Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: BlackPearl    14/06/2009    11 recensioni
[...] Durante il tragitto mi impongo di restare calma; keep calm, relax and breathe, non sarà niente di che, una stretta di mano e via. Forza.
< E' nervosa, Pen? Non muoia, quando lo incontrerà, mi raccomando.>
< Mh.>
< Suvvia, non è niente di che. Si tratterà di stargli premuta addosso, sussurrando parole al suo orecchio, seguendolo ovunque per..>
< Jon, la prego. E' già abbastanza difficile così.> [...]

Perchè essere l'interprete di Orlando Bloom non capita tutti i giorni.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap 3
Curriculum vitae
Capitolo cinque






#Waiting for your call I'm sick, call I'm angry..#
Mmhh...
Qualcosa mi dice che dovrei aprire gli occhi.
#Listening, to the song we used to sing..#
No, non sto sognando. Accidenti.
#Do you remember Butterfly, Early Summer..#
Oh, dai, ancora cinque minuti...
La mia mano va automaticamente sul comodino, come a voler fermare questo coro infernale. Quando, però, si scontra con un oggetto metallico che vibra e suona, qualche sinapsi benigna decide di compiere il suo dovere, e finalmente apro gli occhi.
#'cause I was born, to tell you I love you..#
Oddio. Your Call. E' Orlando.
'Caspita vuole alle 5.20 del mattino?!
< Che vuoi?> Biascico, assonnata.
< Ci avrei scommesso un milione di dollari che stavi ancora dormendo!> Dice, tutto allegro e pimpante.
< Ma che..?>
< Forza, Sleeping Beauty, gli aerei non aspettano, sai?>
Aerei? Che diavolo c'entrano gli..?
OH.
Oh, cielo, il volo per Roma!
Balzo in piedi con uno scatto degno di un maestro di Kung Fu e corro in bagno, con la testa che mi gira leggermente.
< A che ora è?> Chiedo, mentre faccio pipì, il più silenziosamente possibile.
< Dovremmo essere lì
tra circa quaranta minuti >
< COSA?!> Urlo, in preda al panico.
< Non preoccuparti, è il London City: un quarto d'ora da casa tua, facendo una corsa. Sono già quì fuori.>
Spalanco occhi e bocca e corro ad affacciarmi in cucina. E lo vedo, bello come un Dio greco appoggiato alla moto.
Mi saluta con la mano.
< Uh, sembri una leonessa, tutta scarmigliata>
< Idiota>
< Grazie> Replica, e sento un sorriso nella sua voce.
Fermi un secondo. Ho detto moto, prima?
< Sei con la moto!>
< Uh-uh. Cento punti per aver indovinato> Sfotte pure.
< Ohhh!> Sbuffo dal naso, senza aggiungere altro.
< La tua amica dorme?>
< No, sta guardando un video-corso di decoupage, tu che dici?!>
< Dio mio come sei acida!>
Mi passo una mano sul viso. < Scusa, sono alquanto intrattabile la mattina. Specie quando mi alzo tre ore prima del solito>
Scuoto la testa, nel tentativo di concentrarmi sui vestiti da mettere piuttosto che sulla voce di Orlando.
Che poi è assurdo parlare al telefono quando lui è sotto casa.
< Perchè non entri?> Mi sento chiedere.
< Ahm.. ok. Se non è un problema. Non è che mi aspetti con una mannaia?>
Rido, immaginando la scena. < No, scemo. Vieni, dai>
Gli apro la porta, ancora in pigiama. Sono molto fiera del mio pigiama con le Superchicche.
Appena mi vede un sorriso gli illumina il viso. (Nonostante abbia l'aspetto di un panda, con questi occhi gonfi. Dovrebbe scappare via urlando.)
Mormora un < Ciao> ancora col telefono attaccato all'orecchio.
Gli mollo un bacino veloce sulla guancia. Non ho potuto farne a meno.
Richiudo la porta alle sue spalle, e lo vedo guardarsi attorno, incuriosito.
< Cerca di non fare troppo rumore, Bloom> Poso il cellulare accanto alle chiavi di casa. < Se mi vuoi, beh, sono di là. La casa è questa quindi.. non ti puoi perdere> Sorrido.
< Corri, dai. Non abbiamo tutta la mattina> Mi ricorda lui, pacato.
< Uh, già> Scompaio velocemente nel corridoio. Controllo un attimo la stanza di Veronica. Se si alzasse e vedesse Orlando in casa a quest'ora, le verrebbe un ictus.
No, dorme placidamente.
Dunque dunque.
Vestitino beige o nero? Fantasia o tinta unita?
Mi affaccio nel corridoio. < Psss, che tempo fa in Italia?> Bisbiglio, sperando che mi senta. Pochi secondi dopo appare nel mio campo visivo.
< Caldo> Annuisce.
< Vieni un momento, ti spiace?> Lo squadro per bene mentre viene verso di me, in punta di piedi. Dio mio, Orlando e stile stanno proprio in due mondi diversi.
Gli metto davanti due vestiti. < Scegli>
Lui ne indica uno, e io lo scarto. Mi guarda sorpreso. < Non dovresti scartare l'altro?>
< No, perchè vuol dire che è il migliore. Sai, non vai molto d'accordo con la moda e le cose così.> Rifletto. < Eppure stai con Miranda. Strano. Oh, togliti quella sciarpa! Ti pare che uno va in giro a mezze maniche e con una sciarpa invernale?>
< Ho mal di gola, Miss Moda> Mi fa il verso.
Alzo gli occhi al cielo e sorrido. < Ok, vado in bagno a lavarmi e a infilare questo - alzo il vestito - tu fai come se fossi a casa tua.> Chiudo la porta del bagno, e sento che si siede sul letto.
Cerco di lavarmi e vestirmi il più velocemente possibile.
Quando esco, è ancora seduto sul letto, con lo sguardo fisso davanti a sè. Ovvero, si guarda allo specchio. Ma ha lo sguardo lontano.
Mi metto proprio davanti a lui, per truccarmi un po' e pettinarmi. < C'è un altro specchio vicino all'armadio, se vuoi. Quello della toeletta mi serve> Dico, ridacchiando.
Finalmente si alza, e viene proprio vicino a me. Mi osserva attentamente, mentre metto un filo di eyeliner e di rimmel.
Non capisco cos'abbia da guardare.
< Quanto manca?> Chiedo, giusto per costringerlo a rivolgere lo sguardo altrove.
< Dieci minuti>
< Allora i capelli li sistemo in aereo, dai. Andiamo> Lui annuisce e si avvia verso l'ingresso.
Lascio un breve biglietto a Veronica: volo Italia, trasmissione televisiva, torno stasera. Baci, Pen. Ci mancano solo gli "STOP" ed è un telegramma in piena regola.
Prendo la borsa e.. all right, si parte.

***

Sollevo gli occhi dal fascicolo che ho tra le mani. Orlando guarda distratto il panorama romano dal finestrino del taxi che ci porta agli studi televisivi.
A quanto pare, questo programma è un programma di intrattenimento a tema sportivo. Si chiama Quelli che.. il calcio, condotto da una certa Simona Ventura. Ogni tanto ospita personaggi famosi, per lo più italiani, ma c'era bisogno di alzare l'audience e quindi hanno chiamato Orlando.
Bah, spero solo che questa tipa non faccia cose avventate tipo baciarlo come successe al Festival di Sanremo. Le stacco la testa a morsi.
Ehm..
Contegno, Penny.
Quando arriviamo a destinazione, ad accoglierci c'è una folla di fan appostate proprio davanti all'entrata secondaria. Speravamo di fregarle, ma le fan devono avere tipo qualche super potere o cose così. Sono sempre al posto giusto nel momento giusto.
Orlando fa un bel respiro e prende a dispensare sorrisi e autografi. Io lo aspetto vicino alla porta, attenta a ogni suo movimento.
< Mi scusi, è lei Penelope Cabey?> Una voce italiana alle mie spalle mi fa sobbalzare.
E' un tizio che indossa un paio di grosse cuffie con microfono attaccato.

< Sì, sono io> Confermo.
< Bene. Mi segua, la signora Ventura vuole parlarle>
Lancio un'ultima occhiata a Orlando, immerso nella folla, e di malavoglia vado dietro a questo tipo.
Saluto la conduttrice con una stretta di mano, e mi arriva una zaffata di profumo decisamente pacchiano addosso. Arriccio il naso, disgustata.
Lei mi spiega alcune cose del programma, e mi parla come se fossi una ritardata che non capisce niente. Cerca di mischiare un po' del suo inglese scolastico, con scarsi risultati.
< Guardi che la capisco benissimo, e non c'è bisogno che mi parli come se fossi una bambina> Sorrido, serafica.
Lei mi guarda accigliata. Continuo a sorridere.
Nel mentre, passa una ragazza con un beauty case in mano, e la Ventura la ferma poco gentilmente. < Scusa, mi ripassi il lucido? Sai com'è, c'è un bel tocco di gnocco che sta per arrivare. Voglio essere impeccabile. Non si sa mai> Ammicca. < E poi un'altra spruzzata di profumo, cortesemente>
Oh, no, basta profumo, per l'amor del cielo!
E poi, vorrei dirle, Orlando non ti cagherà di striscio, brutta megera. Inutile perdere tempo con trucco e parrucco.
E come si permette di chiamarlo tocco di gnocco?! Argh!
< Se vuoi puoi leggere in anticipo le domande che farò, magari hai meno difficoltà..> Dice, rivolta a me.
Alzo un sopracciglio e sento che sto davvero per sputarle in un occhio.
Ma crede che Orlando Bloom avrebbe assunto un'interprete incompetente?
Signore aiutami tu, io do di matto.
A salvarmi - o meglio, a salvarla - è il tizio di prima, che ci avverte che tra sette minuti si va in onda.
La Ventura mi lancia un'occhiata di sufficienza, e va al centro dello studio.
Io resto dietro le quinte a guardarla in cagnesco.
< Sembri furiosa> Mi sussurra una voce all'orecchio. La voce.
< Non la sopporto> Mormoro, tra i denti.
< Beh, allora andiamocene>
< Che? Sei impazzito?>
< Se la odi tu non sarà simpatica neanche a me, per cui direi di tagliare la corda> Sembra fare sul serio.
< Oh, Gesù>
< Non mi va di fare un'intervista con un'antipatica cozza abbronzata>
Mormora, con una smorfia di disappunto che gli increspa le labbra sottili.
Non potevo stare zitta, vero?
< Orlando. Se Jon sapesse che tu hai dato buca a una trasmissione solo perchè io ti ho detto che la conduttrice è antipatica mi licenzia in mezzo secondo preciso. Lo sai, vero?>
< L'ultima cosa che voglio è che tu venga licenziata> 
< Ecco, appunto. Perciò, ora aspetta che lei ti chiami e poi entri in studio, da bravo> Gli sistemo un ricciolo ribelle.
< E finalmente è arrivato il momento di presentare il tanto atteso ospite di oggi, signore e signori, ORLANDO BLOOM!> Uno scroscio di applausi misti a urla quasi mi costringe a coprirmi le orecchie con le mani.
Seguo Orlando mentre fa il suo ingresso trionfale, agitando la mano per salutare. Sono esattamente due passi dietro di lui.
Si ferma a salutare la conduttrice, e con mia immensa soddisfazione vedo che anche lui storce il naso, per il profumo insopportabile.
Lei gli si struscia contro in una maniera quasi indegna. Lo tiene stretto come se fosse un orso di peluche. Povero Orlando.
Io resto sempre dietro, per evitare di avvicinarmi di nuovo. Fa accomodare Orlando sulla sedia, e poi si ricorda di me. Mi saluta con un cenno della testa, e dice < Grazie alla signorina per essere venuta a fare da interprete. Non che ce ne fosse proprio bisogno, però..>
Deglutisco. Magari se conto fino a dieci evito di prenderla a sgabellate. Giusto perchè non ho le mie matite con me, adesso.
< Allora, Orlando, bentornato in Italia! Ti piace il nostro paese?>
Traduco. Lui risponde: < Oh, amo l'Italia. E' uno dei paesi più belli che abbia mai visitato.. e Roma, specialmente, è una meraviglia> Sorride. Io prendo il microfono e spiego ciò che ha detto.
< Parliamo del tuo ultimo film. C'è qualcosa che puoi dirci in anticipo? Il trailer è molto interessante, ma vorremmo sapere qualcosa in più..>
Lui ascolta attentamente le traduzioni che gli sussurro all’orecchio. Di solito sono alle sue spalle, invece oggi siamo quasi faccia a faccia, quindi posso guardarlo negli occhi. Il che è una grande fonte di distrazione, ma credo di potercela fare.
Parlano per quasi un quarto d'ora di film e lavoro, poi - e ci avrei scommesso la testa - lei ovviamente gli chiede informazioni sulla vita sentimentale.
Mi costringo a tradurre che sì, sta frequentando la modella australiana Miranda Kerr. La piantana.
Però sono in crisi, vorrei aggiungere. Ma probabilmente sarebbe a mio sfavore, per cui ci ripenso.
Finalmente sento la megera dire < E' stato un vero piacere averti quì, Orlando>. Traduco con un sospiro di sollievo.
Tutti e tre ci alziamo, e lei come prima corre a stritolare Orlando, e gli molla pure un bacino sulla guancia. < Oh> Scoppia a ridere, notando di avergli lasciato un chilo e mezzo di rossetto sulla faccia. Si accinge a toglierlo col dito, ma il risultato è ancora peggiore. Ora ha metà faccia rossa. E brillantinata.
Mi porto una mano sulla fronte, disperata. Non ce la faccio più a vederlo così, in balia di lei. Devo fare qualcosa.
< Lo pulisco io, non si preoccupi> Sbotto, nervosa.
Lei mi fulmina con lo sguardo ma è costretta a lasciarci andare. < Ciao, alla prossima! E ora, abbiamo un collegamento con il..>
Spariamo dietro le quinte con la stessa velocità con cui siamo entrati.
La ragazza del beauty case mi porge una salviettina umida, così che posso ripulire la faccia a un Orlando scocciato e sbuffante.
< Dai, è finita. Smettila di sbuffare come un trenino. Ora prendiamo l'aereo e ce ne torniamo a casa.>
< Risposta sbagliata. Ora prendiamo l'aereo e andiamo a fare shopping>

***

< Sei sicuro di essere un comune mortale, sì?> Domando, guardando Orlando scettica mentre aspetta fuori dal camerino con tre vestiti in mano e un'aria curiosa.
< Solo perchè mi piace accompagnare le ragazze a far shopping? Ma dai, credo che chiunque dovrebbe farlo. Siete così carine quando vi guardate allo specchio, vi girate sessanta volte, esaminate l'indumento in ogni suo filo e alzate lo sguardo, sperando in un complimento da parte di qualcuno nelle vicinanze. Oppure quando vedete che vi va maluccio e sbarrate gli occhi, inorridite, e fuggite in camerino a togliervelo, sperando che nessuno vi abbia visto. E' divertente!>
Allungo il collo oltre la tenda e lo guardo stralunata. < Lo shopping ti ha dato alla testa.>
Lui sorride e fa per aprire la tenda. < Ok, ok, sto uscendo!>
Esco col tredicesimo vestito che provo, e faccio un giro su me stessa poco convinta.
E' troppo corto. E troppo scollato. Cioè, no, dai. Dove vado con questo coso?
Guardo Orlando, titubante, in attesa di un cenno or something else.
< E' microscopico> Dice, infine.
< Abbastanza, sì. Mi mette un po' a disagio.>
< E allora no, dai. Prova questo. Anche se è più o meno uguale>
Lo metto in fretta ed esco scuotendo la testa. < Se arriva un po' di vento sono nuda, in pratica>
< Effettivamente..> Conferma il mio consulente. Mi porge il penultimo vestito, decisamente più lungo. Molto, molto bello. Solo che mi sa c'è bisogno di tipo mezzo chilo di tette in più.
No, infatti. Non mi piace. Orlando è d'accordo.
Vediamo l'ultimo, va. Sono esausta..
Accidenti.
Bello.
Resto a guardarmi nello specchio del camerino per diversi minuti.
< Ehi, hai fatto?>
< Ehm.. sì. No, cioè. In verità non saprei se sia il caso..>
< Lascia giudicare a me, dai>
Va bene. L'ha voluto lui. Tadàn.
 
< Wow> Dice, dopo aver radiografato ogni centimetro del mio corpo. < E' perfetto>
< Dici sul serio?> Mi giro, e faccio tre passi indietro. Mi pare di sfilare.
< Sì. Assolutamente. E' lui.> Annuisce, convinto.
< Ok, allora mi cambio e andiamo>
Chiudo la tenda e resto a guardarmi ancora un po', immaginando la serata.
Chissà che succederà stasera. E chissà che succederà alla premiere. Non so, ma sento aria di cambiamenti.
Bah, bando alle ciance. Orlando già ha aspettato troppo, sant'uomo.
Apro la cerniera e sfilo il vestito, con molta delicatezza. Sto mettendo il reggiseno quando l'Omo apre improvvisamente la tenda, infilando la testa dentro: < Ehi, vuoi darlo a m-? Oddio, scusa!>
La richiude subito mentre io assumo una tonalità scarlatta. E certo, ci mancava solo che mi vedesse mezza nuda. Cos'altro può succedere ora?
Infilo i jeans e la canotta, alla svelta. Fa un gran caldo, quì dentro.
Mi precipito fuori col vestito in mano, evitando accuratamente lo sguardo di Orlando. Lui mi segue docile alla cassa, dove insiste per pagare, mentre affida gli altri vestiti a una commessa che va a rimetterli al loro posto.
< Buona serata, a rivederla!>
Esco dal negozio trionfante e su di giri, con le mani serrate attorno ai cordoncini della busta. Ok, mi sa che devo smetterla di camminare senza meta e decidermi invece a ringraziare Orlando.
Su, non è stata una tragedia. Male che vada incespico con le parole e arrossisco dalla testa ai piedi. Già mi è capitato.
Uno, due, tre.. < Grazie, Orlando. Davvero.>
Lui punta lo sguardo nel mio, e io accenno un sorriso.
< Scusa per prima, non volevo. Sul serio.> Si passa una mano tra i capelli, imbarazzato.
< Oh, non preoccuparti. Sono cose che capitano> Quasi mai, ma capitano.
Andiamo verso la sua auto, dove poso la busta col vestito e le scarpe. Non so se chiudere la porta o entrare, visto che anche lui mi guarda indeciso.
Poi, parla: < Hai da fare o resti ancora un po' con me?>
Ma che domande.
E' vero che devo lottare minuto dopo minuto con un infarto che è sempre pronto ad assalirmi, viste le tue occhiate, le tue parole e semplicemente la tua presenza, ma sono ben lieta di rischiare. No problem, really.
< Resto volentieri>
Camminiamo fianco a fianco, e sento il bisogno di un.. contatto. Un abbraccio, una stretta di mano, qualsiasi cosa. E poi c'è il suo profumo che non vuole saperne di uscire dal mio naso. Mi attira inevitabilmente e mi fa venir voglia di avvicinarmi e stringerlo forte. E di certo la notte e il buio non aiutano.
Dio, sto impazzendo.
Forse è meglio che mi allontani un po'.
Facciamo tre passi, in silenzio, io immersa in mille pensieri. I soliti mille pensieri. A riscuotermi, lo squillo del cellulare. Il mio.
< Oh, è Jon> Dico, mentre lo porto all'orecchio.  Ora comincerà a fare allusioni e/o battutine su di noi. Sicuro.
< Ciao, carissima>
< Ciao, come va?>
< Benissimo, grazie. Sei con Orlando? Ho visto la diretta del programma, stamattina. Bravissima, come sempre>
< Oh. Grazie. Sì, sono con lui.>
< Ho interrotto qualcosa, per caso? Birbantelli>
Ecco, che vi dicevo?
< No, macchè. Ehm.. devi dirgli niente?>
< Mhmm.. sì, volevo ricordargli che questa è la dodicesima notte. Solo questo>
Inarco le sopracciglia, senza capire. < Oh>
< Lui capirà.> Conclude, interrompendo la telefonata.
< Ma..> Guardo il display del telefono, sorpresa. E' modo di concludere una conversazione? Per di più assurda?
< Che ha detto?> Domanda Orlando, mettendosi di fronte a me.
< Che questa è la dodicesima notte> Ripeto, con un punto interrogativo stampato in faccia.
Segue un silenzio imbarazzante durante il quale non smettiamo di guardarci. Mi guarda così profondamente che non so per quanto ancora riuscirò a sostenere lo sguardo.
< Che vuol dire?> Gli chiedo. E' più forte di me, devo sapere.
Lui sospira, e va verso una panchina poco lontana. Cos'è, non posso saperlo? Dopotutto me l'ha detto Jon. Cioè, l'ha detto a me. Avrebbe potuto dirlo direttamente a lui, e problema risolto.
No?
Mi siedo accanto a lui, aspettando in silenzio.
Ha i gomiti sulle ginocchia e le mani sul viso, espressione alquanto sofferente. Ma che diamine succede? Qualcuno si degna di spiegarmi?
< E' un qualcosa a cui ci riferiamo, in termini di lavoro. Quando lavori a stretto contatto con una persona. E' come il settimo anno di matrimonio, o qualcosa del genere. Se superi quella e ne esci indenne, allora è tutto a posto.>
I pezzi del puzzle sembrano improvvisamente incastrarsi al posto giusto, nella mia testa.
< E qualcosa mi dice che quella brutta esperienza legata alla scorsa interprete ha a che fare con questo, vero?>
< Mh mh>
Attendo altre spiegazioni, che non tardano ad arrivare.
< E' stato un gran bel casino, l'anno scorso. Poteva succedere un guaio.> Comincia, e noto lo sguardo lontano, quello di chi si sforza di ricordare. < Ci conoscevamo da poco, lei era una gran bella ragazza, e io mi ero appena fidanzato con Miranda.>
Sempre in mezzo quella, oh.
< Questa ragazza, Megan, si era dimostrata subito brava nel suo lavoro, ma anche decisamente appiccicosa, di quelle che non te le scolli da dosso in nessun modo. E una notte, la dodicesima notte, appunto, mentre eravamo in una camera d'albergo a ripassare degli appunti, mi offrì un drink e ci mise qualcosa dentro.> Mi lancia un'occhiata eloquente.
Deglutisco, incredula. La gente è pazza sul serio. Proprio fuori di testa.
< Ovviamente ero fuori di me, e non sto quì a dirti che combinai quella notte.> Un brivido gli percorre la schiena, al ricordo.
< Non so quanti soldi ho sborsato per far tacere tutti - continua - e quando dico tutti, intendo un sacco di gente>
< E lei? Che fine ha fatto?>
< Lei è stata denunciata, e in tribunale ha perfino avuto la faccia tosta di insinuare che io l'avessi violentata>
< Mio Dio> Non ho parole.
< Già> Non oso immaginare che casino abbia fatto Miranda. Ora capisco perchè ci odia tutte.
< Mi.. mi dispiace> Faccio per posargli una mano sulla spalla, ma la ritraggo quasi subito. Lui se ne accorge e sorride.
< Si vedono subito le intenzioni di una persona. E le tue sono buone, nonostante tutto> Dice, con un'espressione divertita. 
< Ehi!> Gli do un buffetto sulla spalla. < Io sono un angioletto>
Lui scoppia a ridere. < Sì, certo!>
< Sei tu che provochi> Borbotto, indignata. Il che è vero. La mano dietro la schiena non me la sono sognata, l'altro giorno.
Mi osserva con una luce curiosa negli occhi color cioccolato.
< Sai, se non ci fossi stata tu, in serate come questa, non so dove sarei> Dice a me?
< Voglio dire, mi fa bene stare con te. Sei assolutamente imprevedibile, è vero, ma fa parte del tuo carattere. Sei spontanea. E poi arrossisci sempre.> Si lascia sfuggire una risatina.
< Se non dicessi cose come queste non arrossirei così spesso> Mormoro.
< Dai, non è poi così male. Mi fai sorridere. Anzi, se proprio devo dirlo, ho notato che non perdo mai il sorriso quando sono con te>
Gesù. Le cose stanno precipitando, me lo sento. Da dove sono uscite tutte queste frasi? No, devo fare qualcosa.
Tuttavia, l'altra parte di me, quella irrazionale, vorrebbe stare quì per sempre a sentirsi dire queste cose carinissime.
Ho il cuore in gola. Lo sentite anche voi, vero?
< Perchè hai lo sguardo terrorizzato? Ho detto qualcosa di sbagliato?>
Oh, Cristo.
< Non ti sfugge proprio niente, eh?> Ironizzo, con un tono vagamente isterico.
< Niente - continuo, e riprendo a correre con le parole, tipico comportamento di chi sta per dire qualcosa che non vorrebbe dire - è solo che.. un attimo prima parli della dodicesima notte, un attimo dopo mi riempi di complimenti, e in questo preciso attimo vorrei fare qualcosa ma non so cosa, e forse è meglio stare zitta e buona.>
Orlando mi guarda accigliato. Ma che ci posso fare se a volte parlo a vanvera? Lo so, mi hanno montata male. E poi, meglio dire cose senza senso che cose di cui mi pentirei.
< Ok, fai finta di niente - muovo la mano come a voler liquidare la faccenda - ahm.. forse è meglio tornare a casa> Annuisco energicamente.
Guardo l'orologio. Sono solo le nove e mezza.
< Come desideri> Replica, con un sorriso.
Quando spegne il motore, davanti casa mia, resta a guardarmi per qualche minuto.
< Sei.. strana, stasera>
< Credo sia stata la storia di prima. Sì, ne sono convinta. Quindi, meglio andare a casa prima che dica qualcosa di stupido o equivoco che ti faccia pentire di avermi assunta.> Sorrido.
< Oh, non potrebbe succedere mai.>
E ci risiamo. Lo strano è lui, accidenti.
< Ci vediamo domani. Ti vengo a prendere alle sette.>
< Va benissimo. 'Notte, Boss> Sussurro, strappandogli un sorriso.
< 'Notte, principessa.>
I soliti tre o quattro battiti che partono.
Meglio allontanarmi prima di fare qualcosa di insensato.
Percorro il viale di casa sentendo il suo sguardo addosso, col cuore che non vuole saperne di fermarsi. Poi, sento che mi chiama.
Mi volto, e lo vedo venire verso di me. < Il vestito> Dice, porgendomi la busta.
Oh, cielo. Mi era venuto un colpo.
Ecco, e ora che faccio? Di nuovo immersi in un mare di imbarazzo, e senza salvagente.
Col pollice indico il portone dietro di me e biascico qualcosa tipo < Grazie, ora vado>. Lui annuisce e infila le mani in tasca.
Faccio due passi indietro, sempre rivolta verso di lui, e poi mi giro.
Una volta chiuso il portone mi ci appoggio con le spalle e cerco di respirare decentemente per rallentare il battito cardiaco.
Dio, l'avevo detto che c'era aria di cambiamenti.
Non credete anche voi?


continua...

~°~°~°~°~°~



E dopo tre mesi tondi tondi, torno ad aggiornare.
Scusate per il ritardo.
Che dire. Sono *abbastanza* soddisfatta di questo capitolo. In realtà può passare tranquillamente per un capitolo di transizione, ma è con questo che, diciamo, si evolve il rapporto tra Pen e Ob. Ed è finalmente svelato il mistero della vecchia interprete è_é.
E poi nel prossimo c'è la premiere *O*
Ma non vi anticipo nulla. ù.ù

Dio, giuro che mentre scrivevo l'ultima parte il mio cuore perdeva battiti insieme a quello di Penny. Mi immedesimo troppo.

Ah, vorrei precisare che non volevo offendere Simona Ventura. Solo che non mi piace, ecco.
Orlando che ama l'Italia *-* Sarà sicuramente merito delle sette fan italiane dello scorso capitolo XD 
Come sempre, un grazie speciale a chi ha recensito e a chi ha aspettato pazientemente l'aggiornamento:


  • Ramona37: Scusa il ritardo, spero di essermi fatta perdonare! Grazie del tuo sostegno *-* Un bacione!
  • Doddy: Le tue minacce stavolta non hanno funzionato, hauahu xD Hai dovuto aspettare parecchio! Sì, dai, lo incontreremo l'Omo. Vedrai di sì. Magari non tutte insieme, ma ce la faremo. La speranza non muore mai(h). Ti lovvo tesora, sempre lieta di leggere le tue recensioni! Un abbraccione <3
  • Fede: Puoi chiamarmi Sa'. Mio Dio, giuro che ridevo come una scema leggendo la recensione. Cioè, tu scrivi una meraviglia anche quando recensisci xD Ma come si fa?! E comunque, chissene dei progetti di solidarietà nei confronti di Miranda. Con questa storia la odierai definitivamente, suppongo *fischietta vaga* Madò. Io mi commuovo se tu ti commuovi. E no, non sei pazza. Sei adorabile *-* Un bacio enorme, tesoro (L)
  • Kiki: Se proprio devi andare a casa sua, ruba lui, anzichè la moto. Posso assicurarti che è un ottimo affare xD Accie per i complimenti, baci!
  • Narja: Grazie, grazie, grazie. E guarda che tra loro ci sei anche tu. Non dimenticarlo, stella. Bacio!
  • Smemo92: Grazie *-* Jon in effetti non è proprio l'agente dei miei sogni, però è l'unico che - anche se non nel migliore dei modi - incoraggia il loro rapporto. Quindi, meglio tenerselo XD Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Alla prossima!
  • Stellysisley: Chiederò a Orlando se può fare una scappatella da te xD Non ti scusare! L'importante è che ti siano piaciuti! Un bacione!
  • LadyElizabeth: Sì, Pen si trattiene, ma io mi attaccherei a lui a tipo camicia di forza, chissenefrega xD Alla premiere ne vedremo delle belle. Sì. *Ehm.. non dovrei anticipare.* Però tu sei intelligente e l'hai capito, quindi, yes. Non resta che aspettare. Spero non altri tre mesi xD No, dai. Ho già in mente qualcosa. Un abbraccio Liz <3
  • KeLsey: *__* Non ti scusare per il ritardo.. e sììì, sta nascendo qualcosa. E' inevitabile. Aspettate ancora un pochino e finalmente avrete la soddisfazione di vederli insieme xD *Si cuce* Grazie del sostegno, un bacio grande grande!
  • L'ammore della mogliah: Ma che ti scusi, suvvia. Già è tanto che mi sopporti quando ti chiedo consulenze sui capitoli. Eddai. E poi te ne esci con queste recensioni *-* Stavo per piangere. Marò, ma deve accadere. Accadrà. Se, dopo tutti questi anni, si è avverato il sogno di andare nella City, si avvererà pure questo. Non importa quanto dovremo aspettare. Quello che ci lega è più resistente del tempo e delle distanze. Marò, quanto ti amo <3
  • Flow: Tutto ok col pc? :) Eh sì, quelle ragazze erano assolutamente pure e caste ù.ù Ma diciamocelo, è Orlando. A chi è che non vengono i pensieri impuri? xD Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Baci!

Ah, quanto vi adoro,

Sara.

   
 
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