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Autore: biatris    24/07/2017    0 recensioni
Sam si guardò intorno e sperò ancora una volta che arrivassero a salvarla il prima possibile. L'avevano lasciata sola per gran parte del tempo. Ogni tanto una donna del villaggio passava a portarle del cibo e dell'acqua e le chiedeva se andava tutto bene. Lei rispondeva sempre di sì. Cos'altro avrebbe dovuto dire? Era prigioniera su un altro pianeta solo in quanto donna e aspettava che qualcuno venisse a recuperarla spacciandosi per il suo compagno. E quel qualcuno sarebbe probabilmente stato il suo ufficiale superiore.
Ma lei stava bene, si disse. Era quello che si diceva sempre in fondo, pensò. Ne sarebbe uscita viva in qualche modo.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack O'Neill, Samantha 'Sam' Carter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Partirono non appena furono pronti e Sam si addormentò poco dopo sul sedile del passeggero. Jack la guardò. Sembrava così innocente nelle vesti di un’adolescente che aveva quasi vergogna a fare pensieri impuri su di lei. Continuò a guidare e quando furono arrivati alla sua casetta in riva al lago circondata da boschi si fermò.
“Sam” chiamò scuotendola leggermente per svegliarla.
La ragazza aprì gli occhi e si guardò intorno.
“Siamo già arrivati?” chiese.
“Hai dormito per ore, mia bella addormentata…” rise Jack.
Sam lo fissò.
“Davvero? Ma che ore sono?” chiese allora.
“E’ ora di cena” sorrise l’uomo “Vieni, entriamo”
I due entrarono in casa. Era parecchio che Jack non utilizzava la sua casa in campagna, perciò era necessario fare un po’ di pulizia, ma avrebbero rimandato.
“Ho portato qualcosa da mangiare per stasera. Domani possiamo andare a pescare e mangeremo pesce” disse Jack.
Il giorno seguente Sam si svegliò di soprassalto. Dov’era? E cosa ci faceva lei in quel posto? Si guardò attorno e solo allora iniziò a ricordare. Jack, la proposta della vacanza, il fatto che dovevano andare a pescare.
Guardò l’orologio e si alzò. Era ancora presto, ma era sicura che Jack fosse già in piedi. Uscì dalla camera da letto e raggiunse la cucina, dove trovò il colonnello intento a preparare del caffè.
“Buongiorno!” salutò ancora assonnata.
“Buongiorno Sam” la salutò l’uomo sorridendo.
Le faceva sempre uno strano effetto quando lui la chiamava per nome.
“Caffè?” le chiese poi lui.
Sam annuì. Non era mai di molte parole prima del caffè.
Fecero colazione in silenzio. Quando ebbero finito fu Jack a parlare.
“Bene, vai a prepararti. Stamattina ci aspetta una mattinata di relax e pesca!” disse contento.
Sam sorrise. Sembrava un bambino a cui avevano appena comprato del gelato.
“Va bene” disse “Ci impiegherò solo cinque minuti.”
 
Mezz’ora più tardi erano seduti su due sedie di plastica in riva al laghetto a due passi dalla casa di Jack. Sam non aveva mai pescato, ma dubitava che fosse qualcosa che le sarebbe potuto piacere. Tuttavia vedere l'uomo così entusiasta la rendeva felice.
Stettero in riva al lago per un po’ in silenzio. Fu Jack a romperlo.
“Quanto pensi che ci vorrà?” le chiese.
Sam non capì, lo guardò confusa.
“A tornare adulta, cioè, come prima intendo” le disse.
Sam scosse la testa.
“Non ne ho idea. Spero non più di un paio d’anni” disse.
Jack annuì. Se era frustrante per lui vederla in quelle condizioni poteva solo immaginare come si sentisse lei. La fissò. Poi sorrise.
“Pensala così, per come sei al momento puoi fare un sacco di cose per cui saresti processata da una corte marziale in altri momenti…”
Sam lo fissò, poi ricambiò il sorriso.
“Ha ragione” disse.
Le era venuta in mente una cosa proprio in quel momento. Si alzò, poi chiamò Jack.
“Cosa è stato?” chiese.
L’uomo la fissò.
“Vieni, di lì, verso il lago!” disse lei indicando la riva.
Si avvicinarono entrambi e fu proprio quando erano ormai sulla riva che con uno spintone inatteso Sam fece perdere l’equilibrio a Jack, che finì dritto nel lago.
Quando un Jack infuriato sbucò dall’acqua non ebbe nemmeno il coraggio di dire nulla. Sam rideva di gusto in riva al lago. Era bellissima, pensò l’uomo. Sorrise.
“Sei tremenda!” disse.
Sam continuò a ridere.
“Scusa, non ho resistito” disse.
Jack scosse la testa.
“Almeno adesso aiutami ad uscire” disse allungando la mano verso di lei.
 Sam lo fissò diffidente, ma alla fine si convinse ad aiutarlo. Mai scelta fu più sbagliata. In meno di un secondo si trovò in acqua.
Si fissarono e scoppiarono a ridere come due bambini.
“Sei terribile” disse Sam.
Jack scosse la testa.
“Hai iniziato tu” obiettò.
Sam sbuffò schizzandolo, il che diede inizio ad una battaglia acquatica.
Dopo mezz’ora finalmente si decisero ad uscire dall’acqua.
Fu solo quando furono entrambi di nuovo sulla riva che Jack si accorse dell’enorme errore che aveva fatto a trascinarla in acqua con sé. I vestiti di Sam le si erano incollati addosso e la maglia bianca che Sam portava non nascondeva quasi per nulla ciò che era al di sotto.
Rimase incantato a fissarla finché non si accorse che lei lo stava chiamando.
“Jack, Jack, colonnello!” disse Sam.
“Sì, scusa, mi ero distratto” disse lui, sperando che lei non si fosse accorta di nulla.
“Dicevo che forse dovremmo andare a cambiarci. Non credo che prendermi un’influenza sa la cosa migliore nelle mie condizioni…”
Jack sorrise. Sam aveva ovviamente ragione.
“Certo, andiamo” disse.
 
Dopo essersi cambiati, essere usciti di nuovo e aver aspettato due ore buone finalmente i due erano riusciti a pescare cibo sufficiente per un buon pranzo. Jack cucinò mentre Sam si riposava sul divano. Non voleva che lei si stancasse troppo, non nelle sue condizioni. Quando ebbe finito di cucinare la trovò appisolata. Le si avvicinò e lei s svegliò.
“Mi scusi colonnello, non volevo” disse.
“Sam , sei in vacanza… E non darmi del lei” rispose Jack.
Sam sorrise.
“E ora vieni a mangiare, non vorrai deperirmi…” la prese in giro.
 
La loro vacanza procedette senza intoppi per qualche giorno. Jack sapeva che Sam si stancava facilmente, così stava attento che lei si nutrisse in modo equilibrato e che si riposasse abbastanza. Aveva anche notato che lei era leggermente cresciuta. Lei probabilmente non se ne rendeva nemmeno conto, ma si poteva notare un cambiamento in gran parte dei suoi atteggiamenti oltre che nel suo fisico. Era più adulta, avrebbe potuto dire, e Jack ne era contento.
Poi all’improvviso dopo quasi una settimana Jack si avvide che qualcosa non andava.
Sam non si alzava mai tardi e faceva sempre colazione con lui. Era uno dei loro riti. Pensò che fosse stanca e decise di lasciarla dormire. Quando però a mezzogiorno lei ancora non era comparsa bussò alla stanza per cercarla. Nessuno rispose e lui aprì. Sam era sdraiata sul letto ad occhi chiusi. Ma non era la Sam adolescente, era la sua Sam.
Si avvicinò e la scosse leggermente chiamandola. Lei aprì gli occhi.
Jack sospirò di sollievo.
“Sam! Mi hai fatto prendere uno spavento!” le disse.
Lei lo fissò.
“Jack, cosa succede?” chiese con voce debole.
“E’ quasi mezzogiorno” disse lui “Ero preoccupato. E poi ti trovo così.”
Sam lo fissò.
“Così come?” chiese.
“Sei tornata come prima, Sam. Sei cresciuta.” Le spiegò.
La donna lo fissò.
“Non è normale. Sono stanca. Torniamo a casa, voglio vedere Janet” disse.
Jack annuì. Se Sam arrivava a voler vedere il dottore era evidente che qualcosa non andasse.
“Aspettami cinque minuti. Sistemerò tutto e poi partiamo, ok?” le disse.
Sam annuì. Parlare le richiedeva troppo sforzo.
 
Quando la dottoressa Janet Fraser vide arrivare il colonnello O’Neill con in braccio Sam che era tornata alla sua età normale per poco non le venne un colpo.
“Colonnello! Che cosa è successo ancora?” chiese.
“Bella domanda!” rispose l’uomo “Stamattina mi sono svegliato, lei non si era alzata. A mezzogiorno sono andato a svegliarla perché ero preoccupato ed era così” spiegò.
Janet sospirò.
“La appoggi sul lettino” disse.
La dottoressa visitò il maggiore, ma non riscontrò nulla che non andava. Sembrava tutto normale a parte l’eccessiva stanchezza di Sam, che era cosciente solo a tratti.
Dopo aver informato anche il generale Hammond la donna non poté far altro che ufficializzare quanto aveva constatato.
“Generale, sembra che Sam sia tornata al suo stato normale, ma probabilmente questo ha prosciugato quasi tutte le sue energie. Ha assoluto bisogno di riposo” disse la dottoressa.
Il generale annuì. Almeno era tornato tutto come prima, stava già per dirsi, quando dovette ricredersi ancor una volta.
“Dottoressa Fraser, c’è urgente bisogno di lei in infermeria” disse uno degli ufficiali addetti alla custodia del maggiore Carter dopo averla raggiunta nell’ufficio del generale.
I due ufficiali superiori andarono insieme fino alla stanza dove si trovava Sam.
“Colonnello!” disse la donna vedendo Jack arrivare verso di lei “Cosa è successo?”
Jack sospirò.
“Venite voi a vedere” disse solo l’uomo.
 
Quando Janet entrò in infermeria la accolse di nuovo una Sam che ora poteva avere attorno ai vent’anni. Di sicuro stava meglio di prima, ma non aveva nulla a che fare con quella che avevano davanti mezz’ora prima.
“Janet, dimmi cosa mi sta succedendo, ti prego” disse la ragazza.
La dottoressa sospirò. Avrebbe proprio voluto saperlo.
  
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