Capitolo 4
Passano 10 giorni... giorni in cui
Kallen resta a letto in
attesa che le sue ferite si rimarginino. Lei è fredda nei
confronti di Ector ma
furbamente evita di provocarlo, sa bene che non può subire
altre ferite.
All’undicesimo giorno il medico torna in quella stanza da
letto e rimuove la
stecca a Kallen che risulta a suo avviso guarita. L’uomo non
batte ciglio e va
via infastidito dal dover curare la schiava e quando questo esce dalla
porta
salutando Ector che torna subito nella stanza per parlare a Kallen.
«Bene Kallen, le tue ferite
si sono rimarginate, ora è il
momento che tu venga punita»
«Capisco... cosa vuoi
farmi?»
«Non mi
sforzerò... ti terrò senza cibo e senza acqua per
10
giorni...»
«CHE COSA? MA PER QUALE
MOTIVO? MI SCAMBI PER UNA BESTIA?»
Urla spaventata.
«No ma se hai un idea
migliore dimmela.... anche se per la
cosa mi sono già organizzato... magari ne avrai anche
piacere...»
« Tu sei un sadico...
avresti potuto pensare di darmi
fuoco... di amputarmi un arto... oppure di darmi da mangiare vermi per
un mese...
ma scegli il digiuno forzato... perchè?»
«E io sarei il sadico? Ti
ascolti? Mi proponi torture ben
peggiori... Non voglio sporcarmi le mani come ho già fatto!
Ad ogni modo ho
contattato il mio caro amico nonchè propietario di tua
madre, sarà infatti lei
che ti starà accando durante la tua punizione... io non
sarei adatto a starti
accanto durante una sofferenza simile...»
«CHE COSA? MIA
MADRE?»
«Corretto... ciò
che patirai sarà terribile... poco oltre il
limite di sopravvivenza umano... non pensare che sarà facile
e non so nemmeno
se sopravviverai... così ho pensato che se proprio devi
morire magari è meglio
che ti stia accanto una persona a cui vuoi bene»
«Gentilissimo Ector! Mi
condanni a morte ma me la fai
passare come una cosa quasi bella... sei proprio un sadico...»
«Ora alzati, mangerai
normalmente fino a questa sera, poi
domattina arriverà tua madre per starti accanto...
è tutto» Conclude l’uomo per
poi dirigersi in soggiorno a preparare la colazione.
La giornata trascorre tranquilla,
accompagnata da una finta
cordialità della rossa, abbastanza intimorita dalle
intenzioni di Ector, fino a
quando lo stesso alle ore 22:30 ordina alla sua ospite di andare a
dormire
nella sua stanza dove sarebbe stata svegliata alle 7:30 AM. Quando
questa va a
dormire nota che è rimasta solo una piccola bottiglietta
d’acqua minerale da
500ml per la notte sul comodino della stanzetta e il rubinetto del
lavandino
non funziona, idem per lo scarico del Water. Lei si rende conto che
preso
inizierà l’inferno ma non demorde, in parte felice
per l’arrivo di sua madre
che la sosterrà in quella prova.
Giorno 1
Kallen si risveglia serena e
tranquilla aprendo gli occhi
alle 7:25, guarda l’orologio soddisfatta di farsi trovare
sveglia da Ector
prima della sua di sveglia... Si alza e lo raggiunge in salotto dove
lui le da
un buon giorno cordiale. L’uomo le comunica che da li a 30
minuti sarebbe
arrivata sua madre, accompagnata dal suo caro amico.
Alle 8:00AM in punto il campanello
suona e dalla porta Ector
fa entrare un uomo dai capelli scuri e lunghi, con occhi azzurri che
indossa un
cappotto di colore beige accompagnato dalla madre di Kallen che
sottomessa da
il buon giorno a Ector. L’uomo risponde cordiale e invita la
donna ad entrare
per salutare sua figlia che la attendeva in salotto mentre
l’amico di Ector va
via ridacchiando dando del lurido sadico allo stesso. Una volta andato
via
Ector segue la donna, palesemente intimidita in salotto dove la attende
Kallen
che, senza troppi complimenti, le va in contro abbracciandola
affettuosamente.
«Bene signora Kozuki, le
hanno spiegato perchè è qui?»
«Ovviamente,
dovrò assistere mia figlia nelle sofferenze che
patirà durante la sua punizione» Dichiara lei cupa
in volto.
«Esatto, è priva
d’acqua da ieri sera e ci resterà per 10
giorni, idem per il cibo, ovviamente spero che in caso di sopravvivenza
riesca
a ragionare a comprendere e interpretare il suo status di
schiava»
«MORIRO DOPO QUESTA
TORTURA! FANCULO ECTOR!» Urla la rossa.
«Falla finita
RAGAZZINA!» Per tutta risposta sua madre tira
una sberla alla figlia zittendola dopo avergli urlato contro.
«Hai una madre saggia
Kallen, dovresti capire... oppure hai
deciso di suicidarti?»
Kallen china il capo umiliata e tace.
A quel punto Ector
invita lei e sua madre a soggiornare nella sua camera da letto
personale per
tutta la durata della punizione per poi andare via in cucina a
preparare il suo
pranzo.
Ector inebria l’intera
abitazione con un forte odore di
parmigiana di zucchine al forno, cosa che fa innervosire Kallen...
tuttavia sua
madre riesce a distrarla raccontandogli le marachelle che faceva
assieme a suo
fratello quando era bambina facendola sorridere. La giornata continua
tranquilla per la rossa ma alla sera la sete si fa sentire sempre
più come
anche la fame... il suo stomaco brontola e così decide di
stendersi sul letto
matrimoniale della stanza di Ector assieme a sua madre...
«Per fortuna che quel
lurido di Ector ci ha dato la sua
stanza... ho sete... mi fa male lo stomaco mamma...»
«Abbi pazienza,
passerà figlia mia» Dichiara iniziando a
massaggiargli la pancia.
«Mamma... è da
tanto che non siamo così vicine.. ti voglio
bene»
«Anche io tesoro... ma non
parlare ora... hai le labbra
secche»
Kallen annuisce e si gode il
massaggio materno per
addormentarsi pochi minuti dopo rilassata.
Giorno 2
Al suo risveglio Kallen si sente
decisamente spossata, le
gira la testa, complice il calore di quella notte che l’aveva
fatta sudare un
po nonostante si fosse addormentata senza coperte in dosso. Si siede
sul letto
osservando sua madre ancora addormentata e, portando una mano alla
fronte un po
dolorante pensa “certo che
è appena
iniziato il secondo giorno e sono già stremata”. Dal
soggiorno proviene un
dolce odore di cappuccino che inebria anche la stanza da letto... “Sembra che quel bastardo di Ector lo
faccia
di proposito”. Passa anche il secondo giorno e
alla sera Kallen è sempre
più stremata, la sua pelle è diventata secca come
anche la sua pelle che le
brucia fino a farle male, sua madre le applica una crema per lenire il
dolore
dopo aver chiesto il permesso a Ector. La rossa inizialmente rifiuta,
come se
volesse provare sofferenza e mostrarla al suo aguzziono, ma gli sguardi
di sua
madre la convincono a rinunciare all’orgoglio... almeno in
quel momento. Alle
21:30 le due donne si mettono a dormire ed Ector, senza nemmeno badarci
inizia
a guardare un film in TV –Terminator
2 “Il giorno del giudizio”-
che era in replica quella sera. Kallen si addormenta spossata mentre
sua madre
la osserva, sdraiata accanto a lei, pensando preoccupata “Figlia
mia... non resisterai... sei già allo stremo...”
Giorno 3
Al suo risveglio Kallen si sente
terribilmente stremata, non
ha sudato per nulla, ha il labbro inferiore tanto secco che, non appena
questa
sbafiglia leggermente, si rompe. Quando ciò accade un
taglietto verticale si
apre al centro del labbro inferiore e lei emette un gemito di dolore,
come se
le avesse fatto più male del previsto. Si siede a stento sul
letto ormai
disidratata mentre nota che l’odore di cappuccino che viene
sempre dalla cucina
a quell’ora si fa più intenso. Il suo stomaco
brontola ma non è quello il suo
problema... la lingua le brucia e i suoi occhi sono ora bordati di un
velo nero
che mostra il suo stato di denutrizione e disidratazione già
avanzato “Una persona
può arrivare a vivere anche 15
giorni senza cibo ma... senza acqua di questo passo non
arriverò a 5 giorni...
sono finita” pensa scoraggiata.
«Stai pensando di
arrenderti figlia mia?»
«Si mamma... non posso
farcela...»
«Lo so... ma esiste un
altra soluzione»
«Quale?»
«Ho osservato questo Ector,
è sicuramente una persona
disagiata ma i suoi occhi parlano chiaro, tu gli piaci e soffre
vedendoti in
questo stato»
«Che vuoi dire
mamma?»
«Potresti convincerlo a
interrompere la punizione se solo tu
lo volessi, mi ha raccontato tutto quello che hai fatto e... qualunque
altro
schiavo sarebbe stato giustiziato dal propietario ma lui ti ha solo
punita
seppur molto severamente»
«Non preoccuparti mamma,
non chinerò il capo, mai nella vita
mamma...»
«Ti ammiro figlia mia ma...
così segnerai la tua fine»
Kallen china il capo e non dice
altro, si sdraia nuovamente
sul letto senza forze e riprende sonno. Si sveglia verso le 17:30 e
sorpresa
per tutte le ore di sonno consumate tenta di scendere dal letto per
andare in
bagno ma cade rovinosamente a terra provandoci. Si innervosisce pur
rendendosi
conto di essere già al capolinea “senza
acqua morirò entro domani... sto perdendo la
sensibilità degli arti inferiori e
presto toccherà anche ai superiori..”
Sua madre si avvicina e in lacrime
chiede alla figlia:
«Ti prego Kally mia! Metti
da parte l’orgoglio e cerca di
parlare con Ector ti prego!»
«Non ci penso proprio
mamma...»
«Ma così
morirai!» Esclama la donna piangendo a dirotto.
«Non importa, ora mamma
portami in bagno per favore.. non so
da dove prendo i liquidi ma mi scappa..»
La signora Kozuki annuisce e porta
sua figlia in bagno. Dopo
aver urinato poche gocce Kallen si rimette a letto perdendoi sensi
mentre sua
madre la osserva preoccupata. La bordatura nera sui suoi occhi si fa
sempre più
scura, segno che la disidratazione va avanti. Poche ore dopo, verso le
23:45PM
la donna decide di andare a parlare con Ector nel tentativo di
dissuaderlo dal
torturare in quel modo sua figlia.
«Padron Ector, posso
disturbarla?»
«So perchè
è venuta qui signora Kozuki, non ho intenzione di
ascoltarla» Dichiara freddo.
«La supplico mio
signore» La donna si inginocchia
«Cosa
c’è?»
«Mia figlia
morirà se continua così... la perdoni la
prego... le darò anche la mia vita se necessario»
«Non so che farmene signora
mamma di Kallen, non sei nemmeno
di mia proprietà! Ora va a nanna per favore!»
«Padrone la prego
–scoppia in lacrime- perdoni l’irruenza di
una ragazzina stupida e immatura»
«Ci penserò
domani ma ora mi lasci in pace, sta per iniziare
la terza puntata di Stargate SG-1» Conclude Ector portando
una mano al ventre,
come se gli facesse male.
La donna si allontana delusa e
amareggiata mentre Ector,
assume un espressione cupa in volto, come se avesse odiato se stesso un
momento
prima... come se si fosse forzato “Non
mi
piace... la facevo più resistente quella ragazza... se la
aiuto ora però
sembrera che io non l’abbia punita per niente... NO! Devono
almeno passare 5
giorni prima che io mi faccia intenerire! Intanto porterò
anche io il mio
peso... e speriamo che quelle due non se ne accorgano...”