Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: strayheart00    19/07/2017    1 recensioni
Andrea è da sempre conosciuta con l'epiteto di "regina dei ghiacci". Ha una vita che molti definirebbero perfetta, eccetto lei e chi la conosce davvero.
Giulio è invece "il re degli stronzi" soprannome affibbiatogli da Andrea l' istante dopo essersi conosciuti.
Sin dal loro primo incontro sono in lotta per il potere e la fama e ogni volta che uno dei due fa un passo verso la vittoria, l'altro gli mette i bastoni tra le ruote. Dopo ben quattro anni di continue battaglie arriva finalmente l'occasione che potrà decretare il vincitore: la possibilità di candidarsi alla carica di rappresentante d'istituto. A questo punto la guerra tra i due diventa più spietata che mai, con colpi bassi e terribili piani che porteranno a conseguenze inaspettate.
Si trovano infatti costretti a firmare un armistizio quando un bacio gli fa provare sensazioni che non dovrebbero. Così quella che è la loro eterna guerra si trasforma in un gioco, fatto di odio e attrazione. Le scommesse sono aperte: chi tra i due si farà male per primo?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Tonight my heart's on the loose
Talk myself out of feeling
Talk my way out of control
Talk myself out of falling in love
Falling in love with you

[Oh love - Green Day]


Due settimana dopo

A scuola sono stati giorni infernali. Tutti non hanno fatto altro che parlare della foto mia e di Giulio. Si è addirittura sparsa la voce che io fossi incinta, sconvolgente. Con il nemico non ci sono più stati momenti di pace. In classe lui mi evita ed io faccio altrettanto, ma quando siamo nei corridoi iniziano i problemi. L'intero istituto è stato tappezzato, da cima a fondo, con poster, cartelloni, foto e che più ne ha più ne metta, sia miei che di Giulio. Ormai la campagna elettorale è entrata nel vivo. Dio, quanto mi rende felice questa cosa. Nessuno riesce a capire chi sia in vantaggio, il giorno prima io e il giorno dopo lui. È un continuo testa a testa, davvero sfiancante. Per questo motivo ho il cervello in pappa mentre sto fumando in pace la mia sigaretta di metà pomeriggio. Guardo il cielo azzurro sopra la mia tanto amata e odiata città. Vorrei essere come uno di quegli stupidi uccelli e volare in giro per il mondo libera. Senza nessun pensiero, senza nessuna responsabilità, senza nessun ricordo che la notte mi impedisce di dormire. Che depressione. Che fottutissima depressione. Non so bene cosa mi renda così triste, cioè forse ho un idea ma non voglio che sia vera. Ogni giorno, nonostante le urla e le pugnalate alle spalle, io ho guardato Giulio in maniera diversa dal solito. Ho sempre ammesso che fosse bello, ma non era mai capitato che pensassi come può essere baciarlo. Quando tutti mi chiedevano cosa pensassi di Giulio la mia risposta era automatica: "è un coglione". Resta ancora un Coglione, ma non riesco ad essere immune al suo fascino come al solito. Questo non è proprio un buon segno. In classe di tanto in tanto mi giro quanto basta per guardarlo, ma mentre io mi volto appena lui se ne accorge, Giulio al contrario mio non lo fa mai anzi mi fa l' occhiolino. Sembra che non aspetti altro che incrociare il mio sguardo ogni volta. Non riesco davvero a capire il motivo di questa situazione così strana. È possibile che la sua proposta mi abbia scombussolato fino a questo punto? Non ha senso. Da parte mia non c'è mai stato interesse nei suoi confronti. La reputazione di Giulio lo precede da sempre e io ho troppo rispetto per me stessa. Forse è questo il motivo del mio scarso interesse nei suoi confronti nel corso degli altri anni. Ma allora perché adesso, molto volentieri, mi farei baciare da lui? Ho bisogno di bere. Non mi basta il fumo per allontanare i pensieri. L'alcool è l'unica soluzione. Così prima che possa anche solo cambiare idea butto la cicca dal balcone e vado in cucina. Apro il frigorifero alla ricerca della mia amata Heineken perché ne ho davvero bisogno. Ne prendo una e la stappo contro la penisola di marmo. Ritorno in camera mia gettandomi sul letto, facendo molta attenzione però a non rovesciato la birra. E mentre a piccoli sorsi butto giù quel liquido biondo non riesco a smettere di pensare a Giulio e le sue labbra. Vaffanculo.


~~~~

La mattina dopo

Il grande giorno è arrivato: oggi saranno pubblicati i primi sondaggi! Sono euforica alla sola idea di vedere la faccia di Giulio quando verrà reso di pubblico dominio il mio vantaggio, perchè ovviamente e senza il minimo dubbio, sono io quella in testa. Non dovrei essere così sicura di me, ma è impossibile che io, Andre Abate, possa perdere mentre quel coglione di Giulio Mastrolia vincere. Quindi per me stamattina il mondo è un posto migliore, insomma non fa più tanto schifo come al solito. Con la testa fra le nuvole mi ritrovo a percorrere da sola i corridoi della scuola. Ho il telefono tra le mani e ricarico la homepage della scuola ogni due secondi nell'attesa della pubblicazione. Sono quasi arrivata davanti la porta della mia classe quando mi tirano per un braccio e mi ritrovo a correre verso i laboratori. Appena mi accorgo di chi sia il soggetto che mi ha "rapita" mi blocco.

«Razza di coglione! Ma che ti è saltato in testa?» gli tiro un pugno sul braccio con tutta la forza che ho, relativamente poca, infatti non si smuove di un millimetro (questi sono dettagli).

«Puoi per una volta sola nella vita non fare la zitella acida? I miei timpani te ne sarebbero grati» Giulio mi guarda annoiato come se il suo comportamento da stalker di poco prima fosse del tutto normale.

«Se tu ti comportassi da persona normale e non da pazzo maniaco forse potrei fare questo sforzo» gli sorrido per prenderlo per il culo, voglio vedere se riesco a fargli perdere la pazienza in soli due minuti rispetto ai tre che mi servono di solito.

«Non voglio litigare, quindi smettila subito» incrocia le braccia al petto appoggiandosi al muro dietro di lui.

«Beh io si! Mi hai appena rapita, potrei denunciarti» non riesco a smettere di fare la stronza. Stare da soli, in un corridoio deserto, non fa bene ai miei neuroni quindi il panico si è impossessato del mio cervello.

«La smetti? Voglio parlarti di una cosa importante» Giulio ancora insiste, il che è davvero strano. In altre circostanze mi avrebbe già mandato a fanculo.

«Va bene, ci provo» adesso sono curiosa, quello che deve dirmi sarà sicuramente una stronzata epica.

«Grazie, gentilissima. Non capisco perché ti chiamino "regina dei ghiacci"» nel dirlo virgoletta con le mani il mio soprannome, che stronzo.

«Ho appena deciso di fare la simpatica per tre minuti, non farmene già pentire» e per rafforzare il concetto gli tiro un pugno sul braccio, di nuovo.

«Ti rendi conto vero che mi fai solo il solletico?» inizia a sorridere e, oh Signore, quanto è bono. Devo riprendermi.

«Vaffanculo» questa non è una delle mie risposte migliori me ne rendo conto, ma il mio cervello non riesce ad elaborare di meglio.

«Evito di risponderti perché, come ti ho già detto, non voglio litigare» si allontana dal muro per avvicinarsi a me.

«Cosa vuoi allora?» è troppo vicino, così tanto che il mio sguardo non può fare a meno di cadere sulle sue labbra.

«Parlarti riguardo i sondaggi...» non gli do il tempo di concludere la frase.

«Sono in vantaggio io! Lo sapevo! Vincerò!» devo trattenermi per non iniziare a saltellare come una bambina.

«In realtà siamo pari» nello sganciare la bomba i suoi occhi fissano i miei e così, vaffanculo, capisco che sta dicendo la verità.

«Pari? Non può essere. Non possiamo essere pari. Non ha senso» il mio entusiasmo di poco fa si è congelato di fronte all'amara verità.

«Ti dico che è così, controlla tu stessa se non mi credi» dalla tasca di dietro caccia un foglio stracciato.

Allungo la mano per prenderlo, stando attenta a non toccarlo. Inizio a leggere è più vado avanti più rischio che la mascella si scaraventi al suolo. C'è scritto nero su bianco che siamo al 50 e 50. Adesso svengo.

«Come hai fatto ad averlo?» piego il foglio e glielo riconsegno.

«Non è importante il come, ma cosa c'è scritto» lui riprende i risultati mettendoli di nuovo in tasca.

«Perché hai voluto che lo sapessi prima della pubblicazione sul sito?» deve avere un piano in mente, una forma di ricatto partorita dalla sua mente diabolica.

«Perché se cambi idea su quella mia proposta potrei evitare che questi spiacevoli risultati vengano pubblicati» si fa ancora più vicino, così tanto da non farmi sentire altro che il suo profumo. Questo ragazzo ha un problema con il concetto di spazio personale.

«Mi stai davvero ricattando per un bacio?» sono davvero sconvolta, ma lui è un vero stupido se pensa che io possa cedere.

«Sto facendo un favore ad entrambi» il modo in cui lo dice sembra anche convincente, peccato che io non mi fidi nemmeno un po' di lui.

«Un favore? Tu questo lo chiami un favore?» si sta rivelando sempre più difficile trattenere le urla isteriche e le minacce di morte.

«Quando tutti sapranno che siamo pari cosa pensi che succederà? Tu non verrai più considerata come una regina e, con molta probabilità, sarai battuta da me. Ti ritroveresti in un colpo solo con la reputazione macchiata e la dignità distrutta» durante il suo monologo i suoi occhi non lasciano i miei nemmeno per mezzo secondo. Sono io la prima a distogliere lo sguardo.

«Voglio pensarci» questa è l'unica cosa che posso fare.

«Hai tempo fino alla campanella dell'ultima ora» si allontana da me incamminandosi verso la nostra aula e lasciandomi da sola.

Questa proprio non ci voleva, dannazione.

~~~~

Quando la campanella che scandisce la fine delle cinque ore suona il cuore precipita nello stomaco. I miei compagni di classe si accalcano tutti nel corridoio, ansiosi di uscire. Marti, in piedi accanto al banco, sta indossando la giacca di pelle.

«Hai intenzione di restare qui oggi?» mi guarda incuriosita mentre mette lo zaino sulle spalle.

«Devo passare in segreteria per i sondaggi» mi sono preparata questa scusa da ben tre ore, spero sia credibile.

«È strano che non siano ancora usciti in effetti» so cosa sta cercando di fare, ma oggi non funziona.

«Proprio per questo voglio andare a lamentarmi» ecco, questa azione è molto più nel mio stile.

«Tu invece Giulio?» la mia migliore amica sposta il suo sguardo da me al ragazzo dietro le mie spalle.

«Vado anch'io in segreteria. Di certo voglio esserci quando Rea scoprirà che sono io quello in vantaggio» Giulio le sorride tranquillo, come se fosse cosa da tutti i giorni il fatto che io e lui restiamo da soli di nostra volontà.

Marti infatti osserva entrambi ancora qualche secondo prima di scuotere la testa.

«Allora io vado altrimenti mia madre inizia a stressarmi. Evitate di uccidervi» mi lascia un bacio sulla guancia prima di scomparire anche lei dalla classe.

Nella stanza vuota adesso siamo solo noi due. Mi alzo e inizio a prepararmi lo zaino. Guardo Giulio con la coda dell'occhio. Sta osservando il flusso di ragazzi dalla finestra e sembra essere su un altro pianeta. Non posso non approfittare di questa situazione. Senza che lui se ne accorga inizio a creare una bella pallina di carta che, una volta pronta, gli lancio addosso. La pallina gli colpisce il naso e lui si gira di scatto nella mia direzione. Centrato in pieno! Altro che università io mi arruolo ....

«Questo non è un buon modo di iniziare un accordo pacifico» si spiega per raccogliere la pallina e la rilancia su di me.

«Ehy! Perché l'hai fatto?» caccio un piccolo urlo, forse un pochino stridulo.

«Sei tu che hai cominciato» non solo la frase è da bimbo di quattro anni che litiga con la sua compagna d'asilo, il Coglione fa pure la linguaccia. Avere quasi diciotto anni è non sentirli.

«Smettila di fare il bambino» devo reprimere la voglia di ucciderlo.

«Tu smettila di scappare» Giulio si alza e viene verso di me.

«Io non sto scappando da niente» ribatto mentre faccio un passo indietro per mettere un po' di distanza tra di noi.

«Ah no? Sono curioso di sapere la tua decisione» lui, non contento della mia retromarcia, si avvicina prendendomi il polso.

«Non mi stai dando molta scelta» cerco di recuperare più tempo possibile per farmi venire in mente un piano.

«Non sei il console Quinto Fabio Massimo, Rea» ha capito il mio gioco, il ragazzo non è stupido

«Cunctator? Davvero?» forse Giulio si sbaglia, magari sono la reincarnazione vivente del temporeggiatore.

«Non abbiamo tutto il giorno, ad un certo punto la scuola chiude» un altro passo nella mia direzione, vuole che muoia?

Mi ritrovo, davanti alla sua insistenza, costretta a ponderare le mie opzioni. Ho due possibilità:

A) Fare la più grande figura di Merda della mia vita, perdendo la credibilità e rischiando di essere battuto da lui;

B)Baciarlo.

Giulio si aspetta che scelga la prima opzioni e sinceramente anch'io, ma quando alzo gli occhi e vedo la sua faccia già vittoriosa il cervello mi va in stand-by. Nell'aula deserta della scuola faccio quello che mi ero ripromessa di non fare mai e poi mai. Compio gli ultimi centimetri che mi separano da Giulio Mastrolia e, chiudendo gli occhi, avvicino il mio volto al suo fino a far scontrare le nostre labbra. Lo sento trattenere il respiro, sconvolto da questo mio gesto. Il cuore batte forte nella gabbia toracica è sembra sia pronto a correre una maratona. Devo allontanarmi. Sto per farlo quando lui, superato lo shock iniziale, prende il mio viso tra le mani. Fa scontrare le nostre labbra ancora una, due, quattro volte con una dolcezza che non mi sarei mai aspettata. Ha le labbra morbide e piene, un piacere essere baciata da una bocca cosi. Passa la sua lingua sul mio labbro inferiore spingendomi ad aprire la bocca e io, che ormai ho perso il senno, glielo permetto. La sua lingua incontra la mia e sono fuochi d'artificio. 
Mi tira più a sé mentre io gli passo le mani tra i capelli. Non riusciamo a staccarci, ansimiamo entrambi tra un bacio e l'altro. Ho perso il controllo del mio colpo e lui del suo, questo mi sembra chiaro. Finalmente sto assecondando quella parte di cervello che desiderava questo da settimane, con grande approvazione dei miei ormoni. Questo infatti si sono scatenati in un vero e proprio party, ansiosi di vederlo senza maglietta. 
Giulio inizia ad accarezzarmi i fianchi per scendere sempre più giù verso il mio sedere. L'istante dopo mi ritrovo seduta sul banco con lui tra le mie gambe. Non ho la minima idea di quanto sia successo, ma mi va bene così. Avvicino ancora di più Giulio, per quando ormai sia possibile visto che non c'è nemmeno mezzo centimetri di aria tra di noi. Le mie mani finiscono prima sulla sua schiena e poi sotto la sua maglia. Quando arrivo con le mie carezze a toccare le sue spalle entrambi sussultiamo, io perché i miei ormoni stanno facendo le capriole, Giulio invece caccia un verso e proprio gemito sofferente. Le sue labbra lasciano la mia bocca per concentrarsi sul mio collo, che sotto i suoi baci diventa una zona erogena. Nel frattempo anche le sue mani iniziano a sollevare la mia maglietta per sfilarmela. Sono così partita per la tangente che non ho la minima intenzione di fermarlo. Lo faremo su questo dannato banco se non ci stacchiamo, ma non ho proprio la forza necessaria per un simile sacrificio. Ormai manca poco è la mia maglia sarà sul pavimento, quando succede l'impensabile.

«Cosa cazzo sta succedendo qui?» l'urlo della Morelli ci fa allontanare di botto, spegnendo tutti gli spiriti bollenti di pochi secondi fa. Ci guarda sconvolta mentre cerchiamo di renderci presentabili. Un solo pensiero si fa largo nella mia mente: siamo nei casini.

~~~~

Pov. Giulio

Ho appena baciato Andrea Abate. 
Io ho appena baciato Andrea Abate! 
Cazzo! Prendete la vodka, stasera ho intenzione di festeggiare fino all'alba. Il miracolo che nessuno riteneva possibile è invece avvenuto. Non pensavo sapesse baciare così bene. Ero convinto che sarebbe stato un qualcosa di insignificante, non un bacio che mi facesse partire per la tangente così. La Morelli ci sta fissando come se non credesse a suoi occhi, può star certa che nemmeno io mi immaginavo una scena porno come quella di poco prima. Se non sarebbe arrivata sono sicuro che in questo momento Rea sarebbe stata nuda, decisamente uno spettacolo che voglio vedere.

«Allora? Volete spiegare o devo mandarvi direttamente in presidenza?» la prof continua ad urlare, io sto cercando di trattenere la risata e Rea guarda con un certo interesse le mattonelle grigie.

«Prof non stavamo facendo niente di male» cerco di buttarla sul ridere come al mio solito, funziona quasi sempre.

«Non mi sembra proprio Mastrolia» la strega porta le mani sui fianchi, è in modalità battaglia.

«Professoresse ci perdoni, non sappiamo come sia potuto succedere» Rea, da brava pacifista con tutti tranne che con me, cerca di calmare la pazza.

«Questa è una scuola! Certi comportamenti qui sono vietati!» lancia un altro urlo che mi perfora entrambi i timpani.

«Siamo davvero mortficati» Rea abbassa di nuovo la testa, ma che cazzo le succede?

«Mio Dio prof! Non abbiamo ucciso qualcuno. Ci stavamo solo baciando dopo la fine delle lezioni» questa situazione è ridicola.

«È ti sembra niente? Abbiamo due concezioni diverse di "niente"» la Morelli non vuole cedere, che palla al piede.

«Cosa vuole? Mandare in presidenza uno dei migliori studenti o me? Sono sicuro che mio padre sarà felice di ricevere una sua chiamata» ricorrere a questi mezzi ricatti non mi piace, essere costretto a nominare mio padre per salvarmi il culo è una cosa che odio.

«Per questa volta farò finta di non aver visto niente, ma che non capiti più» ci rivolge un'ultima occhiata prima di andarsene.

Mi giro verso Rea che tiene i suoi occhi fissi su di me.

«Grazie» nel dire questa parola la ragazza al mio fianco diventa tutta rossa.

«Quando vuoi» le faccio l' occhiolino per metterla ancora più in imbarazzo, sono uno stronzo.

Mi fissa ancora senza dire niente e io faccio la stessa cosa. I suoi occhi sono più azzurri del solito, le labbra ancora un po' gonfie per i baci di prima e ha un sorriso che non le vedo molto spesso. Rea è sempre stupenda, ma quando sorride mi lascia senza parole e con il cervello in pappa.

«Forse è meglio che vada» si piega per raccogliere da terra lo zaino che nella foga del momento dev'essere caduto per terra.

«Ci vediamo domani» io non mi muovo di un millimetro da dove sono invece, non ho alcuna fretta.

«A domani» Rea mi sorride un ultima volta prima di uscire.

Da bravo maiale quale sono fisso il suo culo fin quando non sparisce dalla mia vista. In che razza di casino mi sono andato a mettere baciando l'unica ragazza che per me è sempre stata intoccabile? Il problema più grave è che io bacerei altre mille volte Rea, ma non posso. 
 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: strayheart00