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Autore: CaramelizedApple    20/07/2017    1 recensioni
(Seguito di Mary Lloyd, la chiave e il volto del male)
Un nuovo personaggio è entrato a far parte della leggendaria storia ed ora, che è sempre più forte e consapevole delle sue capacità, sarà impossibile uscirne!
Buoni e cattivi, ma è così semplice?
Nuove idee, nuove emozioni, nuovi ricordi...un'altra vita!
(La lettura della storia precedente è indispensabile per comprendere la relazione tra i personaggi e la protagonista, ma se proprio non vi va potreste comunque riuscire a capire)
(Seguito: Mary Lloyd e il sogno rivelato)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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-Attenta- dico ad Hermione, reggendo il pesante baule che contiene la maggior parte dei miei averi, in modo che non tocchi il pavimento di pietra, producendo rumori indesiderati che potrebbero svegliare altri compagni di Casa. -Non farlo cadere- continuo seria, procedendo a ritroso per gli scalini che collegano il dormitorio femminile e la Sala Comune di Grifondoro.
-È pesante- si lamenta la ragazza. -Ed è buio, non riesco a vedere dove metto i piedi-.
-Facciamo questi scalini tutti i giorni, più volte al giorno- alzo gli occhi al cielo, sono nervosa e le sue lamentele non fanno che peggiorare le cose. -Ci siamo quasi- aggiungo, mentre il mio viso viene colpito dalla luce tenue del fuoco, ancora acceso nel piccolo caminetto della stanza, dove la Professoressa McGranitt mi sta aspettando con due ragazzi di Grifondoro col viso segnato da un misto di timore e disagio. Non appena la donna mi vede alza la bacchetta, incantando il baule che in un istante si alza in volo e fluttua oltre il quadro della Signora Grassa, liberando me ed Hermione dal suo peso.
-Potter, eccoti qui- mi si avvicina, prendendomi per le spalle, come a voler controllare che sia davvero qui. -Avremmo pensato noi al tuo bagaglio, non era necessario portarlo di sotto- mi guarda seria, prima di parlare ancora. -Sei pronta? Possiamo andare?-.
-Certo, Professoressa- dico con sicurezza, nonostante il pungente mal di stomaco che mi ha colpita nelle ultime ore.
-Bene- sentenzia lei, prima di muovere lo sguardo sugli altri presenti. -Signor Weasley, Signor Potter e Signorina Granger da questa parte- dice in tono autoritario, prima di mettermi una mano sulla schiena e condurmi a passo svelto verso il quadro, per uscire dalla Sala Comune.
La mano della donna trema sempre più forte pian piano che scendiamo le scale a passo sempre più sostenuto, distanziando leggermente i tre Grifondoro.
-Tutto bene?- domando in un sussurro alla strega, che mi rivolge uno sguardo colmo di preoccupazione. -Non temere per me, io me la caverò, starò via solo un paio di settimane- azzardo con un tono più personale, fingendomi più coraggiosa di ciò che sono.
-Non mi piace per niente quella scuola Bulgara, non è sicura, non è affatto sicura- risponde stizzita, mentre la sua mano si sposta sulla mia spalla stringendo leggermente. -Karkaroff è scomparso e la scuola non sembra nelle condizioni di poterti proteggere in caso di attacco, Igor Karkaroff non mi è mai piaciuto e immagino che il suo successore non sia migliore- precisa la donna.
-Lo so, ma non sarò mai da sola, giusto?- alzo le spalle, attenta a non parlare troppo forte e rischiare di svegliare i soggetti nei quadri, voltandomi a guardare il viso in penombra della McGranitt. -Andrà bene- dico con sicurezza, un’istante prima di passare davanti ad una tela in cui un vecchio uomo russa rumorosamente.
-Promettimi che non ti caccerai nei guai- la donna sembra essere sempre più rigida.
-Come sempre- una mano sale nervosamente a massaggiarmi il collo. -Come arriverò in Francia, smaterializzazione?- domando, cercando di distrarre la Professoressa.
-No, non è consigliabile per tali distanze- dice lei sicura. -Ma il Professor Piton ti accompagnerà in stazione, dove ti aspettano alcuni Auror inviati dal ministro per tua sicurezza, terranno sotto controllo il treno che prenderai per tornare a Londra. Dopo ciò sarai sotto la sola supervisione di Hagrid fino a che il traghetto non raggiungerà la Francia dove…-.
-Quindi sarà lui ad accompagnarmi?- sorrido, non mi dispiace Hagrid, anche se non lo conosco bene come Harry, è sempre stato gentile con me.
-Esatto, è in stazione ad aspettarti- la donna sembra contrariata. -Silente lo ritiene appropriato per l’incarico, visti i suoi buoni rapporti con la Preside Maxime-.
-Non pensi lo stesso?- domando senza riuscire a trattenermi.
-Non ho nulla contro di lui, ma non credo sia la persona più adatta a ricoprire questo incarico- arriviamo in fondo alle scale, muovendoci a passo sostenuto verso l’entrata del Castello. -Albus stesso ha ammesso che non passa inosservato, ma crede possa bastare per tua protezione, spero solo che non sbagli- dice, rivolgendo altrove il suo sguardo preoccupato, prima che i tre Grifondoro che ci seguono ci raggiungano davanti al grande portone che Gazza sta aprendo borbottando. -Oltre a loro c’è qualcun altro che vuoi aspettare? Per chi era il permesso che mi hai chiesto questo pomeriggio?- domanda Minerva improvvisamente, mentre l’aria fredda giunta negli ultimi giorni di settembre ci investe, scompigliandomi i capelli e facendomi venire la pelle d’oca i miei si perdono nell’oscurità della notte.
-Sì, in effetti sì- dico alzando le spalle. -Non credo riesca a venire- i miei occhi si spostano automaticamente lungo il corridoio vuoto, prima di uscire all’esterno.
Subito il mio sguardo viene rapito dalle due figure al centro del cortile a cui ci stiamo avvicinando, un uomo alto dalla lunga barba bianca che indossa un pesante mantello da viaggio e un altro vestito scuro come la notte che, impassibile, ci scruta.
-Buonasera- ci saluta Silente con un sorriso gentile, che tutti ricambiamo.
-Buonasera, Signore- rispondo con sicurezza, imitata da Harry, Ron ed Hermione. -Viene anche lei?- domando, visto l’abbigliamento dell’uomo, senza poter trattenere un sorriso.
-Oh…-dice sorpreso lui. -In realtà sono da poco tornato al Castello, devo coprirmi bene con questo vento freddo- ridacchia l’uomo. -Sarà il Professor Piton ad accompagnarti fino alla stazione- dice indicando l’uomo al suo fianco, su cui cadono i miei occhi. L’uomo mi guarda intensamente, come se volesse dirmi qualcosa, ma subito i suoi occhi tornano suoi miei compagni Grifondoro.
-Dovremmo andare- fa monocorde, riportando ancora gli occhi sul Preside.
-Certo- dice il Preside. -Sei pronta ad andare?- una forte fitta allo stomaco mi fa rabbrividire, ma in ogni caso annuisco. -Bene, immagino tu voglia salutare i tuoi amici- annuisco ancora, voltandomi un po' meccanicamente verso i tre alle mie spalle.
Harry mi abbraccia subito. -Fai attenzione- dice la sua voce, mentre impacciatamente ricambio l’abbraccio del Grifondoro.
-Non sto andando in guerra- ridacchio nervosamente. -Sono sicura che andrà tutto liscio come l’olio- sciolgo l’abbraccio, sentendo lo sguardo del Professor Piton bruciarmi addosso. Sicuramente trova tutto questo ridicolo ed impaziente di tornare ai suoi impegni. -Mi farai copiare i tuoi appunti quando tornerò?- abbozzo un sorriso.
-Sai bene che non sono la persona giusta a cui chiederlo- alza le spalle, facendomi sorridere.
-Ciao, Ron- saluto gli altri due con un abbraccio veloce. -Hermione-.
-Ti passerò io gli appunti- dice lei al mio orecchio, prima di sciogliere l’abbraccio.
-Grazie- sorrido a mia volta. -Ci vediamo tra due settimane- dico ai tre, che annuiscono. -Professoressa- saluto la donna con un cenno, che lei stessa ricambia con indecisione, prima che io faccia lo stesso con Silente. -Professor Silente-.
Non avevo mai visto tentennare la donna in questo modo, sembra davvero in ansia per la mia partenza.
-Andiamo, Potter- dice Piton, quando muovo lo sguardo su di lui, voltandosi in direzione della strada che dovrebbe condurre all’entrata del Castello.
Un rumore improvviso mi blocca non appena compio il primo passo per seguire l’uomo, costringendomi a voltarmi verso il la porta che ho oltrepassato poco fa.
Un ragazzo che calza in modo impeccabile la sua divisa verde argento è immobile sulla soglia, con lo sguardo perso a metri di distanza, fino a che non incrocia il mio. Sopra la divisa porta una tunica scura che viene sferzata dal vento a intervalli regolari, muovendosi a tempo dei capelli che, come fili lucidi e sottilissimi, quasi riflettono la luce prodotta dalla stanca luna che riposa in cielo.
Il permesso che gli ho mandato questo pomeriggio ancora è stretto tra le sue dita, mosso dal vento mentre lentamente si avvicina, attirando gli sguardi di tutti i presenti.
-Buonasera- dice con educazione e serietà avvicinandosi al gruppo, prima di abbassare lo sguardo davanti al Preside, chiaramente a disagio. Non credevo che Silente gli facesse quest’effetto.
Forse è perché lo scorso hanno faceva parte della Squadra di Inquisizione della Umbridge? O è dovuto al fatto che ha lasciato la carica di Prefetto? O forse, ipotesi più probabile, per ciò che nasconde sotto la manica sinistra.
-Signor Malfoy- lo accoglie gentilmente il Preside. -È arrivato giusto in tempo-.
-Sei venuto- dico io avvicinandomi a lui, prima che qualcun altro possa aggiungere qualcosa. –Temevo non fossi riuscito a venire- senza rendermene conto stringo le braccia intorno al suo busto.
-Non potevo lasciarti partire così- risponde lui al mio orecchio con dolcezza, mentre ricambia l’abbraccio. –Buon viaggio- aggiunge poi, rafforzando la stretta prima di lasciarmi andare.
Improvvisamente gran parte dell’agitazione abbandona il mio corpo, portandomi a sorridere al giovane Draco.
Piton si schiarisce la gola alle mie spalle impaziente, convincendomi a tornare sui miei passi per raggiungerlo. L’uomo mi lancia uno sguardo severo, che volge anche al Serpeverde, prima di voltarsi e iniziare a camminare, mostrandomi la strada.

Revisione: Francesca

Salve gente! Scusate il ritardo, ma ecco qui il capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate!
Come vanno le vacanze? Alla prossima!

  
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