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Autore: I_love_villains    18/07/2017    0 recensioni
Dal testo:
“Non mi piace come ci fissano” bisbigliò Dory.
“Non ci badare” fece Laito noncurante.
“Ma hanno un’espressione da caccia alle streghe!” sussurrò concitatamente lei.
“Beh, siamo appena stati a colloquio con una di loro, no?” rise il vampiro.
***
Non avrebbe mai pensato di poter essere amato, amato davvero, né che lui, Laito Sakamaki, potesse provare qualcosa di più che semplice amicizia per quella giovane umana.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico, Sovrannaturale
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Delle scosse. Che ci fosse un terremoto?
“Avanti, puttanella dormigliona!”
“Ancora cinque minuti …”
Il sole le colpì il volto. Dory si girò dall’altra parte e nascose la testa sotto le coperte.
“Guarda che sono io il vampiro.”
La giovane mugugnò, assonnata, ma si alzò a sedere.
“Finalmente. Non eri tu quella che aveva fretta?”
Laito approfittò della sua sonnolenza per baciarle il collo. Dory si voltò e lo baciò, cingendogli dolcemente il collo mentre lui le carezzava i fianchi. Il vampiro la fece stendere con delicatezza, continuando le effusioni. La mora lo fermò.
“No, no, te l’ho detto. Forza, esci.”
Un’ora dopo erano in viaggio. Il sole splendeva, gli uccellini cinguettavano e tirava un fresco venticello che rendeva più piacevole la camminata. A sinistra la strada era costeggiata da una fila di alberi, precursori del bosco. A destra invece c’erano campi coltivati. La ragazza si godette tutto questo, guardandosi intorno radiosa. Laito la occhieggiava di tanto in tanto. Corsetto, gonna larga, maniche a sbuffo … sembrava travestita per carnevale, anche perché non aveva rinunciato ai suoi codini. Per fortuna il suo vestiario era più sobrio: camicia, giacca, pantaloni e stivali.
“Guarda, una fattoria!” esclamò Dory indicandogliela come una bambina.
“E allora? Esistono anche nel nostro tempo.”
“Non così.”
Il fattore li notò. Mandò un garzone a salutarli. I due acconsentirono a fermarsi qualche minuto per ristorarsi. O meglio, Dory si sarebbe riposata e avrebbe mangiato, Laito ne avrebbe potuto tranquillamente fare a meno. Mentre chiacchieravano del più e del meno con il tizio, il rosso gli propose di acquistare un suo cavallo. Mostrò i soldi rimasti. L’uomo sorrise soddisfatto e mandò il garzone a prendere un giovane roano. Salutarono il fattore.
Una volta distanti, Laito si decise a dare spiegazioni a Dory, che da un pezzo lo fissava interrogativa: “Con questo faremo prima. Magari troviamo altra gente che offre da mangiare a una puttanella come te e se siamo artisti faremo soldi, no?”
“Se lo dici tu … “
Il vampiro salì a cavallo, poi la tirò su e lei si poggiò contro il suo petto, rossa. Stare fra le sue braccia su un cavallo al galoppo, non ci credeva! Le sarebbe piaciuto poter sentire il suo cuore battere, però. Inutile dire che Laito riuscì a rubarle parecchi baci. Forse perché distratto da tali manovre, non riuscì a controllare il cavallo quando esso si impennò all’improvviso e prese a correre all’impazzata. Dory si strinse più forte a lui, impaurita. Riusciva a vedere solo i capelli del vampiro e le fronde degli alberi. Per questo non seppe come, dall’essere avvinghiata a lui, si ritrovò immersa nell’acqua fredda di un fiume. Annaspò in superficie, tremando. Quei dannati vestiti non le rendevano affatto facile nuotare!
“L- Laito, aiutami.”
Il rosso non era caduto molto lontano da lei. Si avvicinò e la aiutò a raggiungere la riva. La ragazza stava ancora riposandosi per terra, rabbrividendo e lamentandosi di essersi raffreddata, quando sopraggiunsero dei briganti. Erano stati loro che avevano fatto imbizzarrire il cavallo per depredarli.
“Alzati” sussurrò Laito, affinché la giovane si mettesse dietro di lui.
“Guarda guarda, cosa abbiamo qui?” fece il loro capo senza scendere dal cavallo.
“Non abbiamo nulla, controllate pure” disse subito il rosso.
Sentiva i tremiti della sua puttanella, ora dovuti alla paura oltre che al freddo. Ma non c’era da preoccuparsi. Nonostante fossero in sei, capo compreso, e armati di moschetto, per lui non sarebbe stato un problema sopraffarli.
Un brigante si avvicinò su ordine del capo per perquisirli. Lo lasciarono fare. Appurato che il ragazzo aveva detto la verità, il capo sorrise perfidamente.
“Questa non è una fortuna per voi ... poveracci!” Gli altri cinque scoppiarono a ridere. “Significa che guadagnerò da voi vendendovi come schiavi.”
Il brigante che li aveva perquisiti si apprestò a legarli, ma Laito fu più veloce: gli afferrò la testa e con uno scatto secco gli spezzò il collo. Gli altri lo fissarono un istante, sbigottiti, poi si affrettarono a puntare su di lui i moschetti. Il vampiro si teletrasportò alle spalle di uno di loro, ripetè la manovra e lo usò come scudo. Il capo non si curò di guardare come venivano massacrati i suoi uomini. Spostò lo sguardo su Dory. Lei assisteva a quelle morti violente ad occhi spalancati. Non avrebbe mai immaginato che Laito fosse capace di tanto. Sentendosi osservata, si voltò e fissò il capo. Prima che avesse il tempo di alzare il moschetto, la ragazza avanzò invece di indietreggiare e diede una sonora pacca al fianco del cavallo, che partì. Sbilanciato, il suo padrone rovinò a terra. Dory afferrò velocemente l’arma e la lanciò nel fiume. L’uomo constatò di essere rimasto solo: tre briganti erano morti e due erano fuggiti. Laito si posizionò davanti a lui a braccia conserte. Sorrideva, e i canini erano evidenti. Il brigante estrasse spasmodicamente un crocifisso dai suoi abiti. Sia il vampiro che la ragazza scoppiarono a ridere. Le risate della giovane erano più che altro isteriche.
“Idiota, guarda, la luce non mi fa niente. Cosa mi dovrebbe fare quel pezzo di legno?”
L’uomo perse ogni contegno. Si alzò precipitosamente e si diede alla fuga. Laito lo guardò correre via ghignando. Dory gli si tuffò letteralmente fra le braccia.
“Ehi, puttanella, sta’ calma” disse lui non sapendo come reagire.
“Sei stato grande!” si complimentò lei, sorridente.
Laito ricambiò il sorriso, che divenne malizioso.
“Mi merito una ricompensa, giusto?”
Stavolta la ragazza scoppiò in una risata genuina. Annuì. Grazie a quella ricompensa ebbero anche una scusa per far asciugare gli abiti al sole.

Raggiunsero la locanda più vicina al tramonto, stanchi e affamati. Avevano camminato tutto il giorno, fermandosi solo per raccogliere della frutta e fare un sonnellino. Laito si avvicinò al locandiere.
“Mi scusi, io e mia cugina vorremmo due camere, ma non abbiamo denaro con noi. Potremmo esibirci per voi in cambio di vitto e alloggio per stanotte?”
L’uomo non disse nulla. Lo squadrò dalla testa ai piedi, soppesando la richiesta.
“Esibirvi?” chiese infine.
“Sì. Io sono un pianista e lei una ballerina. Canta anche.”
“Possiamo fare una prova.”
Il rosso si girò verso Dory e ammiccò. Lei lo raggiunse, salutando il locandiere. Il tipo fece loro strada verso un piccolo palco con un pianoforte scordato. Poca gente era seduta fra i tavoli e la maggior parte era ubriaca. La ragazza contemplò delusa il suo deprimente pubblico.
“Due anni fa era molto più allegro, qui, ma ormai nessuno si ferma più, colpa di lord Grayson, è il duca di questa contea. Nella sua locanda, Il fagiano dorato, ospita i personaggi più illustri dei paraggi, offre tanti divertimenti ...”
I due annuirono distrattamente. Se avessero saputo che in meno di ventiquattro ore avrebbero conosciuto lord Grayson sarebbero stato più attenti e partecipi. Ma non sapevano prevedere il futuro, così ignorarono le lamentele dell’onesto gestore.
Dory salì sul palco, leggermente imbarazzata. Tossicchiò per attirare l’attenzione. Qualche testa si voltò. Lei si assicurò che il vampiro fosse seduto al piano, gli sorrise e iniziò a volteggiare a ritmo della sua musica. Era una melodia allegra, che incuriosì la decina di ospiti già nelle camere e li fece scendere. Laito e Dory resistetterò per un’ora intrattenendo e divertendo gli altri viaggiatori. Il locandiere fu soddisfatto. Preparò loro una frugale cena e concesse loro due camere.
Come la sera precedente, Laito si materializzò nella camera della giovane, solo che stavolta lei già dormiva. Il rosso le si sedette accanto, pensieroso. Aveva sete. Quella sete. Aveva avuto intenzione di chiedere a Dory di fargli una donazione, tuttavia ora non erano nel loro mondo. La giornata era stata lunga, l’indomani sarebbe stato altrettanto faticoso e il cibo non era dei migliori. Non era il caso di indebolirla. Bere da qualcun altro? Il vampiro scosse la testa. Il bisogno non era ancora così forte. Se doveva solo camminare ancora, senza dar battaglia ad altri briganti, poteva resistere.
La mora borbottò qualcosa nel sonno. Laito sorrise. Era contento che con lui ci fosse la sua puttanella. Era l’unica ragazza che non lo stancava mai. Sospettava inoltre di piacerle. Non avrebbe mai pensato di poter essere amato, amato davvero, né che lui, Laito Sakamaki, potesse provare qualcosa di più che semplice amicizia per quella giovane umana.

   
 
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