Capitolo 2
Kallen ancora dolorante per il colpo
subito all’addome ha
ormai indossato la tuta acetata di colore viola, lo stesso colore dei
suoi
capelli, con strisce blue elettrico orizzontali sulla giacca e
verticali sui
pantaloni. Siede al letto della sua stanza e stanca si sdraia per un
attimo.
Osserva il soffitto, di colore grigio scuro... lo stesso colore della
sua anima
in quel momento... pensa a ciò che ha detto Ector, al
ricatto... alla forza che
dovrà dimostrare per non cedere alle sevizie
dell’uomo. Ad un tratto nota,
osservando un minuscolo orologio posto sul comodino, in grado di
mostrare ora,
temperatura e data sul display digitale, che sono passati oltre 40
minuti e che
le converrebbe spostarsi in soggiorno come le era stato ordinato, al
fine di
non urtare ancor più Ector. A lei poco importa infondo...
Ector irato? Non è di
suo interesse in quel mometo ma la paura per sua madre e la voglia di
sfidarlo
ancora sono forti... decide quindi di muoversi e rialzandosi esce dalla
sua
stanza e si dirige in soggiorno.
Quando arriva in soggiorno,
raggiungendolo dopo un
brevissimo tragitto, nota un ambiente arredato con il minimo
indispensabile, un
tavolo rettangolare di legno massello di colore scuro, una cristalliera
antica
dello stesso colore del tavolo e un divano di pelle beije scuro a tre
posti
evidentemente usurato con una copertina a scacchi di colore rosso e
verde stesa
sopra lo stesso. Attorno al tavolo ci sono solo due sedie e sullo
stesso Ector
inizia ad apparecchiare con una tovaglia di colore bordò in
seta. L’uomo, dopo
aver messo la tovaglia porta sottopiatti e posate per poi invitare la
donna a
sedersi e con gentilezza sposta la sedia per rendere più
comoda la seduta della
stessa. Kallen inizia ad osservarlo come a volerlo sfidare e lui a
quello
sguardo risponde ridacchiando per poi dire:
«Non ti arrendi vero
Kallen?»
«Non so di che parla signor
Ector, forse non le piace la mia
faccia?»
«Al contrario... trovi il
tuo viso stupendo cara»
Detto ciò l’uomo
va verso la cucina e ne esce con due piatti
di media grandezza in porcellana fine e delicata, con
all’interno delle lasagne
ancora fumanti. Il primo piatto lo serve a Kallen che era
già seduta per poi
sedersi con la propria portata di fronte a lei. Invita la ragazza a
mangiare e
lei, osservando il pasto affamata ancora un pò sarcastica:
«Sei gentile signor
Ector... ma pensi davvero di
accattivarti la tua schiavetta con un semplice piatto di
lasagne?»
«No non sono
così imbecille cara, ma devi metterti in forze,
sai sei deperita e il tuo seno non è più sodo
come in catalogo per la
denutrizione... in più ti si vedono anche le costole...
avanti mettiti in
forze»
«Non credevo che mi avessi
fatto una visita medica mentre mi
guardavi... comunque approfitterò della tua finta
gentilezza» Conclude
iniziando a mangiare con foga il pasto servitole.
«Calma Kallen, ho una
teglia intera di quella roba non è
necessario che ti ingozzi in quel modo, qui il cibo non manca»
Kallen non da retta
all’uomo e divora il primo piatto, poi
il secondo e il terzo, rendendo Ector soddisfatto. Finito il primo
arriva l’ora
del secondo e viene servito alla ragazza del salmone affumicato con 3
uova sode
che la donna gradisce seppur un pò piena. Successivamente
arriva anche il
dolce, una semplice torta alle noci che però a Ector non era
riuscita troppo
bene. Lei assaggia un paio di cucchiai ma risulta davvero
immangiabile...
«Perdonami ma questa
poltiglia la chiami torta?» Chiede
disgustata.
«Ti conviene mangiarla
anche se ammetto che non è venuta
affatto bene» Afferma lui serio.
«Non ci penso proprio! Ho
mangiato cibo per porci e gatti ma
questa torta batte ogni record»
Ector si innervosisce nel sentire la
parole della donna e
alzandosi lentamente e con garbo si dirige verso di lei, prende il
cucchiaio
che Kallen stava usando per mangiare e lo riempie con un po di torta e
poi
cerca di imboccare la ragazza. Lei scuote la testa e poi, quando Ector
tenta di
infilare nella sua bocca il cucchiaio lei colpisce il braccio dello
stesso con
uno schiaffo facendo finire il cucchiaio a terra sporcando il pavimento
in
cotto con la mal riuscita torta. Ector si arrabbia molto e ordina a
Kallen di
pulire il tutto usando la sua lingua, ma lei ridendo in faccia
all’uomo a mo di
sfida rifiuta categoricamente di farlo.
In quel momento Ector spinge la sedia
con il viede e la
rivolta a terra facendo cadere anche Kallen che non si aspettava una
reazione
tanto istintiva e rapida. Dopo la caduta la ragazza picchia la testa
sul
pavimento a pochi centimetri dalla poltiglia caduta a terra poco prima.
Ector
nota un accessorio che copre la fronte della donna, una semplice fascia
che
questa porta sulla fronte e che lei in quel momento stringeva con una
mano.
«Quella fascia deve avere
un certo significato per te... mi
sorprende che non tel’abbiamo tolta»
«Non ne conosco il motivo
ma l’imperatore ha ordinato di
lasciarmela... forse perchè fa parte del mio personaggio...
non lo so» Conclude
lei poco convinta della sua stessa affermazione.
«Non mentire Kallen...
quella fascia apparteneva a tuo
fratello... tu ci tieni molto ed è normale...
però adesso la darai a me... farà
parte del tuo personaggio ma prima ancora della tua anima»
detto ciò Ector
sfila la fascia dalla fronte di Kallen e nonostante la ragazza cerchi
di
opporsi lui la colpisce con un calcio in gola e le impedisce di
difendersi
oltre.
«Come osi ridammi quella
fascia lurido bastardo!» Si alza e
cerca di colpire Ector con un pugno.
«Non osare
farlo!» Esclama lui difendendosi con un altro
pugno che colpisce Kallen sul naso facendola sanguinare.
«Bastardo... vuoi che
ingurgiti la tua sporca torta alle
noci? Ti accontento e spero di sporcare il bagno di quella lurida
stanza per
farti godere gli odori nauseabondi che emanerò per
l’indigestione» Esclama con
sguardo rabbioso scolpito negli occhi per poi leccare la torta che era
finita
sul pavimento.
Ector la osserva serio e poi, tenendo
tra le dita la fascia
di Kallen:
«Ora ti
insegnerò che queste scene non devi farle...» E
con
ciò prende un accendino e da fuoco alla fascia della ragazza.
Kallen cerca di impedire che la
fascia bruci ma quando si
lancia verso Ector questo estrare una pistola ad avancarica
già armata e pronta
al fuoco. A quel punto lei capisce che ormai il ricordo del suo amato
fratello
è perduto. Così priva della speranza di poterlo
recuperare lo osserva mentre
brucia. Ector invece estrae un pacchetto di sigarette Malboro 100s
dalla tasca
e, prima che la fascia finisse di bruciare ne estrae una dal pacchetto
e la
accende con le fiamme emanate dalla stessa per poi invitare Kallen a
tornare in
camera sua.
La donna ubbidisce e si dirige a
passo lento dentro la
piccola stanzetta, si sdraia sul letto abbattuta e dopo essersi
sdraiata, con
due piccole lacrime agli occhi pensa “questa
volta ho perso... fratello mio era l’unica cosa che mi
restava di te... ma
tranquillo quell’uomo pagherà il suo gesto... la
prossima volta sarò io a
vincere”
Intanto Ector sparecchia la tavola
deluso dalla ragazza,
raccoglie per ultimo il cucchiaio che Kallen aveva pulito con la lingua
poco
prima e da un colpo di straccio per eliminare le piccole macchie di
torta
residue. Una volta finito l’uomo si sdraia sul divano per poi
chiamare «Mitzu
dove sei?» rivolto a un gatto di colore nero e con occhi
scuri che lentamente
si avvicina al divano salendogli poi sulle gambe.
«Fa
davvero freddo questa sera vero piccolo? Chissà se Kallen
apprezzerà il fatto che gli ho spento il riscaldamento,
presto nella sua stanza
farà molto molto freddo... fuori ci sono -4 gradi
oggi»