a quest’ora! - gli puntò il dito contro – tu devi assolutamente venire con me!”
“Eh? Dove?” - domandò assonnato.
“Devi sposarti, no? Quindi ti ci vorrà un vestito nuovo… ed io ti aiuterò a sceglierlo”
“Adesso? Ma se non abbiamo neanche deciso una data, e poi tu devi andare a scuola!”
“Oh, non fare il guasta feste! - esclamò tirandolo per un braccio – dovresti ringraziarmi, voglio che sia tutto perfetto, tu te lo meriti!”
“Va bene, ho capito! - esclamò spazientito – allora andremo oggi, peccato che i negozi non aprano prima delle nove”
Llweran sorrise dispettoso.
“Ops”
Dopo quel risveglio traumatico sarebbe stato inutile rifiutare la proposta di Llweran. Sembrava così contento per come stavano andando le cose.
E dopotutto non poteva dargli torto. In qualche modo sarebbero finalmente stati una famiglia normale, cosa che era sempre stata negata ad entrambi.
Anche se si era sempre immaginata la sua famiglia un po’… diversa.
Pensava a questo mentre Llweran se ne stava a fissare le vetrine di un negozio.
“Wow – disse sorridendo –  ti vestirai di bianco”
“E questo chi l’ha deciso, tu?” - domandò.
“La sposa è sempre vestita di bianco”
“Ah, così io sarei la sposa, eh?” - domandò ridendo e scompigliandogli i capelli, facendo ridere anche il figlio.
Quando da lontano Aragorn li vide e li sentì ridere, pensò che probabilmente il destino gli stesse dando una mano.
Si era deciso ad ascoltare il consiglio di Gandalf, e, strano ma vero, aveva deciso di non pensare. Si sarebbe buttato, e quel che sarebbe stato, sarebbe stato.
Così assunse l’espressione più normale che poteva, in modo da nascondere la sua indole da stalker represso.
Si avvicinò, salutandoli con la mano.
“Buongiorno”
“Ah, buongiorno!” - esclamò Llweran.
Legolas si schiarì la voce. Inutile dire che l’agitazione avrebbe voluto prendere il sopravvento, ma doveva sforzarsi di tenerla a bada e apparire indifferente..
“Ciao, emh… Aragorn...” - balbettò.
“Cosa fate così presto fuori?” - domandò.
“Niente di che, compere...” - rispose vago.
“E’ per il suo matrimonio – aggiunse Llweran – siamo qui per scegliere il suo abito”
“Sì, precisamente, grazie Llweran...”
Aragorn tentò di non mostrarsi sorpreso da quella notizia. Certo che il destino era proprio beffardo.
“Ah, bene...”
“Sì, però io e mio padre abbiamo, come dire, idee un po’ discordanti – pensò un attimo – hei, magari lei potrebbe darci una mano”
“No, no, no! - esclamò Legolas, sorridendo poi nervosamente – Aragorn ha sicuramente di meglio da fare”
“Veramente io sarei libero”
Il biondo lo guardò, desiderando di ucciderlo. Cosa aveva in mente?
E in oltre che scherzo era mai quello? Perché mai il suo ex fidanzato avrebbe dovuto aiutarlo con qualcosa che aveva a che fare con il proprio matrimonio?
“E… va bene… se non è un problema...” - rispose.
Per la gioia di Llweran, Aragorn si unì a loro.
Entrarono in un negozio di abiti da uomo, ed immediatamente l’adolescente prese a mettere mano su ogni cosa, senza lasciare spazio per un opinione di Legolas. Dopodiché lo aveva spedito in camerino con l’ordine di provarsi tutto. E dopo aver eliminato il colore bianco, blu, grigio e marrone, Legolas provò un normalissimo smoking nero.
“Beh? - domandò infatti allargando le braccia – questo com’è? Ti prego, dimmi che ti piace, perché sono stanco”
“Mmmh – Llweran lo squadrò – non saprei, tu che cosa dici Aragorn?”
Quest’ultimo osservò Legolas. Gli venne naturale immaginarlo accanto a sé per compiere quel passo importante che però era stato bruscamente saltato. 
“Bellissimo – sussurrò senza pensarci, per poi tornare in sé – cioè, il vestito è bellissimo, e gli sta bene”
“Sì, però… - il ragazzo continuò ad osservare – Faramir si vestirà anche lui di nero. E se poi stona?”
“Andiamo, non essere ridicolo...” - sbuffò Legolas.
“No, no, dico davvero! - esclamò – signor Strider, sarebbe così gentile da provare anche lei uno smoking e mettersi accanto a mio padre?”
“Eh… cosa?” - sussurrò.
“Va bene, direi che così è abbastanza” - Legolas rise soltanto per evitare di avere una crisi di nervi.
“La prego, lo faccia per me!” - il più piccolo congiunse le mani.
“Io… va bene, se me lo chiedi così”
Llweran esultò, senza sapere che alle sue spalle suo padre stesse tentando in tutti i modi dal trattenersi dall’ucciderlo.
Non osava pensare a quanto sarebbe stato imbarazzante.
Anche Aragorn non se n’era reso effettivamente conto fin quando non si ritrovò davanti la realtà dei fatti: indossò uno smoking molto simile a quello di Legolas, e con evidente imbarazzo lo raggiunse, senza che l’altro osasse guardarlo.
Llweran li osservò con gli occhi lucidi, e poi gli venne da sorridere.
“Wow… siete così… belli” - sussurrò.
A quelle parole Legolas trovò il coraggio di guardarlo, e quando sollevò lo sguardo arrossì nell’accorgersi che Aragorn lo stava già osservando.
Era strano, era un po’ imbarazzante, ma era anche una cosa estremamente dolce. Era questo che entrambi avevano sempre sognato, momenti come quelli, un matrimonio che non c’era mai stato, una famiglia che era stata divisa. Quando si guardarono negli occhi, per un attimo il mondo intorno a loro parve sparire.
“Faramir sarà molto fortunato” - sussurrò Aragorn sorridendo.
Legolas ovviamente non rispose, sentì soltanto un nodo alla gola. Tuttavia gli sorrise, malgrado fosse così strano sentirlo parlare così.
Era lui quello che aveva sempre sognato di avere al suo fianco.
“Amh – Legolas ritornò in sé – allora direi che possiamo prendere questo”
“Sì – rispose Llweran – io direi proprio di sì”
Per quei brevi istanti Aragorn aveva vissuto quei momenti che lui stesso si era negato, i momenti con la sua famiglia.
Tutti e tre insieme erano così perfetti da fargli dimenticare di ogni altro pensiero malevole.
Quando uscirono dal negozio, Llweran li prese entrambi sottobraccio.
In quei momenti erano ciò che avrebbero dovuto essere.
Legolas e Aragorn si guardarono: questo ciò che avevano sempre sperato, questo ciò che sembrava tanto reale da poterlo afferrare.
Che ci fosse ancora una possibilità per loro?
Un momento idilliaco che fu però brutalmente spezzato.
I due adulti non si erano accorti di nulla finché Llweran non si fermò: davanti a loro Arwen li fissava, sorpresa ed anche visibilmente furiosa.
Tutti e quattro si bloccarono, rimanendo in silenzio, un silenzio che premuniva soltanto una burrascosa tempesta.
   
 
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