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Autore: cin75    22/07/2017    4 recensioni
I J2. Quelli veri ( almeno nel mio AU), quelli attori di Supernatural.
Questa storia si collega direttamente alla storia "Ormai è tutto finito". Dove finisce quella storia , inizia questa.
Tutto va a ricollegarsi alla serie "Preghiere". Per chi ha letto la prima di questa serie e ne ha apprezzato anche i seguiti, spero di fare piacere con questa anticipando che alla fine del racconto ci sarà anche un prequel conclusivo. Per tutti gli altri, spero che vi piaccia lo stesso.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Preghiere'
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Le due settimane di lontananza di Jensen passarono, non proprio velocemente, ma comunque meno “dolorose” di come Jared potesse aspettarsi.
Si erano parlati durante quella separazione. Jared non aveva accennato alla situazione del centro giovanile perché sapeva che Jensen, apprensivo come al solito, gli avrebbe risposto che sarebbe ritornato, mollando immediatamente quello a cui stava partecipando. Perciò, Jared lo tenne per sé come tenne per sé il suo nuovo giovane amico.

Passare il tempo con Alex era bello. Il ragazzino era davvero intelligente e vispo. Maturo per la sua età e forse, molto più probabilmente, era maturato a causa della vita che aveva dovuto vivere. Jared , in alcuni momenti, lo vedeva rattristarsi e sapeva benissimo che era in quei momenti che il ricordo della madre tornava prepotente nella sua mente.
E in quei momenti, Jared, cercava di distrarlo, raccontandogli dei suoi amici assurdi: Misha, Rich, Robert. E gli parlava di Jay e naturalmente di Jensen. Gli diceva che glieli avrebbe fatti conoscere e che se a lui sarebbero piaciuti, poteva essere loro amico. E loro, ne era certo, sarebbero stati più che felici di essere i suoi.

E più stava con Alex, più un idea si faceva sempre più consistente nella mente dell’attore. E più quell’idea cresceva, più la voglia di rivedere Jensen si faceva forte. Il più giovane gli aveva accennato il suo incontro senza però scendere nei dettagli e nelle sensazioni che provava. Non voleva fare quel discorso per telefono. Voleva Jensen accanto quando lo avrebbero affrontato e sapeva che anche Jensen avrebbe voluto lo stesso.


Il lunedì successivo alle due settimane , Jensen, posò il suo borsone da viaggio nell’atrio di casa loro, la prima cosa che il biondo fece fu chiamare a gran voce Jared.

“Tesoro? Sono a casa!!” recitò con enfasi la famosa battuta del film Shining.

“Ehi!! straniero!!” fu il saluto che gli ricambiò l’altro. “Dì la verità. Non vedevi l’ora di dire questa battuta!” lo punzecchiò mentre usciva dallo studio.

“Già!!, è dall’aeroporto che ci penso!” sogghignò, scoperto , il biondo.

Un attimo dopo erano abbracciati.

L’attimo successivo le loro labbra si cercavano affamate ed entusiaste di essersi ritrovate. Le mani di Jared si aggrapparono quasi con urgenza ai fianchi del compagno, mentre quelle di Jensen andarono ad incorniciare dolcemente il volto del più giovane. Si baciavano e sorridevano in quel bacio, entusiasti di essere di nuovo insieme, fin quando Jensen non iniziò a spingere Jared verso la scalinata che portava alle stanza di sopra.

“Mi sei mancato!” gli sussurrava Jared tra un bacio e l’altro.

“Anche tu, piccolo. Non sai quanto!” rispondeva Jensen continuando piano quel suo tragitto e invitando l’altro a salire verso la loro camera.

“Ma cosa...”

“Siamo stati lontani più di due settimane. Mi sei mancato quasi da impedirmi di cantare e ora che siamo di nuovo insieme voglio dimostrarti quanto tu mi sia.... mancato.” quasi a voler rendere davvero al massimo , quanto gli fosse mancato.

“Ma due settimane sono tante da recuperare!” ironizzò malizioso Jared, iniziando a mettere i piedi uno dopo l’altro sugli scalini.

“Più di due settimane. Più di due settimane!” lo corresse Jensen, baciandolo sul collo e poi sporgendosi verso il suo orecchio, sussurrò un accattivante: “Quindi spero che tu non abbia impegni importanti, perché sarai mio per molto molto tempo!” e Jared rabbrividì di puro piacere.

“Credo che qualsiasi siano i miei impegni, potranno aspettare!” convenne aumentando il passo.

“Magnifico! Davvero magnifico!”

“Ma aspetta...”

“Cosa?!” fece affannato Jensen, mentre già gli stava sbottonando la camicia.

“Jay? Come facciamo con lei? Cosa succede se rientra….”

“Tranquillo! Ho chiamato Misha, la terrà da lui fin quando non gli darò il segnale di “passato pericolo!”, perciò arrivare alla camera da letto potrebbe anche non essere necessario.” maliziò sornione.

“Magnifico!Davvero magnifico!” lo parafrasò Jared.

Ma alla camera ci arrivarono. Annaspando, inciampando, ridendo della loro goffaggine. Ma ci arrivarono.

Erano nella loro stanza. E la porta si chiuse alle loro spalle.

***

“Wow!!” esalò Jared decisamente sfinito ma ancora beatamente abbracciato al corpo del marito.

“Già! Wow!!” convenne Jensen.

“Sai? Mi stavo chiedendo quando devi partire di nuovo?!” chiese Jared.

“Cos’è?! Sei stato talmente bene da solo che non vedi l’ora di liberarti di nuovo di me?!” ribattè ironicamente l’altro.

“No! E’ che se il tuo ritorno ci porta a questo, beh!!...” e rimase in sospeso ma ridendo sommessamente.

“Ma come siamo diventati lussuriosi!” lo provocò Jensen, ridendo con lui.

“Mi sei mancato!” e questa volta era serio e sincero.

“Mi sei mancato anche tu, Jared. Mi sei mancato sul serio!” gli fece eco, il biondo, baciandogli piano e dolcemente le labbra ancora arrossate dall’amore appena pacato. “Allora, dimmi che hai fatto in questi giorni, oltre quello che ci siamo detti per telefono!” lo stupì Jensen.

Jared strabuzzò gli occhi. Dio!! come lo conosceva bene Jensen!

“Ma come fai a ...”

“Dono di natura!” scherzò l’altro e poi carezzandogli il viso ancora lievemente sorpreso. “No! Niente dono. Sei tu. Sei solo tu!”

Jared lo guardò quasi trasognante per quelle parole tanto enigmatiche quanto dolcissime.

“Ma che significa?!”

“I tuoi occhi.”

“I miei...”

“Brillano. Brillavano quando sono tornato a casa e non era per me. O solo per me. Brillavano mentre facevamo l’amore e non era per quello, o almeno non del tutto. E brillano ancora!”

Jared si sentì completamente scoperto. Jensen aveva sempre avuto questo dono di capire tutto di lui e anche questa volta, non era stato diverso.

“E’ vero che c’eravamo detti di darci del tempo per capire quello che avremmo dovuto fare...”

“Sì, è così!” convenne Jensen, attento a quello che Jared stava per dirgli.

“Ma...”

“Ma cosa?!”

“Ma mentre eri via io...io ho conosciuto qualcuno!” disse Jared senza rendersi conto di cosa in effetti aveva detto.

Jensen si issò a sedere con uno scatto quasi felino.

“O cazzo!” esclamò con una certa furia, prendendo di sorpresa Jared. “Due settimane. Ti ho lasciato per due settimane in cui c’eravamo ripromessi di pensare al nostro futuro insieme e tu mi spiattelli in faccia che...che…..?!” quasi gridò, mentre saltava fuori dal letto e si infilava i pantaloni con gesti nervosi.

“Ma cosa...” replicò interdetto Jared che non capiva il perché di quella sfuriata improvvisa.

“Un altro?!!!?” gridò più sconvolto. “Stiamo insieme da quasi venti anni. Siamo sposati. Dio!!” si esasperò perfino nella voce. “Abbiamo una figlia, Jared. Tu mi stavi chiedendo perfino un altro figlio e ora...ora mi dici che...”

Ma Jared lo fermò con decisione da quello straparlare.

“Ma che diavolo stai farneticando, Jensen. Che stai dicendo?!”

“Io che sto dicendo? Io???!” replicò alterato. “Mi hai appena detto che hai conosciuto un altro!”

Jared , a quel punto, si rese conto dell’equivoco e se in un primo momento avrebbe voluto prendere a schiaffi Jensen per quello che aveva pensato fosse successo, con più lucidità pensò prima di far sentire un idiota quel marito bellissimo e ancora geloso che si ritrovava. E per un attimo la sua mente ritornò a molti anni prima, quando nel loro letto, quando ancora nessuno sapeva di loro, Jensen, credette che volesse lasciarlo.

“Sei un emerito idiota, Jensen Ross Ackles!” esclamò, poi, con calma.

“Perfetto: cornuto e idiota!!” replicò Jensen, ancora furioso.

“Smettila , Jens!” lo richiamò con fermezza , Jared. “Io ho detto che ho conosciuto qualcuno e non che ho conosciuto un altro!”

“Qual’è la differenza scusa?!” volle chiedere anche se in tono sarcastico.

“Che tu hai pensato al lato porno della storia, io ad un ragazzino di quasi dieci anni!” lo spiazzò il più giovane.

Jensen deglutì. Che cosa aveva detto Jared? 10 anni? Che l’età l’avesse davvero fatto diventare un idiota? Che quel suo assurdo vizio di travisare perfino i pensieri fosse decisamente peggiorato con la mezza età?

“Ma cosa...”

Jared gli andò vicino e lo costrinse a sedersi sulla poltrona ai piedi del loro letto.

“Ora, siediti e stammi a sentire , scemo.” e poi si sedette ai piedi letto, per poter stare accanto a Jensen. “Qualche giorno dopo che sei partito, mi ha chiamato la Alvarez.”

“La Alvarez. La direttrice del centro giovanile?!”

“Esatto!”

“Cosa voleva?!”

“Dirmi che c’erano dei problemi economici con il centro e che a causa di molti benefattori che si sono tirati indietro, il centro avrebbe rischiato di chiudere entro i prossimi mesi!” riassunse in breve.

“Cosa???!” sbottò sbalordito Jensen. “Ma come è successo? Cosa è successo?Perchè il commercialista non ci ha avvisato ? Perchè tu non mi hai avvisato prima ? Perchè...” cominciò a dare di matto. Esattamente come Jared sapeva avrebbe fatto!!!

“Per evitare esattamente questo. Che tu andassi fuori di testa!” cercò di calmarlo Jared.

“E coma faccio?!” lo rimproverò , Jensen. “Sai quanto ci tengo a quel centro!!”

“Lo so ed è per questo che invece di farti sclerare in questo modo mentre eri con Rob, c’ho pensato io e ho rimesso tutto in ordine. Il centro ora è apposto e non rischia più niente e ho dato incarico al commercialista di riferire immediatamente e direttamente a noi, ogni volta che c’è qualche problema fiscale o finanziario.” riferì pacatamente e sorrise quando vide Jensen, iniziare a respirare di nuovo regolarmente.

“Ora!” riprese Jared. “Posso continuare?!” e Jensen annuì. “Quando ho finito con Lydia, ho conosciuto un ragazzino. Si chiama Alexander, Alex. È fantastico, intelligente, sveglio...” e andò avanti così a raccontare come lo aveva conosciuto, la sua storia non troppo felice, il tempo che aveva passato insieme a lui, le cose che avevano in comune e quelle che poteva avere in comune con Jensen.

Jared gli raccontò tutto. Ed era euforico mentre parlava e Jensen lo vedeva. Vedeva di nuovo quel brillio negli occhi del marito. Vedeva la felicità che gli illuminava il viso ogni volta che nominava Alex. Vedeva l’entusiasmo in ogni gesto quando Jared parlava del ragazzino già come se fosse parte della loro famiglia.

E mentre Jared ancora parlava, Jensen prima si diede dell’emerito idiota per aver pensato che Jared lo avesse tradito e poi dell’emerito idiota per averci messo tanto a capire quanto Jared volesse che Alex facesse parte della famiglia.

E poi, in un attimo, si ritrovò a pensare , che infondo infondo, anche lui voleva un altro figlio.
Veniva da una famiglia numerosa, così come Jared. La confusione in casa e a tavola faceva parte del loro DNA e ormai loro avevano una certa vita, Jay se ne sarebbe fatta ben presto una sua e quell’enorme casa sarebbe stata fin troppo vuota. E Jensen non lo voleva.

Jensen voleva gioia in quella casa, rumore, grida e risate. Voleva vedere Jared ridere di cuore a qualche casino combinato dai loro figli mentre lui avrebbe dato di matto. Voleva ...voleva….

Al diavolo! Jensen voleva un altro figlio!!!

 

“Ok!” disse all’improvviso.

 

Jared si fermò di scatto. “Ok, cosa?!”

“Avviamo le carte per l’adozione!” lo spiazzò.

Jared perse un battito. Poi il suo cuore si ritrovò a battere furiosamente così come il suo respiro.

“Ma cosa...dici ...Dici sul serio?!”

“Mai stato così serio, Padalecki. Voglio un altro figlio. Lo voglio almeno quanto lo vuoi tu. Ed è stato davvero stupido da parte mia chiederti di aspettare e pensarci. Perciò se deve essere questo ragazzino che, a quanto pare, ti ha già rubato il cuore, allora sia così!”

“Ma non vuoi conoscerlo prima?” provò a domandargli, sorpreso di una tale affermazione.

“Non conoscevo Jay quando l’abbiamo adottata.  Ci è stata donata. Per Alex sarà lo stesso. Un altro bellissimo dono. Quindi….”

Jared per un attimo rimase in silenzio, a corto di parole.

Cosa che, Jensen pensò, era davvero difficile!!

“Jensen stai dicendo davvero ...sul serio?!” azzardò ancora.

“Jared, mi ami?!”

“Certo che ti amo!”

“Mi conosci?!”

“Certo, sì!”

“Ho mai scherzato su cose del genere?!”

“Mai!”

“Allora che ne dici di avere un altro figlio?!” domandò sorridendogli serenamente.

“Oddio, sì!!!!” esclamò al settimo cielo Jared mentre gli si buttava letteralmente al collo per abbracciarlo.


 

   
 
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