Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: YukiWhite97    18/07/2017    1 recensioni
"Se la vita di Llweran era frenetica, quella di Legolas non era da meno".
.
"E la sua vita era cambiata poco più di sedici anni prima, quando il suo piccolo Llweran era venuto al mondo, così all'improvviso, senza che nessuno se lo aspettasse".
.
Aragorn/Legolas & molto altro.
.
Se vi piacciono le mpreg, il fluff, gli intrighi familiari peggio di "Beautiful" e gli stereotipi da liceo americano, questa è la storia che fa al caso vostro!
[Primissima fanfiction in questo fandom, siate buoni se potete ^^]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Legolas ebbe l’impressione che il respiro gli si fosse bloccato.
Per lui fu quasi automatico afferrare Llweran per un braccio e  portarlo dietro di sé, come a volerlo proteggere, pur sapendo che in realtà chi aveva bisogno di protezione era proprio lui.
Anche Aragorn rimase immobile: quella era l'ultima cosa che avrebbe voluto, sua moglie e il suo ex amante lì, insieme, con Llweran che li osservava con aria interrogativa. Se Arwen avesse parlato, quest'ultimo avrebbe potuto anche capire tutto, e sarebbe stato il  modo peggiore.
La donna, dal canto suo, sembrava davvero furibonda, probabilmente nessuno avrebbe potuto fermare la sua ira.
Tutta impettita ed anche con una certa freddezza, Arwen si avvicinò ai due: guardò prima il marito, poi passò lo sguardo su Legolas, il quale ricambiò l’occhiata senza capire esattamente cosa stesse per accadere.
Il biondo ebbe appena il tempo di vedere la sua espressione cambiare in una smorfia, e poi la vide allungare una mano, ed infine sentì qualcosa toccare con violenza la sua guancia destra. L’aveva davvero fatto, Arwen lo aveva schiaffeggiato e lo aveva fatto con una rabbia e una violenza che tuttavia  erano giustificate.
Suo figlio e Aragorn rimasero impietriti di fronte a quel gesto inaspettato, o forse non troppo in realtà.
Legolas rimase qualche secondo immobile, poi si portò una mano sulla guancia la cui pelle bruciava.
“Ma bene, i miei più sentiti complimenti! - esclamò la donna – sei un rovina famiglia!”
“Arwen! - Aragorn la fermò prontamente – ti prego, non voglio scenate!”
“Non vuoi scenate? E cosa dovrei fare? Dovrei starmene zitta mentre tu passi il tuo tempo con questo qui?!”
“Non è come sembra – provò a dire il biondo – noi non stavamo facendo nulla…!”
“Ah, non provare a parlarmi tu, hai capito? - furiosa Arwen gli puntò il dito contro – io so, so tutto. Tu sei il suo amante. E indovina un po’? Non potrai che aspirare ad essere più di questo, perché...”
“Arwen – Aragorn le poggiò una mano su una spalla – adesso basta”
Il suo tono era freddo ed incredibilmente serio.
Per quanto riguarda Legolas invece, le lacrime avevano preso a pizzicargli gli occhi. Non credeva sarebbero mai arrivati a tanto, si sentiva umiliato, incredibilmente ferito da quelle parole, probabilmente perché rappresentavano la verità.
Senza esitazione afferrò nuovamente suo figlio per un braccio e lo trascinò via con sé prima che tutti i suoi sentimenti ed emozioni represse esplodessero in una volta sola.
Aragorn provò a chiamarlo, avrebbe voluto tanto corrergli dietro e abbracciarlo, e probabilmente in seguito lo avrebbe anche fatto, ma non prima di parlare con Arwen: la situazione stava loro sfuggendo di mano.

Poco dopo i due giunsero a casa. Llweran non aveva capito nulla, era stato preso e sballottato da una parte all’altro senza che nessuno gli desse una spiegazione.
Quando erano arrivati, Legolas aveva richiuso la porta e si era poi accasciato sul pavimento con il fiato corto.
Llweran si fermò poi davanti a lui, anche lui stanco, mentre le frasi urlate da Arwen gli rimbombavano nella testa come un’eco: possibile che quei due fossero davvero amanti? E se così era perché non se n’era mai accorto?
Si avvicinò cautamente. Legolas sembrava molto provato ed era come se si stette trattenendo per non piangere.
“Papà?” - sussurrò piano, con voce tremante.
A quel punto l’altro non riuscì più a trattenersi. Gettò fuori tutto il peso e la pressione che da settimane lo attanagliava, nella speranza che potesse sentirsi meglio.
Immediatamente Llweran si abbassò e lo abbracciò stretto, più di ogni altra cosa odiava vederlo soffrire.
“Mi dispiace – sussurrò Legolas ricambiando l’abbraccio – mi dispiace per tutto”
Llweran allora si staccò un attimo.
“Non mi devi chiedere scusa di niente, però voglio che tu sia sincero: è vero che sei il suo amante?”
Il padre batté ripetutamente le ciglia: probabilmente Llwreran non avrebbe ricollegato quel fatto alla vera paternità di Aragorn, ed in parte questo lo faceva sentire meglio, ma rimaneva comunque la questione dell’essere il suo amante.
“E’ vero, ma è stato solo per poco. Mi dispiace Llweran, io non volevo che lo sapessi” - disse dispiaciuto.
“Ma… proprio con lui? - domandò sbigottito – è il padre del mio migliore amico”
L’altro si sforzò davvero tanto per tentare di non rivelare la verità.
“Lo so… ho sbagliato. Ma te lo giuro, è finita, davvero, da un po’ anche”
Llweran lo osservò attentamente. Al solito, non avrebbe fatto ulteriori domande,perché crescendo aveva imparato che parlare di certe cose poteva far soffrire la gente intorno a loro, e per quanto quella notizia lo avesse sconvolto, avrebbe taciuto.
“Se davvero mi dici che è finita ti credo, solo che mi fa così strano – sospirò – loro si lasceranno per questo”
“No, non credo – rispose tentando di nascondere la tristezza nelle sue parole – Aragorn ama Arwen, non me. E inoltre, ti prego , non fare parola di questo con Eld, penso che lui abbia già i suoi problemi”
“D’accordo – sospirò – ci proverò. Solo.. adesso non piangere più, ok?”
Legolas si asciugò gli occhi per poi sorridere debolmente.
“Ci proverò”


Anche Aragorn ed Arwen erano tornati a casa, solo che l’atmosfera era molto meno tranquilla, anzi, i due stavano ora conversando animatamente.
“Arwen, come ti è venuto in mente di fare una scenata del genere?”
“Non puoi dirmi assolutamente nulla! Io mi sto sforzando per ricostruire tutto, e tu cosa fai? Cammini con lui alla luce del sole come se nulla fosse!”
“Come te lo devo dire, Llweran mi aveva chiesto aiuto per una questione riguardante il matrimonio. E poi perché ti preoccupi? Legolas sta per sposarsi adesso!”
“Questo non mi rende affatto più tranquilla, anche tu sei sposato eppure mi hai tradita!” - urlò.
“Abbassa la voce! - la zittì – penso che già ti abbiano sentito tutti, avresti potuto evitare di dirlo davanti a Llweran, è solo un ragazzino”
“Ah, e perché? E’ giusto che sappia che suo padre è un rovina famiglia, spero solo che la cosa non sia ereditaria!”
Aragorn a quel punto non riuscì più a trattenersi: i nervi accomunati erano troppi, ed il fatto di sentir parlare Arwen così della sua famiglia, dell’altra famiglia, lo fece andare fuori di testa.
“Non parlare di loro così, soprattutto non parlare di Llweran così!”
“Perché?! Perché di ti importa così tanto di lui?!”
“PERCHE’ E’ MIO FIGLIO!” - esclamò.
Finalmente era riuscito a dirlo, finalmente tutta la verità era venuta a galla.
Arwern non aveva ribattuto, era solo lentamente indietreggiata con una mano sul cuore. Per un istante ebbe quasi la sensazione di svenire.
Si sarebbe aspettata tutto, ma non quello. Quello era troppo.
“Cosa…?” - sussurrò.
Aragorn sospirò esasperato.
“Non ti ho detto tutta la verità. E’ vero, Llweran è mio figlio, ma lui non lo sa”
“Com’è possibile questo?” - domandò cno un filo di voce.
“Eravamo sposati da poco quand’è successo, ed Eldarion era ancora molto piccolo. Quando Legolas mi ha detto di aspettare un bambino sono stato un codardo perché l’ho abbandonato, non volevo lasciare te ed Eld, ma adesso mi rendo conto di aver fatto un madornale errore. Ho due figli e avrei dovuto esserci per entrambi, invece… invece ho scelto”
Finalmente si era liberato di quel peso che di portava dietro da sedici anni, almeno con Arwen. Quest’ultima adesso più che furiosa appariva delusa ed esasperata e gli occhi le si erano riempiti di lacrime.
“Me l’hai tenuto nascosto per tutti questi anni… Mio Dio!”
“Arwen, cosa avrei dovuto fare? Io avevo scelto voi, non potevo dirtelo così come se nulla fosse!”
“Mi hai mentito per tutti questi anni! Non solo tu e Legolas siete stati amanti ma avete anche avuto un figlio! No… lui non avrà mai ciò che è mio di diritto”
“Cosa? - domandò sorpreso – di cosa stai parlando?”
“Sto parlando del fatto che rimanendo qui non avremo modo di risolvere la cosa! - esclamò – tu lo avrai sempre intorno, per questo credo che… l’unica possibilità è quella di trasferirsi in un altra città se non in un altro paese”
Aragorn sentì qualcosa dentro di sé spezzarsi: cosa aveva in mente Arwen?
Non poteva portarlo via così.
“Se è per questo perché non ci lasciamo e la facciamo finita?”
“Perché io non ho intenzione di lasciarti andare!”
“Beh, ed io non ho intenzione di venire!”
“Allora mettiamola così, se non vieni porterò via tuoi figli. Dopotutto con uno dei due sei già stato separato, quindi suppongo che tu sia abituato!”
Quello era un colpo basso: perché doveva un’altra volta decidere, perché doveva scegliere fra i suo ifigli?
Lui li amava entrambi, ne aveva la certezza, ma amava anche Legolas, e separarsi da lui del tutto sarebbe stata troppo dura questa volta

Arrivata la sera Llweran era crollato nel suo lette, e questo si rivelò essere un bene per Legolas. Faramir sarebbe arrivato di lì a poco, malgrado il biondo non fosse esattamente dell’umore giusto.
Di questo l’uomo se ne accorse e per questo non poté fare a meno di chiedergli cosa ci fosse che non andava.
“Che ti prende? E’ da quando sono arrivato che hai un’espressione strana” - gli disse infatti invitandolo a sedersi accanto a lui.
Legolas lo raggiunse con fare pensieroso. Forse era il caso raccontargli al verità, all’incirca, dopotutto se davvero avrebbe passato con lui il resto della sua vita, era giusto che sapesse.
“Io – sospirò – credo di doverti parlare...”
“Aspetta…. Qualsiasi cosa sia successa, riguarda noi?”
“Non esattamente… riguarda più che altro Llweran – so portò le mani sul viso – come ben sai lui non ha mai conosciuto suo padre. Quest’ultimo ci ha lasciato non appena saputo che sarebbe nato”
“Sì, mi avevi accennato a questa triste storia”
“Beh, il fatto è che… lui  è semore stato più vicino di quanto pensi”
Faramir lo guardò con curiosità.
“Di chi parli?”
“Parlo – sussurrò – parolo di Aragorn, Faramir. E’ lui il padre di Llweran”
Per qualche istante l’altro rimase interdetto. Legolas dava per scontato che andasse su tutte le furie, per questo la sua reazione lo sorprese.
“Aragorn? - domandò – davvero? Non capisco, e com’è possibile che non lo sappia?”
“Io, ecco… io non gliel’ho mai detto. Aragorn ha un’altra famiglia… ebbene sì, lui è stato il frutto di un tradimento, per quanto sia brutto da dire. Ma on capisco… perché non sei arrabbiato?”
Faramir fece spallucce.
“Non posso arrabbiarmi per una cosa successa anni fa. E’ ovvio che tu sia stato con un altro uomo, solo che  non mi aspettavo si trattasse di lui, ecco. Ma se adesso avete due vita separate, non vedo quale sia il problema, io rispetto il suo ruolo”
Magari, magari avessimo due vite separate. In realtà siamo fin troppo vicini.
“Wow – sussurrò – non me l'aspettavo. No, non devi preoccuparti, lui ha alcun ruolo, Llweran non saprà mai di lui”
“Se posso permettermi dovresti dirglielo. Sicuramente ha sbagliato ad abbandonarvi, ma é giusto che tuo figlio sappia. Sai che se dovesse venire a saperlo ti odierebbe, vero?”
“Purtroppo lo so. Non so se voglio dirglielo, ho paura che questo potrebbe rovinare tutto”
“Hei – strinse la sua mano – non accadrà niente. Parola mia”
Legolas gli sorrise trovando tanta rassicurazione in quegli occhi. 
Che sarebbe andato tutto bene o meno, quello purtroppo non era dato saperlo.


Qualche tempo dopo…

Quattordici febbraio, San  Valentino, la festa di tutti gli innamorati, per alcuni addirittura il primo. Anche a scuola si respirava un’aria diversa che sapeva di amore e cioccolato.
Llweran richiuse il proprio armadietto e quando lo fece si ritrovò davanti Shauna che lo guardava con due occhi languidi.
“Buon San Valentino, tesoro” - disse sorridendo.
“Shauna. Buon San Valentino anche a te! - esclamò notando le sue mani nascoste dietro la schiena – cos’hai lì?”
L’altra fece finta di non capire. Poi rivelò il mistero.
“Ho fatto del cioccolato con le mie mani, spero che ti piaccia” - disse porgendogli una scatola rossa e infiocchettata.
“Davvero? Lo hai fatto tu? Grazie! - esclamò contenta – in effetti anche io ho qualcosa per te, perché non guardi nel mio zaino?”
Con curiosità e come se fosse stata una bambina, Shauna iniziò a frugarvi dentro, trovandovi un graziosissimo orsacchiotto color miele.
“Oh!” - esclamò con gli occhi lucidi.
“So che ti piacciono le cose morbide e tenere, per cui….”
“E’ bellissimo, grazie Llweran!” - esclamò abbracciandolo stretto e  sentendosi poco dopo cingere dalle sue braccia.
“Hei – disse lui dopo pochi istanti di silenzio – credi che Enya oggi sarà più buona?”
“Oh-oh, io ne dubito” - rise lei prendendogli per mano.
I due si avviarono poco dopo verso la palestra, trovandovi già i loro amici, che erano però impegnati a fare tutt’altro. Da una parte  Elrohoir porgeva delle rose a Sabia, la quale arrossiva violentemente. Dall’altro lato, Elladan tentava di porgere il suo dono a Una, la quale tentava di rifiutare, malgrado il rossore sulle sue guance. E poi c’erano Eldarion e Tauriel, che vicini vicini si guardavano languidamente negli occhi.
“Direi che l’amore è nell’aria oggi...” - disse Llweran passandosi una mano tra i capelli.
Poco dopo però la simpatica atmosfera fu interrotta da Enya, la quale arrivò come un fulmino.
“D’accordo piccoletti, ora basta! - esclamò – è finito il momento per le smancerie, datevi da fare!”
Vi fu un grande sospiro di disapprovazione. Shauna alzò gli occhi al cielo, chissà che non potesse aiutarla ad addolcirsi.
“Zietta – chiamò – cosa farai oggi?”
L’altra la guardò, inarcando un sopracciglio.
“Cosa dovrei fare? Non è di certo un giorno speciale!”
“Ma… ma sì che lo è – Llweran capì il gioco – è la festa degli innamorati”
“Ah! Io non sono innamorata. Anzi, non lo sono mai stata, e di certo mai lo farò”
“Mmh, che peccato – fece Shauna – anche Gimli la pensa così. Poveretto, secondo me è così burbero perché è da solo. Sono sicuro che gli piacerebbe tanto uscire con te, almeno per oggi...”
A quel punto l’espressione di Enya cambiò, per quanto tentò di nasconderlo.
“Tu… lo pensi davvero? Vorrebbe passare con me questo giorno?”
“Ma certo! - a parlare fu Llweran – dopotutto tu gli piaci, è solo che non è bravo a gestire i sentimenti. Sei una donna indipendente e forte no? Bene, allora fai tu la prima mossa”
“Mmm…. Non hai tutti i torti – disse decisa -e va bene, d’accordo. Gli chiederò di uscire. Sì, ho deciso. Ah voi… voi allenatevi pure per i fatti vostri, ho un vestito da comprare e una telefonata da fare!”
Enya scomparve quasi in una nuvola di fumo. I due si guardarono, prendendo a ridere come due matti.
Forse sarebbe stata una bella giornata per tutti.

Faramir aveva chiesto a Legolas di uscire, ed ovviamente lui ne era stato entusiasta. Si stava già preparando in vista della serata che gli sarebbe spettata. Mentre si guardava alo specchio e si intrecciava alcune ciocche di capelli però, ebbe per un attimo la sensazione di svenire, oltre che una fortissima nausea.
Si aggrappò con una mano al lavandino, fermandosi un attimo e esalando un lungo respiro. Era strano che si sentisse male così dal nulla, dopotutto non era neanche stato soggetto a chissà quale sforzo.
Forse era per qualcosa che aveva mangiato, o magari aveva dormito poco.
Decise di aprire l’armadietto dei farmaci e vedere se qualcosa faceva al caso suo. Cercando però trovò qualcosa che lo fece pensare test di gravidanza. Immediatamente gli prese un colpo: ricordava che per Llweran aveva avuto gli stessi sintomi.
Magari anche questa volta…?
Al solo pensiero il cuore gli si bloccò in gola. Non era pronto ad una cosa del genere, non di nuovo, non… in quel momento.
Immediatamente ne afferrò la scatola: c’era solo un modo per scoprire la verità, malgrado non fosse esattamente sicuro di volerlo sapere.
Però lo fece, lo fece perché in fondo era necessario che sapesse. Mentre aspettava il risultato si mordicchiò le dita, passeggiando nervosamente avanti e indietro. Un’altra persona al posto suo sarebbe stata felice, insomma,aspettare un figlio dall’uomo che ami e che di lì a poco avrebbe sposato… allora perché non riusciva ad esserlo?
Perché sentiva solo ansia e preoccupazione?
Dopo due minuti abbassò lo sguardo, e quando vide il risultato poté tirare un respiro di sollievo: negativo, e per questo ringraziò il cielo, nonostante non fosse una reazione normale. Cosa sarebbe successo se fosse stato positivo?
Lui e Faramir sarebbero stati legati indissolubilmente, com’era successo con Aragorn?
Questa cosa che era successa, questa possibilità mancata, adesso lo stava facendo riflettere come non mai sui suoi sentimenti: era chiaro come il sole che quello fosse un amore “a senso unico”
A farlo sussultare ci pensò lo stridente squillare del cellulare.
Legolas sussultò, poi prese il telefono e si accorse che si trattava di Faramir.
“Pronto?” - rispose tentando di camuffare il su tono di voce, ancora scosso.
“Legolas – rispose – sono io. Ascolta… ho qui un cliente che mi ha lasciato un’auto da riparare, e ahimè è piuttosto urgente. Purtroppo non so a che ora riuscirò ad arrivare”
Il biondo sospirò appena, un po’ deluso.
“Non preoccuparti, il lavoro è lavoro. Io… io ti aspetto qui...”
“Mi dispiace. Farò il prima possibile. Un bacio”
Legolas sbuffò quando chiuse la chiamata: insomma, il suo primo San Valentino doveva passarlo a  deprimersi?
Decise che lo avrebbe aspettato, ma non prima di aver preso una boccata d’aria fredda, ne aveva bisogno dopo lo spavento preso.
Così indossò qualcosa di pesante e uscì fuori, iniziando a camminare senza una meta. Quella che doveva essere una breve passeggiata si trasformò in realtà in qualcosa di più lungo, poiché senza neanche accorgersene arrivò al parco dove qualche mese prima aveva passeggiato con Faramir.
Ovviamente non vi era nessuno, ma questo rendeva tutto ancora più piacevole. Si sedette e respirò a fondo l’aria fredda.
La sua mente si svuotò e per qualche breve attimo non pensò a nulla.
Per qualche breve attimo… perché poco dopo una voce lo distrasse.
“Come mai qui da solo?”
Aragorn stava seduto nella panchina accanto alla sua, con le mani in tasca.
Legolas non si mosse. Aveva ancora ben in mente ciò che era successo circa un mese prima, e dopo quella volta non si erano più visti.
“Prendo aria. E tu invece? Tu non hai una moglie?” - disse freddamente.
“Sì, ma non siamo in vena di festeggiare – decise di alzarsi e avvicinarsi – Legolas. Mi dispiace per quello che è successo. Mi ha molto infastidito che Arwen ti abbia detto quelle cose…”
“Non importa, tanto ha ragione” - disse sbrigativo.
“Sì… emh… lei sa… Di Llweran intendo. Gliel’ho detto.”
Finalmente il biondo si decise a guardarlo negli occhi.
“Gliel’hai detto? E come ha reagito?”
“E’ andata su tutte le furie – si sedette accanto a lui – e dice anche che dopo questa ha intenzione di trasferirsi, dopo che Eld avrò finito la scuola. E dice che se non la seguo non potrò mai più vedere nostro figlio. Sì, mi ha ricattato”
“Questo è assurdo. Però sai… anche Faramir sa, e lui l’ha presa piuttosto bene. Mi ha anche consigliato di darmi una mossa nel dire la verità a Llweran”
“Già… do buoni consigli. Sono sicuro che sarà un buon padre per lui”
Legolas si strofinò nervosamente le mani, pensando a  ciò che era successo poco prima: non seppe perché lo disse, ma quelle parole scivolarono dalla sua bocca quasi istintivamente.
“Io… pensavo di aspettare un bambino da lui” - sussurrò con un filo di voce.
Aragorn sussultò
“Eh….?”
“Ma non era così, era un falso allarme. Il fatto è che io mi sono sentito sollevato, questo non è normale, non capisco!” - esclamò.
“Sicuramente sei solo impaurito per l’ultima volta. Non credo dovresti però… lui non ti abbandonerebbe...”
“Lo so, il fatto è  che io…. Non credo che lo ami al punto di voler avere un figlio con lui...” - ammise.
“Allora perché vuoi sposarlo?”
Non rispose. Sarebbe stato troppo difficile da spiegare.
“E’ complicato. E comunque sia, il padre di Llweran rimani sempre tu!” - disse cambiando discorso.
“Fare il padre non significa solo farli i figli, ma anche crescergli e insegnargli a  vivere. L’altra volta per qualche breve istante, stando con voi due, ho sentito e visto quello che avremmo potuto essre se solo non fossi stato così codardo”
“Sei… tanto pentito?”
“Da morire. La colpa è mia. Tu non meritavi alcun male, e non lo meriti tutt’ora”
Legolas sorrise, sentendo il cuore battere un po’ più forte di prima.
Erano vicini, e forte era il bisogno da parte di entrambi di un contatto fisico, anche se minimo.
Con la scusa di spostarsi, Legolas fece scivolare la testa sulla sua spalla, poggiandola su essa.
Aragorn non si mosse, non voleva rovinare nulla, non voleva che si spostasse.
Anche se per poco, Legolas poteva godere del suo calore. Non sapeva perché stesse reagendo in quel modo, ma era come se il suo cuore si fosse sciolto. Aveva nuovamente smesso di pensare, forse perché aveva tutto ciò di cui aveva bisogno lì, accanto a lui.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: YukiWhite97