Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Kiri94    15/07/2017    0 recensioni
Questa saga tratta eventi successivi alla Kiri no Gemini - Zero Arc, pertanto invito a leggere questa saga solo nel caso si abbia già letto le saghe precedenti.
La storia entra nel suo arco narrativo finale: due anni sono trascorsi dalla battaglia contro gli Zero, ed è il momento di risolvere i problemi alla fonte, confrontandosi direttamente con la mente dietro ogni avvenimento nefasto della storia... gli Insyder!
Ma una cupa ombra nera sta lentamente divagando per il mondo, corrompendo la serenità ed un clima di pace apparente... una minaccia senza precedenti, che rischia di avere pesanti ripercussioni sull'umanità stessa e l'intero ecosistema del pianeta.
Gli Insyder vanno fermati in tempo, mentre le lancette del countdown alla catastrofe scorrono inesorabili, ma l'impresa si rivelerà più ardua del previsto...
In una storia che trascende le barriere del tempo, la Famiglia Kokuyo dovrà dare il meglio di sé per poter, finalmente, mettere la parola "fine" alle macchinazioni della mente dietro tutto e tutti... ce la faranno?
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Mukuro Rokudo, Nuovo Personaggio, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini'
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Aaron ripeté con voce maniacale – Di più... di più! Mi punisca ancora, mia dea! La prego! – guardando Mirai con occhi più consoni ad una bestia che ad un essere umano: disgustata come mai in vita sua, Mirai indietreggiò di un altro passo mormorando – C-che cazzo ti è preso? Ti si è suicidato il mononeurone?! – sentendosi in pericolo ora più di prima.

Sfortunatamente, il suo commento acido sortì l'effetto opposto di quello voluto – Si... si! Insultami! Maltrattami! – replicò il ragazzo con la bocca distorta in un sorriso perverso, mentre si avvicinava a lei con slancio tale da spingere Mirai a reagire con una sferzata delle catene al volto per allontanarlo, ottenendo però di incitarlo ancora di più – Quindi... non c'è possibilità di farlo semplicemente arrendere, eh? Se cerco di fargli desistere dal combattere otterrò solo l'effetto contrario... – penso con un sospiro – E così sia allora... se è questo che vuoi, ti regalerò una fantastica abbronzatura color melanzana a suon di pugni! – urlò scagliandosi a tutta velocità contro Aaron decisa a metterlo KO in un sol colpo, senza rendersi conto del sorriso furbo che balenò per un istante sul suo volto...

All'improvviso, uno spruzzo di sangue tinse l'aria di color cremisi, mentre ciò che fino a poco prima sembrava essere la stanza originale del castello crollava in frammenti di numeri 0 ed 1 lasciando spazio ad una sua identica copia: tanto confusa quanto preoccupata, Mirai notò con stupore che Aaron non era più davanti a lei, e che alle sue spalle provenivano rantolii agonizzanti.

Con cautela, si voltò per osservarne la fonte... e poco mancò che le sfuggisse un urlo.

Aaron era dietro di lei, con occhi orribilmente strabuzzati ed iniettati di sangue, e la mano serrata attorno ad un pugnale la cui lama era ferma a pochissimi centimetri dalla sua testa, tanto che indietreggiò d'istinto con un balzo quel tanto che bastava a togliersi dalla sua traiettoria: ma non fu quello ciò che più la sconvolse.

Andrea era dietro di Aaron, e la sua mano sbucava dal torace di quest'ultimo ricoperta di sangue come un guanto scarlatto: fu in quell'istante che Mirai comprese cos'era successo, e quale fosse stata la causa del getto di sangue di poco prima.

Aaron, senza riuscire a dire una parola, cercò di voltarsi debolmente per guardare il suo assassino negli occhi, gemendo un debolissimo – Non è... possibile... – prima di lasciar cadere il pugnale esalando l'ultimo respiro: fu solo allora che Andrea ritrasse la mano con il quale aveva passato da parte a parte il corpo del nemico, il quale ricadde a terra privo di vita come una marionetta a cui son stati tagliati i fili – Sporco vigliacco... mi viene lo schifo solo a pensare di essermi sporcato col tuo sangue – commentò con disprezzo Andrea estraendo dalla tasca un panno con cui si ripulì la mano prima di rivolgersi con sguardo serio a Mirai – Sta bene, Mirai-sama? – domandò con sincera preoccupazione.

A Mirai ci volle qualche secondo per elaborare il tutto: poi, finalmente, parve ricordarsi come si parlava – Tu... perché? – mormorò sconvolta – Perché l'hai ucciso? – domandò, ancora incredula per ciò che era avvenuto così velocemente sotto i suoi occhi.

Alzando un sopracciglio, Andrea rispose con semplicità – Forse non se n'è accorta, ma le ho appena salvato la vita. Questo rifiuto ha finto di arrendersi, creando un'illusione virtuale identica alla stanza originale da cui era iniziato il combattimento per poi spingerla ad un attacco frontale con l'intenzione di ucciderla colpendola alle spalle: ho solo fatto il mio dovere in quanto alleato proteggendola al meglio delle mie capacità – spiegò, guardandola poi dritta negli occhi ed aggiungendo – E inoltre, le ricordo che sono un membro della squadra assassina Varia: se le circostanze lo richiedono, non ho motivo di esitare ad uccidere. In ogni caso, chiedo perdono per averle fatto assistere uno spettacolo così sgradevole – concluse con un inchino rispettoso per poi sorriderle – Mi permetta di accompagnarla: so che è nettamente più forte di me, ma due teste sono meglio di una, no? – propose, tornando ad assumere un tono più amichevole e confidenziale con l'intenzione di distrarre Mirai da quanto appena successo.

Dapprima titubante, la ragazza fu colta in contropiede dall'atteggiamento del ragazzo rispondendo affermativamente senza nemmeno rendersene conto, così che in men che non si dica si ritrovò a vagare in sua compagnia per i corridoi del castello, sebbene la sua mente fosse concentrata altrove.

Ripensò alle parole del Guardiano della Nuvola dei Varia mentre un dubbio ricorrente echeggiava nella sua mente – Assassino o non assassino... è giusto uccidere così a sangue freddo qualcuno, anche se quel qualcuno è un nemico? Io... saprei fare lo stesso, se sapessi che qualcuno dei miei cari è in pericolo di vita? – continuava a chiedersi, pur perfettamente cosciente della risposta a tale domanda.

Ed era questo ciò che più la terrorizzava.

*

Erika schivò con agilità l'affondo della lancia di fiamma Tempesta di Yukiko, eseguendo una serie di salti mortali portandosi a distanza per poi, a mezz'aria, alzare il braccio verso l'alto nella sua direzione urlando – Ice Blades! – generando una sequenza di lame di ghiaccio in direzione della ragazza, la quale riconvertì la lancia in uno scudo spartano che conficcò nel terreno in modo da fargli avere il più stabilità possibile e con cui riuscì a bloccare l'avanzata del colpo, avvertendo poi un movimento dietro di sé e generando una spada corta che mosse dietro la propria schiena bloccando efficacemente l'affondo del pugnale di ghiaccio di Erika, che abbandonò l'arma saltando con agilità a distanza di sicurezza proprio un istante prima che Yukiko, con l'altra mano, riconvertisse lo scudo in una lama di fiamme sferrando un fendente nell'esatto punto dove una frazione di secondo prima c'era stato il suo collo.

Successivamente a questo terribile scambio di colpi, Yukiko sorrise – Però...! Ti muovi piuttosto bene per essere stata messa con il culo per terra da Lily-chan senza nemmeno utilizzare l'Hell Gear qualche ora fa! – commentò sarcastica provocando la sua avversaria, che si limitò a chiedere – ... e tu come lo sai che non ha usato l'Hell Gear, dato che eri imprigionata nel ghiaccio?! – con espressione beffarda, avvampando dalla rabbia quando Yukiko le rispose con tono disinvolto – Non lo sapevo, ma me l'hai appena confermato – sorridendo raggiante alla vista dell'espressione furente che le rivolse la ragazza.

Scoprendo i denti come un predatore prima dell'agguato, Erika esclamò – Ma prego, prendimi pure in giro finché puoi... tanto le migliori risate me le farò io alla fine, dopo che ti avrò trasformato in una granita! – alzando solenne il braccio destro verso l'alto – Cloni Glaciali! – urlò in italiano, scatenando una vera e propria tormenta di neve che via via andava a condensarsi in vari punti assumendo un aspetto umano via via sempre più definito, fino a replicare in tutto e per tutto l'Erika originale nel momento in cui la tempesta fu dissolta: a quel punto, tutte le copie esclamarono all'unisono con la voce dell'originale – All'attacco! – scagliandosi contro Yukiko armate fino ai denti con armi glaciali.

Rimasta immobile per tutto il tempo, Yukiko mormorò con il sorriso di chi ha la vittoria in pugno – Scopro la mia carta trappola! Campo Minato! – pronunciando l'ultima parola in italiano nello stesso istante in cui il terreno sotto i piedi dei cloni detonava in più punti sprigionando una potentissima fiamma Tempesta, riducendo in pezzi l'armata e ferendo di striscio la stessa Erika, che si ritrovò sbalzata a terra con una dolorosa scottatura al volto e l'espressione di chi ha appena capito di essere con le spalle al muro – Im... impossibile...! I miei Cloni... spazzati via così facilmente...?! – mormorò sconvolta, distogliendo momentaneamente lo sguardo da Yukiko e ritrovandosela davanti all'improvviso con un sussulto – Davvero credevi che nell'ultima mezz'ora mi fossi limitata a difendermi dalle tue mosse? In verità il mio piano era proprio di preparare un attacco a cui nemmeno tu potevi sfuggire: sei incredibilmente forte, decisamente più di me, ma a quanto pare ti sono superiore in quanto strategia – dichiarò con un sorriso vittorioso puntandole alla gola un coltello militare da combattimento forgiato con la fiamma – E ora... che ne dici di piantarla di oppormi resistenza e di dirmi dov'è quel vecchio bastardo che tanto venerate? Prometto di non farti male, dopotutto il mio obbiettivo è fermare lui, non sfigurare il tuo bel faccino – domandò con freddezza.

Erika rimase immobile, mantenendo la testa bassa e lo sguardo perso nel vuoto con un'ombra a oscurarle il volto: poi, improvvisamente, un'idea le balenò nella testa... un'idea capace di ribaltare le carte in gioco.

– Hey, Eleanoire... è pietà, questa? Cos'è, ti sei rammollita, forse? – mormorò con un ghigno la ragazza, alzando la testa in modo da poterla guardare negli occhi con espressione maligna: udendo quel nome, Yukiko ebbe una reazione spaventata, indietreggiando di riflesso urlando – C-cosa...? Come... come conosci quel nome?! – e abbassando la guardia quel tanto che bastò ad Erika per afferrare l'arma con cui era stata minacciata ed esclamare – Permafrost! – causando l'immediata congelamento dell'arma stessa e del braccio che la impugnava, provocando una dolorosissima scottatura da freddo alla ragazza, che crollò in ginocchio portandosi una mano al braccio ferito volgendo uno sguardo d'odio all'avversaria che ora le puntava una lancia di ghiaccio alla testa – Dicevi qualcosa riguardo "l'essere più abile di me nelle strategie", dico bene? Ahahahah! Povera Eleanoire... non mi sbagliavo poco fa, ti sei davvero rammollita! Abbassare la guardia così ad un passo dalla vittoria... patetico. Veramente patetico – disse con freddezza, avvicinando l'arma fino a farne sentire il contatto con la pelle – Bene bene... hai due scelte ora, ovvero svelarmi nei dettagli il vostro piano d'azione, oppure... morire – disse con calma, sorridendo soddisfatta per il modo in cui si erano evolute le cose.

Mordendosi il labbro inferiore, Yukiko si maledì per la sua stupidità: il suo piano era ormai fallito.

Per cui, non le restava altro da fare – Ok, va bene: mi arrendo. Ti dirò... tutto – disse con tono furioso Yukiko.

Udendo tali parole, gli occhi di Erika si illuminarono – Wooow, assurdo, sei davvero diversa da quello che avevo sentito dire! Avanti, spiegami tutto senza tralasciare alcun dettaglio – sibilò, preparandosi ad affondare l'arma talora si fosse rivelato un bluff: tuttavia, Yukiko la guardò dritta negli occhi – Ad una condizione però. Il nome di prima... voglio che mi spieghi cosa sai – ordinò cupa: leggermente indispettita per lo sguardo per nulla adatto ad una persona sconfitta, sospirò profondamente prima di replicare – E va bene, te lo concederò. Ma se dopo non mi dirai nulla, giuro che ti trasformo in uno spiedino. Sono stata chiara? Bene. Yukiko Amane... pseudonimo di Eleanoire Amane, l'assassina prodigio un tempo tenuta d'occhio come quasi certa successore dell'attuale Guardiano della Tempesta dei Varia, Belphegor, nonché sorella di Red Rain alias Andrea Amane, l'attuale Guardiano della Nuvola dei Varia. Si, so tutto di te, mia cara... anche se, una volta scoperto il tuo vero nome, dubito ci sia qualcuno al mondo che non ti conosca – e s'interruppe solo per bearsi dello sguardo vuoto e ricoperto dal rimorso che comparve sulla faccia della sua avversaria, per poi continuare – D'altronde, chi non conosce il nome di "Eleanoire la Tempesta"? La bambina sicario che a soli 9 anni si fece un nome nella malavita, essendo in grado di portare a termine qualunque uccisione commissionata elaborando piani capaci di risultare complessissimi anche per la mente dei veterani, lasciandosi dietro di sé montagne di cadaveri esattamente come una tempesta... sì, davvero molto interessante, sarei onorata di aver potuto conoscere una tale... celebrità, se solo non fossi diventata la rammollita che sei ora – altra pausa, questa volta per rivolgerle uno sguardo sprezzante – Quanto a COME sono venuta a conoscenza di tutto questo, beh... se davvero sapete così tante cose di noi grazie ad una USB rubata a Nemy, dovreste aver compreso le capacità di raccolta di informazioni che possiede quella ragazzina, no? Credevi davvero che non avrebbe scoperto una cosa così semplice come la tua vera identità? O credi che tagliarti i capelli ed aver messo su qualche misura in più di seno basti a cancellare il tuo passato? – mormorò, tentando un assalto psicologico sulla ragazza – Quante famiglie hai distrutto in cambio di denaro? E quante vite hai spezzato? Non importa quanto ci provi, non potrai mai cancellare ciò che hai fatto... mostro – concluse, enfatizzando la parola finale.

Una densa ombra era calata sul volto di Yukiko, la quale era rimasta in silenzio per tutto il tempo: poi, improvvisamente, un lugubre sorriso distorse la sua bocca – Pfft... mostro, uh? Buffo... fu la stessa cosa che dissi a lui, quel giorno – mormorò tetra – Lo ricordo come se fosse successo ieri: quella volta il mio incarico prevedeva l'eliminazione di un essere che stava sterminando qualsiasi famiglia avesse avuto contatti diretti con la defunta famiglia Estraneo... e fu allora che incontrai Kuro-kun, o meglio, XY121013. Quando vidi questo strano essere a metà fra un uomo ed un gatto, coperto di sporco e sangue, mi venne spontaneo definirlo col termine di "mostro". E sai lui cosa rispose...? – disse Yukiko, continuando prima che Erika potesse rispondere – Mi disse "dici così, ma le tue mani sono sporche di sangue tanto quanto le mie... questo vuol dire che sei un mostro come me?" – la voce di Yukiko si spezzò – Lui... con una sola, singola frase di una semplicità disarmante, spezzò la corazza che mi ero creata per non guardarmi alle spalle e mi costrinse a farlo. Tutt'ora li vedo in sogno, sai? Le montagne di cadaveri che mi sono lasciata dietro, e tutte le vite che ho spezzato. Ma lui... lui mi ha salvata – alzò lo sguardo, guardandola con occhi gonfi di lacrime – Lui... mi si è avvicinato e mi ha porto la mano, dicendomi con un sorriso "Dunque, se siamo entrambi mostri... perché non collaboriamo per diventare persone, nya?". Ha offerto il suo aiuto... ha voluto aiutare una come me! – ormai le lacrime scendevano senza sosta – Lui mi ha accettato per quella che ero, e mi ama per quella che sono diventata... e così vale per la mia Famiglia, per i miei... amici. E se tu pensi che basti puntarmi una lancia alla testa per sottomettermi e spingerli a tradirli... – lo sguardo di Yukiko si riaccese improvvisamente – ... vuol dire che tra noi due quella patetica sei tu. Ellyk... Reverse Gear! – ordinò alla propria Spirit, la quale per la prima volta sgranò gli occhi in un'espressione di sorpresa – W-woooow! Ok, padroncina! FINALMENTE SI GIOCA! – disattivando Ephestous e sigillandolo dentro di sé.

Poi, prima che Erika potesse muovere un muscolo, un immenso bagliore irradiò la stanza, accecandola momentaneamente garantendo a Yukiko il secondo che le servì a rotolare a distanza di sicurezza mentre Ellyk si posava al suolo: poco dopo, una colossale fiamma Tempesta si sprigionò dal suo corpo, mentre cresceva di dimensioni fino a divenire una vera e propria Inugami di circa 4 metri formata da fiamma Tempesta solidificata, dalla stessa resistenza delle armi create da Ephestous ma decisamente più elastica, e lo sguardo degno di un leone affamato.

Erika indietreggiò lentamente in preda al panico incapace di distogliere gli occhi dalla fiera, mentre Yukiko con semplicità spiegava – Quando Vittorie-chan e Rajiv-kun hanno accennato al fatto che "gli Spirit d'ora in poi potranno combattere con noi" nessuno ha capito cosa realmente intendessero dire... tranne me. Sarai confusa, per cui permettimi di spiegarti brevemente cos'è successo: il Reverse Gear è un'attivazione inversa di un Hell Gear, il quale invece di potenziare me fornisce energia alla mia Spirit, permettendole di scendere sul campo di battaglia in prima persona. Purtroppo, io non sono più in grado di combattere dato il braccio congelato, ma... mi chiedo se sarai in grado di resistere ad Inugami Ellyk nel pieno delle sue forze, considerando che sarai sicuramente stanca dopo aver combattuto con me tutto quel tempo. Beh, che dire... divertitevi! – concluse schioccando le dita con un sorrisetto malefico stampato sul volto.

Prima ancora che Erika potesse reagire in un qualsiasi modo, Ellyk si avventò con ferocia su di lei azzannandole il braccio destro e scagliandola a mezz'aria, per poi atterrarla violentemente con una zampata a terra che le fratturò qualche costola provocandone l'immediato svenimento: a quel punto, Ellyk si lanciò di corsa verso Yukiko leccando il ghiaccio che le teneva imprigionato l'arto sciogliendolo con facilità fino a liberarlo.

Purtroppo, il congelamento pareva averlo seriamente danneggiato – Cazzo...! Fa malissimo! Quella stronza ci è andata giù pesante, eh...? Dai, Ellyk, disattiva il Reverse Gear – ordinò, ottenendo l'immediata risposta da parte della Spirit – Va bene, padroncina... però la prossima volta mi trovi un giocattolo più resistente, per favore, questo si è rotto subito – commentò in tono deluso, tornando alle sue fattezze per poi sparire all'interno dell'Hell Gear, e a quel punto a Yukiko non restò altro da fare che voltarsi ed avviarsi nel corridoio per proseguire nella speranza di incontrare qualcuno dei suoi alleati, dando le spalle al corpo privo di sensi di Erika.

E questo fu il suo più grande errore – Male... detta... – mormorò con un fil di voce la ragazza, incapace di rialzarsi e riuscendo a malapena a muovere il braccio – Quindi... il tuo Hell Gear... è quella forcina per capelli, vero...? Bene... questo è... l'ultima cosa che posso fare... per proteggere Lord Augustus... – disse debolmente prendendo la mira e scagliando un'ultima, velocissima scheggia di ghiaccio che centrò con precisione millimetrica la sfera avvolta dai rovi al centro della forcina infrangendola in mille pezzi che ricaddero al suolo nello stesso momento in cui anche il braccio di Erika crollava spossato a terra: immediatamente, Yukiko udì una sequela di voci demoniache sovrapposte fuoriuscire da ciò che restava del suo Hell Gear infranto mentre le anime che lo abitavano svanivano nel nulla.

Le ci volle qualche secondo per realizzare cosa fosse successo: poi, con orrore, rimosse dai capelli la forcina e constatò il danno, crollando in ginocchio e richiamando più volte il nome di Ellyk senza ottenere risposta da parte della Spirit, abbandonandosi infine ad un urlo disperato sentendosi per la prima volta in vita sua realmente vulnerabile.

*

L'aveva cercato per almeno una decina di minuti, e finalmente eccolo lì: Kurai aveva esitato ad imboccare un bivio, non conscio del fatto che Ryan fosse sulle sue tracce, e ciò aveva consentito al ragazzo di raggiungerlo.

Dopo qualche ulteriore attimo Kurai imboccò la strada a destra, inconscio del fatto che conducesse ad un vicolo cieco ed inconsapevole del fatto che il nemico gli fosse alle calcagna: la nube di sabbia sospesa a mezz'aria assunse per un momento le fattezze di un volto ghignante, appena prima di lanciarsi all'inseguimento del giovane, ignaro Boss.


 

   
 
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