Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Buck    16/07/2017    3 recensioni
Settimo anno ad Hogwarts per Lily Evans, la combriccola dei Malandrini, e tanti altri. L'ultimo, prima della Guerra che, già, inesorabile, avanza. Combattere o arrendersi? Vivere o morire? Tempo di scelte, mentre intorno tutto crolla. Pezzi che si sgretolano, e staccano. Imparare ad andare avanti, sempre. Come? Aggrappandosi all'amicizia, all'amore, a quel po' di normalità che resta.
Genere: Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo cinque

 

La prima settimana nella bella Hogwarts pare volare. Arriva presto domenica, carica di promesse. 

Il Castello, animato, brulica di vita più che mai. 

Gli studenti, approfittando del clima mite e di un sole pallido, abbandonano a frotte i Dormitori e si riversano nel parco. 

I più grandi improvvisano un Torneo di Quidditch, coinvolgendo le quattro Case, inclusa Serpeverde. 

In riva al lago, i meno avventurosi intavolano serrate sfide a Scacchi. Qui, il brusio di comandi scanditi forte si mischia alle vive proteste di pedoni ed alfieri recalcitranti. Bianchi e neri esultano e insorgono, comunque costretti ad ubbidire, chi a mangiare e chi a lasciarsi divorare. I pezzi martoriati con giubilo da festosi e violenti avversari si rifugiano gemendo dietro verdi ciuffi d’erba, in attesa che una nuova partita cominci. 

Dentro aule dimenticate, qualcuno gioca a Gobbiglie, e qualcun altro, in disparte, osserva affascinato parecchie decine di palline colorate rotolare e cozzare vicine.

C’è chi mangiucchia Cioccorane e dolci golosi, chi corre, chi dorme, chi si conosce, chi, dopo settimane, si ritrova con gioia, e riabbraccia una lieta quotidianità.

Capannelli di ragazze, tra i faggi, chiacchierano concitatamente dell’estate passata, di ragazzi, di novità. 

Pochi diligenti, chini sui libri, ultimano i compiti  assegnati. 

Remus siede con Lily, intenta a leggere un tomo spesso.

“James è entusiasta delle ronde. Dice che non l’hai ancora affatturato. Il che, ammettiamolo, è un evento. Suppongo tu ti sia limitata a fulminarlo e minacciarlo velatamente  in qualche occasione” commenta il ragazzo, divertito.

Lily solleva gli occhi al cielo, affrettandosi a posare il volume sul prato. 

“In effetti, riusciamo a collaborare. Strano, vero? Credo che abbiamo raggiunto una sorta di tacito compromesso: Potter non Schianta nessuno in mia presenza, ed io non Schianto lui”. 

Remus nasconde un sorriso. James e Lily ancora non lo sanno, ma questo è l’anno in cui si troveranno, e non si lasceranno più.

James, dopo tanti, meritati rifiuti, quasi non osa sperare di avere, infine, una chance di conquistare Lily Evans. 

Eppure, Lupin lo sente, in un modo o nell’altro le loro vite si incroceranno: è scritto nelle stelle.

Lily non dà giudizi affrettati sulle persone, non è solita trattarle superficialmente. La sua ben nota antipatia per James non è campata in aria e ingiustificata, affatto. 

James, mettendosi scioccamente in luce nella maniera più sbagliata, ha mostrato a Lily il peggio di sé. Negli anni, l’opinione negativa di Lily sul compagno Grifondoro si è rafforzata irrimediabilmente, specie dopo i G.UF.O. 

James Potter, Purosangue, ricco, bello, popolare, dannatamente bravo a Quidditch, tra i migliori studenti senza praticamente bisogno di studiare, conscio delle sue qualità, non ha smarrito occasione di sbandierarle al vento, di pavoneggiarsi tronfio. 

Lily, di contro, altrettanto brillante, benvoluta dai più, vanta un carattere per certi versi opposto: chiusa, discreta, non ama l’attenzione, ma preferisce l’invisibilità. Detesta i prepotenti, presunzione, arroganza e vanità. 

Sa da sempre che James, in fondo, non è cattivo, non nell’accezione più vera del termine, almeno, e lo ha ammesso anche di fronte a Piton, quando si sono salutati per sempre.

Tuttavia, James, non si può negarlo, è stato stupido ed infantile. 

Lui e Sirius hanno immediatamente eletto Piton, alias Mocciosus, bersaglio preferito di malandrinate, e lo hanno tormentato verbalmente e a colpi di incantesimi, innocenti, sì, non certo maledizioni, ma comunque un po’ crudeli.

Buffa la sorte: Lily ha preso a detestare James e Sirius per via di Severus. 

A difesa di James, va precisato che, all’epoca, non poteva prevedere di invaghirsi della migliore amica del suo acerrimo nemico. 

D’altronde, Lily è l’unica ragazza che si sia mai rivelata capace di tenere testa a James: senza sforzarsi neppure, ha cominciato a piacergli sul serio. 

Vorrei che Lily, potesse, per un  solo istante, mettersi nei miei panni. Vedrebbe James con occhi diversi: quelli di un’amicizia cementata e imperitura. Scoprirebbe che apparenza e realtà, tanto coincidenti in lei, in James non si corrispondono affatto. 

James, ultimamente, ha abbassato la cresta, ed è cresciuto, smussando i tratti peggiori del suo carattere, per lei. Non ha ammesso ancora i suoi sentimenti, neppure a Sirius, ma è chiaro a chiunque lo conosca abbastanza profondamente, che la sua non è una cotta passeggera, e che nella guerra che è e sarà, lui combatterà una battaglia più importante: quella per il cuore di una ragazza forte, dai lunghi capelli rossi e gli occhi giada brillanti.

Lily, a stretto contatto con lui, cederà, Remus è disposto a giurarlo, quanto è vero che è un Licantropo. Perché James è, sotto una scorza di mera esteriorità, un ragazzo gentile, un amico fidato, una persona sorprendentemente onesta, ed un uomo capace di grandi gesti per le persone che ama. 

Il primo settembre 1971, alla stazione di King’s Cross, là dove tutto inizia e finisce, finisce e inizia, un James appena undicenne, chioma scompigliata, occhiali storti e sguardo birichino ha, tra tanti, individuato e scelto Sirius come fratello per la vita, salvandolo da una famiglia che famiglia non è. 

James, di famiglia, ne ha creata una bellissima: i Malandrini. Senza indugio, ha tirato nella futura, inseparabile combriccola di combina guai il timido, grassoccio Peter, non talentuoso, non carismatico, ma amichevole e gentile. Infine, lui, Remus: James ha caparbiamente superato le sue resistenze, scavalcando ogni muro. Ha indovinato il suo essere Licantropo e, anziché allontanarlo, lo ha abbracciato più stretto, trascinando i tre con sè.

James, Sirius e Peter sono persino diventati Animaghi per lui. Remus, da che li conosce, si sente un po’ meno mostro e un po’ meno in colpa. Deve a Sirius, Peter e James, il collante dei Malandrini, la sua felicità.

“Lo rivaluterai, Lil” assicura Remus, serio. Lily, in genere, è carina con tutti, ma è difficile entrarle veramente nel cuore. Se però ci riesci, se ottieni la sua completa fiducia, è per sempre. James avrà da faticare ma, per Remus, merita la vittoria più bella. 

“Si è un po’ ridimensionato, sì, ma non penso che diventeremo improvvisamente buoni amici. Abbiamo troppi trascorsi” risponde Lily, scuotendo piano la testa “però, già riuscire a lavorare insieme e sopportarci civilmente, è un successo” aggiunge, arrotolando una ciocca di capelli tra le dita. 

Remus non la contraddice. C’è un tempo per ogni cosa, e ogni cosa ha il suo tempo. 

“Non ho avuto modo di domandartelo… come hai trascorso le vacanze?” chiede, sviando il discorso. Dati i recenti avvenimenti, gli attacchi sempre più frequenti, stragi e minacce, ai figli di Babbani è stato tassativamente proibito di inviare e ricevere posta, per questioni di sicurezza, perciò Remus e Lily non hanno avuto modo di tenersi in contatto, nei mesi estivi.

“Il solito. Petunia ha chiarito, di nuovo, che mi odia, e mi ha evitata il più possibile. Si vede con un tale che assomiglia terribilmente a Lumacorno in quanto a stazza, solo più ottuso, con un paio di baffi enormi e un naso da maiale”. La smorfia che accompagna la descrizione della giovane è tutta un programma. 

Remus ride piano. E’ uno dei pochi a conoscere la situazione di Lily, che tende a non aprirsi facilmente , ed è troppo orgogliosa per ammettere di soffrire.

“Lei ti vuole bene” dice soltanto. Lily non conferma e non smentisce.

“Tu, invece?”

“Niente di eclatante. Ho passato un paio di settimane alla tenuta dei Potter e, beh, puoi immaginare…”. 

Per qualche minuto, cala il silenzio. Non imbarazzato, né sgradito. Quieto. L’amicizia tra Remus e Lily è un’amicizia tra spiriti affini.

“Lil… hai rivisto Piton?” azzarda il Prefetto, conscio di toccare una ferita che non rimarginerà mai completamente.

“Ha provato a scusarsi, ancora. Si è presentato alla mia porta, con disappunto di mamma, che non lo ha mai sopportato” rivela la rossa, lievemente triste.

“Non lo hai perdonato” deduce Remus.

“No. Lui ha scelto la sua strada, io la mia. Severus e Mulciber e Nott e Avery e Rosier e gli altri Serpeverde della cerchia cui si è legato… non vedono l’ora di entrare nell’esercito di un folle”. Lily è accorata e dispiaciuta: avrebbe voluto salvarlo. Pure, è pronta ad incontrare Sev, l’amico di infanzia che le ha rivelato della magia, e l’ha introdotta in un mondo fatato e denso di fantastica beltà, dalla parte opposta della barricata, di nero vestito. Magari non domani, magari non dopo, ma accadrà: Lily lo ha messo in conto.

Remus la scruta con affetto. Lily è talmente Lily. Si chiede come la prenderebbe, se le confessasse che è un Licantropo. Gli vorrebbe ugualmente bene? Forse sì. Ma non ha il coraggio di rischiare di perdere la sua migliore amica. Dopo i Malandrini, Lily è la persona cui tenga di più, ad Hogwarts.

“Caposcuola Evans?” chiama un ragazzino del secondo anno di Grifondoro.

“Si?”

“Il professor Travers ti aspetta nel suo studio, per la punizione” balbetta il messaggero. 

Lily ringrazia e, malvolentieri, raccatta la borsa.

“Ci vediamo dopo, Rem” saluta, drizzando le spalle.

Remus la osserva allontanarsi a passo spedito, senza paura.

Quella camminata, priva di incertezze, l’incedere fiero, l’avrebbe accompagnata sin nelle braccia della Morte.

 

***

“Chi ha vinto, alla fine?” si informa Alice, in Sala Comune.  Lei e Frank hanno trascorso il pomeriggio ad Hogsmeade. Alice ne aveva bisogno: a volte, la paura di quello che sarà, la paralizza, ma quando Frank le tiene la mano, dimentica improvvisamente ogni problema, e torna ad essere Alice: svampita e felice. 

Mary, a pancia in giù sul tappeto rosso, sta descrivendo con dovizia di particolari la sfida a Quidditch tra Case. “Ovviamente, abbiamo vinto noi Grifoni! Ma Serpeverde è piuttosto forte” ammette malvolentieri. 

In settimana, Potter, in qualità di Capitano, ha tenuto le selezioni, e Mary le ha superate brillantemente. Non che qualcuno ne dubitasse. Lene, Lin, Alice e Lily sono scese a braccetto al campo, a tifare per lei, e le hanno regalato un paio di guanti nuovissimi, con incise le sue iniziali. Mary si è quasi commossa.

“A me e Lin è preso un colpo, quando quel Bolide ti ha quasi disarcionata dalla scopa” commenta la bella McKinnon, intenta a copiare il compito di Trasfigurazione di Lily in bella grafia. 

Emmeline rabbrividisce, due trecce biondo miele ad incorniciare lineamenti fini e ancora lievemente infantili. “Detesto il Quidditch” borbotta, occhieggiando al buco del ritratto.

Come invocata, finalmente Lily fa la sua comparsa. Inviperita. E’ quasi mezzanotte, e in Sala Comune sono rimaste soltanto loro quattro e, poco distanti, i Malandrini. 

“Ehi Evans! Allora davvero Travers riesce a farti infuriare più di me!” esclama James, dall’angolo che occupa abitualmente insieme ai suoi compari.

Lily si volge distrattamente nella sua direzione, gettando la tracolla a terra e accomodandosi accanto a Mary, che le porge un panino sgraffignato dalle Cucine.

“Non sai quanto, Potter” sibila, addentando il sandwich.

“Ti ha trattenuta sino a mezzanotte, di domenica?” inorridisce Sirius, che di castighi ne ha scontati a bizzeffe, ma mai in un giorno di festa, e tanto prolungati, per giunta.

Lily ringhia: “Già”. 

“Poteva almeno permetterti di venire a cena! Lily, non devi rispondergli più in classe, ignoralo e basta” si raccomanda Alice, passandosi lo smalto colorato sulle unghie, e ignorando il tossicchiare di Mary.

“Archivio di Gazza, Sala Trofei o sotterranei?” prova ad indovinare Lene, nominando tre delle punizioni più gettonate dai docenti.

Lily si irrigidisce impercettibilmente, passandosi il tovagliolo sulle labbra.

“Nessuna delle tre”.

Remus, insospettito da una sfumatura di disprezzo nel tono dell’amica, le si avvicina impercettibilmente. Mary le lancia una Cioccorana. Lene, razionale, chiede delucidazioni.

“Si Lily, sputa la rana”  la spalleggia Alice, soffiando sulle unghie appena laccate.

“Il rospo, Ali, il rospo, non la rana” la corregge la rossa, cedendo il suo dolce a Remus.

“Ragazze, io sono di ronda. Non aspettatemi sveglie” si congeda Emmeline, che deve pattugliare i corridoi da mezzanotte alle due, con il Prefetto Tassorosso. Nel passare di fianco alla Caposcuola, le sfiora delicatamente una spalla, dedicandole un sorriso gentile. Lily ricambia.

“Lily Evans! Travers ti ha insultata o maltrattata in qualche modo?” scandisce Alice con un acuto, preoccupata dalla reticenza della compagna. 

“Abbassa la voce, ti sento” geme l’amica, massaggiandosi le tempie, in un moto di stanchezza che, decisamente, non le è proprio.

“Evans, stai bene?” azzarda James, che non l’ha persa di vista  un minuto soltanto.

“Certo”. 

Falso. Stai mentendo, non negarlo. Tieni il volto basso, e ti tormenti le dita, perché detesti raccontare balle.

“Sei una pessima bugiarda” si inalbera Alice, dando voce ai pensieri di James. Dolce dolce, sa sfoderare una insospettabile determinazione, all’occorrenza.

“E’ ok, Alice. Tranquilla” assicura Lily, cocciuta, alzandosi e dirigendosi verso le scale che portano alle camerate, ignorando i richiami di Ali e Lene e la postura rigida di Mary.

 “Potter, che diamine fai?” si stranisce Lily, quando il Caposcuola le sbarra la strada.

Peter squittisce, nascondendosi dietro ad un Sirius Black piuttosto ilare. Remus, attento, mette mano alla bacchetta, giusto per sicurezza.

“Hai qualcosa che non va” si impunta il ragazzo, sovrastandola di una testa abbondante. 

“Non immischiarti, Potter.  Spostati” replica, spiccia.

“No, Lily. Se quel cretino di Travers si è vendicato in qualche modo, devi andare da Silente”.

“Evans, Potter. Poca confidenza”. 

“Bene, Evans, non tergiversare”.

Lily incenerisce James con uno sguardo di fuoco, ma James non si muove di un millimetro. 

“Travers ha preteso che scrivessi qualcosa, niente di più” minimizza Lily, optando per una mezza verità, che le consenta di non assumere il colore dei suoi ricci, e di risultare vagamente credibile.

Svelta,  scivola sotto al braccio di James, oltrepassandolo. Potter, però, i riflessi allenati, la riacciuffa per un polso, strappandole una smorfia di dolore. 

“Lasciami, Potter” si divincola Lily. Ma è troppo tardi: la manica della divisa si è sollevata, e James ha visto.

“Stai scherzando” esala. 

Neanche a dirlo, Mary, Ali, Lene e Remus le sono immediatamente attorno.

“Non è nulla” si schernisce Lily, nascondendo il braccio dietro la schiena. Invano. La scritta Sanguesporco, lucida e fresca, impressa nella pelle, come un marchio, brilla sinistra.

Alice si deve poggiare a Remus per non svenire, Mary ringhia e Lene sbianca pericolosamente.

“Non è nulla? Nulla? Sei impazzita, Evans?”. James è furente.

Ti ha torturata Lily, marchiandoti come un animale. Tu, se un po’ ti conosco, per qualche ragione nobile che non specificherai, non ti sei opposta. Il solo motivo per cui non mi precipito a Maledire Travers, sei tu. Non ti darò una scusa in più per odiarmi. L’ho giurato a me stesso. Ma è tremendamente dura, non agire di impulso. Perché diamine non ti sei ribellata ad una simile barbarie? Perché difendi strenuamente gli altri, ma non te?

“Lil, devi dirlo a Silente” sentenzia Remus.

No”.

Prevedibilmente, la negazione di Lily è seguita da un coro di proteste. Alice inveisce allibita,  gli occhi azzurri sgranati più che mai. Marlene si accascia elegantemente su di una poltrona logora. Remus appella del dittamo. Peter squittisce ripetutamente. Mary spicca una corsa verso il buco del ritratto, i pugni stretti spasmodicamente. Sirius la blocca prontamente, serrandola in una morsa simile ad un abbraccio. James, livido e immobile, incatena i suoi occhi a quelli verdi di lei, in una muta preghiera destinata a rimanere inesaudita.

Lily, anche i quadri lo avevano appreso, non è esattamente una personcina mite e arrendevole. 

“Statemi bene a sentire” sibila, ed è chiaro dalla postura e dal tono e dalla bacchetta d’un tratto puntata dritta davanti a sè che, se uno soltanto di loro oserà muovere un passo, lo pietrificherà. 

“Non ho intenzione di denunciarlo. Tantomeno a Silente. Idem, voi” ordina, categorica.

“Ma…” sussurra Alice.

“No, Ali. Travers è un impostore, razzista, e crudele, sì. Tanto vale abituarsi, perché tra qualche mese un insegnante sadico sarà la minore delle nostre preoccupazioni”.

Lene, nell’udire ciò, impallidisce ulteriormente. Mary smette di divincolarsi dalla presa di Sirius. Peter trema. James vorrebbe scuoterla e baciarla insieme.

“Quindi, Evans? Siccome Voldemort tentarà di ammazzarti, è giusto farti tagliuzzare come un pollo da un tirapiedi del Ministero che ti dovrebbe proteggere?”.

“Sirius!” inorridisce Marlene, ritrovando la voce.

Lily fissa Sirius, soppesandolo: “Ho disobbedito ad un insegnante, Black. Quando ho stracciato quel dannato foglio, ho accettato anche di  pagarne le conseguenze”.

“Lily! E’ assurdo! Ti ha sfregiato il polso! Con…” 

“Che questa cicatrice mi serva da monito, Mary. Sono una Sanguesporco, e quelli come me sono i primi a cadere. Travers vuole spaventarmi: pazienza. Io non ho paura. Non mi piegherò: neanche morta” decreta Lily, inflessibile.

“Sconterò la mia punizione. Quanto a voi, non muoverete un dito o, che Merlino mi sia testimone, mi eserciterò in Incantesimi usandovi come fantocci, intesi?”.

Black ride: “sai Evans, quasi quasi inizi a starmi simpatica”. Mary gli tira una poco gentile gomitata tra le costole.

Alice non è persuasa per niente, ma Lily è testarda, e non ha speranze di convincerla. Remus, semplicemente, è orgoglioso di esserle amico. 

“Quindi, la passerà liscia?” si arrende James, le nocche bianche. Remus gli stringe gentilmente la spalla destra.

Lily, stranamente accenna un sorriso. James perde un battito: “Non saprei. Se qualcuno gli incendiasse il mantello, o gli riempisse l’ufficio di Caccabombe, io di certo non saprei chi punire, e tu?”.

Sette paia di occhi si strabuzzano. Lily ruota su se stessa e si allontana: questa volta, nessuno la ferma. 

Sirius pensa che, diamine, Lily Evans è una tipa tosta.

 

Note: capitolo piuttosto lungo, stavolta. Sono piuttosto di fretta, perciò, lascio parlare il testo, e beh spero non faccia schifo, ecco. Un grazie a chi ha recensito. Se avete domande, critiche, commenti, se vorreste leggere di qualche personaggio in particolare, o avete spunti o idee, fatemelo sapere! :) A presto!

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Buck