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Autore: Andy Tsukimori    21/07/2017    2 recensioni
Light Yagami e Akemi Komori, due persone annoiate, prive di stimoli, intelligenti. Si somigliano molto, come mai?
Akemi no Raito trad. La luce di Akemi, Akemi’s Light.
Genere: Azione, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Near, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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Voglio dimenticare




Si maledì per aver cantato vittoria troppo presto. Guardò il suo polso, cinto da una delle manette di L, che l'aveva ancorata a sé. Come può esserci di peggio? Si domandò. 
 
E invece c'era di peggio, all'altro braccio di Ryuzaki era ammanettato Light, nonostante le catene fossero abbastanza lunghe da permettere a tutti e tre buoni movimenti, erano comunque costretti a stare tutti nella stessa stanza. Lei, Ryuzaki e Light. 
 
 
Si erano tutti trasferiti in un nuovo quartiere generale, stavolta definitivo. Una costruzione di massima sicurezza che all'inizio doveva essere un caveau super esclusivo di qualche grande banca. Ma quanti soldi ha L?  Si domandò Akemi quando vide l'imponente costruzione.
 
 
L sembrava non curarsi dei problemi che quella forzata simbiosi fra i tre avrebbe creato. Prima che venissero ammanettati a Ryuzaki, Akemi era riuscita a dire a Light che l'aveva baciata, mentre lui era rinchiuso nella cella. Perciò l'atmosfera era ancor più tesa. 
 
 
 
 
-Kira è molto attivo, sempre se colui che sta compiendo questi omicidi sia lui e non un suo nuovo sottoposto, ad ogni modo- disse invitando Light a prendere posto per primo alla plancia di comando di tutte le telecamere e schermi del nuovissimo quartier generale -L'eliminazione sistematica dei criminali è stata costante dall'ultima volta che ha ripreso le sue attività- disse prendendo posto di fianco al giovane Yagami. Tirò fuori dei lecca-lecca alla ciliegia e ne porse uno ad Akemi che lo scartò e se lo mise in bocca. 
 
 
-Questa storia delle manette è ridicola- sbuffò Light tirando la sua catena.
 
 
L si tolse il lecca-lecca di bocca e lo puntò contro  Light. 
 
 
-Tu ed Akemi siete le persone più vicine a Kira che ci siano, mentre Misa è ciò di più prossimo al secondo Kira, vorrei togliermi di dosso questo dubbio fastidioso- rispose calmo, poi riprese a gustare il suo lecca-lecca.
 
 
Il giovane Yagami sembrava piuttosto arrabbiato, in realtà lo era da quando Akemi gli aveva rivelato del bacio. Più passava il tempo più il suo nervosismo era visibile. Non gli andava giù, non aveva fatto nulla ed era ammanettato a L, in più anche Akemi lo era. Non poteva stringerla, abbracciarla, baciarla. 
 
 
 
Ad L sfuggì un ghigno, era contento di separare i piccioncini ed unire l'utile al dilettevole. Era molto turbato dal cambiamento di Light, sembrava una un'altra persona. Come se avesse dimenticato chi fosse, non vedeva l'ora di prendere Kira per potersi liberare di quelle manette, tutto quello zelo lo insospettiva. 
 
 
 
Misa, che era tenuta sotto stretta sorveglianza ai piani bassi, si presentò al quartiere, che si sviluppava negli ultimi quattro piani dell'imponente e edificio. Desiderosa di vedere Light, domandò così insistentemente di lui che i tre si presero una pausa dal lavoro e la raggiunsero  negli alloggi del secondo piano.
 
 
Li attendeva in un grazioso salotto, il suo disappunto affiorò quasi istantaneamente quando vide che Light non era solo, ma aveva ben due scocciatori al seguito.
 
 
-Misa che cosa vuoi?- domandò lui prendendo posto, seguito da L ed Akemi. L aveva esortato Light a fare quel piccolo rendez-vous con la bella web star, per vedere come si interfacciavano fra di loro e cogliere eventuali comportamenti anormali. Entrò Watari e sistemò un vassoio di dolcetti e cioccolata calda sul tavolino in mezzo ai due divani dove avevano preso posto, Akemi lo ringraziò e l'uomo ricambio con un dolce sorriso, da sotto i baffi candidi, per poi congedarsi.
 
 
 
Light storse il naso, detestava i dolci. Misa assaggiò un biscotto al burro e poi sorrise maliziosa.
 
-Volevo vederti, che c'è di male?- ghignò.
 
 
Mentre L e Akemi si gustavano una cioccolata calda gli altri conversavano del più e del meno. O meglio Misa parlava e Light si limitava a rispondere a monosillabi. Akemi però noto che era più sereno e gioviale del solito. Anzi entrambi sembravano più tranquilli e felici. Che sia per la perdita di ogni memoria legata al Death Note? Si chiese Akemi mentre sorseggiava lentamente la sua cioccolata calda. L la stava guardando e un sorriso involontario si era dipinto sul suo volto.
 
 
-Perché sorridi?- gli domandò Akemi leccandosi i baffi. Lui si portò l'indice sulle labbra e prese un biscotto.
 
 
-È difficile trovare qualcuno che beve cioccolata calda a luglio, conosco solo un'altra persona che la berrebbe con me- si spiegò, per poi divorarsi il biscotto.
 
 
Akemi si chiese chi fosse quest'altra persona oltre a loro ma venne interrotta da Light, che stufo di sentire le chiacchiere di Misa si era alzato in piedi.
 
 
-Torniamo a lavorare al caso ora- disse con cortesia. 
 
 
-Non preoccuparti Light, sarà una lunga nottata, riposa un altro pochino- disse con aria innocente, poi si alzò in piedi per stirarsi, Akemi sentiva la catena tirare e si alzò a sua volta, aveva come l'impressione che la sua fosse più corta rispetto a quella di Light.
 
 
Il giovane Yagami sbuffò prendendo posto sul divano.
 
-Ci siamo trasferiti in questo quartier generale super attrezzato ma ho l'impressione che tu non abbia voglia di lavorare- sibilò ad L.
 
 
Quello appoggiò delicatamente la testa sulla spalla di Akemi che arrossì e guardò Light innervosirsi ancora.
 
 
-Sono un po' depresso, è molto probabile che anche se catturassimo Kira il suo potere passerebbe a qualcun altro. Sono dell'opinione che uno fra te e Komori-san lo è stato fino a quando vi abbiamo rinchiuso, probabilmente ora la facoltà di uccidere è stata di nuovo trasmessa ad un nuovo Kira. Così facendo non cattureremo mai l'originale- disse tastandosi il mento. 
 
 
Light era furioso, quel bastardo di L aveva baciato Akemi ed era convinto che uno dei due fosse Kira,  in più da quando i sospetti su tutti e tre si erano notevolmente ridotti sembrava quasi che non avesse più senso cercarlo.
 
 
 
Si alzò di scatto e gli tirò un pugno così forte da farlo cadere dal divano, trascinando con se lui e Akemi. L si massaggiò la guancia arrossata e tumefatta, ma non sembrava per nulla stupito, al contrario delle ragazze che li osservavano scioccate.
 
-Solo perché i tuoi sospetti sono stati smentiti non hai più voglia di indagare?- ringhiò tirandosi su, poi aiutò Akemi ad alzarsi. Anche L si rialzò, gli occhi chiusi e il respiro calmo.
 
 
-Non la prendo sul personale, sono semplicemente scoraggiato, non è perché i miei sospetti sono caduti, è perché mi pare di aver capito che sarà un'impresa catturare Kira- poi fece un passo avanti e aprì gli occhi, uno sguardo di fuoco infiammò l'elegante salotto. -Piuttosto sei tu, Yagami, a prenderla sul personale o sbaglio?- disse ricambiando con un destro che lo fece cadere sul divano. Aveva capito che la piccola Komori gli aveva detto del bacio.
 
 
Akemi stava per impazzire, quel sistema del tiro alla fune mentre i due cretini si prendevano a pugni l'aveva stufata. Tirò la catena verso di lei, attirando l'attenzione dei due.
 
-Liberatemi immediatamente- disse, gli occhi azzurri socchiusi in un espressione furiosa. 
-Rinchiudetemi pure in un bunker ma non ho intenzione di lasciarmi sballottare come un giocattolo mentre voi idioti fate a pugni- sibilò.
 
 
 
Fu sufficiente quello per gelare l'atmosfera. Misa che si era allontanata e fino a pochi secondi prima faceva il tifo per Light, smise di urlare, i due che invece si stavano picchiando si rimisero composti e si scusarono.
 
 
-Non posso liberarti, ma ti chiedo scusa non ho pensato che essendo tu ammanettata a noi saresti finita in mezzo- mugugnò L.
 
 
 
 
Per tutta la sera Akemi tenne loro il broncio, voleva a tal punto dimenticarsi di essere legata a quei due, che si fece assorbire dal lavoro. Passava in rassegna la lista dei criminali assassinati, in cerca di qualche collegamento. Pur di non rivolgere loro la parola decise di passare al setaccio la lista dei decessi per attacco di cuore nell'area del Kantō, dove probabilmente il nuovo Kira agiva. Eseguì un controllo incrociato molto meticoloso, tra gli arresti cardiaci fatali di quell'ultimo periodo, trovando un considerevole numero di importanti uomini di affari e politici.
 
 
-Watari-san- disse premendo il pulsante dell'interfono. -Potresti farmi una breve ricerca sulle società con la crescita più rapida degli ultimi quindici giorni?- domandò suscitando la curiosità dei due.
 
 
 
-Hai scoperto qualcosa?- la inquisì L, sporgendosi in sua direzione.
 
 
Lei sbuffò e borbottò qualcosa di incomprensibile fra i denti.
 
 
Dal piano di sopra il baffuto signore si era già messo all'opera e poco dopo giunse la risposta. Dagli altoparlanti risuonò la voce grave e calda del signor Watari.
 
 
-Sembra che al momento l'azienda che soddisfa meglio i requisiti sia la Yotsuba Corporation- la informò.
 
 
Light e Elle accederono ai dati sulle morti dalle loro postazioni, avevano capito al volo che Akemi sospettava qualcosa e che forse era su una buona pista.
 
 
-Effettivamente dopo la morte di ciascuno dei personaggi di spicco dell'economia e della politica elencati qui, la Yotsuba ha fatto una mossa economicamente vantaggiosa, crescendo ed inglobando altre piccole società- disse Light. 
 
 
-Che Kira sia nell'amministrazione?- dissero tutti e tre all'unisono. 
 
 
-Spieremo la riunione del coniglio d'amministrazione, piazzeremo telecamere ovunque in questa società, con molta probabilità Kira è qui dentro- disse L.
 
 
 
Si era fatto molto tardi, avevano ottenuto i nomi e le generalità di chiunque avesse a che fare con questa Yotsuba Corporation. Anche se erano quasi certi che Kira si nascondeva ai piani alti. Non c'era altro da fare se non attendere che venissero posizionare telecamere e cimici.
 
 
-Andiamo a dormire- si stiracchiò Matsuda, gli altri acconsentirono, erano tutti molto stanchi.
 
 
 
 
 
La perplessità fu inevitabile. Per Light e L dormire in due letti vicini non era un problema, ma Akemi proprio non ne voleva sapere di dormire con loro, voleva farsi una doccia e con il miglior detective al mondo e il criminale più efferato al seguito non era proprio possibile.
 
 
-Fa' pure una doccia, Watari e Ayuzawa si occuperanno di sorvegliarti dalle telecamere- la sfidò L. 
 
 
 
Light lo afferrò per il collo della t-shirt -Nemmeno nella doccia può stare tranquilla?- ringhiò. L sorrise.
 
-Preferisci che sia solo Watari ad assicurarsi che lei non faccia qualcosa di sospetto? O che lo faccia io?- lo stuzzicò. Light stava per ribattere ma fu interrotto da Akemi.
 
 
-Va benissimo, a patto che non vi senta bisticciare per cinque minuti!- sospirò, poi si girò verso una delle telecamere -Mi venite a liberare?- sbuffò.
 
 
 
A scioglierla da quella catena umana arrivò invece una donna sulla trentina, i capelli del suo stesso colore ma lunghi fino alle spalle, portava degli occhiali da sole scuri, nonostante fossero le undici  di sera, una tuta intera di pelle bordeaux e degli stivali scuri col tacco. 
 
 
 
-Vi presento Wedy, è una ladra di fama internazionale, le ho chiesto di collaborare al caso, sarà lei a tenerti d'occhio mentre fai la doccia e domani piazzerà le cimici alla Yotsuba- si spiegò L. Poi si voltò verso Light -contento?- disse. 
 
 
 
 
 
Akemi era invidiosa, Light e Misa avevano dimenticato tutto e in qualche modo sembravano più sereni che mai. Lei invece ricordava tutto di quegli orrori e proprio non sapeva cosa farsene. Mentre si frizionava la bionda chioma con uno shampoo alla vaniglia e patchouli, rifletteva sul da farsi. Ora che era qualcun altro a commettere gli omicidi era più facile indagare senza influenze, ma non sapeva fino a che punto Light aveva previsto gli eventi e chiedere a lui era impossibile. Avrebbe voluto anche lei rinunciare al suo Death Note e magari vivere senza oscurità l'amore che provava per il giovane Yagami. Sapeva che per farlo avrebbe dovuto chiedere a lui. Lei non aveva un vero e proprio Shinigami, ma lui sarebbe giunto anche all'istante se l'avesse chiamato.
 
 
 
Posò lo sguardo sulla figura snella in tuta di pelle che l'osservava da dietro il vetro smerigliato. Sicuramente Wedy si sarebbe insospettita se avesse parlato troppo chiaramente. Però quel desiderio di dimenticare tutto era così impellente. Sospirò e desistette dal chiamarlo. Uscì dalla doccia e si vestì.
 
 
 
Wedy la riportò dagli altri due e appena si assicurò che fosse ben ammanettata si accese una sigaretta e si dileguò.
 
 
 
Soprese L ad annusarle i capelli.
 
 
 
-Sai che è un atteggiamento inquietante vero?- scherzò lei. Quello fece spallucce e smise di farlo, provocando un sospiro rassegnato di Light.
 
 
 
Entrarono in una stanza con tre letti vicini fra loro, Akemi storse il naso all'idea di non avere un minimo di privacy. Con riluttanza si piazzò su quello più a destra seguita da L che s'infilò in quello al centro e Light in quello di sinistra.
 
 
 
 
 
 
Vagava per le strade di Tokyo, sanguinava e un dolore sordo la trafiggeva. I passanti la fissavano con timore, perplessi sul da farsi. Una donna le chiese se necessitava di un'ambulanza, ma lei l'ignorò. Guardava il vuoto e barcollava in avanti alla ricerca di Light. Seguendo il filo luminoso che man mano si affievoliva svoltò in un piccolo vicolo cieco e lo trovò a terra esanime. Era ferito esattamente dove lei provava dolore, era esausto, gli occhi socchiusi e lo sguardo perso di chi abbandona il mondo.
 
-Ti amo- le sussurrò prima di spirare.
 
 
 
 
 
Un urlo agghiacciante squarciò la notte, destando tutti nella stanza.
 
 
-Akemi stai bene?- chiese Light allarmato.
 
 
La sua voce calda e sensuale l'avvolse rassicurandola. Era vivo. 
 
 
-Ho avuto un incubo- ansimò.
 
 
 
-A vent'anni hai ancora gli incubi?- scherzò L, sporgendosi dal letto. Gli mise una mano sulla testa e l'accarezzò con dolcezza.
 
 
 
-Vi chiedo scusa, tornate pure a dormire- disse, la voce ancora tremante. 
 
 
-Cosa hai sognato?- gli chiese Light, con tono rassicurante. Akemi si era accorta che da quando aveva dimenticato di esser e Kira quel ragazzo era  divenuto premuroso e dolce. Che fosse così prima di trovare il Death Note? Si chiese. No, lei lo aveva conosciuto prima, era disilluso, annoiato, apatico.
 
 
-Ho sognato la mia famiglia- mentì. 
 
 
Nessuno seppe rispondere, entrambi sapevano la fine tremenda che i genitori di Akemi avevano fatto, c'era poco da dire su quella tremenda tragedia.
 
 
 
 
Light Yagami non aveva mai provato tanta frustrazione in vita sua, voleva stringere Akemi fra le sue braccia, coccolarla, proteggerla. E invece in mezzo a loro c'era L, convinto che uno dei due suoi prigionieri fosse il peggior assassino della storia. Gli sembrava tutto così sbagliato, quasi non ricordava i momenti belli trascorsi con Akemi, quasi come se si fossero separati da talmente tanto che il tempo avesse ormai ingiallito la loro memoria. Però le sensazioni che quella pelle liscia e chiara gli davano quando la toccava se le ricordava, le scariche di elettricità e adrenalina che un contatto fra le loro labbra poteva scaturire, il profumo inebriante dei suoi capelli, il fisico snello e minuto che poteva stringere con un solo braccio, quelli se li ricordava eccome. E gli mancava tutto ciò. Anche ora, che voleva solo abbracciarla e rassicurarla dai brutti sogni e non poteva.
 
 
 
-Scusate ancora- disse Akemi girandosi di spalle, facendo attenzione a non tirare troppo la catena della manetta.
 
 
 
L aprì gli occhi, sentiva profumo di vaniglia e qualcosa sopra di lui. Era per terra, sul pavimento di moquette della stanza, tra le sue braccia c'era Akemi che dormiva della grossa. Light era ancora a letto, il braccio ammanettato pendeva, dovevano essere caduti nel sonno. Era piccolina, da stringere. Gli piacevano le sue forme. Le accarezzò la testa e lei istintivamente lo abbracciò.
 
 
Akemi si sentiva bene, due braccia la stringevano in un abbraccio delicato, un leggero profumo di pino silvestre le giungeva alle narici. Socchiuse un occhio non appena si ricordò di essere in camera con L e Light e sobbalzò ritrovandosi abbracciata al miglior detective del pianeta.
 
Quello aprì gli occhi all'istante, doveva essere già sveglio. Abbozzò un mezzo sorriso e l'aiutò a tirarsi su.
 
 
-Dormivi così bene che non volevo svegliarti- si giustificò. 
 
 
 
Akemi arrossì.
 
 
-Dì un po' L, provi qualcosa per me?- le domandò a bruciapelo.
 
L'altro spalancò i suoi già grandi occhi grigio scuro. Non si aspettava una domanda così diretta.
 
 
-Si, mi piaci- sospirò sdraiandosi a pancia in su sul suo letto. -So anche che è piuttosto sconveniente, visto che sei innamorata di Light- aggiunse stirandosi.
 
 
Lei istintivamente guardò in quella direzione, dormiva ancora. Era bellissimo, l'espressione seria ma rilassata, gli occhi felini serrati e contornati da lunghe ciglia. 
 
 
-Vero, anche tu mi piaci L, ma proprio non riesco ad immaginarmi con qualcuno che non sia lui- disse.
 
 
 
L sorrise, sapeva di piacerle un po'. Le sue reazioni ai suoi sguardi dicevano tutto, sussultava, arrossiva e abbassava lo sguardo. Improvvisamente si sentì meglio, c'era la speranza che quella fatina delicata potesse scordarsi del giovane Yagami? Volle credere di si. 
 
 
 
 
Light aveva ascoltato tutto. Non sapeva se essere furioso oppure se compiacersi. Akemi aveva ammesso che L le piaceva, ma aveva anche specificato che, per lei, Light era l'unico uomo che immaginava al suo fianco. Infondo non aveva fatto una piega quando Misa si era prepotentemente intromessa nelle loro vite. Lui forse doveva accettare il fatto che L provava una forte attrazione per la sua metà e fidarsi di lei. Però la differenza sostanziale era che per lui Misa non significava nulla, nemmeno ricordava perché si era avvicinata così tanto a lui, mentre Akemi un debole per L ce l'aveva.
 
 
 
Rimase silenzioso tutta la mattina, leggeva scartoffie in attesa di ricevere le prime immagini dalla Yotsuba Corporation. Guardava di sottecchi Akemi e ogni volta che con la coda dell'occhio la incrociava notava che lo osservava, trovava grazioso come poi distogliesse lo sguardo fingendo noncuranza.
 
 
 
 
 
 
Quella forzata simbiosi a tre la stressava. Non poteva esserci coppia peggiore a cui stare legata, le due nemesi al momento ignare l'una dell'altra. Aveva bisogno di farsi stringere forte dalle braccia di Light, di sentire le sue labbra, il suo profumo. Ogni tanto lo guardava, immaginandosi di toccarlo e di baciare il profilo del suo volto. Arrossì quando fu colta sul fatto, abbassando lo sguardo con aria colpevole.
 
 
 
 
 
Fu improvviso. L si fece portare le chiavi delle manette da Watari-san. Lesse l'espressione confusa sulla sua faccia mentre la liberava e rispose alla sua muta domanda.
 
 
-Non ho più necessità di tenerti legata, mi rendo conto che sia stato difficile per te, ho tratto le mie conclusioni e se ti può interessare sono positive, la possibilità che tu sia Kira è piuttosto remota- mentì.
 
 
 
Ad Akemi qualcosa non quadrava, ma era talmente felice di poter stare un po' da sola che non le importava poi troppo. Aveva già deciso che avrebbe rinunciato al Death Note, nella speranza che Light e Misa non riacquistassero mai più la memoria di quell'orrido progetto.
 
 
 
 
 
Le fu concesso di tornare a casa per prendere un po' di effetti personali. Appena si assicurò che non ci fossero telecamere o cimici si rilassò.
 
 
 
-Mi senti vero? Ho bisogno di te- sussurrò timida.
 
 
 
Lui non le piaceva un granché. Anzi, le incuteva timore più che altro, non era uno Shinigami normale.
 
 
 
-Ciao, bambina mia- disse una voce gelida, così gelida da poter congelare il sole.
 
 
Lei si voltò in quella direzione, trovandosi davanti qualcosa di vagamente umano. Lineamenti armoniosi, i capelli lunghi e scuri come la notte, gli occhi neri come la pece e le iridi rosso acceso. Quello sguardo era terrificante, non si abituava mai. Fece un passo avanti facendo tintinnare i numerosi monili d'argento intrecciati con piume, campanelli e ossa. Una corona dall'aspetto oscuro e decadente sulla sua testa.
 
 
Il Re degli Shinigami le fece una carezza, con le sue dita affusolate. Se non fosse stato per alcune caratteristiche demoniache si sarebbe potuto dire che aveva l'aspetto di un giovane uomo di bell'aspetto. Sorrise, mostrando numerose file di denti acuminati e terrificanti.
 
 
 
Akemi deglutì nervosamente.
 
 
-Salve padre- s'inginocchiò. Quello Shinigami, il più potente e antico di tutti, in realtà non era suo padre. Molti anni prima si era follemente innamorato di sua madre e così lei di lui, ma un umano e uno Shinigami sono creature così differenti fra loro che quell'amore fu impossibile da concretizzare. Le era stato affianco per tutta la sua vita nonostante lei avesse poi sposato un umano, gli bastava stare con lei. E quando giunse la sua ora lui sapeva. L'aveva stretta forte fra le sue braccia mentre moriva e aveva acconsentito a salvare la vita della sua piccola bambina, promettendole di starle affianco nei momenti di bisogno. Quindi Akemi si trovava ad avere il Re degli Shinigami come balia.
 
 
-Cosa vuoi piccina? È una rarità che tu mi chiami, sono sempre io a farti visita- disse, il suo tono di voce era abissale. Le accarezzò i capelli facendola rabbrividire.
 
 
Akemi piantò il suo sguardo sull'essere ancestrale davanti a lei, incrociando con decisione il suo color cremisi.
 
 
-Posso rinunciare al Death Note?- gli chiese tremante. Il Re degli Shinigami spalancò i suoi occhi terrificanti.
 
 
 
-Perché vuoi rinunciare?- chiese, sembrava turbato, il suo volto senza tempo appariva crucciato.
 
 
-I ricordi che ho ad esso legati si sono fatti estremamente dolorosi, preferisco non sapere- sospirò.
 
 
-Diciamo che è possibile, ma gli occhi resteranno per esempio e non potrai più vedermi né parlarmi- si spiegò. 
 
 
 
Akemi fece spallucce, un po' le dispiaceva, anche se lui l'aveva sempre spaventata infondo era merito suo se era ancora viva. 
 
 
-Non so se sarà definitivo, terrò a casa il Death Note, casomai lo ritenessi necessario puoi far sì che lo tocchi di nuovo no?- domandò sperando di convincerlo.
 
 
Il primo degli Shinigami le mise una mano sulla fronte, era ghiacciata.
 
 
-Qualsiasi Death Note toccherai, potrà riportare la tua memoria indietro, addio casomai non succeda- le disse. Lei gli mise goffamente una mano sulla sua e sorrise. Sperava di poter finalmente vivere normalmente con Light.
 
 
-Addio-
 
 
 
 
 
Ciao a tutti! Ecco un altro capitolo! Grazie mille per le recensioni mi raccomando continuate che mi viene solo più voglia di scrivere! (Due recensioni e continuo!)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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